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mercoledì 22 giugno 2016

Midsommar for beginners!





Ci siamo quasi. Sta per arrivare!

Ora non starò qui a spiegare nel dettaglio che cosa sia la festa di Midsommar, e cosa rappresenti per gli svedesi. Non me ne vogliano gli amici italiani, ma occorrerebbe troppo tempo, e su internet si trovano già un sacco di notizie.
Diciamo solo che è una antichissima festa pagana (non solo in Svezia, ma in tutto il Nord Europa), celebrazione del solstizio d'estate (che a dire il vero era ieri), e quindi dell'estate che sta cominciando, nonché dei mesi fertili che verranno. Tutta questa gioia si porta dietro anche una coda di malinconia, visto che al tempo stesso le giornate iniziano ora ad accorciarsi, ricordandoci che, seppure ancora lontano, l'inverno è in arrivo (gli svedesi amano scherzarci su, ma è uno scherzare con una coda di amarezza...)


Prima di tutto si fa in campagna, o in mancanza di questa in un luogo aperto e verde. Ma in campagna è meglio. Più in campagna è, meglio è. Tra le mete più ambite, il meraviglioso Dalarna.
Si festeggia con gli amici e la famiglia. Anche qualora si sia in un posto pubblico, ogni gruppo rimane per conto proprio. Niente di strano, si pensi ai nostri picnic di pasquetta...
Si mangia cibo portato da casa, e si beve, si beve tanto (uh, quanto si beve!). In particolare Aringhe, patate bollite e snaps non mancano mai.





Poi, la festa porta con sé un sacco di tradizioni e simboli, legati quasi sempre alla fertilità e al propiziamento della stessa, e la cui origine si perde nella notte dei tempi (era un sacco che volevo usare la frase “si perde nella notte dei tempi”).




C'è il Midsommarstång, il palo di Midsommar (più noto col suo nome inglese, Maypole), dalla simbologia abbastanza evidente e che qui non riportiamo per eccesso di pudore, che viene alzato durante i festeggiamenti al centro dello spazio ad essi dedicato e che è parte fondamentale degli stessi. Attorno al palo si danza in circolo (qui sì si sta tutti insieme) balli tradizionali suonati, se possibile, dal vivo. Questi balli prevedono movenze specifiche, che tutti gli svedesi conoscono, ma che non sono difficili da imparare. Ed è divertentissimo mescolarsi e provare. Si balla e si ride, si ride e si balla (dipende anche da quanti snaps avete bevuto).
Tra di essi, il celeberrimo “Små grodorna”, la danza della rana. Non commento, lascio la parola ai video (1, 2, 3).

E poi tanto altro. Come sanno anche i sassi ormai, in teoria la tradizione prevede che le ragazze in età da marito al ritorno dalla festa raccolgano loro stesse da sole nel bosco sette tipi di fiori diversi, che porranno sotto il cuscino, avendo così la fantastica e unica (beh, una all'anno...) opportunità di vedersi apparire in sogno il proprio futuro sposo. Il fiore è infatti anch'esso simbolo di fertilità.
Nel caso aveste occasione di parteciparvi, vi capiterà di vedere signore, ragazze e bambine con una coroncina di fiori in testa. Corone di fiori sono anche poste sul palo. Anche queste sono (ma vah?) simbolo di fertilità (sebbene con l'avvento del cristianesimo il loro significato si stato traslato a quello di “purezza”)
Ora, c'è chi sostiene a spada tratta che tali corone portate sul capo il giorno della festa siano in origine state, secondo la tradizione, indicazione che la fanciulla che le vesta sia in età da marito, libera, e si presuppone (complice anche tutta 'sta atmosfera di fertilità nell'aria), disponibile.
Raffreddiamo subito però l'entusiasmo dei giovanotti nostrani. Nonostante qualche film degli anni '60, ad oggi è in ogni caso semplicemente una cosa divertente, che tutte quante, anzi tutti quanti (pure qualche burlone del genere opposto, con e senza snaps in corpo) indossano.

Midsommar in Svezia secondo una pubblicità IKEA tedesca. A parte il vestirsi in costume e le ovvie esagerazioni, il fine umorismo teutonico ci prende abbastanza :)



Un' altra spiegazione meno estrema e comunque ironica...

