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lunedì 10 settembre 2018

Elezioni!

E rieccoci qua.

Di tanto in tanto rispolveriamo il nostro blog, ripromettendoci di farne un uso più continuativo.

Magari questa volta ce la faccio! (non ce la fa, non ce la fa..).


Quale migliore occasione dell’evento più atteso dell’anno (o quasi.. diciamo che se la giocava con il melodiefestival)? Sto ovviamente parlando delle Elezioni 2018.



Giusi e io (e i piccoli, vien da sé), qualche mese fa abbiamo ottenuto la cittadinanza svedese . Di conseguenza qualche settimana fa abbiamo anche ricevuto le schede elettorali per contribuire ad eleggere i rappresentanti di Comune, Contea e Parlamento. Nota: per Contea e Comune erano ammessi al voto anche non cittadini svedesi se cittadini di un paese UE residenti in Svezia da almeno 30 giorni, o se non-UE ma residenti in Svezia da almeno 3 anni.

Le votazioni si sono svolte durante un lungo lasso di tempo (vedi sotto), e si sono concluse ieri sera (domenica) nella giornata ufficiale del voto. Gli spogli sono già terminati e si conosce già la distribuzione finale dei seggi. Non voglio qui dibattere o commentare i risultati elettorali, in Italia ne stanno parlando un po' tutti i giornali (anche se in molti stanno dicendo un notevole porzione di stupidaggini) e non è un obiettivo che mi sono mai posto su questo blog (con l’eccezione di queste votazioni). Però mi pare interessante spiegare le modalità in cui le votazioni sono avvenute (che poi è come di solito avvengono in Svezia), anche perché credo siano abbastanza peculiari, per certi versi molto più semplici, per altri forse più complicate, di sicuro diverse da quelle a cui siamo abituati.

Come detto, abbiamo ricevuto a casa, per posta, la nostra cedola elettorale. Sulla stessa c’erano indicata la sezione e il seggio (e fin qui tutto più o meno uguale all’Italia) dove recarsi nella giornata di voto, per l’appunto ieri, il 9 settembre. Poi c’era indicata un’ altra località, che nel nostro caso era la biblioteca di quartiere, dove era possibile andare a votare ogni giorno lavorativo a partire dal 22 agosto. Questo in caso il 9 settembre si fosse stati impegnati (un evento sportivo, un té con le amiche, una giornata di meritato riposo dopo una settimana passata tra il lavoro e il rincorrere due bimbi piccoli, cose così..).

Noi però siamo andati all’ultimo momento, ieri, un paio d’ore prima che chiudessero, giusto per non smentirci. Davanti all’ingresso della scuola che ospitava il nostro seggio ci siamo subito trovati i rappresentanti dei diversi partiti che fornivano a chi lo volesse le schede del proprio partito da mettere nell'urna.

“Aspetta un attimo: i partiti all’ingresso? E ti davano le schede loro? Ma.. ma.. ma...”

Lo, so suona strano. Ma lasciatevi cullare dalla narrazione e questo mondo così vicino ma così diverso vi apparirà magicamente amico e chiaro.

 Appena entrati, siamo stati salutati da volontari nell’atrio della scuola che, tablet alla mano, aiutavano in caso di necessità. Ad esempio, se ti eri dimenticato la cedola elettorale e non ti ricordavi il tuo seggio te lo indicavano, così che potessi farti ristampare la tua cedola elettorale.

“Ristampare? La cedola? Ma, ma...”

Pazienza, ci vuole pazienza e apertura mentale e tutto tornerà a posto, giurin giurella.
Indi, nell'atrio, PRIMA di entrare nei seggi c’era un grande espositore. Il fulcro di tutto. Diviso in scompartimenti, conteneva dei fogliettini. In ciascun scompartimento c’era un mazzo di fogliettini di un partito diverso (che, sorpresa sorpresa, erano gli stessi che i tizi dei partiti ti davano fuori). L’elettore doveva prendere il foglio del partito che voleva votare in maniera da inserirlo poi nella busta della votazione all’interno della cabina elettorale.

