giovedì 18 marzo 2010

Chaharshanbe Suri


Ci siamo quasi, sta per arrivare il nuovo anno. Tra due giorni si potrà festeggiare il 1389... anzi il 2569... no... sì... boh.

Ovviamente non sono impazzito e non sto dando i numeri. Mi sto semplicemente riferendo all'imminente arrivo del Nawruz, il capodanno persiano, la più grande e antica festività tradizionale iraniana e di tutti i persiani in giro per il mondo (non solo, viene celebrata anche da curdi, pasthun, afghani e azeri, e altre etnie ancora). E in quale anno stiamo per entrare? Non è così semplice.
L'Iran segue ufficialmente il calendario islamico solare, secondo il quale al prossimo equinozio di primavera scatta l'anno 1389 (a differenza della maggior parte dei paesi islamici, che seguendo il calendario islamico lunare data l'anno a venire al 1430).
Secondo invece la tradizione zoroastriana, molto più antica, risalente si dice a Ciro il grande, stiamo per entrare nel 2569.
Se non ho capito male, quindi, il nuovo anno inizia per tutti: non si tratta però di una festività islamica ufficiale, essendo nata in seno all'antica religione di Zoroastro, ma è una grande festa tradizionale.
Il mercoledì precedente (quindi l'ultimo mercoledì dell'anno) è chiamato Chaharshanbe Suri (mercoledì di festa) ed è stato due giorni fa (quando ho iniziato a scrivere questo post).
È anch'esso una grande festa. La festa del fuoco, la celebrazione della vittoria della luce (bene) sul buio (male). La gente si raduna per strada, canta, balla, e, cosa importante, accende fuochi.
È di buon augurio saltare il falò. Ci sono grandi fuochi che impegnano le doti atletiche degli uomini più giovani, e fuochi piccolini che addirittura i bambini possono superare.

Ieri sera la comunità persiana di Stoccolma ha organizzato una grande festa a Riddarholmen, e io ci sono andato. Avrei dovuto parteciparvi anche l'anno scorso, ma qualcuno ha dato fuoco al palco allestito in Kungsträdgården (pare senza particolari motivazioni), e la festa è stata spostata fuori città.
Guida della serata era l'amico Hatef, ansioso di riassaggiare l'"Ashe Reshte" la zuppa che viene servita tipicamente per questa festa, e per la quale aveva aspettato tutto l'anno.
Il piazzale di Riddarholmen era strapieno di gente, bandiere col tricolore iraniano sventolavano ovunque, dal palco contornato da luci, laser e persino enormi fiammate, si alternava musica di tutti i generi, dalla persian-disco al persian-reggae. Vari stand circondavano la piazza, e alcuni di essi erano chiaramente in polemica con l'attuale governo dell'Iran.
Hatef mi ha raccontato che ufficialmente la festa è bandita nel suo paese di origine, perché appunto richiama una tradizione religiosa non islamica e sotto una particolare ottica, considerando la grande popolarità che ha tuttora, viene considerata un pericolo per l’Islam stesso.
Ma la gente si raduna e festeggia lo stesso, magari non come si faceva una volta e senza pubblicizzarlo troppo in giro.

Io mi sono divertito. La zuppa era deliziosa. Ne hanno servita non so quanta, delle pentole alte come me, e mi sono entusiasmato a vedere per una volta la gente in fila alla maniera italiana, cioè tutti ammassati intorno allo stand. I persiani sono un popolo con cui abbiamo veramente molto in comune.

Ho fatto qualche foto e un filmatino e ora posto il tutto.




Ashe Reshte


Yang, Jingmei, Mathias e Hatef

Hatef che salta un fuocherello


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mio Dio, quella zuppa.... mi sento male solo a guardarla (non sono una buona forchetta). Certo che i falò e riti con il fuoco, ovviamente con piccole varianti, è comune un pò ovunque in corrispondenza della fine dell'anno. Mi vien da pensare al mio friuli e i suoi fuochi epifanici che cambiano nome a seconda del paese (pignarul, foghera, falop, etc...) o i Krampus, demoni che tra le altre cose atraversano il fuoco. Insomma molto affascinante. Mauro da UD

Davide ha detto...

vero! E a dimostrazione che tutto il mondo è paese, questa cosa mi ricorda molto anche i Falò di San Giuseppe, anche quelli nati da feste precedenti il cristianesimo per celebrare la fine dell'Inverno e ingraziarsi le forze della natura propiziando l'arrivo della primavera. Qui in Svezia si festeggia Valpurga, con significati diversi, ma sempre di falò celebrativi e propiziatori si tratta.
La cosa carina della festa persiana è che TUTTI, ma proprio TUTTi sono più o meno obbligati a saltarci sopra. Ripetendo una frase che mi è stata detta e che ovviamente non ricordo, ma che vado a riprendere da Wikipedia: Zardî-ye man az to, sorkhî-ye to az man, letteralmente "il mio colore giallo a te, il tuo colore rosso a me", che simbolicamente significa "la mia debolezza (giallo) a te, la tua forza (rosso) a me".
Anche qui (come a Valpurga in Svezia!!!) si dice che durante la notte le anime dei morti possano tornare nel mondo dei vivi...

Come non ti piace la zuppa!!! Ma è buonissima !!! :DDD
Scherzi a a parte è una minestra di legumi e verdure, molto saporita. Essenzialmente ceci, fagioli e spinaci, con in più dei noodles iraniani che sono praticamente identici ai nostri spaghetti alla chitarra, ma più corti...

Anonimo ha detto...

"Il mio colore giallo a te, il tuo colore rosso a me" o meglio "adesso ci passo in mezzo e mi prendo un'ustione!" :O)

Non so se sono le foto che non rendono ma quel colore........ :O)
Per fortuna che non hanno ancora inventato il modo di far sentire i profumi.... o meglio, in questo caso, i cattivi odori...... :OP La descrizione degli ingredienti non ha sortito effetti positivi! :O)

Buon w.e.!
Mauro da UD

lo smilzo ha detto...

In romagna i "fuochi di San Giuseppe"(19 marzo)con relativa offerta di biscotto (o ciambella)e vino era una vecchissima tradizione,non c'era paese o rioni cittadini che non ne facessero,anzi era proprio motivo di gara per il falò più grande logicamente con salti attraverso il fuoco da parte dei più spericolati,intere famiglie assistevano e partecipavano fino a tarda notte, nelle campagne si vedevano in lontananza tanti piccoli fuochi.Ora si sono ridotti e ridimensionati di molto e purtroppo prevedo che fra qualche anno i ns.figli non sapranno nemmeno di questa tradizione.Io sono andato nella parrocchia del mio paese,falò dentro un grande braciere (per motivi di sicurezza)con uno che lo alimentava,penne all'arrabiata per tutti(con peperoncino),alle ore 21 tutti a casa magari per non perdere il prg televisivo.QUESTO E' IL PROGRESSO.

Davide ha detto...

Si è un peccato... poi magari tra quarant'anni faranno le rievocazioni, cercando di ricordare i tempi andati... ma adesso si lasciano scomparire le vecchie usanze. Mah!
La festa iraniana per il momento non corre questo pericolo. C'erano parecchie centinaia di persone, a Stoccolma, in Iran non so quante decine di migliaia, pur essendo proibita. E stasera era l'ultimo dell'anno, la festa più grossa in assoluto...