Come al solito, nel finale, il motivo che mi ha spinto a scrivere tutto ciò. E meno male che non volevo entrare nei dettagli. Succede sempre così quando il demone (pagano) della scrittura mi afferra.

Questa volta è una motivazione sociale. Dove e quando andare a festeggiare midsommar? Prima di tutto quando. Si perchè il piccolo particolare è che quello che tutto il bailamme sopra descritto accade a Midsommarafton, il giorno dalla vigilia (cioé, quest'anno, venerdì), che è una vacanza “de facto” in Svezia. Il giorno di Midsommar si dedica al riposo e allo smaltimento degli snaps.

Nell'area di Stoccolma segnaliamo (ma solo per dovere) il parco di Skansen, frequentato più che altro da turisti.
Se si vuole vivere l'esperienza completa, con palo, danze eccetera, e assaporare (per quanto possibile) un'atmosfera autentica, da anni viene organizzata con successo una celebrazione presso il castello di Tyresö (bus 875 da Gullmarsplan, dettagli qui). Ci siamo stati, ed è sufficientemente pazza da essere interessante. Oppure un'alternativa è Hagelbypark (dettagli qui , bus 707 o 708 dalla metro di Alby o dalla stazione di Tumba). Qui non ci siamo stati, ma ce ne parlano bene.


E buon divertimento... :)

sabato 3 aprile 2010

Buona Pasqua


Buona Pasqua.

Nei centri commerciali, i colori invernali verde scuro, blu, viola e marrone hanno di botto ceduto il passo al rosa, al pistacchio, ma soprattutto al mare di giallo che annuncia ufficialmente l'arrivo della Pasqua e conseguentemente della primavera. Sia in Svezia che in Italia, il mercato globalizzato ha riempito gli scaffali di conigli di peluche, galline di legno e batuffolosi e brillanti pulcini.
Ma come tutti gli anni, il grande protagonista di questa Pasqua è sempre lui: l'uovo.


L'alimento forse più semplice, completo e perfetto vive in questi giorni il suo periodo di gloria.
La tradizione cristiana innestatasi su quelle precedenti persiana (relativa al Nawruz, di cui si è già parlato) e pagana ne fa uno dei suoi simboli. Nel mio paese natio, dove ora mi trovo, è ancora molto in uso, la mattina di Pasqua, fare tarda colazione con un tipico pane all'uovo e all'anice (pagnotta di Pasqua, prodotta esclusivamente in questo periodo), qualche fettina di salame nostrano (che in Romagna non manca mai) e soprattutto con l'uovo sodo, dipinto il giorno prima e alimento principe. L'uovo DEVE essere benedetto e una volta consumato il guscio non deve essere buttato, ma bruciato.


E poi l'uovo di cioccolato. Beh, questa è tutta un'altra storia, e per quanto in vari siti web venga considerata come una moderna tradizione in tutta l'Europa occidentale, durante i miei numerosi viaggi non mi è mai capitato di vedere questa tradizione così forte come in Italia.
In particolare se ai miei colleghi svedesi si parla di uova di cioccolato loro credono ci si riferisca ai famosi ovetti kinder.


L'uovo, meglio ancora se uovone, con la carta argentata, plastificata e frusciante, nello scontro eterno "fondente" contro "al latte", con dentro la sua sorpresa (che sia il giochino di plastica, che sia il regalo "grandi firme" o quello artigianalmente inserito dal premuroso partner la notte prima) è sconosciuto in terra nordica.

Quello che invece si trova ovunque e si regala è un uovo di cartone. Se ne possono trovare di tutte le dimensioni, colori e fantasie, e sono ovunque. Sono apribili e vengono regalati pieni di dolcetti vari: confetti colorati, caramelle gommose (che per il ruolo che rivestono nella società svedese meriterebbero un post a parte), micro-ovettini di cioccolato (quelli sì, ci sono).
Insomma, l'uovo di cartone coi dolcetti è immancabile.


In realtà le tradizioni pasquali non sono limitate all'uovo. Si potrebbe parlare ad esempio delle piume colorate da spargere in giro o da attaccare in cima a un ramo e mettere in un vaso in casa, o in giardino, o di altro ancora, magari lo farò in futuro.

