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martedì 28 novembre 2017

Punto e a capo.


Disclaimer: nel post seguente utilizzerò il blog per riflessioni personali, che probabilmente a eventuali lettori risulteranno prive di interesse. Nonostante sia il diario introspettivo una delle ragioni di esistere dello strumento blog, non è un approccio che abbiamo qui mai adottato, nè io nè Giusi. Questa eccezione è motivata dalla voglia di fermare nel tempo, più per me stesso che per gli altri, questo preciso momento. Sotto questo punto di vista l'annuncio in rete, teoricamente visibile da chiunque, nello spazio e nel tempo, incluso il futuro me, è il mezzo perfetto. Quella che segue è una piccola introspezione, onesta, sincera, senza veli né imbarazzi. Facile che risulti noiosa o insulsa.


Estate 2017. Proprio quando le cose della vita sembravano avviate verso un felice e per nulla monotono ripetersi, pieno di quotidianità, di lavoro, e di periodici e programmati stimoli in ambito intellettuale e sociale, proprio quando tutto cominciava ad avere un senso, di colpo la botta, lo scossone, il deragliamento. Tutto insieme, a inizio estate 2017.

Quando da ragazzino mi divertivo a coniare "aforismi", saltai fuori in un'occasione con: "Per lunghi momenti non succede nulla, e poi tutto succede nello stesso momento". A parte la grammatica un pochino sacrificata alla musicalità della frase, è azzeccato, ora più che mai.
A inizio estate 2017 è cominciato a piovermi addosso di tutto, da qualunque parte. Quasi tutto quello su cui mi appoggiavo ha iniziato a tremare, a spostarsi, a rivelarmi una parte fino ad allora nascosta che presupponeva un cambio di relazioni, un reset e restart. Un punto e a capo.

Non è mia intenzione riportare la cronaca dettagliata di tutti gli avvenimenti, la mia catarsi l'ho già compiuta (beh, la sto compiendo) e abuserei (qui sì) dello strumento e della pazienza del lettore (incluso il futuro me stesso).

Fatto sta che sono ripartito (beh, sto ripartendo). Non è semplice, per nulla, sono sempre stato abituato a decidere tra opzioni ragionevolmente sensate, tant'é che nelle poche occasioni in cui la decisione era imposta e contrastante i miei desideri ho seriamente sbroccato. Ma eccomi qua. A formare una nuova persona, totalmente diversa. Cercando di incanalarvi dentro, nella sua costituzione, qualcosa di quello che credo di poter fare, che mi diverte fare.

Il mio quasi-nuovo quasi-me ha un altro lavoro, che assomiglia a quello di prima, ma che non lo è nei suoi aspetti fondamentali. A inizio estate 2017 le saracinesche del posto di lavoro si sono abbassate di colpo, senza preavviso, lasciandomi chiuso fuori, con l'unica opzione di emigrare ancora, cambiando la vita mia e dei miei familiari che proprio ora si era assestata, o rimanere potenzialmente disoccupato, con oltre la bimba di tre anni, un nuovo bimbo, appena arrivato, piccolo piccolo.
Il bimbo, sì. A inizio estate 2017 è nato Luca. Fantastico. Con una grinta da boxeur e una gioia francescana innate. Quando ti nasce un figlio, il cervello ti si riorganizza, crea nuovi percorsi, e per un po' si destabilizza. Figuriamoci se hai appena perso il lavoro.
A inizio estate 2017 ho passato un mese con Annika, la primogenita, spesso da soli, noi due. Un mese faticosissimo, estremamente impegnativo, ma fantastico (specie se visto col senno di poi). La bimba è un fenomeno, un fiume in piena, esige stimoli continui e profondi, si abbevera senza limiti. Per uno come me, patologicamente curioso e interessato, è un invito a nozze. Giornate intere (letteralmente) e consecutive ad analizzare, capire, esaminare. Estenuante.
A inizio estate 2017, a circa sette anni dal suo inizio, si è conclusa la mia avventura nel mondo del teatro. Dopo uno spettacolo faticoso (e che ha messo alla prova la pazienza di chi mi stava intorno, dentro e fuori scena) ma estremamente appagante, mi sono ritrovato inaspettatamente fuori dai giochi. Ora, non posso dire che il teatro fosse la mia vita, purtroppo. Ma quel "purtroppo" dice tutto. Sin da bambino, timido e impacciato, ho sempre sognato di recitare, vivere altre vite, di imparare ad emozionare e facendolo emozionarmi. È una cosa che non si può improvvisare, e va fatta per bene. Cominciare a farlo mi procurava immensa gioia, e non nascondo che il teatro era ben di più che una maniera per staccare. Una bella botta. Figuriamoci se hai appena perso il lavoro e ti è appena nato un figlio.

