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martedì 6 marzo 2018

Risultati definitivi sul totale dei votanti!


Finalmente abbiamo i risultati!
L'esito della votazione (mi riferisco alla più importante chiamata alle urne dell'anno, vedi qui), come del resto anticipato dalle prime proiezioni, è sorprendente. E per quanto la tendenza di massa fosse prevista da vari analisti, l'entità numerica di vittorie e sconfitte è stata in gran parte una sorpresa. Ma come prima cosa lasciamo parlare i dati.




La cosa che salta subito agli occhi è la vittoria delle "Mapel Pecan" con un impressionante 18.8% ! Sapevamo della voglia di rinnovamento così diffusa nell'elettorato, e che le dolci promesse delle Mapel Pecan avessero forte presa sulla pancia della popolazione, potevamo addirittura prevedere il primo posto, ma non con un distacco simile da tutti gli inseguitori.
La frammentazione dei risultati è del resto evidente: Vanilijmunk, Wienerbröd, Croissant al cioccolato e Cuori di vaniglia seguono a pari merito al 12.5%. Con queste premesse sarà molto difficile formare una coalizione che raggiunga la maggioranza, o comunque una minoranza ma sufficiente per governare i gusti degli italiani in Svezia.

I vincitori


Come è noto, i Mapel Pecan non sono iscrivibili a nessun gruppo, né hanno mai preteso di esserlo. L'alleanza naturale tra Cuori di vaniglia e Vanilijmunk, che condividono un nucleo comune pur differendo nella superficie, raggiunge appena il 25%, e la cosa più grave è che andando anche a cercare una difficile integrazione con i Wienerbröd, che di crema alla vaniglia hanno solo uno strato sottile, si arriva al 37.5%, che ancora non basta.
Ogni speranza di accordo di gusti con gli altri candidati numericamente rilevanti è utopica, essendo questi tutti a base cioccolato (croissant al cioccolato e Cookie al cioccolato + altri).

Il fronte cioccolato del resto non è in grado di fare valere la sua rappresentatività, nonostante il successo (anche questo leggibile in chiave estremista) dei Cookie al cioccolato, che sui pezzettoni di dolce cacao hanno impostato gran parte della loro campagna, e si preparano ora ad una rumorosa opposizione.

Raggiungono percentuali minime le ciambelle, in parte pagando la scissione in ciambelle al cioccolato e ciambelle normali. Sì, probabilmente l'elettorato classico del gruppo ne è stato confuso, ma non è da escludere che questi storici rappresentanti del settore abbiano fatto il loro tempo (si veda l'azzeramento ai minimi termini dei blasonati croissant semplici).

Ma il dato più eclatante, e non previsto, è il crollo della Kanellbulle, che scendono addirittura al di sotto del 9%.!!! La brioche simbolo della nazione, quella che ha governato per anni, si trova ora nelle retrovie. Certo, sapevamo che non avrebbe potuto mirare ad un risultato altissimo, viste le già citate voglie di cieco rinnovamento a tutti i costi, ma l'entità di questa sconfitta è memorabile, e addiríttura trascina con sé le Toscanasäcka, considerate come il dolce più innovativo del settore "bulle".

I principali sconfitti


Insomma, lo scenario che si prospetta è quello dell'anarchia gastronomica, e ora addirittura c'é  preoccupazione per l'influsso che questo risultato potrebbe avere sul settore sandwich, e secondo alcuni, addirittura sul settore korv (hot dog, n.d.r).
Le dinamiche però sono ancora fluide, qualche speranza rimane ancora e si dovrà attendere per saperne di più
Ai posteri la dolce sentenza.

D

mercoledì 7 febbraio 2018

La gara delle gare. Sondaggio a valore universale.


Ci siamo.

La gara sta per cominciare. O meglio La Gara, con le maiuscole bene in evidenza. Il contest dei contest, quello che sta già appassionando grandi e piccini.
No, non sto parlando del festival di Sanremo, non scherziamo... Parlo di roba seria! No, nemmeno il Melodiefestival c'entra, no. Più seria ancora, vi dico (sì, è possibile...). Le olimpiadi? Suvvia. Molto, molto di più!

A vari anni dalla presa di coscienza del problema, è ora giunto il momento di mettersi in gioco in prima persona e fare la propria parte perché il dubbio eterno, che angoscia chiunque, sia che in Svezia ci viva o vi si trovi invece solo di passaggio, venga finalmente risolto, una volta per tutte. Bisogna decretare un vincitore. Il paese lo chiede.


Qual è la migliore brioche del Pressbyrån?


Per "brioche" intendo il dolcetto in vendita accanto al caffè nello scaffale apposito, che sia biscotto o meno, duro o morbido (per Pressbyrån si intende invece pressbyrån. Cioè la catena di edicole/tabaccai/negozietti sparse per tutta la Svezia accanto a fermate di metro e bus).
Chiamatela brioche, ma  anche "pasta", "bulle", "cookie", quello che vi pare. L'importante è che si stabilisca chi vince.

Fortunatamente (meno male!) siamo nel periodo della democrazia digitale, e quindi legittimati a stabilire verità assolute a colpi di (pochi) clic. Perché non approfittarne con un bel sondaggione? Serve un volontario che scatti qualche foto delle brioche (l'immagine, si sa, parla più di cento parole, specie quando le parole non le legge più nessuno) e  nel tempo libero le organizzi in una pagina web (e ce l'abbiamo, codesto volontario sono io!!!). Serve una connessione internet (abbiamo pure quella, a scrocco nel bar che mi funge da ufficio). Et voilà. Che la lotta sia intensa, cruenta e senza tregua.


mercoledì 22 giugno 2016

Midsommar for beginners!





Ci siamo quasi. Sta per arrivare!