Per questa volta ho deciso di non adeguarmi all'uso svedese, e ho già sullo scaffale pronto per domattina un bell'uovo Bauli dimensione medio-grande che mi aspetta, tutto per me. Cioccolato al latte, quest'anno. ;)


Auguri,

D

domenica 2 novembre 2008

allhelgonahelg och pumpor

ognissanti e zucche

con il termometro sotto zero abbiamo anche noi commemorato i nostri defunti, ma nel giorno di tutti i santi, come vuole la tradizione luterana svedese.

ieri, primo novembre, siamo stati con mauro e marta in visita allo skogskyrkogården e a dire il vero erano anni che non mi capitava di andare al cimitero in questa occasione. l'ho sempre trovato troppo penoso, soffocante quasi, come la cappa di silenzio che racchiude l'odore nauseabondo dei fiori ammucchiati sulle tombe.

l'atmosfera che abbiamo incontrato qui, nel cimitero del bosco ideato dai giovanissimi asplund e lewerentz ormai quasi cento anni fa e divenuto poi patrimonio del'umanità, era tutt'altro che lugubre. raccolta, sì, nonostante la vastità degli spazi. ma oserei dire anche serena. tersa come il cielo sopra di noi.

sarà merito degli alberi che custodiscono, giorno dopo giorno, anno dopo anno, la memoria di tutte quelle anime occupate ad accudire altre anime. o forse è stata l'aria frizzante a rischiararci i pensieri e a tenere alto lo spirito di una folla di svedesi che, tutti imbacuccati, uscivano ordinatamente dalla metropolitana, passando davanti al chiosco degli hotdog e delle corone di erica e rami d'abete, per poi disperdersi nel bosco, le loro ombre come folletti, in cerca della tomba dei propri cari. sono infatti migliaia le piccole lapidi che punteggiano, l'una quasi stretta all'altra, ettari e ettari di bosco, rischiarati per l'occasione da una marea di fiammelle tremolanti.





































anche noi abbiamo acceso il nostro lumino, in quello che mi è parso lo spazio più significativo, aperto e condiviso di tutto il cimitero: una collinetta verde, dalle pendici spoglie, in cima alla quale spicca il minnelund, il boschetto della memoria. una manciata di alberi disposti lungo il perimetro quadrato di un muricciolo che accoglie e raccoglie le preghiere, i ricordi e le candele di tutti.
















sceso il buio e il gelo, le note calde e speziate di un buon glögg fumante hanno dato vita all'idea dell'indomani a base di zucca.



e così eccoci, il due novembre, alla fine di una maratona gastronomica che ha il sapore dei filari di pioppi avvolti nella nebbia, il sapore della mia terra: tortelli di zucca, quelli veri, con tanto di mostarda di mele, portata in valigia dai miei a pasqua, e amaretti sbriciolati, quasi introvabili qui, nonostante la globalizzazione (per chi avesse intenzione di farne scorta, vada da daglivs a fridhemsplan).


insomma, una pietanza per le grandi occasioni. ma anche se le mani erano inesperte, con l'aiuto di tutti abbiamo reso onore - credo - a uno dei miei piatti preferiti. infine il nocino di mauro e la torta di zucca preparata da marta hanno degnamente chiuso la serata.

lascio a davide il compito di raccontarvi poi com'è degenerata... :-)


(Davide)...Aggiungo solo qualche elemento di "colore" al post di Giusi che dice già tutto. Allora. Passeggiata nel cimitero per il giorno dei defunti: all'arrivo, nel freddo pungente, appena fuori dall'entrata del cimitero, c'era il classico negozio di fiori, che per l'occasione era stracolmo delle caratteristiche corone fatte di arbusti, simili a quelle che si usa appendere alla porta per Natale. Simili, ma non uguali.
Marta ci ha raccontato un episodio risalente a quando lei era appena arrivata qui e, vedendone esposte in un negozio durante il periodo natalizio, ne ha comprata una. Il suo ex-marito, tornando a casa la sera, si è trovato la corona da morto appesa alla porta. Fortunatamente, se non ricordo male, ha subito capito l'equivoco e si è limitato a chiedere spiegazioni.
Alla luce di tutto questo, ma comunque ammirato dalla pregevolezza delle creazioni arbustive, Mauro ha ventilato l'ipotesi di acquistarne qualcuna da portare in Italia. "Tanto lì che ne sanno?" L'ipotesi è rimasta tale.
Di fianco al negozio di fiori, a contendersi l'attenzione dei convenuti, il banco della parrocchia che serviva caffè e paste e l'ubiquitario chiosco degli hot dog (o korv, per i pochi al mondo che ancora non lo sapessero). Sacro e profano. O meglio, entrambi profani, uno forse un po' più dell'altro. Devo dire che c'era molta più gente al banco della parrocchia, forse anche perché il caffè costava solo il prezzo di due chiacchiere con i signori che lo servivano. Devo anche sottolineare che il chiosco dei korv conquistava in maniera netta le simpatie dei numerosi cani presenti che, mentre il padrone sorbiva un po' dello scuro liquido caldo, puntavano estremamente interessati l'esercente rivale.