Beh, il succo si è capito, come detto non riporterò tutto qui. A inizio estate 2017 è successo altro ancora, in genere delusioni, qualcuna, bruciante, riguardante amici, ma la situazione complessiva ce la si può immaginare.
Insomma, per uno cronicamente incapace di decidere e perennemente afflitto dal ripensamento e dal dubbio non è per nulla semplice. Soprattutto se hai 48 anni e da venti sei sotto cure mediche per depressione cronica.
È una variabile importante l'età. Sono sempre stato ossessionato dal trascorrere del tempo, e a quest'età l'ossessione non è nemmeno più un' ossessione, quanto un punto fermo con il quale fare i conti.

Che ho fatto allora? Beh, innanzitutto quello che mi riesce meglio, procurarmene altro, di tempo, E ce l'ho fatta, egregiamente direi. Sono riuscito a conquistarmi 8 mesi prima di decidere se impacchettare tutto, una volta ancora, ed emigrare. Tre sono però già passati senza che nulla sia stato ancora deciso, ma erano necessari per fermarmi, mettere i piedi a terra, fare il punto della situazione e organizzarmi praticamente nelle cose di vita quotidiana. E non è stato per niente semplice e riposante. Anzi.
Ora devo andare avanti, però, ora è il momento di cambiare marcia.

Ho un nuovo ufficio, che è il bar alla mattina e la biblioteca di quartiere il pomeriggio, dove lavoro su un piccolo portatile, viaggio una settimana al mese per l'europa, di giacca  e cravatta vestito. Chi l'avrebbe mai detto?
Scrivo. Poco e con fatica, ma scrivo.
L'idea iniziale era di continuare da solo con il teatro, o perlomeno di trovarne un surrogato. I progetti, credo anche abbastanza interessanti, che avevo ideato sono per il momento chiusi nel cassetto. Come detto, è una cosa che va fatta bene, e per vari motivi non sono in grado di farlo, non da solo. Per il futuro vedremo, anche se la decisione è più o meno presa; per ora mi dedico alla scrittura, un mio altro grande amore trascurato e dalle caratteristiche per molti versi opposte.
Ho avuto l'opportunità di congedarmi dal teatro con un ultima piccola cosa, e questo è stato molto importante, anche se un po' triste. Perlomeno sapere che quella è, anche se forse non per sempre e solo in potenza, chissà, l'ultima volta in cui si abbassa il diaframma, si riempiono i polmoni e si entra in scena, ha tolto un bel po' dell'amarezza che avevo in corpo. È stato un congedo conscio, in maniera da eleborare il mio piccolo lutto.
Ora andiamo avanti.
Ho completato e sistemato due racconti, ne sto finendo un terzo, e buttato giù le trame di altri. Onde non invadere questo spazio, se ci riesco partirò con un'idea che ho in mente da tempo, un altro blog dedicato alle storie, vere, che reputo interessanti raccontare (il titolo mi è stato rubato da una serie TV, mannaggia, ne devo trovare un altro).