Ora non starò qui a spiegare nel dettaglio che cosa sia la festa di Midsommar, e cosa rappresenti per gli svedesi. Non me ne vogliano gli amici italiani, ma occorrerebbe troppo tempo, e su internet si trovano già un sacco di notizie.
Diciamo solo che è una antichissima festa pagana (non solo in Svezia, ma in tutto il Nord Europa), celebrazione del solstizio d'estate (che a dire il vero era ieri), e quindi dell'estate che sta cominciando, nonché dei mesi fertili che verranno. Tutta questa gioia si porta dietro anche una coda di malinconia, visto che al tempo stesso le giornate iniziano ora ad accorciarsi, ricordandoci che, seppure ancora lontano, l'inverno è in arrivo (gli svedesi amano scherzarci su, ma è uno scherzare con una coda di amarezza...)


Prima di tutto si fa in campagna, o in mancanza di questa in un luogo aperto e verde. Ma in campagna è meglio. Più in campagna è, meglio è. Tra le mete più ambite, il meraviglioso Dalarna.
Si festeggia con gli amici e la famiglia. Anche qualora si sia in un posto pubblico, ogni gruppo rimane per conto proprio. Niente di strano, si pensi ai nostri picnic di pasquetta...
Si mangia cibo portato da casa, e si beve, si beve tanto (uh, quanto si beve!). In particolare Aringhe, patate bollite e snaps non mancano mai.





Poi, la festa porta con sé un sacco di tradizioni e simboli, legati quasi sempre alla fertilità e al propiziamento della stessa, e la cui origine si perde nella notte dei tempi (era un sacco che volevo usare la frase “si perde nella notte dei tempi”).




C'è il Midsommarstång, il palo di Midsommar (più noto col suo nome inglese, Maypole), dalla simbologia abbastanza evidente e che qui non riportiamo per eccesso di pudore, che viene alzato durante i festeggiamenti al centro dello spazio ad essi dedicato e che è parte fondamentale degli stessi. Attorno al palo si danza in circolo (qui sì si sta tutti insieme) balli tradizionali suonati, se possibile, dal vivo. Questi balli prevedono movenze specifiche, che tutti gli svedesi conoscono, ma che non sono difficili da imparare. Ed è divertentissimo mescolarsi e provare. Si balla e si ride, si ride e si balla (dipende anche da quanti snaps avete bevuto).
Tra di essi, il celeberrimo “Små grodorna”, la danza della rana. Non commento, lascio la parola ai video (1, 2, 3).

E poi tanto altro. Come sanno anche i sassi ormai, in teoria la tradizione prevede che le ragazze in età da marito al ritorno dalla festa raccolgano loro stesse da sole nel bosco sette tipi di fiori diversi, che porranno sotto il cuscino, avendo così la fantastica e unica (beh, una all'anno...) opportunità di vedersi apparire in sogno il proprio futuro sposo. Il fiore è infatti anch'esso simbolo di fertilità.
Nel caso aveste occasione di parteciparvi, vi capiterà di vedere signore, ragazze e bambine con una coroncina di fiori in testa. Corone di fiori sono anche poste sul palo. Anche queste sono (ma vah?) simbolo di fertilità (sebbene con l'avvento del cristianesimo il loro significato si stato traslato a quello di “purezza”)
Ora, c'è chi sostiene a spada tratta che tali corone portate sul capo il giorno della festa siano in origine state, secondo la tradizione, indicazione che la fanciulla che le vesta sia in età da marito, libera, e si presuppone (complice anche tutta 'sta atmosfera di fertilità nell'aria), disponibile.
Raffreddiamo subito però l'entusiasmo dei giovanotti nostrani. Nonostante qualche film degli anni '60, ad oggi è in ogni caso semplicemente una cosa divertente, che tutte quante, anzi tutti quanti (pure qualche burlone del genere opposto, con e senza snaps in corpo) indossano.

Midsommar in Svezia secondo una pubblicità IKEA tedesca. A parte il vestirsi in costume e le ovvie esagerazioni, il fine umorismo teutonico ci prende abbastanza :)



Un' altra spiegazione meno estrema e comunque ironica...

Come al solito, nel finale, il motivo che mi ha spinto a scrivere tutto ciò. E meno male che non volevo entrare nei dettagli. Succede sempre così quando il demone (pagano) della scrittura mi afferra.

Questa volta è una motivazione sociale. Dove e quando andare a festeggiare midsommar? Prima di tutto quando. Si perchè il piccolo particolare è che quello che tutto il bailamme sopra descritto accade a Midsommarafton, il giorno dalla vigilia (cioé, quest'anno, venerdì), che è una vacanza “de facto” in Svezia. Il giorno di Midsommar si dedica al riposo e allo smaltimento degli snaps.

Nell'area di Stoccolma segnaliamo (ma solo per dovere) il parco di Skansen, frequentato più che altro da turisti.
Se si vuole vivere l'esperienza completa, con palo, danze eccetera, e assaporare (per quanto possibile) un'atmosfera autentica, da anni viene organizzata con successo una celebrazione presso il castello di Tyresö (bus 875 da Gullmarsplan, dettagli qui). Ci siamo stati, ed è sufficientemente pazza da essere interessante. Oppure un'alternativa è Hagelbypark (dettagli qui , bus 707 o 708 dalla metro di Alby o dalla stazione di Tumba). Qui non ci siamo stati, ma ce ne parlano bene.


E buon divertimento... :)

venerdì 20 febbraio 2015

Tempi nuovi, facce nuove.




La notizia è già vecchia di qualche giorno e ha ormai fatto il giro del web. Ci siamo, a breve faranno il loro ingresso nella società svedese le nuove banconote. I colori (più o meno) e le dimensioni rimarranno quelle delle precedenti, ma i personaggi che vi sono raffigurati cambieranno totalmente.



Pubblicità di Alecta, pensioni integrative.

In molti si erano oramai affezionati ai vecchi volti, introdotti negli anni ‘90, tant’è che Linneo e compagnia erano persino stati protagonisti di spot pubblicitari. A me dispiace in particolare per la bellissima banconota da 20 corone, quella della scrittrice Selma Lagerhöf, che riporta sul retro il protagonista del suo romanzo “Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson”, e cioè lo stesso Nils, che a cavallo dell’oca Mårten sorvola la Svezia.