Dell'atmosfera meravigliosa ha già parlato Giusi. Ci siamo stati circa 4 ore. All'interno erano addirittura previsti, oltre ai momenti di raccoglimento e preghiera, anche eventi come concerti di musica classica, jazz e corale. Con lo scendere della sera ci siamo ritrovati avvolti dalla miriade di lucine che costellavano a 360 gradi il bosco attorno a noi.
Intirizziti dal freddo, abbiamo trovato riparo e calore in una piccola struttura allestita in uno dei piazzali di snodo all'interno del complesso. Erano i tipi di hittagraven che dimostravano come, utilizzando il loro servizio online, fosse possibile localizzare la tomba del defunto che si voleva visitare. Al tempo stesso offrivano libretti sulla cura delle sepolture, sulla manutenzione dei fiori e sui vari cimiteri in generale. Mi viene in mente la visita della mamma di Giusi al Verano, quando chiedendo informazioni sulla localizzazione di una tomba si è sentita rispondere che purtroppo stavano ancora aggiornando gli archivi cartacei ed erano indietro all'ottantaquattro.
Verso sera, sono state accese quattro enormi fiaccole al centro del cimitero, di fianco al laghetto ghiacciato.
E noi, stremati dal freddo, ce ne siamo andati da Marta per un po' di glögg caldo e della torta buonissima.


Glögg trovato in rete, non quello di Marta. Lei lo corregge col calvados. Yum.
E a quelli che le contestano piccati di non "sciupare" il calvados mettendolo nel glögg
replica giustamente di farsi gli affari loro.

Il giorno dopo, la cena da noi. Gnam. Buoni. Mi viene una lacrimuccia al pensiero. Giusi, Marta e Mauro sono stati proprio bravi. Da parte mia, io avevo passato la mattinata a setacciare la città in cerca di zucca e amaretti, trovandone come detto a Daglivs, probabilmente il più grande supermercato in città. Le zucche in particolare, che fino al giorno prima infestavano ogni negozio, sembravano essersi volatilizzate. Sono quasi sicuro di essermi aggiudicato l'ultima zucca di Stoccolma.
La sera, dopo cena, in atmosfera per una volta poco internazionale e del tutto nostalgica, siamo tornati con i discorsi e con il pensiero all'Italia, alla nostra giovinezza. Ci siamo fatti una scorpacciata di spot pubblicitari degli anni '70-'80, ripescati su Youtube e dall'archivio di Spot80. "Hai mai provato Hurrà?", il piccolo mugnaio che faceva le crostatine, il golosastro, il galletto vallespluga, il formaggino tigre, ecc. ecc. Siamo impazziti. Che ridere.

E poi lei.
La divina.
Complice un CD da me preparato per Marta, ha fatto la sua apparizione nei nostri cuori.

Raffaella.

Visitando il sito del suo "NUOVO" programma ce la siamo vista apparire ieratica ed eterea, ma pure eterna e alabastrina. L'unica e sottolineo UNICA certezza della vita, di un paese alla deriva.
Lei è lì. Ferma, non cambia, spettacolare e luccicante. Sempre.


mercoledì 30 aprile 2008

valborgsmässoafton

la notte di valpurga.

celebrata fra il 30 aprile e il primo maggio, è tra le festività svedesi - ma non solo, è presente in gran parte del nord e del centro europa - più attese, insieme a natale, santa lucia e midsommar. in origine era la notte in cui il confine fra i vivi e i morti diventava labile e i falò servivano a tenere lontani gli spiriti.

il giorno di santa valpurga cadeva nella stessa giornata in cui i vichinghi festeggiavano l'arrivo della primavera e forse, nell'intento di cristianizzare il rito, non è un caso che la festa pagana abbia preso via via il nome della santa.

