lunedì 31 dicembre 2007

nyårsafton

l'ultimo dell'anno.

il 2007 è stato a dir poco sorprendente.

sì, perché proprio non ce lo aspettavamo. lo scorso 31 dicembre, mentre festeggiavamo con mirio e altri amici banchettando con succulente costolette caramellate (chi se le scorda!), l'ultima cosa che potevamo immaginarci era che di lì a poco saremmo partiti per stoccolma. e che ci saremmo rimasti. non c'eravamo neppure mai stati, in svezia.

le incertezze erano tante, ma non siamo rimasti scontenti. anzi, è probabile che resteremo più a lungo del previsto. non voglio dire che sia tutto oro quel che luccica, ma in svezia stiamo proprio bene. basti pensare che - strano, ma vero - a stoccolma siamo riusciti a dar seguito a gran parte di quello che ci eravamo tacitamente prefissi per il 2007. non potendo più riciclare l'elenco dell'anno scorso, entro stasera dovremo escogitare una nuova lista di buoni propositi.

mi chiedo però se il trucco non stia nel lasciarsi sorprendere...

uno strabiliante 2008 a tutti!

martedì 25 dicembre 2007

julbock








l'ariete di paglia! immancabile a ogni natale in gran parte della scandinavia.

quello di gävle, a circa due ore a nord di stoccolma, è alto ben tredici metri e ogni anno, dal 1966, troneggia nella piazza principale della cittadina costiera.

raramente è sfuggito al fuoco dei piromani. ma quest'anno ce l'ha fatta, è arrivato al 25 dicembre intatto, impregnato di liquidi che l'hanno reso ignifugo.

il nostro julbock, invece, ha rischiato grosso...



lunedì 24 dicembre 2007

jullov

vacanze di natale.

il mese di dicembre è volato in un attimo. è già julafton, la vigilia. e ora, come la maggior parte degli svedesi, siamo in vacanza, felici di poter passare un po' di tempo in famiglia.

abbiamo lasciato una stoccolma scintillante di cristalli di ghiaccio e lucine a ogni finestra per ritrovare i dolci profumi di casa. al posto dello julskinka e del salmone, tortelli e tortellini, arrosti e panettone.

god jul!




giovedì 13 dicembre 2007

Italian Jazz



Ciao, era un po' che non mi facevo sentire con un mio post.

L'occasione è di quelle buone.

Qualche giorno fa il mio amico Giuseppe mi chiama dicendo: "Sai che Martedì al Fasching Jazz Club suonano Stefano Bollani e Paolo Fresu?". E io: "Orpo !" E lui: "Io vado, tu vieni ?" E io: "Orpo !" E lui: "Costa solo 15 euro, con la tessera del Karolinska 9.5". E io: "Orpo !"

Insomma si decide di andare. Non mi ferma nemmeno una serie di defezioni impressionanti. Giusi è stanca. Federica ha fatto tardi. Brunella non fa in tempo. Lo stesso Giuseppe mi chiama con la voce sommessa e il morale sotto le scarpe: l'hanno chiamato d'urgenza per un'operazione, passerà la nottata al lavoro in ospedale. Essendo cardiochirurgo, la chiamata non è di quelle che si possono rifiutare. Parto da solo.



Arrivo nel locale che è ancora semivuoto (o già semipieno, a seconda del grado di ottimismo di cui si dispone). Nella speranza che si faccia vivo almeno Michele, scelgo l'unico tavolo grande libero, che, guarda un po', è accanto a quello dove cenano i musicisti.

Il locale si sta riempiendo, Michele chiama: sta per arrivare con un amico e tre amiche. Fatico a tenere i posti. Acconsento a far sedere un signore distinto che per questo gesto mi adorerà per il resto della serata. Scorgo Marco con un piccolo plotone di Italiani, li invito al mio tavolo. La situazione si sta movimentando. Bollani, Fresu e Paolo Russo (fisarmonicista che non conoscevo, bravissimo) sono al dessert. Una ragazza del gruppo di Marco, Francesca, Cagliaritana DOC, parte alla conoscenza di Paolo Fresu. A lei si aggrega un altro ragazzo. In un batter d'occhio siamo tutti a rompere le scatole al tavolo dei musicisti. Loro sono simpaticissimi, alla mano, dopo 5 minuti siamo amici. Arriva Michele col Bòcia e tre svedesi. Il Bòcia è uno nuovo. Servirebbe un intero post solo per lui, ma poi si monta la testa, quindi lascio stare.

Siamo in troppi, non ci stiamo più. Bollani è lì in giro con un bicchiere in mano. Gli urlo: "Stefano!" E lui: "Ohi ! Dimmi !" E io: "Posso prendere il tuo tavolo?" E lui: "Orpo !"

Del concerto invece non voglio parlare: dico solo che è stato incredibile. Sono proprio bravi. Io poi adoro Stefano Bollani, per me è un genio, che sa di esserlo ma non gliene frega assolutamente niente. E' un deficiente nel senso più nobile del termine, chi mi conosce sa che cosa intendo. Nel mezzo di un passaggio complesso ti infila una serie di note da "Pippi Calzelunghe" e poi ritorna su quello che faceva prima. Ogni nota NON è quasi mai quella che ti aspetteresti e il suo jazz NON è quello serioso e pseudointellettuale che siamo abituati a sentire, trasfigurato rispetto alle sue origini.


Insomma una grande serata, che si è conclusa nel migliore dei modi. Ci hanno chiesto se li aspettavamo, andavano a portare gli strumenti in hotel e poi ci facevamo un giro. E noi tutti in coro: "Orpo!"

E così via, a cazzeggiare e sparare battutacce per le strade deserte del martedì notte di Stoccolma, alla ricerca di un posto dove ripararsi dal nevischio che stava scendendo, passando per un pub irlandese da cui ci cacciano fuori perché una del gruppo aveva meno di 23 anni (sì, qui è così), per un Burghy che ci chiude le porte in faccia, finendo da un kebabbaro aperto fino all'alba, con un Fresu che rimpiangeva sempre più di aver alla fine declinato l'invito di Michele a una spaghettata a casa sua, mentre Bollani annuiva speranzoso ("Dai, ha anche il limoncello!").