Selma lascia però il posto ad un’altra grandissima collega, e cioè Astrid Lindgren, e sulla nuova banconota ci sarà anche una piccola Pippi Calzelunghe (ma il retro andrà purtroppo ad una cartina dello Småland, e non alle avventure della piccola peste).





Un grande omaggio per la scrittice adorata in Svezia e così famosa in tutto il mondo. Le 20 corone sono senza dubbio la banconota più diffusa, e anche in un paese dove l’uso della cartamoneta è ridottissimo, sono presenti in ogni tasca e in ogni protafogli.
Dello stesso segno gli altri cambiamenti. Via i vecchi e storici protagonisti del passato, e largo ai “giovani”. E cioè agli eroi di questo secolo.
Sulle 50 corone, al posto della soprano ottocentesca Jenny Lind comparirà l’autore e cantante Evert Taube, una celebrità qui in patria, molto meno conosciuto all’estero.

Veniamo ai pezzi da novanta. Dalle 100 corone, un altro dei tagli più diffusi, sparisce un colosso, il megalitico Linneo, ed entra un altro mito: Greta Garbo.




E non è finita. Si sentiva la mancanza di un taglio intermedio tra le 100 e le 500 corone, e si è colta così l’occasione di far inaugurare la banconota da 200 corone dal regista Ingmar Bergman, che riceve questo onore anche se scomparso pochi anni fa (la decisione era già stata presa nel 2011, a soli quattro anni dalla sua morte). E inoltre il retro riporterà la mappa della sua regione adottiva, l’isola di Götland, che sarà così rappresentata assieme alle altre terre di Svezia.

La scelta del soprano Birgit Nilsson per 500 corone è stata all’origine di qualche polemica. Non tanto per la sua importanza (anche se va a sostituire re Carlo di Svezia), quanto per alcune sue battute antisemite e per il retro della banconota che la raffigura, tra i tanti ruoli da lei interpretati, proprio in quello di Brunilde ne “La cavalcata delle Valchirie” di Wagner. Si è detto che di questi tempi sarebbe stato meglio evitare.




Il pezzo grosso, le 1000 corone, non avranno più il barbuto re Vasa, titolare di innumerevoli vie, piazze e quartieri in tutta la Svezia,  ma il diplomatico Dag Hammarskjöld, secondo segretario delle nazioni unite (e una delle sole tre persone ad aver ricevuto il premio Nobel dopo la propria morte) e unanimemente riconosciuto come grande uomo di stato. Fu anche il fondatore delle forze di intervento dell’ONU, e tra i protagonisti della risoluzione delle crisi internazionali degli anni ’50. Morì ancora in carica a soli 47 anni mentre si stava recando a negoziare un “cessate il fuoco”.




Dag Hammarskjöld con J.F. Kennedy (sopra) e con le truppe ONU in Congo (sotto)


Manca qualcuno? Sì, per alcuni avrebbe dovuto ricevere lo stesso onore l’esploratore Amundsen, per altri addirittura lngrid Bergman. Ma il primo era forse troppo “vecchio”, la seconda per quanto la si dica in patria “perdonata” paga forse ancora la sua fuga dalla famiglia per la storia d’amore con Rossellini. E la presenza della “divina” Garbo non lascia comunque posto ad altre attrici.

Solo due parole per quanto riguarda le monete, i cosiddetti spiccioli: anche loro cambieranno, e pure tanto. Diventeranno molto più piccole e leggere, un po' come i centesimi di euro. In tempi di crisi, forse il padellone da cinque corone era un po' troppo costoso...

Bene, le banconote ci sono, ora bisogna guadagnarsele.
Per questo motivo vi saluto,


D

lunedì 6 agosto 2012

Cibo e "qui pro quo" linguistici


Già tempo fa ho narrato delle divertenti avventure che è possibile vivere passeggiando tra gli scaffali dei supermercati svedesi. Come dimenticare la storia degli omogeneizzati, o quella dei ravioli in scatola in periodo di autogestione.
Più recentemente, fattomi col tempo ruvido e impermeabile alle pseudostranezze gastronomiche locali, mi sono accontentato di segnalare piccole curiosità e qui pro quo linguistici che possono portare a un sorriso mentre si naviga tra le corsie alla ricerca del sale (che, fateci caso, in qualsiasi nazione viviate, non si trova MAI subito. C'e' un suo perché, ma non andiamo fuori tema...). L'anticipazione è stata data con il salmone "SALMA". Ora proseguo con un altro "alimento", la cui scoperta è stata di recente notevole fonte di ilarità mia e di Giusi.
Vi piacciono i piatti italiani? Ah, ma allora dovete cucinare usando un mix di spezie italiane! Ma italiane vere, mica roba da stranieri. E allora che c'è di meglio di questo?


Letto bene il nome? NO? Ingrandisco.


Mix di spezie "Il Pappone". Vogliamo commentare? No. :))))


E non è finita qui... Che dire dello yoghurt "Bifido"?... Sì, lo so, il nome è ispirato dal bacillo ivi contenuto, ma visto il suo significato italiano a me fa un po' sorridere lo stesso...



Vi lascio infine con una chicca che è rimasta nel mio cellulare per due anni e che trovo solo ora il "coraggio" di pubblicare. Si tratta di terriccio per piante che viene venduto in pallette. Eccolo.



Direi che è il caso di chiudere qui...

A presto,

D




mercoledì 6 maggio 2009

Majblomma


Questa volta sono io a intitolare un post con una parola svedese. Fiore di Maggio. Bello, no?

I fiori sono di carta, e sono colorati. Sono montati su spillettine, ma non solo. Ogni anno un colore diverso. Ogni anno, sin da Aprile, per le strade di ogni città svedese si possono incontrare bambini che li vendono. E' una lodevole iniziativa benefica nata addirittura nel 1907, a Göteborg, grazie al lavoro di un'intraprendente signora del luogo, Beda Hallberg.