oggi rimangono i grandi falò, accesi un po' ovunque, e i canti inneggianti alla luce. un po' come il calendimaggio dell'italia centrale (come scordare l'emozione dei canti di maggio a ca' di francia, sugli appennini bolognesi, con gli amici flavia e stefano?).

come gran parte degli abitanti di stoccolma, abbiamo celebrato valpurga a riddarholmen, un'isoletta del centro cittadino. nonostante la pioggia, una fiaccolata composta, partita dalla piazza centrale di gamla stan, è giunta sull'isoletta e ha dato fuoco all'enorme catasta di legna. poi sono partiti i canti.











la tradizione di valpurga è fortissima nelle città universitarie, dove gli studenti si scatenano per una giornata intera e bivaccano nei parchi.









abbiamo trascorso il primo di maggio, il giorno dopo i falò, proprio a uppsala e ancora si vedevano studenti ovunque, con il tipico berretto bianco.


ecco un paio di studenti, molto diversi da questi. i due si saranno accorti del mio scatto?


qui qualche foto di uppsala.





lunedì 31 dicembre 2007

nyårsafton

l'ultimo dell'anno.

il 2007 è stato a dir poco sorprendente.

sì, perché proprio non ce lo aspettavamo. lo scorso 31 dicembre, mentre festeggiavamo con mirio e altri amici banchettando con succulente costolette caramellate (chi se le scorda!), l'ultima cosa che potevamo immaginarci era che di lì a poco saremmo partiti per stoccolma. e che ci saremmo rimasti. non c'eravamo neppure mai stati, in svezia.

le incertezze erano tante, ma non siamo rimasti scontenti. anzi, è probabile che resteremo più a lungo del previsto. non voglio dire che sia tutto oro quel che luccica, ma in svezia stiamo proprio bene. basti pensare che - strano, ma vero - a stoccolma siamo riusciti a dar seguito a gran parte di quello che ci eravamo tacitamente prefissi per il 2007. non potendo più riciclare l'elenco dell'anno scorso, entro stasera dovremo escogitare una nuova lista di buoni propositi.

mi chiedo però se il trucco non stia nel lasciarsi sorprendere...

uno strabiliante 2008 a tutti!

martedì 25 dicembre 2007

julbock








l'ariete di paglia! immancabile a ogni natale in gran parte della scandinavia.

quello di gävle, a circa due ore a nord di stoccolma, è alto ben tredici metri e ogni anno, dal 1966, troneggia nella piazza principale della cittadina costiera.

raramente è sfuggito al fuoco dei piromani. ma quest'anno ce l'ha fatta, è arrivato al 25 dicembre intatto, impregnato di liquidi che l'hanno reso ignifugo.

il nostro julbock, invece, ha rischiato grosso...



lunedì 24 dicembre 2007

jullov

vacanze di natale.

il mese di dicembre è volato in un attimo. è già julafton, la vigilia. e ora, come la maggior parte degli svedesi, siamo in vacanza, felici di poter passare un po' di tempo in famiglia.

abbiamo lasciato una stoccolma scintillante di cristalli di ghiaccio e lucine a ogni finestra per ritrovare i dolci profumi di casa. al posto dello julskinka e del salmone, tortelli e tortellini, arrosti e panettone.

god jul!




giovedì 13 dicembre 2007

luciadag

santa lucia... il giorno più breve che ci sia.

non è chiarissimo come la tradizione di santa lucia, giovane siracusana martirizzata sotto diocleziano, sia giunta fino in svezia. fatto sta che la festa è molto sentita in tutto il paese, che in questa stagione è letteralmente avvolto dal buio. anzi, da un secolo a questa parte, santa lucia è divenuta una delle celebrazioni più importanti dell'anno.

in famiglia, i bambini si alzano molto presto, prima dei genitori, e si vestono per la piccola processione domestica. le bimbe interpretano lucia, vestite di bianco e con una corona di candele in testa; i ragazzini, chiamati stjärngossar, qualcosa come "i bambini che portano le stelle", sfilano con un cappello a punta e una bacchetta. sembrano quasi dei piccoli maghi, ma sono gli accoliti di lucia. in svedese c'è persino un verbo per descrivere questa sorta di vestizione e la successiva rappresentazione, lussa. così agghindati, i bambini intonano canzoni natalizie per i genitori, fra cui sancta lucia, sulle note della celebre melodia napoletana.