Il gruppo di Marco se n'era andato, ignaro del seguito, alla fine del concerto, per cui eravamo rimasti in sette (contando le tre povere svedesi che non capivano niente, visto che parlavamo quasi sempre in italiano, ma che erano felici lo stesso) a rimpinzarsi di falafel pessimo e di kebab appena sulla soglia della sufficienza, bevendo birra leggerissima (Bollani: "Paolo, ce l'hanno la birra, ma è quella leggera". Fresu: "Beh, prendine dodici!"). Una serata piacevolissima, con Michele, musicista, liutaio e fan accanito, che non credeva ai suoi occhi (credo che Fresu non scorderà facilmente il tormentone della serata, Michele che gli prende una spalla e dice: "Paolino, ti posso toccare? Oddio, sto toccando Fresu!"), con Paolo Russo, il fisarmonicista, che voleva assolutamente sapere che cosa aveva fatto la Lazio e lo chiedeva a tutti quelli che incontrava.

Insomma musicisti eccezionali (Michele a Edith, una delle svedesi, scuotendola: "You don't know, but they are the number one!!! THE NUMBER ONE!!!". Risate.), persone eccezionali. Sono contento che abbiano il successo che si meritano. Andateli a sentire ovunque e comunque, quando potete e anche quando non potete.

Baci,

io




luciadag

santa lucia... il giorno più breve che ci sia.

non è chiarissimo come la tradizione di santa lucia, giovane siracusana martirizzata sotto diocleziano, sia giunta fino in svezia. fatto sta che la festa è molto sentita in tutto il paese, che in questa stagione è letteralmente avvolto dal buio. anzi, da un secolo a questa parte, santa lucia è divenuta una delle celebrazioni più importanti dell'anno.

in famiglia, i bambini si alzano molto presto, prima dei genitori, e si vestono per la piccola processione domestica. le bimbe interpretano lucia, vestite di bianco e con una corona di candele in testa; i ragazzini, chiamati stjärngossar, qualcosa come "i bambini che portano le stelle", sfilano con un cappello a punta e una bacchetta. sembrano quasi dei piccoli maghi, ma sono gli accoliti di lucia. in svedese c'è persino un verbo per descrivere questa sorta di vestizione e la successiva rappresentazione, lussa. così agghindati, i bambini intonano canzoni natalizie per i genitori, fra cui sancta lucia, sulle note della celebre melodia napoletana.

la stessa processione, preparata con cura nelle settimane che precedono il 13 dicembre, avviene anche nelle scuole, nella maggior parte degli uffici pubblici e privati e per strada. ogni città elegge la sua lucia, che andrà a visitare scuole e ospedali. quella di stoccolma, che sfila al mattino presto dalla stazione centrale fino a skansen, rappresenta la lucia nazionale, la stessa che poi sfilerà a siracusa. in televisione e nella maggior parte delle chiese del paese si organizzano cori e concerti, talvolta con grandi nomi della musica. il dolce profumo dei lussekatter, le focaccine allo zafferano tipiche del giorno di santa lucia, pervade case e negozi.

è strano ritrovare dopo tanti anni la gioiosa tradizione di santa lucia, anche se un po' cambiata. in effetti la lucia stoccolmese poco assomiglia alla santina privata degli occhi che mi figuravo da piccola. dove sono nata io, in provincia di mantova, erano i genitori a interpretare lucia, anche se di nascosto, e per i più piccoli il 13 dicembre era addirittura più sentito del natale, poiché era proprio santa lucia a portare i doni. nei giorni precedenti il 13 dicembre capitava anche di sentirla passare per le strade buie del paese, quando le tapparelle erano già state - opportunamente - abbassate, o nel corridoio di casa, oltre la porta chiusa. l'improvviso suono argentino di una campanella avvertiva del passaggio della santa e ci paralizzava tutti. noi bimbi dovevamo prestare attenzione a non vederla, altrimenti ci avrebbe portato il carbone. allora nessuno di noi si chiedeva per quale ragione non potessimo vedere lucia, ma lo stupore era tale che nemmeno provavamo a sbirciare. il meraviglioso non va indagato.

la sera del 12 eravamo soliti lasciare acqua e paglia per l'asinello su cui arrivava santa lucia. il mattino seguente trovavamo le ciotole vuote e il pavimento della stanza disseminato di caramelle, cioccolatini, mandarini, frutta secca... carbone dolce e regali. era un grande avvenimento. ricordo ancora il pianto cui mi abbandonai a casa dopo che uno dei miei solerti compagni delle elementari mi ebbe rivelato, con fare saputo, il grande segreto: santa lucia non esisteva. o almeno, non era certo lei a portare i regali!

oggi sono tornata a festeggiare lucia, nella scuola in cui studio svedese, frequentata da persone di ogni nazione. avevamo dolci e piatti tipici di ogni parte del mondo e la nostra lucia e i nostri stjärngossar erano alcuni dei simpatici docenti. ecco un brevissimo video moooolto artigianale.



p.s. per continuare con l'elenco dei termini natalizi:
julmusik julmarknader julkakor
julklappar julgranar julsånger julbockar julbord jultomtar julkalendrar julfrimärken julöl julkonserter julkärvar julkort julsnaps julkalas julmat julglögg julmust julskinka julkransar julmumma jullov julkänsla

julkärve è il fascio di grano portato dalla lucia stoccolmese nella foto.

domenica 9 dicembre 2007

julbord

il buffet di natale... per una giornata da gourmet divoratori!

julmusik julmarknader julkakor julklappar julgranar julsånger julbockar julbord jultomtar julkalendrar julfrimärken julöl julkonserter julkärvar julkort

e aggiungo:

julsnaps julkalas julmat julglögg julmust julskinka julkransar julmumma jullov julkänsla

ce ne avevano parlato tutti, entusiasti. finalmente l'abbiamo sperimentato anche noi e, di certo, non siamo rimasti delusi. eravamo in sedici a darci appuntamento al molo di nybrokajen per prendere il battello che ci avrebbe condotti a fjäderholmarna, due isolette dell'arcipelago a mezzora dalla città.