Insomma, i pezzi, lentamente e faticosamente stanno iniziando a sistemarsi. A fine estate il filo della spada di Damocle si è notevolmente irrobustito, gli esami hanno dato esito negativo, e dopo cinque anni sono da considerarsi clinicamente guarito. Questo ti aiuta a rimettere le cose nella giusta prospettiva. Voglio dire, se sei sopravvissuto al cancro, puoi sopravvivere anche ad altro no? E se si dovesse cambiare paese, si cambierà, amen. Se si dovesse fare tutt'altro lo si farà, bòna lè. Se si dovesse ricominciare daccapo, si ricomincerà.
Punto e a capo.



martedì 13 agosto 2013

Che si fa stasera?



Probabilmente noi italiani siamo abituati anche troppo bene. L'offerta culturale e di intrattenimento estivo non solo nelle grandi città, ma anche nelle località di provincia e nei piccoli paesini, è abbondante e varia. Dall'alta cultura classica alla spaghettata in piazza con musica, ovunque ci si muova per lo stivale si può più o meno sempre incappare in qualcosa di interessante.

Ovviamente non si può pretendere che in Svezia accada la stessa cosa. Pochi milioni di persone sparse su un territorio considerevolmente vasto, una tradizione se vogliamo meno differenziata, un'indole diversa, forse un po' meno disposta al festeggiamento compulsivo e più alla pianificazione accurata e senza rischi di sorta, condizioni meterologiche diverse, tutto questo e altro ancora può avere il suo impatto.

Comunque qualcosa succede. Specialmente in città, specialmente nelle grandi città, e ovviamente specialmente a Stoccolma.



Da questo punto di vista, questa settimana sarà la più attiva di questa bella estate. Da oggi infatti comincia il Kulturfestival, il festival della cultura cittadino.
Nel pieno centro della città, a Sergelstorg e dintorni, sono stati allestiti vari palcoscenici dove si terranno decine e decine di concerti, esibizioni, spettacoli, mostre e performance di vario tipo. Il programma completo di tutti i dettagli lo trovate qui.  Tra poche ore mi aggregherò anch'io. Ho in mente di farmi un salto alle immancabili bancarelle di libri usati di Drottninggatan e poi di passare la serata al palco GAT (uno spazio verde proprio davanti all'Opera), dove ci sarà un concerto jazz/world music del trombettista sudafricano Hugh Masekela. Masekela ha vissuto a lungo in esilio negli Stati Uniti. Una volta giunto al successo è stato richiamato in patria, durante il periodo dell'apartheid: per convincerlo gli è stato detto che lui era un caso particolare, e che se fosse tornato avrebbe ottenuto lo status legale di "bianco onorario". Inutile dire che Masekela li ha mandati a quel paese.


Subito dopo, nello stesso luogo, ci sarà un giovane chitarrista che mi dicono molto bravo, e probabilmente rimarrò a vedere anche lui.
Ma ci sono tante altre cose che mi interesserebbe vedere. Quattro palchi più varie location, c'e' solo l'imbarazzo della scelta. La caratteristica è che è tutto AGRATIS!!!!

Ecco il trailer ufficiale della manifestazione:




Ma non è finita qui!




Parallelamente al Kulturfestival, un'altra serie di eventi avrà luogo in settimana. Sommarbio (cinema d'estate). Mi sono a lungo chiesto se questa concomitanza delle due kermesse (è da tanto che volevo usare la parola kermesse in una frase di senso compiuto) sia voluta o meno. Fatto sta che da domani a domenica lo Svenska Filminstitutet festeggerà l'inizio della sua stagione associativa, in pratica l'inizio anticipato del festival del cinema), proiettando una serie di film, uno a sera, nel parco di Tantolunden, vicino a Hornstull. Tra i titoli, "Eternal sunshine of a spotless mind" ("Se mi lasci ti cancello") e The Fly ("La mosca"). Anche qui tutto gratis.






Non è finita. Una bella rassegna, da me particolarmente apprezzata, è quella di Parkteatern. Cioè, teatro al parco. A partire da giugno, praticamente ogni sera in vari angoli della città vengono rappresentate pièce teatrali, per adulti e per bambini, balletti classici, contemporanei o etnici, e tenuti concerti o spettacoli di acrobati e clown. Il tutto fino a fine agosto. Il programma degli eventi che si terranno nei prossimi giorni lo trovate qui (mentre qui il pdf completo di tutti gli eventi estivi).