la stessa processione, preparata con cura nelle settimane che precedono il 13 dicembre, avviene anche nelle scuole, nella maggior parte degli uffici pubblici e privati e per strada. ogni città elegge la sua lucia, che andrà a visitare scuole e ospedali. quella di stoccolma, che sfila al mattino presto dalla stazione centrale fino a skansen, rappresenta la lucia nazionale, la stessa che poi sfilerà a siracusa. in televisione e nella maggior parte delle chiese del paese si organizzano cori e concerti, talvolta con grandi nomi della musica. il dolce profumo dei lussekatter, le focaccine allo zafferano tipiche del giorno di santa lucia, pervade case e negozi.

è strano ritrovare dopo tanti anni la gioiosa tradizione di santa lucia, anche se un po' cambiata. in effetti la lucia stoccolmese poco assomiglia alla santina privata degli occhi che mi figuravo da piccola. dove sono nata io, in provincia di mantova, erano i genitori a interpretare lucia, anche se di nascosto, e per i più piccoli il 13 dicembre era addirittura più sentito del natale, poiché era proprio santa lucia a portare i doni. nei giorni precedenti il 13 dicembre capitava anche di sentirla passare per le strade buie del paese, quando le tapparelle erano già state - opportunamente - abbassate, o nel corridoio di casa, oltre la porta chiusa. l'improvviso suono argentino di una campanella avvertiva del passaggio della santa e ci paralizzava tutti. noi bimbi dovevamo prestare attenzione a non vederla, altrimenti ci avrebbe portato il carbone. allora nessuno di noi si chiedeva per quale ragione non potessimo vedere lucia, ma lo stupore era tale che nemmeno provavamo a sbirciare. il meraviglioso non va indagato.

la sera del 12 eravamo soliti lasciare acqua e paglia per l'asinello su cui arrivava santa lucia. il mattino seguente trovavamo le ciotole vuote e il pavimento della stanza disseminato di caramelle, cioccolatini, mandarini, frutta secca... carbone dolce e regali. era un grande avvenimento. ricordo ancora il pianto cui mi abbandonai a casa dopo che uno dei miei solerti compagni delle elementari mi ebbe rivelato, con fare saputo, il grande segreto: santa lucia non esisteva. o almeno, non era certo lei a portare i regali!

oggi sono tornata a festeggiare lucia, nella scuola in cui studio svedese, frequentata da persone di ogni nazione. avevamo dolci e piatti tipici di ogni parte del mondo e la nostra lucia e i nostri stjärngossar erano alcuni dei simpatici docenti. ecco un brevissimo video moooolto artigianale.



p.s. per continuare con l'elenco dei termini natalizi:
julmusik julmarknader julkakor
julklappar julgranar julsånger julbockar julbord jultomtar julkalendrar julfrimärken julöl julkonserter julkärvar julkort julsnaps julkalas julmat julglögg julmust julskinka julkransar julmumma jullov julkänsla

julkärve è il fascio di grano portato dalla lucia stoccolmese nella foto.

domenica 9 dicembre 2007

julbord

il buffet di natale... per una giornata da gourmet divoratori!

julmusik julmarknader julkakor julklappar julgranar julsånger julbockar julbord jultomtar julkalendrar julfrimärken julöl julkonserter julkärvar julkort

e aggiungo:

julsnaps julkalas julmat julglögg julmust julskinka julkransar julmumma jullov julkänsla

ce ne avevano parlato tutti, entusiasti. finalmente l'abbiamo sperimentato anche noi e, di certo, non siamo rimasti delusi. eravamo in sedici a darci appuntamento al molo di nybrokajen per prendere il battello che ci avrebbe condotti a fjäderholmarna, due isolette dell'arcipelago a mezzora dalla città.

in un'atmosfera ovattata, con decorazioni sobrie ed eleganti, luci soffuse e tante candele, il fjäderholmarnas krog, circondato dal mare, ci ha offerto un buffet che ricorderemo a lungo!

forse non tutti sanno che... il classico buffet natalizio svedese inizia inevitabilmente con le aringhe (strömming e sill), ieri cucinate in ben 19 + 3 modi diversi.