in un'atmosfera ovattata, con decorazioni sobrie ed eleganti, luci soffuse e tante candele, il fjäderholmarnas krog, circondato dal mare, ci ha offerto un buffet che ricorderemo a lungo!

forse non tutti sanno che... il classico buffet natalizio svedese inizia inevitabilmente con le aringhe (strömming e sill), ieri cucinate in ben 19 + 3 modi diversi.

si prosegue con il salmone - re dello julmat, le pietanze natalizie - la trota salmonata, l'anguilla, il coregone... io ho apprezzato in modo particolare l'apelsinsichuan lax, salmone crudo aromatizzato con succo d'arancia e tè del sichuan, delicato e fresco.

dopodiché è la volta dei salumi e dei paté: carne di alce, renna (ottima), maiale, cinghiale... preparata secondo ricette diverse. tradizionale e gustoso è lo julskinka, il prosciutto cotto in forno tipico del giorno di natale.

seguono i piatti di carne caldi, come le famose köttbullar, le salsicce, la pancetta caramellata, il pasticcio di patate chiamato janssons frestelse e varie omelette.

dulcis in fundo, ovviamente. dai biscotti, julkakor di vari tipi, alla mousse di cioccolato, passando per scorze d'arancia e ris à la malta, nome francese (malta non c'entra niente) per una specie di budino di riso con mandorle tritate. delizioso e tradizionale: a natale le mamme preparano il riso dolce per grandi e piccini. nella zuppiera di servizio mettono un'unica mandorla intera. chi la trova nella propria coppetta, si aggiudica un regalino. il gioco sta nel far finta di non averla trovata, perché gli altri continuino a rimpinzarsi di riso... l'avevamo provato lo scorso natale in danimarca, dove il piatto è chiamato più propriamente ris-à-l'amande e viene accompagnato da uno sciroppo caldo di ciliegie. e allora davide, il vincitore, ci aveva fatto ingozzare almeno tre coppette di riso a testa prima di farsi scoprire!

sulle bevande: con le aringhe lo snaps è il massimo, non c'è che dire. due sapori forti contrastanti che si ammorbidiscono a vicenda. ieri gli julsnaps fra cui scegliere erano 24! la mia acquavite natalizia preferita si chiama hallands fläder, piuttosto dolce perché al sambuco. lo julmumma è un'altra bevanda tipica di natale, da bere a tutto pasto, secondo me adatta soprattutto alle carni. si tratta di julöl, birra scura "natalizia", e madeira mescolati insieme. inaspettatamente buona! qui una ricetta per i patiti dei cocktail.

insomma, un ottimo julbord per cominciare a gustare quella che qui viene chiamata julkänsla, l'atmosfera natalizia, lo spirito del natale.

una chicca per chi ama i contrasti: gustosissimi gli immancabili pepparkakor, i biscotti allo zenzero che ormai si trovano ovunque o si possono preparare facilmente in casa, abbinati a una crema di erborinati. da provare bevendo julglögg!



p.s.: l'evento è stato organizzato dalla grande marta, di italians on line, sezione di stoccolma :-)

giovedì 6 dicembre 2007

solens mat



di nuovo per la serie "nostalgia canaglia"...

solens mat - il cibo, la tavola del sole - è il titolo di un programma molto carino trasmesso tutti i giovedì sera alle 20:00 dalla svt.

ricette italiane raccontate con garbo da un gentile signore svedese, bo hagström, che viaggia per tutto il bel paese in cerca di piatti e prodotti tipici, tradizioni gastronomiche reinventate e sapori antichi... forse anche dimenticati.

viaggio in un'italia di provincia, più vera che mai... bravo bo!

martedì 4 dicembre 2007

juletid

il periodo natalizio... le feste!

oltre che da un'eccezionale ondata di lavoro poco natalizia, siamo stati investiti da una valanga festiva di vaste proporzioni:

julmusik
julmarknader
julkakor
julklappar
julgranar
julsånger
julbockar
julbord
jultomtar
julkalendrar
julfrimärken
julöl
julkonserter
julkärvar
julkort

... e ce ne sono molti altri!


un esempio per me divertentissimo di julsång è nu är det jul igen.

per avere un'idea della melodia, ecco un video della versione danese (nu er det jul igen) della stessa canzoncina, che in entrambi i paesi si canta tenendosi per mano intorno all'albero di natale e in giro per casa, dentro e fuori... una specie di allegra benedizione.

ricordo che l'anno scorso in danimarca, a casa dei genitori di ditte - praticamente mia cognata - ci siamo divertiti un mondo!

versione svedese:
nu är det jul igen
och nu är det jul igen
och julen varar väl till påska
men det var inte sant
oche det var inte sant
för däremellan kommer fasta

versione danese (per chi volesse fare un po' di traduzione comparata o più semplicemente cantare e girotondare insieme alla folla del video):
nu' det jul igen
og nu' det jul igen
og julen varer lil' til påske
nej det ikke sandt
nej det ikke sandt
for ind imellem kommer fasten

[è di nuovo natale e così sarà fino a pasqua! non è vero, perché in mezzo c'è il digiuno (di quaresima)!]

la traduzione non è altrettanto divertente, ma magari aggiungendo un paio di julsnaps... (qui altre ricettine di cocktail natalizi - juldrinkar - da provare).

a presto per le altre jul-cose!

lunedì 26 novembre 2007

Confermo: SONO ZIO!!! W Arianna!




Tengo a precisare con rinnovato vigore la notizia dell'anno (per quello che mi riguarda, ovviamente). E' nata ARIANNA, grazie a Sara e al me fradél.







Vivavivaviva!!!!!! Mi piacerebbe essere in Italia per passare un po' di tempo con la famiglia. Dovrò aspettare fino a Natale.




Dico solo che è bellissima, e già mi sento un sacco zio. Ora che sono finalmente annoverato nel loro esclusivo club, voglio ricordare in questa occasione altri famosi zii della storia e della cultura...