Una parte dei fondi raccolti rimane alla classe dei bambini che vendono i fiori ed è utilizzata per piccole attività, un'altra parte viene data all'omonima associazione che coordina la gestione di varie iniziative, tutte rivolte ai bambini ("Barn hjälper barn" è il motto). Dal sostegno ai bambini portatori di handicap, ai contributi per comprare occhiali e vacanze in colonia per i bambini provenienti dalle famiglie meno agiate. La tradizione è molto forte e molto sentita in Svezia e si è diffusa anche in altri paesi scandinavi.

A onor del vero c'è anche un piccolo strascico polemico. Fino al 1997 i fiori erano prodotti in Svezia, poi la fabbrica ha chiuso e la produzione è stata spostata in Cina, con un notevole aumento degli introiti e della produzione stessa. Nulla da dire dal punto di vista economico, ma in un paese dove i diritti dei lavoratori sono sacri, le foto delle fabbriche cinesi e i miseri guadagni degli operai non sono piaciute.
Ma rimane comunque una bella iniziativa. I colori di quest'anno sono il rosso e il rosa. Eccone qui uno.

venerdì 13 marzo 2009

E cammina, cammina... arrivarono in Arizona


Chiunque si trovasse a passare per qualche giorno nei vari dipartimenti del Karolinska Institute, non potrà fare a meno di notare con una certa frequenza il ripetersi della stessa scena. Due o più persone che si incontano per i corridoi, a pranzo, sui sofà della sala comune, in caffetteria, in cucina (eh, sì, ci si tratta bene qui), che dopo essersi salutate si chiedono a vicenda: "A quanto sei oggi?" E prima di rispondere controllano un contapassi attaccato alla cintola: "Seimilasettecentootto". "Ah, beato te! Io sono ancora a quattromilaedue. Stasera mi tocca dell'extra jogging".
La competizione non è ancora iniziata, ma tutti sono già eccitatissimi.


Quale competizione? Qualche tempo fa è comparso un avviso: l'Università dell'Arizona (ASU) e il Karolinska Institute di Stoccolma (KI) hanno dato il via al progetto ASUKI. Ora, pur facendone parte come verrà a breve rivelato, non ne conosco tutti i dettagli e al momento non riesco neppure a documentarmi, per cui mi limiterò a fornire nformazioni di massima e a riportare i dovuti link.
Si tratta di reclutare il maggior numero possibile di individui fra tutti i dipendenti e gli affiliati alle due strutture (dai dottorandi in su, per intenderci) in team di 3-4 persone, fornirli di contapassi, di un elaborato questionario e di una buona motivazione per camminare ogni giorno per almeno 10.000 passi.
La buona motivazione risiede principalmente nel fatto che la squadra che supera per più giorni questa soglia vince un viaggio e un soggiorno in Arizona. Un altro team vincente sarà sorteggiato fra tutti i partecipanti, e altri ricchi premi e cotillon saranno distribuiti agli sconfitti.
E' un progetto scientifico: alla fine dei SEI MESI (lo enfatizzo perché a me era stato detto due mesi, sennò col cavolo che mi beccavano), con un altro questionario e, pare (ehm, non ho letto bene) alcune visite mediche volontarie e random, verranno valutate numerose variabili relative alla salute psicofisica dell'individuo.


Io sono stato reclutato all'ultimissimo momento, poco prima della scadenza del termine per iscriversi, e ho già ricevuto il mio contapassi (che poi potrò tenermi... vabbe', è una robina da 5 euro), con su scritto ASUKI. Non ho ancora compilato il questionario perché non ne ho voglia, ma lo farò prima di lunedì, quando la gara avrà ufficialmente inizio. Ho però scoperto che praticamente TUTTI sono iscritti e fanno parte di qualche team.
Il nostro si chiama Data Rats ed è il team più improbabile che si sia mai visto: Capogruppo Jingmei, dottoranda di Singapore con una passione per tutto ciò che è fashion e ritmi tutt'altro che sportivi, diciamo rilassati. Poi Lovisa, anche lei dottoranda ma stoccolmese doc, ipersportiva, iperginnica, che attualmente segue almeno 4 corsi fra danze orientali, fitness, e svariate altre attività (di quelle robe che, quando le vedo scritte sul tabellone in palestra, mi ritrovo per una metà atterrito al pensiero di che cosa si riesca a studiare per spillare quattrini alla gente e per l'altra ammirato per la fantasia che gli addetti ai lavori dimostrano nel combinare pratiche etnico/ginniche con la svariata e perennemente in rinnovo accessoristica da palestra).
Segue Lisen, ricercatrice svedese, che vive in un paesino appena fuori Stoccolma, neomamma per la seconda volta che si è imposta di camminare un po' di più per tornare in forma. Dulcis in fundo, io, che da bravo italiano avevo già studiato un modo per attaccare il contapassi ai conigli.
Insomma, al di là di ogni speranza.

L'idea del coniglio che corre al mio posto è in realtà abbastanza inutile per un motivo che farà inorridire tutti gli italiani che leggono (e cioè, credo, più o meno tutti quanti). Tenetevi forte. Inizia come una barzelletta (e forse lo è):
sapete come fanno a controllare quanti passi ogni persona compie ogni giorno?
No, i risultati non vengono trasmessi automaticamente dal contapassi al centro di raccolta dati via internet, sms, ecc...
No, non vengono nemmeno immagazzinati dall'aggeggio e poi scaricati alla fine del concorso...
Vi arrendete?
Ok, ve lo dico io. Siete seduti? Bene.
Semplice, ce lo chiedono. E noi, cortesemente, glielo diciamo.
In breve: si fidano.

Scusate, faccio fatica a scrivere perché l'eco delle risate di scherno proveniente dall'Italia intera copre i miei pensieri, ma questo è il succo. Noi segnamo su un foglio quanti passi facciamo e poi entriamo in internet e lo scriviamo. Punto.