si prosegue con il salmone - re dello julmat, le pietanze natalizie - la trota salmonata, l'anguilla, il coregone... io ho apprezzato in modo particolare l'apelsinsichuan lax, salmone crudo aromatizzato con succo d'arancia e tè del sichuan, delicato e fresco.

dopodiché è la volta dei salumi e dei paté: carne di alce, renna (ottima), maiale, cinghiale... preparata secondo ricette diverse. tradizionale e gustoso è lo julskinka, il prosciutto cotto in forno tipico del giorno di natale.

seguono i piatti di carne caldi, come le famose köttbullar, le salsicce, la pancetta caramellata, il pasticcio di patate chiamato janssons frestelse e varie omelette.

dulcis in fundo, ovviamente. dai biscotti, julkakor di vari tipi, alla mousse di cioccolato, passando per scorze d'arancia e ris à la malta, nome francese (malta non c'entra niente) per una specie di budino di riso con mandorle tritate. delizioso e tradizionale: a natale le mamme preparano il riso dolce per grandi e piccini. nella zuppiera di servizio mettono un'unica mandorla intera. chi la trova nella propria coppetta, si aggiudica un regalino. il gioco sta nel far finta di non averla trovata, perché gli altri continuino a rimpinzarsi di riso... l'avevamo provato lo scorso natale in danimarca, dove il piatto è chiamato più propriamente ris-à-l'amande e viene accompagnato da uno sciroppo caldo di ciliegie. e allora davide, il vincitore, ci aveva fatto ingozzare almeno tre coppette di riso a testa prima di farsi scoprire!

sulle bevande: con le aringhe lo snaps è il massimo, non c'è che dire. due sapori forti contrastanti che si ammorbidiscono a vicenda. ieri gli julsnaps fra cui scegliere erano 24! la mia acquavite natalizia preferita si chiama hallands fläder, piuttosto dolce perché al sambuco. lo julmumma è un'altra bevanda tipica di natale, da bere a tutto pasto, secondo me adatta soprattutto alle carni. si tratta di julöl, birra scura "natalizia", e madeira mescolati insieme. inaspettatamente buona! qui una ricetta per i patiti dei cocktail.

insomma, un ottimo julbord per cominciare a gustare quella che qui viene chiamata julkänsla, l'atmosfera natalizia, lo spirito del natale.

una chicca per chi ama i contrasti: gustosissimi gli immancabili pepparkakor, i biscotti allo zenzero che ormai si trovano ovunque o si possono preparare facilmente in casa, abbinati a una crema di erborinati. da provare bevendo julglögg!



p.s.: l'evento è stato organizzato dalla grande marta, di italians on line, sezione di stoccolma :-)

martedì 4 dicembre 2007

juletid

il periodo natalizio... le feste!

oltre che da un'eccezionale ondata di lavoro poco natalizia, siamo stati investiti da una valanga festiva di vaste proporzioni:

julmusik
julmarknader
julkakor
julklappar
julgranar
julsånger
julbockar
julbord
jultomtar
julkalendrar
julfrimärken
julöl
julkonserter
julkärvar
julkort

... e ce ne sono molti altri!


un esempio per me divertentissimo di julsång è nu är det jul igen.

per avere un'idea della melodia, ecco un video della versione danese (nu er det jul igen) della stessa canzoncina, che in entrambi i paesi si canta tenendosi per mano intorno all'albero di natale e in giro per casa, dentro e fuori... una specie di allegra benedizione.

ricordo che l'anno scorso in danimarca, a casa dei genitori di ditte - praticamente mia cognata - ci siamo divertiti un mondo!

versione svedese:
nu är det jul igen
och nu är det jul igen
och julen varar väl till påska
men det var inte sant
oche det var inte sant
för däremellan kommer fasta

versione danese (per chi volesse fare un po' di traduzione comparata o più semplicemente cantare e girotondare insieme alla folla del video):
nu' det jul igen
og nu' det jul igen
og julen varer lil' til påske
nej det ikke sandt
nej det ikke sandt
for ind imellem kommer fasten

[è di nuovo natale e così sarà fino a pasqua! non è vero, perché in mezzo c'è il digiuno (di quaresima)!]

la traduzione non è altrettanto divertente, ma magari aggiungendo un paio di julsnaps... (qui altre ricettine di cocktail natalizi - juldrinkar - da provare).

a presto per le altre jul-cose!