Zio Paperone






Zio Tom (quello della capanna)







Il mitico Zio Fester






Zio Sam





L'eccelso Zio Tibia






Zio Jesse di Hazzard







Lo zio Bill di "Tre nipoti e un maggiordomo"



Zio Vanja (grazie mirio, come sei acCOLturato)


E chi più ne ha più ne elenchi.



venerdì 23 novembre 2007

bara bröst

corriere della sera, versione on line: al primo posto fra i più letti di oggi, un articoletto che fa pensare. non tanto per la notizia in sé, di scarso rilievo, quanto proprio per il fatto che sia la più letta del giorno (con tutto quello che succede... d'altronde, a chi interessa com'è andata a finire la storia del disastro nel mar nero di una decina di giorni fa? saranno riusciti ad arginare la chiazza di petrolio? non mi è dato saperlo... per avere informazioni devo andare a spulciare i quotidiani stranieri).

l'articolo c'entra con la svezia, ma dubito che qui spicchi fra le news che destano più interesse.

bara bröst è il nome e lo slogan adottato da un gruppo di donne che, dopo alcuni episodi verificatisi in piscine pubbliche del regno, hanno deciso di rivendicare il diritto di tuffarsi a seno nudo. e forse dire "topless", per chi pensa in italiano, è un azzardo, poiché il rimando alla carica trasgressiva di BB è troppo forte. e sicuramente distante dalle affermazioni svedesi.

"bara bröst" significa sì "seni nudi", come puntualizza il giornalista del corriere, ma anche "nient'altro che seni", "soltanto seni". d'estate sono numerose le svedesi che prendono il sole sulle spiagge di laghi e mare senza il pezzo sopra del bikini. e, certo, nessuno si sconvolge a vedere una giovane mamma che allatta il proprio piccolo in qualche locale pubblico. tutto sommato mi sembra che gli svedesi, gli stessi che tagliano le scene di sesso per i film che vanno in tv, siano tranquilli di fronte alla nudità intesa come dato di natura. e allora, si chiedono queste bagnanti, perché in piscina le donne non possono mostrare i capezzoli, al pari degli uomini?

fra l'altro, chi ha sperimentato le saune nel nord europa sa bene che qui nessuno si turba a vedere donne e uomini nudi (non solo in topless) fra i vapori al profumo di arancio e lime. anzi, dirò di più. nessuno guarda. c'è chi legge il giornale in pausa fra una seduta e l'altra. c'è chi si beve una spremuta. è la cosa meno sessuale che si possa pensare.

allora mi chiedo: dopo il bombardamento televisivo di seni e sederi - fenomeno molto più italiano che svedese - lasciare l'ultimo velo di mistero o smantellare la discriminazione sessuale? il topless, oggi, è trasgressione, volgarità, emancipazione o parità? quest'ultima passa davvero per questo genere di rivendicazioni?

quand'è che un seno è "solo" un seno?

domenica potremmo andare al central badet, una delle saune più belle della città. e chi crede che la svezia sia tanto disinibita, ricordi che qui la sauna si fa divisi. i maschi da una parte, le femmine dall'altra...

giovedì 22 novembre 2007

välkommen


un enorme BENVENUTO ad arianna!


la nostra nipotina
- tre chili e trecentoventi grammi di bimba -
è nata stasera!

di sicuro a natale faremo a gara per tenerla in braccio...

tanti auguri alla mamma e al papà
e alla piccola, per un roseo futuro.

g&d

mercoledì 21 novembre 2007

language kompis

language kompis è un'idea indovinata, nata da due stranieri a stoccolma, un'americana e un francese, che hanno avvertito l'esigenza di un punto di incontro fra altri stranieri e svedesi.

language kompis è anche una certezza: ogni due martedì, al nada bar di södermalm, alle 7. si può bere un bicchiere di vino o una birra a prezzi speciali e fare due chiacchiere in tante lingue quanti saranno i presenti. non è necessario conoscere già qualcuno per trovarsi bene. basta entrare e qualcuno ti verrà incontro.

per i traduttori come me è manna dal cielo: ieri sera c'era chi parlava svedese, inglese, danese, suomi, francese, spagnolo, portoghese, giapponese, coreano, fārsi, arabo, greco, italiano, ungherese, rumeno... e non ho certo potuto parlare con tutti.

per chi non è traduttore, è un tuffo inaspettato nella vita di tante persone diverse provenienti dai mondi più disparati, a stoccolma per i motivi più vari. si incontra il musicista, l'impiegato, l'architetto, lo studente, il pizzaiolo, l'esperto di marketing... ieri sera, fra i tanti, ho trovato un paio di compagni con cui andare a pattinare sui laghi quando farà più freddo, una ragazza che mi ha raccontato dell'egitto in inverno (davide e io ci andremo dopo natale quindi ero molto interessata), un portento di ragazza brasiliana che vive qui con un compagno danese e che parla l'italiano quasi meglio di me, due amiche che vedo spesso e con cui uscirò anche stasera...

insomma, un'esperienza consigliata caldamente a chiunque si trovi a stoccolma anche solo di passaggio e voglia un po' di calore umano.

venerdì 16 novembre 2007

Happy Birthday Gnupi




TANTI AUGURI A TEEEE, TANTI AUGURI A TEEEEEE, TANTI AUGURI PIPINAAA TANTI AUGURI A TEEEEEEE.


Scegli una di queste torte:


opzione n.1:





opzione n. 2:





opzione n. 3:


mercoledì 14 novembre 2007

pippi långstrump


indipendente e
anticonformista, allora come oggi.