Chiudo volutamente qui il discorso, aggiungendo soltanto che, quando ho detto a Lisen "Ma così chissà in quanti fregheranno!", ho ricevuto per tutta risposta uno sguardo inorridito e un "Starai scherzando, vero?"

Io e Lisen che ci alleniamo in una tiepida giornata primaverile a Stoccolma

Comunque, scherzi a parte, ho intenzione di provarci sul serio, e anche le altre del mio team hanno la stessa spinta. Non sottovalutiamo la bi-mamma, che alla mattina quando arriva in ufficio ha già al suo attivo quasi cinquemila passi, spesi solo per rincorrere i bambini per casa e accompagnare il più grande all'asilo e la piccolina dalla nonna. Jingmei ha già iniziato ad andare tutti i giorni a fare la spesa a piedi. Lovisa è una sicurezza, manterrebbe senza fatica una media ben più alta.

E dal canto mio, io non ho nessuna intenzione di barare, o comunque intendo farlo il meno possibile.
Promesso.

Arizona, arrivooooooooo!

Io finalmente arrivato in arizona, a piedi.

giovedì 26 febbraio 2009

Laser, conigli e principesse

Può succedere quando meno te l'aspetti di avere una settimana strana. Magari una settimanina che parte bella tranquilla e che poi all'improvviso svolta e si trasforma in un grammelot dadaista.

L'altro giorno Mauro mi fa: "Ci vieni al Laserdome?" Il laserdromo, a mio parere, è una di quelle cose decisamente anni '80, ma che al contrario delle giacche con le spallone e dei Duran Duran, non schiatta mai. Ci sarà un perché, mi sono chiesto.

Questa curiosità, unita al fatto che negli anni '80 ero troppo timido per fare qualsiasi cosa che comportasse un'aggregazione sociale anche minimerrima e perciò non l'avevo mai provato, mi ha spinto a rispondere: "Orpo!" nonostante fossi stanco morto stremato per motivi tuttora a me stesso ignoti.
Organizzazione Sandrino, che quando si tratta di aperitivi fancy o laserdromi non sbaglia mai. Ci troviamo a Rådsmangatan (beh, "troviamo" è una parola grossa. Quando ti dai appuntamento a Rådsmangatan devi mettere in conto un quarto d'ora al cellulare, con relativi: "Dove sei?" "Vicino al PressByran". "Anche io". "Ma non ti vedo". "Alza un braccio". "Fatto". "Ah, ti ho visto... 'spetta... No, non sei tu". "Sono quello con la sciarpa a striscie". "Non vedo ne sciarpe nè strisce". ecc. ecc.). Alla spicciolata si radunano 16 persone. Tra queste, 11 mi sono totalmente nuove. Ricordo che erano tutte persone simpatiche, ma non ricordo né il nome, né la nazionalità di nessuno, grossomodo metà fanciulle e metà fanciulli.




Abbiamo preso il locale tutto per noi e ci siamo divertiti un sacco. Io me la sono cavata abbastanza bene, arrivando nel primo round 8º su 16 e nel secondo 6º su 12, seguendo un'onorevolissima linea di tranquilla e sobria medietà che ben mi si confà, in puro stile lagom.
Sono stato massacrato da Sandrino. Sono stato inseguito come un pollo da una ragazza che zitta zitta quatta quatta tomo tomo cacchio cacchio mi sparava alle spalle, aspettava che tornassi attivo e mi risparava, e così via per minuti interi, mentre io ignaro combattevo con il nemico che mi stava di fronte. Ho rambescamente saltato da un riparo all'altro, svoltato velocemente angoli a pistola spianata, colpendo in fronte in un'occasione un'altra ragazza che continuava a ripetere poco furbescamente l'errore di sporgere dall'angolo prima con la testa poi con la pistola. Ho cavallerescamente chiesto scusa e alzato le braccia offrendomi alla giusta e meritata esecuzione.
Insomma divertente. Andateci vestiti leggeri, che si suda.
Per la cronaca, alla fine ha vinto proprio Mauro, notevolmente dotato di una midiciale miscela di maestria tattica e precisione di tiro. Che facesse sul serio lo abbiamo capito quando prima di entrare si è andato a cambiare in bagno ed è tornato tutto vestito di nero.

Tornando a casa mi sono fermato a comperare del sushi per Giusi e dei broccoli per i conigli. Ah, non ho ancora detto dei conigli? Si chiamano Luna e Gimli, vivono nel nostro soggiorno, all'interno di un recinto che occupa un quarto circa della stanza. Fanno tante palline di cacca, mangiano continuamente e, con grande disappunto di Giusi, non si lasciano prendere in mano per farsi accarezzare. In pratica li puoi solo guardare dormire e litigare. E pulirsi le orecchie con entrambe le zampine anteriori unite. Quello è molto divertente.
Ce li hanno portati qualche giorno fa Daniela e Andre, due nostri amici tedeschi che ci hanno chiesto di ospitarli per due settimane. A dire il vero noi ci aspettavamo una gabbietta di medie dimensioni e conigli relativamente proporzionati. Invece il tutto è arrivato in scala 4:1, con in più un sacco pieno di fieno e uno di segatura.
Luna in particolare non ha gradito il cambio di residenza e ha reagito inquieta provocando e combattendo il povero eunuco Gimli, nonché lanciando di tanto in tanto grida ventrali mai udite prima dagli stessi proprietari. Ora le cose sembrano essersi calmate, ma la prima notte è stato un incubo.
Alzarsi alle 3:30 per andare a rimproverare un coniglio che non sta zitto non ti fa sentire la persona più brillante dell'universo.

Da qui all'evento della settimana per alcuni e del mese per altri, il passo è breve.
L'evento: il fidanzato della principessa Victoria le ha chiesto di sposarlo. E lei ha risposto: "Ja, ja, ja". Virgolettato su tutti i giornali. Che c'entra coi conigli e il laserdromo? Ma come? Questa è schizofrenia narrativa pura, senza la necessità di un minimo sforzo immaginativo, visto che è tutto vero e concomitante.