“Ma.. ma..”

Sttt...! Aspetta!!!! E famme lavorà...
Visto che si votava per Comune, Contea e Parlamento i fogliettini erano presenti in tre colori, bianco, blu e giallo. Per ciascuno di questi colori ce ne erano: 1) con scritto il nome del partito e la lista dei candidati, così da barrare con una crocetta il proprio favorito, 2) con scritto solo il nome del partito in caso non si avesse intenzione di dare una preferenza, 3) senza scritto sù nulla, un fogliettino universale, diciamo, sul quale scrivere da soli il nome del partito una volta in cabina, in caso il foglio del proprio partito venisse per qualsiasi motivo a mancare nell’espositore, o che più semplicemente si fosse preferito fare così.

I citati foglietti, nelle loro varie declinazioni.
Ovviamente, visto che anche in Svezia il voto è segreto, e che lì all'espositore si era davanti a tutti e chiunque avrebbe potuto guardarti, si potevano prendere quanti foglietti si volevano, di più partiti, onde mescolare le carte a eventuali curiosoni con l'hobby del farsi gli affari degli altri. Tanto nella busta ce ne andava uno solo, e l’atto del votare veniva fatto nel segreto della cabina.

“Aaahhhh!!!”

Eh, l’avevo detto di aspettare! Comunque, devo dire che, complice il fatto che nessuno ti stava appiccicato quando eri all’espositore, nonchè la scomodità della manovra dissimulatrice succitata, in tanti si prendevano solo quello che gli serviva, e pace.

Poi siamo arrivati al seggio, un ragazzo ha controllato all’ingresso che avessimo la cedola giusta, ci ha dato le tre buste per votare, e ci ha fatti accomodare. Avevamo due piccoli problemi: 1) i bimbi, con Luca che si voleva gettare di fuori dal passeggino e Annika che rideva come una matta alla cosa, incoraggiandone così il gesto; 2) Giusi non aveva il documento di identità, visto che deve ancora richiederlo, né un altro documento svedese, essendo che sono solo 11 anni che siamo in Svezia. (n. di A.: ok, lo ammetto, non é vero. Il documento un tempo ce l'aveva, ma le è scaduto/lo ha perso/si è bruciato/è svanito un numero non troppo elevato di anni fa)
Sapevamo già come risolvere il 2). Per cui ci siamo avvicinati al tavolo della commissione elettorale e abbiamo fatto presente la cosa. Giusi si è offerta di mostrare il passaporto italiano, ma non serviva. Ho mostrato io la mia carta da identità, Giusi gli ha detto che facevo io da garante (credo, ancora non parlo l’idioma, essendo che sono solo 11 anni che siamo in Svezia), e a posto così. Non hanno trascritto nulla, non ho dovuto firmare nulla.

“Ma.. ma..”

E basta, suvvia! E insomma!  Ma dove siamo! L'ho detto, no? Ha tutto un senso, rilassatevi..la sentite questa dolce musichetta?
Poi lei si è recata verso una cabina libera (oddio.. cabina.. beh, ne parliamo dopo) e una scrutatrice si è rivolta a me mostrandomene un’altra, al che io ho ringraziato ma ho fatto presente la mia necessità di tornare dai bambini, indicando a tale scopo Luca che aveva scavalcato con una gamba il bordo del passeggino e stava spostando la testa e di conseguenza il baricentro verso il pavimento mentre Annika applaudiva. La tizia mi ha risposto con uno sguardo comprensivo ma anche incredulo. Ho scoperto poco dopo infatti che (non so se per consuetudine o per vero e proprio regolamento) la gente si portava i bimbi in cabina (oddio, cabina... vedi sotto, ho detto!) e li lasciava giocare e pasticciare con i foglietti avanzati, magari del partito avversario (hihihihi!!!).
Fatto sta che Giusi ha votato, ed è toccato a me. Sono andato alla cabina. Probabilmente c’è un termine più appropriato, che ora non mi viene... Insomma, eccole qua:

A me piacciono. Meno ingombranti e coprono solo quel che serve,  scoraggiando le cretinate compiute nel segreto della cabina dal demente di turno.
"Ma... ma... "
E allora! Ma andiamo! Serve davvero un bunker a proteggerci nel voto? Certo, il box è utile se ci si vuole scattare un selfie, o infilare una fetta di mortadella nella scheda, ma per il resto...

Dentro la cabina ho messo i tre foglietti che avevo preso nelle buste. Le buste non erano specifiche per votazione, ma avevano un forellino di lato, in una parte non scritta del foglio, in maniera che il colore della scheda, e quindi l'urna alla quale erano destinate si vedessero chiaramente. Molto pratico.

Questo signore sta votando per la Contea, vedi il colore blu nel tagliettino semicircolare al centro.

All'interno della cabina (va bene, se mi viene un nome più appropriato lo cambio!) c'era anche una normalissima penna a biro, per fare la croce sul candidato alla quale si voleva dare la preferenza, se la si voleva dare, o per scrivere il nome del partito nel caso si fosse scelto il fogliettino bianco.
Se si avevano dei problemi, si poteva chiamare uno della commissione per farsi aiutare. Oddio, questa l'ho letta sul giornale, non ho visto nessuno farlo. Insomma tutto molto semplice.
Io, per non sbagliare, ho fatto così:



Che burlone, eh? Ovviamente SCHERZO! Non era di certo questo il mio voto! Anzi, chi fa queste cose sul serio mi fa venire una rabbia...!!! Quello in foto è un foglio avanzato. Io ho preso un foglietto già stampato, del partito che avevo scelto, per ciascuna elezione e l'ho inserito come dovevo.
E le scrutatrici hanno detto che sono stato bravo. In realtà non l'hanno detto, ma mi hanno guardato come dire: "Bravo!". E io sono uscito fiero.

È o non è tutto chiaro? Ha o non ha tutto un senso? È solo apparentemente più incasinato per le nostre menti chiuse nelle loro consuetudini.
Inoltre in questa maniera immagino che gli spogli siano più veloci, è quasi tutto prestampato e quindi le schede da discutere sono in proporzione molte di meno. Sospetto anche (ma questa è una mia mera supposizione) che all'atto dello scrutinio non stiano lì a litigare ore se una piccola sbavatura invalidi la scheda o meno.

Una bella giornata. Il tempo si era un po' guastato, il sole se ne era andato, ma questo non ha impedito ad Annika di trovare amici nel parco giochi della scuola, e a Luca di cimentarsi in un suo personale approccio ludico-ginnico-combattivo ad una giostrina dello stesso. Cavandosela con una caduta e un paio di incornate nelle sbarre di ferro dell'attrezzo, tutto nella norma, insomma!

Dannata giostra, non mi avrai!
Ora passo di qui....

... e poi di qui...
Cavolo, mi sono incastrato!
Ehi, tu spilungone! Invece di fare le foto, aiutami ad uscire di qui, che ci voglio riprovare subito!


e chi più ne ha più ne voti.


venerdì 28 novembre 2008

bortåt en diplomatisk incident...

siamo al limite dell'incidente diplomatico!

in un articolo in inglese di the local, ecco cosa pensa dell'italia cecilia wikström, deputata liberale di uppsala al parlamento svedese, nonché vice presidente della commissione parlamentare sulla cultura.

nel suo messaggio al parlamento si legge: "in molti paesi esprimere il proprio pensiero significa correre un pericolo mortale - e d'istinto si penserà alla russia, dove capita che i giornalisti siano assassinati, o all'egitto, dove i blogger sono condannati a scontare lunghe pene in carcere - ma che vi sia un paese appartenente alla comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione è del tutto inaccettabile".

anna della croce brigante colonna, ambasciatrice italiana in svezia, ha definito calunniose le parole della deputata. ma nonostante wikström abbia confermato di comprendere parte delle critiche rivolte alla formulazione del messaggio, la petizione non è stata cambiata di una virgola.