è pippi calzelunghe, uno dei personaggi più amati dai bambini - e non solo - di tutto il mondo e sicuramente una delle creature più originali e alternative di astrid lindgren, che iniziò a scriverne le fantastiche storie quasi per caso, per la figlia piccola che si era ammalata.

oggi la svezia festeggia il centenario della nascita di astrid lindgren. ieri sera in tv hanno dato un bel documentario sulla vita della scrittrice e ne è emersa una figura dolce e tenace, schiva ma anche divertente, un'idealista, una donna con la battuta sempre pronta e amore e rispetto profondi per i bambini, una ragazza che aveva dovuto lasciare il paese in cui era nata, vimmerby, per sfuggire alla disapprovazione per la gravidanza fuori dal matrimonio.

oggi chi non ricorda la pippi forzuta che solleva il suo cavallo bianco a pallini neri? e la scimmietta, il signor nilsson? io adoravo pippi proprio perché era sempre in compagnia dei suoi animali. libera.

chi ama la lindgren e viene a stoccolma, non scordi di visitare a djurgården il parco di junibacken dedicato alla scrittrice. noi ci andremo presto.

merita di essere ricordata la sigla! qui la versione svedese dei primi episodi tv :-)))

villa villacolle, che in originale è villa villekulla, si trova a gotland nelle vicinanze di visby!!! e noi ci siamo passati davanti in macchina senza poterci fermare...

fra le sigle a disposizione, in youtube, quella in inglese. riconosco le mura di visby, che strano effetto fa!

lunedì 12 novembre 2007

PIZZA PIZZA PIZZA



Sabato sera abbiamo invitato qualche amico a casa per una pizzata. Visto che non l'avevamo mai fatta prima, visto che ci siamo dovuti adattare agli scarsi mezzi a nostra disposizione, vista l'espressione moderatamente soddisfatta degli astanti, direi che è stato un successo.
Dopo una faticosa e ahimè lacerante spesa al supermercato, Giusi e Federica si sono date da fare con l'impasto, mentre io mi calavo con metodo Stanislavskij nella parte del tagliatore folle. Una via di mezzo tra Ratatouille e un Serial Killer.
E mentre al mio fianco ciò che era un incerto ammasso di farina bagnata veniva trasformato dalle abili mani delle pastaie in un soffice sferoide nuvolaceo, tutto ciò che passava per le mie di mani veniva istantaneamente triturato, rondellato, cubettato e ammucchiato a lato a produrre instabili cumuli pesudopiramidali.

A poco a poco la stretta cerchia degli invitati si è palesata, tutti muniti di bottiglia e dolce. Viste le esigue dimensioni dell'appartamento abbiamo dovuto effettuare una dolorosa cernita e limitarci a 14 persone, che riempivano le due stanze fino a scoppiare. Un gioco che mi piace fare è quello di contare le nazionalità rappresentate. In questo caso 10, se si contano Julius e Lidija come Filippine e Bosnia, 9 se li si conta entrambi come Australia, luogo dove le loro famiglie si sono trasferite qualche tempo fa.



La parte del leone la faceva la Germania, che nonostante l'assenza di Bettina e Wilmar contava 4 persone, seguita dall'Italia con 2 (Michele e Andrea), Russia, USA, Svezia, Cina, Olanda, Grecia, cui si aggiungono le già citate Bosnia e Filippine con un invitato a testa.
Colgo l'occasione per salutare e ringraziare Daniela, Andre, Petra, Katrin, Julius, Lidija, Amy, Sofia, Nina, Jingwen, Michele, Andrea, Merel, Eleftheria per essere venuti e avere mangiato e bevuto insieme a noi.
Altre statistiche descrittive. Contando Giusi, Federica e me (gli organizzatori) su 17 persone c'erano 4 uomini, 2 vegetariani, 5 biondi, 17 scalzi (per chi non lo sa, qui quando si va in casa di altri ci si toglie le scarpe all'ingresso, per cui prima di uscire di casa si sceglie con cura le calze e ci si lava i piedi).
E' stato preparato un impasto a partire da 2 chili di farina, e per un totale di 13 lievitatissime pallottole. 11 di queste sono state consumate, 2 sono nel freezer. E' stato sovrastimato il fabbisogno di mozzarella, tant'è che ne sono stati acquistati 3 panetti e consumati 1 e un po', nonché di passata, 3 bottiglie, una sola consumata, ma tutto torna buono nei prossimi giorni, per cui non siate tristi.
Tra i vari ingredienti menziono: funghi, gorgonzola, salamino, acciughe, peperoni gialli, arancio e rossi, tonno, cipolla, pomorodini, rucola, wurstel. E qui mi fermo.
Gli amici ci hanno caricati di dolci dalla torta all'arancia fatta in casa, a quella al marzapane di pasticceria, e chi più ne ha più ne mangi.
Abbiamo riso e scherzato tutti quanti fino a tardi, Jingwen ha fatto delle foto, vedo se riesco a metterne una.


Eccola.


Nonostante le previsioni e la temperatura intorno allo zero, non è nevicato, per cui la progettata battaglia di palle di neve non ha avuto luogo, peccato.
A chi ci viene a trovare nell'anno nuovo comunque prometto palle di neve a volontà, un bicchiere di glögg caldo e un po' di pizza avanzata.

Ciao!

venerdì 9 novembre 2007

gotland och fårö

eravamo rimasti qui.

a luglio (chi è questo sconosciuto? in questo preciso istante nevischia e il termometro segna 2,3 gradi centigradi... non che a luglio ce ne siano stati tanti di più - pare sia stata una delle estati più brutte degli ultimi cinquant'anni, del resto si sa che il pianeta sta andando a scatafascio - ma almeno il cielo era chiaro anche a notte fonda, ora fa buio già intorno alle tre e mezza del pomeriggio)... dicevo, a luglio, al rientro dalle magiche gotland e fårö, non c'è stato tempo di scrivere niente.

ma in questi giorni abbiamo avuto modo di sistemare - era ora! - le foto scattate in viaggio e, prima che i ricordi sfumino del tutto, mi piacerebbe elencare in ordine sparso le dieci cose per cui varrebbe la pena tornarci (in ordine rigorosamente sparso):