L'erede al trono di Svezia Victoria. L'unica donna al mondo erede al trono.
Ah, strano come gli svedesi si ostinino a negare ciò
che a suo tempo fece scalpore e di cui sarebbe
educativo per molte ragazzine di questo paese parlare,
e cioè i suoi passati problemi di anoressia
e come ne è felicemente uscita.

Comunque, la principessa si sposerà. Quando non si sa, ma la cosa pare certa: si farà.
Victoria sarà la prima regina (nel senso di capo della monarchia, non di moglie del re) dopo tantissimo tempo (credevo la prima di sempre in Svezia, ma ieri sono stato smentito da un collega svedese, mah... Attendo ulteriori lumi dai lettori). In passato il titolo veniva trasmesso da padre a figlio maschio, e le figlie femmine non potevano essere eredi al trono. Ora, in virtù della tanto sbandierata parità svedese tra i sessi (e, dicono i maligni, anche grazie al fatto che Victoria è quella un pelo più sveglia tra i figli di re Gustav, che pare non brillino certo per intelligenza e carisma... ma, aggiungo io, questo non mi sembra sia mai storicamente stato un problema per nessuna casa regnante), la costituzione è stata modificata e Victoria sarà regina.
Che bello!
C'è la favola del Cenerentolo moderno, venuto a Stoccolma da un minuscolo paesino del centro-nord del paese, figlio di un impiegato ai servizi sociali e di una bancaria, prima personal trainer e poi proprietario di una palestra in città (oh, che volete! Queste sono le favole moderne, o così o niente!)
C'è anche l'anello (che anello regali all'erede al trono? Entri in gioielleria e dici: "Vorrei fare bella figura, ma non posso spendere più di tanto. Ho solo i soldi dell'ipoteca sulla palestra, in più posso aggiungere un corso di kick boxing in omaggio, che per un gioielliere al giorno d'oggi può tornare utile..."), sul quale si è scatenato il gossip di mille Alfonsi Signorini.
C'è un lungo fidanzamento, sei anni (o sette, boh), che alcuni dicevano dovesse durare per sempre, c'è l'opposizione dei tradizionalisti che non vedono di buon occhio il diluirsi della purezza metilenica del blu circolante per i regali vasi sanguigni, c'è tutta una sorta di eccitazione popolare, in cui tutto è frizzantemente proiettato verso il futuro.
C'è il primo ministro (credo, o comunque chi è preposto alla cosa, ora non ricordo, ma un signore dalla faccia seria, ho visto la foto...), che si dice contento e dà la sua benedizione, perché il giovine è un bravo ragazzo. Sì, perchè in Svezia, senza l'autorizzazione statale, l'erede al trono non si può sposare. Toh mo'.
C'è la domanda più attesa, che ha lasciato per ore trepidante l'intera popolazione. "Ma Victoria, anche tu hai sentito il 'click'?".
Questo perché il buon Gustavo, l'attuale re, nella sua giovinezza disse di essersi accorto che la futura regina brasilo-teutonica Silvia era "quella giusta" perché non appena la incontrò sentì un "click". I bravi giornalisti hanno aspettato trent'anni, ma ora sanno cosa chiedere.
Victoria ha molto diplomaticamente risposto che il loro amore è nato e cresciuto piano piano nel tempo, acquistando lentamente spessore, come un buon vino in barrique (la cosa del vino in barrique, Victoria non l'ha detta, l'ho messa io...), che il principe consorte Daniel, detto Bobo (Principe Bobo...che ridere!), è stato prima di tutto sempre il suo migliore amico... ecc. ecc. Toh mo'.


Il re Gustaf. Non sembra un po' Braccio di Ferro e un po' Capitan Findus?

Ce ne sarebbero ancora, di chicche simili, ma non voglio elevare ulteriormente i contenuti di questo blog, per cui la pianto qui.
Del resto devo sbrigarmi ad andare a comperare ancora broccoli per i conigli prima che i negozi chiudano. Orpo, come gli piacciono i broccoli! Tra loro e Giusi, che ogni tanto se ne frega un po' per pranzo, non sto dietro a comprarne...

Saluti,

D

giovedì 29 gennaio 2009

lagom...

... ovvero come vivere da patate lesse ed essere felici!

lagom /ˈlaːˌgom/ significa né troppo, né troppo poco. ma non è semplice tradurre con una sola parola quello che a detta di tanti è intraducibile in italiano, un aggettivo (e anche avverbio) che indica un concetto di sufficienza, moderazione, appropriatezza, convenienza e conformità insieme. un'ottimale condizione intermedia.

lagom è la forma mentis del medelsvensson, il mario rossi della svezia. è l'amico che si guarda bene dal darti troppe informazioni riguardo ai propri successi e allo stesso modo preferisce non sentirti dilungare circa i tuoi, di cui potrebbe anche essere un filo invidioso. lagom è la carne cotta al punto giusto. è l'atteggiamento di chi evita di mostrare troppo entusiasmo e anche quello di chi non si lamenterebbe mai a voce alta, nemmeno sotto tortura. lagom significa rifuggire qualsiasi ostentazione e rammentare di non ringraziare mai con troppa enfasi. è lo stesso design svedese (e scandinavo tutto), per certi versi. è l'esatta quantità di caffè da bere al fika aziendale del venerdì pomeriggio, la congrua porzione di purè che ci si serve in piena autonomia dalla zuppiera al centrotavola. è l'ospite che ti accoglie in casa propria senza invitarti a sedere e non perché preferirebbe vederti levare l'ancora quanto prima, ma perché ritiene sia doveroso lasciarti la possibiltà di scegliere. in fondo, lagom è la socialdemocrazia che si è fatta promotrice del cosiddetto modello svedese.

insomma, uno stile di vita ecosostenibile in cui tutti ottengono la propria parte senza prevaricare sugli altri. hmm, bello. e dico sul serio. ma se è vero che mi sono sempre sentita più lagom che individualista, l'idea a volte mi mette i brividi. che a essere lagom ci si tarpi un po' le ali da soli?


p.s. leggendo un bel blog scovato di recente, sono venuta a conoscenza di un nuovo concetto, a mio avviso in parte assimilabile a quello di lagom: la legge di jante. occorre solo capire fino a che punto la scandinavia si stia scostando dalla severità di questo codice e se sia un bene o un male...

mercoledì 21 gennaio 2009

brunnsviken är frusen!