Bene, è giunta l'ora. Io vado. A domani..





mercoledì 8 giugno 2011

Il bar sotto la neve



Rieccoci di nuovo a parlare di teatro... E questa volta non lo facciamo in maniera del tutto disinteressata... :)

Per i pochi che ancora non lo sanno, Giusi e io facciamo parte di un gruppo teatrale, TeaterPi, formatosi poco più di un annetto fa a Stoccolma su iniziativa degli amici Nicola e Samuele. Il gruppo è già andato in scena con La signorina Papillon, di Stefano Benni, di cui abbiamo già parlato, e con Novecento di Alessandro Baricco, che invece è stato rappresentato in uno dei lunghi periodi in cui non seguivamo più il nostro blog.
Samuele (Caldognetto) è un regista e attore italiano, e può vantare un buon curriculum in Italia e all'estero. È anche membro e regista del SEST, gruppo teatrale in lingua inglese che ha appena concluso le rappresentazioni di Boston marriage di David Mamet, con un grosso successo di critica e recensioni a livello nazionale.

Durante l'inverno scorso Samuele ha tenuto un corso di avvicinamento al teatro, e io finalmente mi sono deciso e mi sono buttato.
Il corso è stato molto bello e ben fatto, e oltre a essermi divertito e ad avere imparato un sacco di cose, ora abbiamo nuovi cari amici.
Alla fine del corso abbiamo deciso di mettere in scena uno spettacolo (e questo è più o meno il motivo per cui scrivo).
Non è tutto qui. TeaterPi non è solo un gruppo teatrale, ma anche un contenitore di varie altre cose, dalla musica alla fotografia. Giusi è stata contattata e, oltre ad aver collaborato alla creazione del sito web, si sta occupando dei racconti fotografici che accompagneranno la rappresentazione, insieme ad altre due persone (Miriam e Gabriele). Inoltre Michele (al contrabbasso) e Mirco (alla tromba) suoneranno vari brani dal vivo...

Il titolo dello spettacolo è Il bar sotto la neve. La locandina l'avete appena vista, eccovene una descrizione e i dettagli su dove e quando si terranno le rappresentazioni:

Il gruppo teatrale π

è lieto di presentare lo spettacolo

“Il bar sotto la neve”

Testi di

Stefano Benni (“Pari e patta”)
Marchesini-Lopez-Solenghi (“Il funerale”)
Franck Pavloff (“Mattino bruno”)
Jonathan Safran Foer (brano tratto da “Ogni cosa è illuminata”)

Regia
Samuele Caldognetto

Con
Désirée Baraula, Samuele Caldognetto, Elvira De Troia, Ingela Lundh,
Simone Pallottino, Franco Pauletto, Nicola Pierini, Tiziana Spadafina,
Davide Valentini

Musica dal vivo
Michele Benincaso, Mirco Rabitti

Fotografia
Giusi Barbiani, Gabriele Garavini, Miriam Ventura

Scenografia
Samuele Caldognetto

Per un italiano il bar ha un significato particolare. È un luogo che tutti frequentano.
A volte semplicemente per vedere qualcuno. Ma anche per starsene soli e riflettere.
Per guardarsi negli occhi e innamorarsi. Per dirsi cose orribili e lasciarsi.
Per prendersi un caffè, elemento speciale che accomuna tutti.
Per prendersi una pausa da quel mondo frenetico che è rimasto là fuori.

Ma dove trova un posto così un italiano che vive all’estero?

Benvenuti ne IL BAR SOTTO LA NEVE,
dove la finzione incontra la realtà, dove il tempo sembra fermarsi.
Qui le parole (dette, non dette, sussurrate), prendono vita tra risate, lutti e amori
e si consumano nel rito quotidiano del caffè.
Quattro storie che si intrecciano in un unico luogo,
sottolineate da immagini e da musica dal vivo.