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post scriptum: mi permetto di copiare qui la lettera che avevo scritto al forum di beppe severgnini e la risposta del giornalista, ricevuta oggi, 6 dicembre 2008.

Caro Beppe, abito nella civilissima Stoccolma da un anno e mezzo e, nonostante la distanza, cerco di seguire le vicende italiane come meglio posso, fra queste la storia del nostro Roberto Saviano. Forse non tutti sanno che cosa è successo dopo la bella conferenza sulla libertà di espressione che Saviano ha tenuto a Stoccolma insieme a Salman Rushdie su invito dell'Accademia svedese, la stessa che assegna il premio Nobel per la letteratura. Cecilia Wikström, deputata liberale di Uppsala al parlamento svedese, nonché vice presidente della commissione parlamentare sulla cultura, ha presentato una petizione in parlamento in cui invita l'Italia ad assumersi la responsabilità di proteggere coloro che hanno il coraggio di fare uso del diritto inviolabile di esprimersi (vedi articolo in inglese del quotidiano online "The Local": http://www.thelocal.se/15948/20081126/). Nella petizione (che sono andata a cercarmi in lingua originale, http://www.folkpartiet.se/FPTemplates/ListPage____82632.aspx) si legge anche: "In molti paesi esprimere il proprio pensiero significa correre un pericolo mortale - e d'istinto si penserà alla Russia, dove capita che i giornalisti siano assassinati, o all'Egitto, dove i blogger sono condannati a scontare lunghe pene in carcere - ma che vi sia un paese appartenente alla Comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione è del tutto inaccettabile". Anna Della Croce Brigante Colonna, ambasciatrice italiana in Svezia, ha definito calunniosa l'allusione contenuta nel messaggio e ha ritenuto opportuno un incontro con la deputata. Ma nonostante Wikström abbia accolto alcune delle critiche rivolte alla formulazione del testo, la petizione non è stata cambiata di una virgola. Ora, ritengo sia doveroso da parte di tutti tenere sempre altissima la guardia in tema di libertà di parola, ma francamente non sento di essermi lasciata alle spalle un paese fondamentalista. O sono un'ingenua?

Giusi Barbiani, giusi.barbiani@gmail.com

Salve Giusi. Sapevo della venuta di Saviano; me l'avevano anticipato, in ottobre, a Stoccolma (e, per quel che conta, avevo detto: ottima idea). Veniamo alla petizione. La frase "... ma che vi sia un paese appartenente alla Comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione..." è infelice. Saviano ha potuto scrivere quello che ha scritto, e lo Stato - giustamente, ovviamente - lo difende. Mi sembra che in Russia non funzioni così, e la signora Cecilia Wikström dovrebbe saperlo. Perciò la nostra ambasciatrice ha ragione a essere scocciata. Aggiungiamo: esistono problemi di libertà di espressione, in Italia. Penso al controllo militare della politica sui tg Rai, alla proprietà di Mediaset, ai conflitti d'interessi di tutti i giornali (banche, costruttori, industriali etc). Ma sono altre questioni, e con Saviano e la camorra non c'entrano. Ripeto: l'uscita di Ms Wikström è disinformata e inopportuna.


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aggiungo che, come mi ha fatto notare una lettrice che mi ha scritto in privato, il link della petizione è scomparso. per questo copio e incollo la petizione in lingua originale che ho trovato su un altro sito d'informazione. ecco il testo:

- Sverige införde grundlagsskyddad yttrandefrihet som ett av de första länderna i världen. Vi har därför ett ansvar att stå upp för denna frihet och visa världen, och i det här fallet särskilt Italien, att yttrandefriheten är en grundläggande mänsklig rättighet som inte får inskränkas. Italien måste nu ta sitt ansvar och skydda de individer som har mod nog att nyttja denna fundamentala frihet.

