mercoledì 2 marzo 2016

La mia piccola biblioteca 2

Ma perché no..!
Questa cosa di pubblicare un breve commento sui libri che leggo è iniziata un giorno in cui non avevo niente da fare, ed ero divertito dalla schizofrenia delle mie letture. E ora ho realizzato che mi piace, molto, che mi rimanga una traccia dei libri che leggo e degli stati d'animo che mi hanno provocato. Nella marea delle cose lette, alla fine dimentico, faccio confusione, insomma un disastro. Per cui dare un po' di ordine non può far altro che bene. Il vecchio riassuntino che ci chiedeva la maestra alle elementari, magari con uno sforzino critico, come ci chiedeva sperenzosa la professoressa delle medie.
Sì, tutto bello, ma che necessità c'è di mettere questa cosa su internet, e divulgarla al mondo? Nessuna, ovviamente.

Perciò, ecco qui un altra minilista di libri letti nelle ultime settimane:





Il weekend, di Peter Cameron (trad. GH. Oneto, Adelphi, 2013. Ebook)
Lettura partita da un consiglio di un caro amico, nonchè profondo conoscitore della letteratura contemporanea, settore dove io sono tristemente poco informato.
Una storia intima, a cavallo tra un amore perduto e uno potenziale, dalle emozioni delicate e intense al tempo stesso e con una vena di profonda malinconia che lo permea completamente. Che si tratti di un amore omosessuale è volutamente e felicemente irrilevante. Scritto molto bene, con continui spostamenti di visuale, attraverso brevi ma puntuali accorgimenti tecnici che rendono il passaggio sorprendente e catturano il lettore. Bello. Non il mio genere preferito in questo momento, ma una lettura comunque molto apprezzata.



La posizione della missionaria. Teoria e pratica di madre Teresa, di Christopher Hitchens, (Trad. Eva Kampmann, Minimum Fax 1997, ebook). 
Ok questo è un libro tosto. Scritto da un dissacratore puro. Senza peli sulla lingua  e senza mezze misure. Hitchens era un noto saggista (e polemista), dichiaratamente ateo e avverso a ogni religione. Per cui le sue opinioni risultano forzatamente di parte, per quanto provi qui a mantenersi su toni neutri (riuscendoci peraltro nell'approccio e nell'impostazione, forse meno nei commenti). Ma, nonostante questo, rimane un saggio giornalistico molto ben documentato, che rivela un personaggio ben diverso della dolce anziana suorina oggi sul punto di essere dichiarata santa. Quello che ne viene fuori è un ritratto sconvolgente e difficilmente smentibile, di una integralista dura e inflessibile con i poveri, accomodante e permissiva con i ricchi, senza distinzioni (tra i suoi benefattori sanguinari dittatori, conclamati truffatori, ecc..). Che usa senza alcun controllo i fondi destinati ad ospedali per costruire conventi, che arriva a negare gli antidolorifici ai malati perchè "la sofferenza avvicina a Dio". Questo e molto, molto altro, attraverso sia le testimonianze di chi le è stato vicino, sia le dichiarazioni di madre Teresa stessa. Un libro che mi attendevo sì critico, ma molto più leggero e ironico, e che si è rivelato un cazzotto nello stomaco.