Entrate anche voi ne IL BAR SOTTO LA NEVE.
Tanto lo avete già fatto, anche se ancora non ve ne siete accorti…

La rappresentazione (in lingua italiana)
andrà in scena presso
Fria Teatern: Stora Scenen i Högdalen, Önskehemsgatan 15, Stoccolma
17-18 giugno 2011 alle ore 19:00,
19 giugno 2011 alle ore 16:00
Ingresso 120 corone
(
ridotto -studenti, pensionati, membri associazione Caravaggio, Il Ponte, Dante Alighieri - 100 corone)

Per informazioni
sito internet:
www.teaterpi.com
e-mail:
teaterpi@gmail.com


Mi raccomando, se siete a Stoccolma o se pensate di esserci in quei giorni, venite a vederci!!!

sabato 12 giugno 2010

Chi è di scena ? La signorina Papillon


Bellissima la sorpresa che ieri sera ci ha riservato il gruppo teatrale PI con "La signorina Papillon".
Devo confessare che un po' ce lo aspettavamo, avendo già assistito ad una commedia diretta da Nicola Pierini (allora con il gruppo Varför inte), "L'avaro" di Moliere (di cui si è parlato in passato), conoscendo di persona Elvira, che interpretava Rose, e Michele, che accompagnava dal vivo al contrabbasso, e avendo da sempre una gran stima di Stefano Benni, l'autore del testo.

Ma le aspettative sono state ampiamente superate: i ragazzi sono stati bravissimi, ciascuno perfettamente calato nella propria parte, e le divertenti e surreali atmosfere di Benni sono state ottimamente ricreate dal gruppo: Elvira De Troia nella stralunata e sognatrice Rose, Desirée Baraula nella frivola e snob Marie Louise, Samuele Caldognetto nel borioso sergente Armand e Nicola Pierini nel mellifluo poeta Millet, che ha ottimamente sostituito al volo Vincenzo Maggitti ammalatosi a tre giorni dalla prima.
Molto carina e originale la scenografia, ben integrata dalla regia con la narrazione. Romantiche e adattissime le musiche suonate dal vivo, come detto, da Michele Benincaso.
Una bella resa della divertente (ma al tempo stesso cinica e satirica) pièce di Benni, che ci fa ben
sperare per le prossime rappresentazioni.

Purtroppo per il momento non ho foto di scena da inserire, ma vedrò di rimediarne al più presto. Volevo comunque scrivere qualcosa oggi, dato che stasera ci sarà l'ultima replica della rappresentazione. Magari qualcuno all'ultimo momento legge e decide di andarci. Ecco tutte le informazioni:

TEATER VERKET
Västmannagatan 54 - STOCKHOLM

"La signorina Papillon"
(nel Paese dei Brutti Sogni)

di Stefano Benni

Regia
Nicola Pierini

Attori
Rose: Elvira De Troia
Armand: Samuele Caldognetto
Millet: Nicola Pierini
Marie Luise: Désirée Baraula
Centra
Musica dal vivo
Michele Benincaso

Scenografia
Samuele Caldognetto


consigliabile prenotare, telefonando al +46 76 2068879 o al +46 76 2262380.

Update: ed ecco qualche foto di scena (grazie a Michele)

Il poeta Millet e Rose


Marie-Louise


Ancora Millet, con il sergente Armand


Rose in mezzo alle sue farfalle

sabato 19 dicembre 2009

Rumors - Varför inte colpisce ancora.


"Varför inte" colpisce ancora, dicevamo. E colpisce bene.

E' stata la volta di "Rumors", la celebre commedia di Neil Simon.

Di nuovo vado a indicarvi un evento che è già concluso, perseguendo in maniera ortodossa l'obiettivo del "blog di servizio del piffero" che ho così tanto a cuore.
Questa volta, però, anche averlo saputo prima non avrebbe fatto nessuna differenza. I posti a disposizione per assistere alla seconda prova del gruppo teatrale italiano a Stoccolma sono andati esauriti in un batter d'occhio.