1. rabarberkakan, la torta al rabarbaro, (magari con un filo di crema alla vaniglia in meno, eh?); devo farmi venire in mente il nome del caffè dove ce la siamo gustata. è in pieno centro, a visby.
3. i raukar di fårö, formazioni di roccia calcarea erosa dal vento, dal mare, dal tempo; il ricordo tangibile del mare tropicale che 400 milioni di anni fa sommergeva l'isola.
5. la digerhuvuds naturreservat, a fårö: chilometri di spiaggia spazzata dal vento. licheni, qualche timido cespuglio dai fiori minuscoli e migliaia di uccelli. (un video)
2. gli uccelli che rispondono ai nostri richiami nelle oasi... (ecco un altro video! peccato, spegniamo la telecamera proprio mentre tre uccelli bellissimi si alzano in volo dai canneti... ovviamente non ci crederà nessuno)
4. duggregnet, la pioggia minuta, quasi di nebbia, che avvolge il campanile della cattedrale di visby. è più buio del solito, colpa delle nubi. la città è quasi deserta e noi vaghiamo per i viottoli, sbirciando nelle finestre altrui (d'accordo, io sbircio, davide preferisce non indugiare). nel silenzio color violetto emerge un suono chiaro, argentino. è la campanellina di un gattone che ci segue. ha un'impalpabile ragnatela di pioviggine sul pelo grigio. ahhh, perché gli animali vengono sempre a cercami? (poco importa se poi l'acquerugiola si è trasformata in pioggia scrosciante e torrenziale... siamo a gotland, mica in sicilia. e poi, vuoi mettere "vedere finalmente il sole a visby" come buon motivo per tornare?)

ci sono tante altre cose da dire...


ma lascio i punti 6, 7, 10, 9 e 8 a davide. sono certa saprà chiudere in bellezza.

le due favolose illustrazioni sono di stefano misesti. le fotografie e i video sono nostri.
ecco la ricetta della torta al rabarbaro. appena ho un attimo mi metto a tradurla, ma mi pare si riesca a intuire lo stesso. in caso contrario, sono a disposizione :-)

händelsevis

per caso.

non si può dire che siamo turisti, a stoccolma, anche se a volte lo spirito è quello.
ma sicuramente è per caso che siamo finiti qui.

da oggi siamo fra i "siti per caso" di

in svezia si direbbe: jaså.
se non è abbastanza, propongo un più espansivo oj!

lunedì 5 novembre 2007

BOZO

Non c'è un vero e proprio motivo per cui inserisco questa citazione. Se non che mi piaceva molto.

Bozo is the Brotherhood of Zips and Others. Bozos are people who band together for fun and profit. They have no jobs. Anybody who goes on a tour is a Bozo. Why does a Bozo cross the street? Because there's a Bozo on the other side. It comes from the phrase vos otros, meaning others. They're the huge, fat, middle waist. The archetype is an Irish drunk clown with red hair and nose, and pale skin. Fields, William Bendix. Everybody tends to drift toward Bozoness. It has Oz in it. They mean well. They're straight-looking except they've got inflatable shoes. They like their comforts. The Bozos have learned to enjoy their free time, which is all the time.

Firesign Theatre, "If Bees Lived Inside Your Head"


domenica 4 novembre 2007

årets första snö

la prima neve dell'anno.

è caduta nella notte fra venerdì e sabato. i primi fiocchi - del tutto inaspettati - hanno cominciato a scendere da un cielo a metà via fra il nero assoluto e l'arancione sporco, il colore inquinato del buio in qualsiasi città. quando verso mezzanotte sono sbucata dalla tunnelbana, i bioccoli bianchi volteggiavano in aria quasi senza l'intenzione di posarsi a terra. pensavo sarebbe durato un attimo. nient'altro che una spruzzata di acqua gelata, mi sono detta. invece i fiocchi sono andati infittendosi fino a trasformarsi in sottilissimi proiettili che pungevano la pelle, quasi ferivano gli occhi, nonostante gli occhiali.

ho voluto fare l'ultimo tratto di strada a piedi, per godermi la sensazione. ero elettrizzata! amo le nevicate, così come adoro le tempeste, i temporali, la carica di energia che trasmettono. e il senso di sicurezza che si prova osservando il cielo scuro dalla finestra. è come l'intima tranquillità che mi invade ogni volta che per strada mi capita di sbirciare nelle finestre illuminate degli altri, affaccendati nelle loro cose, incuranti di quello che succede fuori. a proposito, che bello che in svezia non si usino tende o tapparelle!

ecco come mi sono presentata a casa, dopo mezzora di camminata (non ci vuole così tanto dalla metro a casa nostra, diciamo che me la sono presa comoda...)


il mattino dopo la neve si stava già sciogliendo e quando siamo usciti a pranzo era come se non avesse nevicato per niente. ma ho fatto in tempo a scattare una foto dalla finestra della camera da letto (avevo messo la sveglia presto per godermi lo spettacolo, poi sono tornata sotto le coperte).

non vedo l'ora che nevichi di nuovo, ça va sans dire.

mercoledì 31 ottobre 2007

allhelgonaafton

halloween.

in svezia, come in italia, si fa visita ai defunti, ma niente ponte. e poi halloween è una festa importata anche qui...

tuttavia mi andava di ravvivare l'atmosfera e così, fra una traduzione e l'altra, ho improvvisato una marmellata di cranberry, tranbär in svedese. erano in frigo da qualche giorno ormai e non chiedevano di meglio. il sapore asprigno delle bacche, mescolato alla punta di dolce pepato e quasi caldo dei chiodi di garofano, ha inondato la stanza in cui lavoro. inebriante.

sì, ho messo anche i chiodi di garofano, ma proprio due di numero. un esperimento (di cui sono contenta).

ci starebbe bene una torta, adesso...

lunedì 29 ottobre 2007

en gång till

ovvero... bravo, bene, bis!

è così che il pubblico del berlin ieri sera ha acclamato le baskery di cui ha appena scritto davide. io non ho molto da aggiungere, se non che adesso voglio imparare a suonare il contrabbasso. mi è sempre piaciuto e da ieri sera lo adoro.

p.s. il berlin è sicuramente un locale in cui tornare. un francobollo di ristorante, a dire il vero. ma con un menu da buongustai divoratori (e neanche troppo caro). e, appunto, musica dal vivo.

en gång till, en gång till...