è dai primi del mese che brunnsviken, il piccolo fiordo dietro casa che ho più volte attraversato in kayak, è completamente ghiacciato!

di ritorno da abisko, con 14 gradi sottozero a mezzogiorno ci siamo goduti una delle più belle passeggiate mai fatte a stoccolma, crack e rumori cupi provenienti da sott'acqua compresi.

su flickr ho pubblicato qualche foto di quella camminata e delle altre piccole escursioni degli ultimi giorni.

lo strato solido aveva sempre uno spessore di almeno una spanna, a giudicare dalle sottilissime spaccature che di tanto in tanto tagliano in verticale la lastra trasparente. e dato che il ghiaccio non è certo elastico, crepe e fenditure sono normale amministrazione. ma occorre essere più che cauti.

chi pattina per lunghe distanze non si sposta mai senza fischietto, rampini di sicurezza e funi galleggianti da lanciare ai compagni in caso di tuffo in acqua gelida. uno zaino in spalla fa da salvagente.

noi ci siamo avventurati in mezzo al fiordo solo perché decine e decine di persone lo stavano attraversando con tutti i mezzi possibili: a piedi, con i pattini, trainati dai propri cani, in bici, a vela, con passeggini o carrozzine al seguito. ma mai e poi mai ci saremmo fidati ad andare da soli!

il colore del ghiaccio è uno degli indicatori più affidabili quando si tratta di valutare la consistenza dello strato gelato (più è scuro, meglio è), ma i fattori da considerare contemporaneamente sono molti: spessore (di solito 10 cm bastano per sostenere una persona che cammina), eventuale presenza di neve, numero di bolle d'aria intrappolate sotto la superficie, correnti d'acqua che scavano sotto la lastra di ghiaccio, temperatura esterna, ecc.

l'emozione di spostarsi su uno specchio che riflette cielo e nuvole è grande, ma sconsigliamo vivamente di fare di testa propria. camminare sul ghiaccio non è mai sicuro al 100%!

in rete si trovano numerosi consigli e indicazioni, eccone una sintetica lista in inglese.

mercoledì 3 dicembre 2008

A touch of Sweden



Come chiunque altro qui, ci siamo meravigliati del boom di utenti italiani che ultimamente hanno creato e stanno creando un account su Facebook. Facebook è in giro da un bel po', ma chissà perché in Italia non aveva ancora preso piede. Nel gruppo degli amici in Svezia io sono stato uno degli ultimi ad entrarci, circa un anno e mezzo fa, e ora siamo alla fase opposta: molti si sono stufati e stanno disabilitando l'account.
Al tempo stesso fa un po' ridere come la stampa italiana abbia scoperto la "gallina dalle uova d'oro" e trovi qualche cosa da dire ogni giorno, passando dalla demonizzazione all'esaltazione della cosa.
Comunque era un po' che l'idea mi frullava per la testa, e a beneficio di tutti i lettori e amici ho fatto una piccolissima applicazione, di quelle nello stile: "Manda un regalo". Niente di che, solo qualche immagine postata utilizzando un semplicissimo programmino, ma è l'occasione per condividere quelli che secondo me sono gli aspetti più caratteristici o più buffi, spesso non pubblicizzati, della Svezia.
L'applicazione si chiama "A touch of Sweden", che mentre scrivo scopro essere il titolo di un film erotico degli anni '70 (O_o !!!). Probabilmente non tutti saranno in grado di cogliere il perché di alcune immagini presentate, dato che hanno un significato chiaro solo per chi vive qui. Ma su richiesta posso spiegare.
Se avete Facebook e volete divertirvi a mandare qualche immagine agli amici, dovreste trovare facilmente l'applicazione. Se non ci riuscite e non siete tra i miei "amici", mandatemi pure la richiesta per diventarlo. Il nome lo sapete (Davide Valentini, sono riconoscibile anche dalla facciozza che appare quando commento), e nel messaggio allegato alla richiesta inserite qualcosa tipo "dal blog", "da siamoastoccolma", cose così, insomma. Così l'invito all'applicazione poi ve lo mando io.

Per ora ho stanziato una 40ina di immagini, ma le inserirò un po' alla volta per problemi relativi all'applicazione.
Beh, tutto qui.

Ciao!

giovedì 13 novembre 2008

låt julen blomma!

è il titolo che campeggia sull'ultimo numero di allt om trädgård, tutto sul giardinaggio, la rivista mensile che mi è appena arrivata per posta e che ricevo dalla scorsa estate... gratis! non che sia gratuito il giornale, intendiamoci, eppure per qualche strana combinazione mi arriva a casa senza che abbia sottoscritto alcun abbonamento. mistero.

ma ben venga, data la mia passione per piante e fiori. e che il natale sbocci! non aspettavano altro, gli svedesi già stanchi del buio che prestano tanta cura ai dettagli, che tanto amano decorare le proprie case, non solo a natale. e attenzione, non userei il verbo "addobbare", che con il suo doppio carico di d e b fa pensare anche a un carico extra di fronzoli vari, no... in svezia, le case tuttalpiù si adornano!

mercoledì 12 novembre 2008

lönesamtal

negoziazione dello stipendio

visto che in svezia questo è il periodo in cui gli impiegati di ogni settore e i rispettivi datori di lavoro si incontrano vis-à-vis per ridiscutere dello stipendio, ecco un filmato sul funzionamento dei sindacati svedesi.

illuminante.

grazie a report, rai tre, e al nostro amico mauro, che ne ha parlato a sua volta qui, già qualche tempo fa.