Il successo de "L'avaro" ha originato un formidabile passaparola. Vista la scorsa esperienza, si era certi che si avrebbe assistito a una rappresentazione ben fatta e divertente, e gli amici hanno chiamato altri amici.

I ragazzi, come al solito, hanno lavorato veramente sodo. A causa della partenza di alcuni suoi componenti, il gruppo è stato notevolmente modificato rispetto alla prova passata. Tra gli altri, mancavano il protagonista e due tra i personaggi principali de "L'avaro". Inoltre cambio in regia, nonché cambi notevoli nella parte tecnica e in generale fuori-scena.

Tutti i nuovi ingressi si sono dimostrati pienamente all'altezza dei predecessori, e i componenti del vecchio gruppo sono ulteriormente migliorati.
I ragazzi si sono districati benissimo tra le raffiche di battute scritte da Neil Simon, muovendosi a proprio agio sulla scena.
In più, se consideriamo che si tratta di un gruppo amatoriale dove quasi tutti hanno alle spalle al massimo l'esperienza unica de "L'avaro" e se consideriamo la diversa complessità di questa rappresentazione (sia in termini di recitazione che nella parte tecnica), allora c'è veramente da sorprendersi.
Tra tutti, un plauso speciale a Simone, il nuovo regista, che a mio parere ha fatto un lavoro egregio.

Le iniziali difficoltà nel trovare un luogo per la rappresentazione si sono alla fine brillantemente risolte con l'utilizzo di una sala adattissima allo scopo, una sorta di scenografia "naturale" già pronta, che ha permesso di sviluppare efficacemente la narrazione su due differenti livelli, utilizzando vari e divertenti espedienti narrativi.
Memorabile la discesa in vestaglia di Boris/Lenny dalla scala nella scena finale, con il pubblico in visibilio.

E comunque tutti bravi. Appena avrò i nomi del cast completo li riporterò in fondo a questo post.

Anche a causa del non altissimo numero di posti a sedere a disposizione, questa volta il gruppo non si è limitato a un'unica rappresentazione e ha protratto l'evento per tre serate. Ma, ancora una volta, il progetto è già concluso, visto che con la fine dell'anno altri componenti se ne andranno.
In ogni caso, sono ugualmente felice perché credo proprio che per come è andata Varför inte non si fermerà qui, e spero di avere l'occasione di poter scrivere presto un'altra entusiastica recensione.

Ormai mi sono calato completamente nella comoda parte del critico teatrale. Sarà per questo ruolo che Boris, come mi ha confidato lui stesso, notandomi tra il pubblico con un'espressione serissima (a quanto dice lui) nella pausa si è rivolto allarmato agli altri: "Oddio, Davide non ride! E' serio!"... O forse sarà perché sono abituati alla mia fragorosa risata...

Lenny e Cassie


Glenn, Lenny (di spalle), Ken e Ernie

giovedì 18 giugno 2009

Ah, il teatro...!



Ah, che bello il teatro! Soprattutto se a recitare sono gli amici di tutti i giorni e se la commedia è un classico, godibile e senza tempo.
Questa sera siamo andati a vedere le prove generali dello spettacolo che si terrà domani, giovedì 18 alle 20.00, all'Istituto italiano di cultura di Stoccolma: "L'avaro" di Moliére. Per essere attori non professionisti se la sono cavata proprio bene, grandissimi complimenti.
Si sono preparati e ce l'hanno messa tutta, lo spettacolo fila liscio e veloce e noi ci siamo divertiti un sacco a vederli. Purtroppo, anche se siamo tra i fan più accaniti, mancheremo alla prima di domani sera, causa partenza per il viaggio in barca nell'arcipelago, e la cosa ci dispiace molto...