Se un giorno d'Autunno un viaggiatore...

Cominciamo dall'inizio, da un post mancato che avrei voluto seriamente scrivere.

Il nostro amico Liutaio Benni, che d'ora in poi chiamerò Michele come in effetti si chiama, lavora, per l'appunto, come liutaio nel più grande negozio di chitarre di tutta la Svezia.

Che è successo? È successo che un giorno, da poco uscito dall'Accademia Stradivari di Cremona si è detto: "Che ci sto a fare in Italia, ad ammazzarmi per ricevere poco o nulla, ecc. ecc. ecc. ?" (insomma il discorso che comunemente si sente fare da NOI emigranti). "Vado a vivere... vediamo... in Svezia!". Così è partito, con delle polaroid in tasca di alcuni suoi lavori e, credo, anche un basso smontato in valigia, ed è venuto a farsi un giro qui. È entrato al JAM gitarrer e ne è uscito con un lavoro. Niente di strano se si pensa che qualche giorno dopo ne è uscito fidanzato.

Niente di strano se si pensa che è un liutaio molto bravo, diplomato in strumenti classici, ma che lavora da sempre su chitarre e bassi elettrici.


Chitarra BlueDophin, copyright by Michele


SPAZIO PROMOZIONALE

Chiunque sia interessato a cotali strumenti, vada a vedere il suo sito, è proprio bravo. Tra l'altro non credevo che una chitarra custom-made potesse costare così poco.

FINE SPAZIO PROMOZIONALE


Insomma per farla breve, una volta al mese in negozio c'è vino e birra gratis, e tre o quattro gruppi che suonano. Tutto, lo ripeto, AGRATIS. Per coincidenze varie fino ad ora non c'ero potuto andare, ma mercoledì scorso ce l'ho fatta.

Mi sono trovato in un posto fantastico, un'estensione di metri e metri cubi di chitarre, bassi, banjo, ukulele e chi più ne ha più ne suoni. Da impazzire, roba di milioni di euri appesi ovunque.
Ho incontrato lì il mio amico, nonché insegnante di Tai Chi, Wilmar, e la nostra amica Jing Wen.

Il concerto è stato mooolto carino. Prima un gruppo acustico di quattro ragazzi in giacca e cravatta che suonavano del country vecchio stile (alla "Fratello dove sei", per intenderci), molto ben fatto. Poi una cantautrice, brava, e a seguire quattro ragazzi che suonavano pop-rock, bravi e volenterosi. In realtà tutti erano molto bravi, molto più della media di Bologna, ma ora a pensare a quello che è venuto dopo rientrano nei ranghi della normalità.

Infatti, verso la fine, quelle che sembravano tre spettatrici, mescolate tra la folla dei tipi e delle tipe vestite Rockabilly, sono salite sul palco. Tre ragazze carine - una delle quali portava con sé un contrabbasso, una con una chitarra e la terza che non la finiva mai di sistemare i suoi strumenti, da quanti ne aveva - si sono presentate come le "Baskery", e hanno iniziato a suonare.

Mioddio.

Io e Michele ci siamo guardati negli occhi. Mai sentito nulla di così trascinante negli ultimi anni.


Facevano un country-rock, con un pizzico di bluegrass, travolgente. La tipa con contrabbasso (Stella) slegava note che non le si vedeva la mano. Sunniva, cantante (anche se sono numerosi i cori a più voci) e chitarrista acustica pure. Ma la più incredibile di tutti era la terza, Greta, che suonava (e bene) tutto il resto. Con un piede la cassa, con un altro piede il rullante, al collo l'armonica e in braccio il banjo a sei corde, con cui faceva paura. Con e senza bottleneck, con e senza distorsore, comunque una cascata di note. Alternandovi, ovviamente, chitarre acustiche, slide sguitars, ecc. ecc. etc.

Tutte e tre brave e integrate benissimo, con le tre voci che si sovrapponevano in tre tonalità diverse. Insomma bello bello bello. Ecco.
La gente era estasiata, i pur freddi svedesi si erano sgolati a furia di battere le mani e gridare "yahoo".

Mi sono divertito molto.

Tanto che sono andato sul loro sito e ho scoperto che qualche giorno dopo (ieri sera) avrebbero di nuovo suonato a Stoccolma. Pensato e fatto, sono tornato con Giusi, Amy e Sofia, a sentirle... ma di questo vi racconterà Giusi stessa...
Da disco, subito. Io ho comperato il singolo, autoprodotto, e sono in attesa dell'album. Spero che facciano successo, perché sono tipe carine e alla mano e perché (lo si era capito?) sono brave.

Girano un sacco, Svezia, Finlandia, Francia, Svizzera, e per altri due mesi almeno non ricapiteranno a Stoccolma, ma quando succederà ... beh, per allora ci sarò.

Aggiungo una cosina: se siete interessati andate a vedere la loro pagina su myspace, si possono ascoltare 2 canzoni. Ok, dal vivo è tutta un'altra cosa, ma meglio di niente...

giovedì 25 ottobre 2007

morgonstund har guld i mun


























il mattino ha l'oro in bocca.

non che ci siamo svegliati proprio all'alba - non sia mai - ma considerato il panorama che ci troviamo davanti in questi giorni non appena usciamo di casa... mi pareva che il proverbio calzasse a pennello.

foto: dall'uscio di casa in fogdevreten, campus del karolinska institutet.

domenica 21 ottobre 2007

föräldrar

genitori.

per loro non è mai semplice accettare un "mamma, papà, vado a vivere a duemila chilometri di distanza". e duemila sono anche pochi, considerato che si coprono in due ore di volo o poco più.

forse, poi, è un atteggiamento tipicamente italiano - o comunque mediterraneo, ma mi divertirebbe essere smentita - quello dei genitori che si preoccupano di mandare scatoloni traboccanti di generi alimentari ai figli all'estero, quasi il paese in questione - figurarsi nel nostro caso - fosse sprovvisto di salami, speck, bottiglie di vino, vasetti di pesto, barattolini di pomodori secchi e chi più ne ha ne metta.