Godetevi la corsa, di Irvine Welsh, (Trad. M. Bocchiola, Guanda 2015, ebook)
Un altro ebook: sì, è il periodo degli ebook. Uno come me, che giurava non si sarebbe mai piegato alla svolta tecnologica, amante della carta, delle pagine, ha dovuto arrendersi all'estrema comodità del mezzo. Poi adoro sottolinerare e prendere annotazioni, e così mi viene ancora meglio.
Conoscevo Irvine Welsh solo per essere l'autore del celeberrimo Trainspotting, del quale comunque ho visto solo il film. Leggendo questo suo ultimo lavoro non è difficile riconoscerne lo stile narrativo, del quale il film è evidentemente permeato. In più ci si fa l'idea (non so quanto indovinata) che l'autore sia una fucina inarrestabile di parole e storie, che i personaggi prendano vita propria e si scatenino a combinarne più che possano lungo le pagine. E' un tomo poderoso, 440 pagine, diviso in macro sezioni da eventi chiave che determinano svolte nette nelle atmosfere narrative. Una cavalcata inarrestabile dai toni dapprima comici, beceri, poi grotteschi, poi sempre più drammatici. Situazioni allegre e spensierate che precipitano nella classica "spirale inarrestabile" di eventi arrivando ad assumere contorni al limite dell'orrorifico e dello sgradevole, per poi tornare con sollievo sui binari iniziali.
Un paio di protagonisti principali e qualche comprimario si dividono la narrazione in prima persona, ciascuno conservando il proprio linguaggio, fortemente caratterizzato. A questo proposito, un enorme plauso al traduttore, autore di uno sforzo eroico e fruttifero, dove lo slang (presumo) scozzese, perdippiù "inquinato" dalle caratteristiche di ciascun personaggio, viene reso efficacemente coniando nuovi termini, facendo largo uso di storpiature, troncature, nuovi significati, il tutto con una perizia tecnica e una fantasia ammirevoli.
Un libro che ha bisogno di essere cavalcato, come un'onda, dal quale è obbligatorio farsi condurre (e la prosa di Welsh aiuta moltissimo in questo). Che parte in quarta, forte dei propri eccessi (trascinati dall'ossessione per il sesso del protagonista), e perde poi abbrivio, arrivando alla stasi e quasi a toccare i limiti di pazienza del lettore, per poi ripartire saggiamente in una direzione diversa e inaspettata.
Una buona lettura, divertente, geniale e coinvolgente, ma che avrebbe potuto essere ben più riuscita con qualche decina di pagine in meno e una maggiore "messa a fuoco" della trama. Per quanto evidentemente accuratamente pianificato sul piano narrativo, sembra quasi che Welsh non riesca comunque a tenere a freno la penna e si faccia guidare un po' troppo dai suoi personaggi. Ma se così non fosse, sarebbe un altro libro, di un altro autore. E forse la forza e la vitalità dei suoi sgangherati personaggi e delle loro assurde vicende non sarebbero più le stesse.




Questa sera si recita a soggetto, di Luigi Pirandello, (da internet).
Nonostante l'opposizione della SIAE, i diritti d'autore sulle opere di Pirandello, sono (a quanto si trova su internet) oramai scaduti. Alla buon'ora. Potrei accalorarmi sulla faccenda, non lo faccio.
Comunque, questo testo teatrale di Pirandello mi mancava e l'ho reperito su internet. Punto. Non era nella lista delle mie priorità, e ci è finito per altri motivi. Ma è stato comunque un piacevole diversivo.
Pirandello rimane un genio, e lo si vede anche in questo testo che, per quanto noto, non è uno dei suoi lavori più conosciuti.
Il linguaggio è decisamente invecchiato, e alcune situazioni comiche non hanno proprio più il mordente che dovevano avere ottant'anni fa, ma due aspetti in particolare hanno comunque rinnovato la mia stima nell'autore siciliano: la gestione dei personaggi e della scena teatrale, che rimane fresca e originale come se provenisse da un teatro di decenni successivo, e la potenza dell'introspezione, che qui appare solo a tratti, volutamente e con l'intenzione secondaria di spiazzare lo spettatore.
Pirandello prende il pubblico, lo affabula, ci gioca un po', a tratti furbescamente e con mestiere, e poi sul finale ingrana la quarta, infilando due dei più intensi monologhi del teatro italiano, sapientemente riciclati (con cognizione di causa) da una sua novella. Chapeau.



Fisica quantistica per poeti, di Leon Lederman e Christopher Hill, (Trad. L. Civalleri, Bollati Boringhieri 2013).
E ora qualcosa di completamente diverso...
Leon Lederman, non è uno scrittore, e infatti il libro non lo ha scritto da solo, anche se è un libro di divulgazione scientifica. Ma Leon Lederman è un fisico, e che fisico! Premio Nobel  nel 1988 per le sue scoperte sui neutrini. Dopo il suo precedente libro di divulgazione scientifica, il famoso "La particella di Dio", con un buon humor, in maniera scorrevole ma estremamente precisa, ci racconta una delle più grandi rivoluzioni scientifiche della storia, quella della fisica quantistica. Un'area della scienza ostica per antonomasia ai non addetti ai lavori, perchè spesso controintuitiva, e perciò molto difficile da divulgare alle masse. Infatti non sono rari i momenti in cui la spiegazione diventa un po' confusa (forse una piccola parte di colpa è anche della traduzione? Quando il gioco si fa duro, un'estrema chiarezza del linguaggio è indispensabile...), anche perchè gli autori si addentrano con decisione nel cuore degli argomenti.
In ogni caso un libro la cui lettura richiede comunque una conoscenza scientifica di base, così che questi vengano dapprima rinfrescati e poi approfonditi. Come sempre in questo tipo di libri, una delle parti più gustose è quella dell'aneddotica legata alle scoperte e ai loro scopritori, altrimenti relegati al ruolo di semplici nomi di unità di misura, di costanti, di formule.
Insomma, Ledermen e Hill fanno del loro meglio e ci riescono abbastanza, visto l'argomento. Di certo una divulgazione appassionata.