Ma straconsiglio a tutti quelli che sono in città di andarci. Anche perché l'occasione è letteralmente unica, dato che non sono previste repliche. Pensate, tutte queste settimane di fatica, studio, prove, scampoli di tempo faticosamente ritagliati nella giornata lavorativa e nei week-end, tutto per una sola serata.
Per l'ingresso è richiesto il misero contributo di 50 corone, onde aiutare i ragazzi a rientrare almeno in parte delle spese che hanno dovuto sostenere (pulizie, elettricità, custode, ecc. ecc.).

Come per le grandi compagnie, anche noi affiggiamo in cartellone alcune foto della prova di stasera.


Arpagone e Valerio


Arpagone, Frosina e Mariana



Arpagone e Don Anselmo


Frosina

La compagnia al completo



Quindi, ricapitolando:

L'avaro
Una commedia in italiano per italiani e italofoni a Stoccolma
Giovedì 18 giugno 2009, ore 20:00

venerdì 5 settembre 2008

Teatro, che passione.

Ok, ancora una volta non siamo in tempo, perché l'evento che vado ad illustrare è già passato. Ma ve ne saranno altri per le prossime 3 serate (incluso oggi). Direi che ci stiamo avvicinando a grandi passi verso il blog di servizio! :)


Per l'intera durata di questa settimana, che come già puntualizzato siamo tutti concordi nel definire "agli sgoccioli", c'è stata/c'è/ci sarà una serie di commedie e spettacoli in lingua inglese , dal titolo "A touch of Britain" allo Scalateatern, in Wallingatan 32, a Stoccolma.

Noi ci siamo stati lunedì e abbiamo visto "The sinking of the Titanic", una sorta di commedia/documentario rappresentata da due comici britannici a mio parere molto bravi, Kesselofski & Fiske. Questo duo gira il nord Europa da molti anni ed ha un suo pubblico di affezionati. "L'affondamento del Titanic" era già stato rappresentato molte volte a Stoccolma ,per cui il teatro non era pieno. Per me è stata una piacevole scoperta, e anche Giusi si è divertita un sacco. Ho riso di gusto a lungo e me ne sono tornato a casa veramente soddisfatto. Il loro umorismo è diretto, semplice, a tratti perfino sciocco, ma non privo di trovate geniali. Sono molto buffi e ricalcano lo stile della classica coppia comica, in cui uno è il vessatore, il furbo, e l'altro è il succube, il sempliciotto. Al tempo stesso sono entranbi dei bambinoni e si ride delle loro stramberie.



Tramite questa tonalità leggera, però, riescono a comunicare i particolari, spesso ignoti al grande pubblico, di una tragedia che poteva essere mille volte evitata, e che invece è stata aggravata dalla superficialità di chi ne è stato protagonista.
Insomma, una bella serata. Ora aspetto di vederli ne "il mastino dei Baskerville", e spero che accada presto.
Tra l'altro questa serata mi ha dato l'occasione di scoprire un caffè/ostello non troppo costoso e carino, del quale riferirò presto in un altro post.



In cartellone per i restanti giorni della settimana c'e' "The Ukulele Orchestra of Great Britain", una sorta di concerto comico di un'orchestra (appunto) di ukulele. Il loro repertorio spazia su tutti i generi musicali, da Tchaikovsky agli Iron Maiden. Tutto, ovviamente, con l'ukulele. Sul loro sito (linkato) ci si può fare un'idea di che cosa si andrà a vedere, ed addirittura ascoltare alcuni loro brani.



Hanno suonato praticamente in tutto il mondo e mi dicono siano molto bravi (però, io non li ho mai visti, per cui non posso darlo per certo. Vedendoli su youtube sembra proprio cosi). Il biglietto costa 350 SEK, come per "The sinking of the Titanic". In quel caso noi abbiamo prenotato in 10 ed abbiamo ottenuto uno sconto, pagando alla fine 250 SEK a testa. Gli studenti al di sotto di 26 anni pagano 100 SEK.



Gli spettacoli dureranno fino a domenica, ulteriori dettagli sul sito del teatro.
E chi più ne ha, più ne rappresenti.