però devo ammetterlo: fa sempre molto piacere ricevere quelli che ormai chiamo "pacchi sussistenza", anche se il contenuto è talvolta, se non spesso, reperibile anche nel più vicino dei supermercati.

ma vuoi mettere il sapore del grana mandato da casa?

non si discute neanche, poi, della marmellata preparata con i fichi dell'orto dei tuoi o della coppa nostrana...

in questi giorni abbiamo ricevuto un pacco sussistenza speciale, consegnato di persona! i genitori di davide sono stati a trovarci e pare che la nostra sistemazione a stoccolma abbia superato la prova del nove, quella in cui il genitore tocca con mano la nuova realtà del figlio e rientra a casa contento e soddisfatto. o comunque un po' meno mesto di quando il figlio è partito.

rimaniamo in attesa del prossimo corriere espresso...



martedì 16 ottobre 2007

Malata...



Il motivo per cui nessuno ha scritto niente in questi giorni risiede principalmente nel fatto che Giusi è malata.


Oddio non malatissima.





Diciamo malatina, vah...



venerdì 12 ottobre 2007

cendrillon

ieri sera, alla kungliga operan, c'era una replica di cendrillon. erano anni che non assistevo a un balletto e sono rimasta incantata. è stato bello sentire il rumore delle punte e il peso - dolcissimo - dei ballerini che ricade sulle assi del palco.

fresche le idee del coreografo francese, jean-christophe maillot, che ha riletto la fiaba inserendo flashback sorprendenti e spassosi spunti di realismo, come gli atti seduttivi della matrigna o la fatuità degli esperti di moda e bellezza - oggi qualcuno direbbe "fashion & make-up artists" - che dispensano consigli alle vanesie sorellastre.

ho apprezzato molto la novità di una cenerentola, unico personaggio senza punte, che va al ballo armata della sua semplicità, con i piedi nudi e scintillanti d'oro. allo scoccare della mezzanotte, di cenerentola rimarrà solo una traccia luminosa, l'impronta del piede sulla scalinata del palazzo.

la scenografia è a pannelli, come le pagine di un libro illustrato.

dolente e immaginifica, come sempre, la musica di prokofiev.

mercoledì 10 ottobre 2007

valar

balene.
sappiamo tutti che dal 1986 vige una moratoria internazionale sulla caccia a scopi commerciali e che alcuni paesi - giappone in testa, ma anche le nostre vicine norvegia e islanda - si trincerano dietro pretestuosi "motivi scientifici" per alimentare un'industria baleniera tutt'altro che smantellata.

il risultato: capidogli, molte specie di balenottere e megattere sono in pericolo di estinzione.

è di oggi una bella notizia: il ministro dell'ambiente australiano si rivolge ai ragazzi (anche quelli nipponici) con un video sottotitolato in giapponese, ora disponibile anche su youtube.

la controversa iniziativa s'inquadra nell'impegno più generale, assunto anche da italia, svezia e numerose altre nazioni, ad adoperarsi perché i cetacei siano protetti.

com'è ovvio, il video ha già suscitato l'ira dei giapponesi che tacciano gli australiani di emotività contro ogni logica (il banale e prosaico "perché le mucche sì e le balene no?").

allora facciamolo per orgoglio (tanto siamo bravi in questo): non salviamo moby dick perché è splendida e pacifica (anche la mucca lo è, insieme a tutti gli altri animali), perché i metodi di caccia sono terrificanti e disumani, perché non c'è più bisogno di olio di balena per i cosmetici o per produrre energia... no, salviamo moby dick perché la sua estinzione sarebbe l'ennesimo peccato capitale (originale?) di una specie, quella umana, incredibilmente capace di conoscenza, lungimiranza (non sempre, ahimè) e conquista.

p.s.: sembra che l'islanda abbia trasformato tante delle sue baleniere in navi per il whale watching. che il fattore economico legato al turismo sia più convincente? magari!

lunedì 8 ottobre 2007

Ciao Ari!


Un salutino veloce anche ad Arianna, la piculina di Sara e Daniele (mio fratello). Ancora per un pochino nella pancia di mamma... Ma tra pochissimo sarò ZIO!!!!!! Yeeeeee!!!!



Per i bimbi oggi ci sono un sacco di gadget bellissimi, libri con disegni fantasmagorici e tante cose carine! Non vedo l'ora di passare agli acquisti.

Beh, altre cose lasciano un po' perplessi, ad essere buoni...
Ad esempio, che dire di un bel giro sull'ape rotellata?




O di un bel costume da aragosta, per tenere gli amici allegri durante una cena a base di pesce...


O quando arriva la primavera, durante i picnic in campagna...



I genitori rockettari possono portare il bebè ai concerti adeguatamente vestito:




E se il piccolo ha sempre il broncio, basta comperare il ciuccio adatto.




Per i naturalisti, esiste invece il ciuccio mora di bosco. In plastica, sapore non incluso.






Una volta una sola paperella era un lusso. Oggi, nell'era degli eccessi, esiste il set da bagno paperato.




Da abbinare con questa coccinella. Si mette nella vasca e inizia a sparare giochi d'acqua a mo' di fontana. Anche in versione rana.


Da piccolini, si arrivava al mare e via a giocare nella sabbia e in acqua, con le madri che cercavano di evitare che ci prendesse un'insolazione. Ora è tutto più facile col misuratore di raggi UV da polso.




Tappeto scrivibile, a mo' di lavagna (tanto poi il piccolo scrive sul muro, vuoi mettere il divertimento?)



Perché sprecare tempo a insegnare come allacciarsi una scarpa vera, quando esistono delle economiche scarpe in legno su cui imparare?



Al piccino piacciono le banane a fette.... Oddio come fare ? Non è più un problema con l'affettabanane !!!



Palla luminescente, perché il buio non sia più tale, e tuo figlio un dì diventi uno scrittore di storie di fantasmi.



E infine il più bello di tutti: la trombetta sparabolle, per fare casino e sporcare casa al tempo stesso.... fantastico!