Det säger Cecilia Wikström, riksdagsledamot (fp) och vice ordförande i riksdagens kulturutskott, som i dag startar ett upprop i Sveriges riksdag till förmån för Saviano.

- I många länder är det förenat med livsfara att uttrycka sin mening, man tänker då instinktivt på Ryssland där journalister mördas och på Egypten där bloggare döms till långa fängelsestraff, men att vi har ett land som tillhör den europeiska gemenskapen och inte kan garantera yttrandefriheten är helt enkelt oacceptabelt, säger Cecilia Wikström.

domenica 23 novembre 2008

öppet hus i riksdagen

giorno di visita al parlamento svedese

siamo un po' in ritardo per dare un'informazione di servizio, ma ieri il parlamento del regno di svezia ha aperto i battenti al pubblico. succede una volta ogni due anni e non ci siamo lasciati sfuggire l'occasione per cercare di capire qualcosa di più sul funzionamento del paese che ci sta ospitando, o meglio, che è ormai casa nostra.

per esempio, se è noto che il parlamento svedese, composto da 349 membri, è unicamerale, forse non tutti sanno che i parlamentari non siedono per schieramento politico, come in italia e in quasi tutte le altre nazioni, ma per collegio elettorale e pare che questo avvenga solo in un altro paese al mondo, la vicina norvegia. qualcuno ha chiesto alla nostra guida se non capita mai che gli onorevoli si azzuffino. la risposta è stata laconica: no, gli svedesi litigano di rado, quasi a dire che gli svedesi non fanno queste cose. e in effetti, a guardare le sedute che vengono riprese quasi tutti i giorni in tv, non c'è mai nessuno che alzi la voce e questo non toglie nulla - e chissà, magari aggiunge qualcosa - alla passione con cui la gente pare seguire le vicende parlamentari. fra l'altro l'affluenza di pubblico mi è sembrata altissima: svedesi ovunque, pronti a fare domande ai rappresentati di ciascuno dei sette partiti rappresentati. ma anche tanti stranieri, forse qualche turista. a rispondere al pubblico, in svedese e in inglese, c'erano anche rappresentanti della commissione finanze e del ministero della salute, nonché esperti in ambito UE.

le spille dei sette partiti che formano il parlamento svedese in ordine per numero di seggi:
sveriges socialdemokratiska arbetareparti, moderata samlingspartiet, centerpartiet,
folkpartiet liberalerna, kristdemokraterna, vänsterpartiet, miljöpartiet de gröna

mi ha colpita la presenza dei bambini. erano ovunque, anche piccolissimi. come al solito, gli scandinavi non si scompongono di fronte a quelle che potrebbero essere vere e proprie pesti. già, sarà che qui i bimbi non sono abituati a urlare come da noi, non si rincorrono fra i tavoli dei ristoranti, non fanno troppi capricci. persino i più piccoli si comportano bene in pubblico e piangono raramente. fatto sta che ieri tanti giovani cittadini hanno partecipato con ordine alle attività organizzate per loro, in particolare alcuni si sono divertiti a farsi fotografare, insieme a tanti adulti, sul podio dell'oratore nella sala delle assemblee. altri hanno partecipato alle visite in cui venivano illustrati i principi della democrazia e, seduti ai banchi di una bella sala tutta di legno, hanno avuto un assaggio di come funzionino le votazioni.

i pulsanti per le votazioni del parlamentare seduto al 309



ragazzi nella sala delle assemblee























giovane (!!!) candidato alla presidenza del consiglio...




































ricordo del grande olof palme



il mälaren visto dal parlamento, con l'edificio della casa editrice norsteds e il municipio

passeggiata pomeridiana dopo la visita in parlamento