... e per fortuna le cose di solito non vanno come nella vignetta!

lunedì 15 settembre 2008

Surströmming. The final chapter.

Ieri, alle ore 19.00, si è compiuto un rito che ci ha resi un pochino più svedesi e al tempo stesso ha fatto sì che ci venissero mostrati nuovi orizzonti olfattivi e gustativi. Visto anche il risultato del sondaggio lanciato tempo fa (quindi anche un po' colpa vostra) abbiamo deciso di provare il surströmming.


Mioddio. Diommiomioddio.

Ci era stato spiegato da molti che l'odore era disgustoso, ma che il sapore non era poi male. Qualcuno aveva tenuto a puntualizzare che l'odore era disgustoso e il sapore pure. Ma, a tutt'ora, posso affermare che non avevamo sufficienti indizi per formulare una scelta obiettiva.


Ieri ci siamo recati a casa di Amy e Sofia e lì (...mannaggg...) si è compiuto il misfatto.
Siamo andati in terrazzo dove Sofia ha aperto la scatoletta.
Più o meno già immaginate cosa sia successo, soprattutto se avete letto questo post. Avete presente l'odore di cadavere? No?, Ok, vi è mai capitato di andare in ferie e tornare dopo quindici giorni scoprendo che si è rotto il freezer dove giacevano hamburger ormai marci nell'acqua dello scongelamento? Vi sono per caso venuti conati di vomito?

Appunto.

Noi siamo scappati di corsa mentre Sofia preparava i piatti.

Rullo di tamburi... Apertura della scatoletta...


La scatola ormai aperta. Notare il liquido grigio-marrone

Ma questo ce lo aspettavamo... (più o meno..., alla putrescina e alla cadaverina non si fa mai l'abitudine).

Quello che non avevamo bene capito era cosa sarebbe venuto dopo.
Posto che Sofia e Amy avevano predisposto ciotole con cipolle a dadini, pomodori a dadini, patate bollite, burro salato, formaggio da affettare e tunnbröd, e che eravamo ben preparati ad affrontare il seguito, ognuno si è coraggiosamente preso il suo piatto. Ohi, non ci si stava davanti!!! Impossibile. Dovevi sempre tenerti a distanza e operare lateralmente.

Io che tento di pulire il pesce. La mia reazione è assolutamente spontanea e non esagerata per la fotografia

In più non avevamo idea che il pesce marcio fosse in realtà ANCORA DA PULIRE. Cioè, viene messo via a marcire nella sua acqua con ancora le interiora dentro. Solo la testa è stata tolta (a questo punto non capisco perché... marcio per marcio). Vi giuro che non sto esagerando. Marcio. Non nel senso di spappolato dalla putrefazione, ovviamente, anzi ancora tosto e lucido. Ma marcio.

A questo punto la prima cosa da fare è aprire il pesce e rimuovere le interiora. Si può immaginare la nuova zaffata di odore che ne viene fuori. Una volta estratte le interiora marce e messe di lato nel piatto (o meglio buttate proprio via, incartate e spostate a debita distanza, se non si è masochisti), si ribalta il pesce aperto sulla pancia e gli si schiaccia la schiena, in maniera da avere una sorta di doppio filetto. Si ribalta nuovamente questa volta sulla schiena il pesce schiacciato e gli si rimuove la lisca. La pelle rimane.
Il tutto sempre con esalazioni di marcescenza costanti.

Poi si fanno dei pezzettini che si mettono sul pane insieme a burro salato, patate, cipolle (consigliate TANTE), ecc., ecc., si mangia e ci si beve su birra o snaps.


A questo punto se ne assapora il gusto.




Cercando di rimanere il più obiettivo possibile, cosa che credo di saper fare, visto che in materia di cibo non ho assolutamente preconcetti, il sapore che vagamente si sente è quello dell'aringa, che tra l'altro a me piace molto. Ma vagamente. Il tutto è sovrastato dal sale. Di per sé questa non è una cattiva cosa, ma non giustifica il perché consumare surströmming invece della semplice aringa.
Quello che in realtà differenzia i due piatti, è il retrogusto, che si fa sentire appena deglutito il boccone, e che corrisponde esattamente all'odore che si era percepito fino a poco prima. Marcio.
Permane a lungo in bocca il sapore della putrefazione.

Deduco (e temo) che sia questo che intriga tanti estimatori, ma ciò va contro ogni mia logica. Quell'odore e quel sapore sono la maniera che la natura ha per dirci: "Non buono! Non mangiare! Vomita!". Mi risulta difficile credere che possa costituire prelibatezza di qualsiasi tipo.

Inoltre non finisce qui. Si può mangiarci su altro, berci vino, amaro, lavarsi i denti dieci volte, il sapore continua a riproporsi per ore, proveniente dal profondo del tuo stomaco (e ci credo, sta cercando di ribellarsi con tutte le sue forze a quello che gli è stato introdotto).



Nel mio caso, ciò ha causato una notte tormentata, in cui il mio corpo ha portato avanti un'eroica battaglia contro l'invasore, e ne uscito debole vincitore, madido di sudore e stremato.
Nel frattempo, la mia mente ha cercato una fuga nel sogno, a dire il vero uno dei più belli che mi sia trovato a fare da tempo. C'entravano un'originale razza di alieni che aveva sopraffatto numerose civiltà di questo universo e un paio di altri, invadendole dall'interno del loro potente pianeta-astronave.



Grazie a una serie di miracolose coincidenze nonché all'abilità di un manipolo di coraggiosi, una piccola parte degli oppressi riesce a cavarsela e a trovare rifugio appena sotto la superficie del pianeta-astronave dei cattivi, in una situazione che non permette agli alieni di disfarsene, pena la distruzione del loro stesso pianeta. I superstiti delle varie civiltà organizzano la loro vita quotidiana in questa nuova condizione, in una sorta di simbiosi con gli alieni, maldigerita dagli alieni stessi. E anzi, ad ogni nuova specie che questi invadono e distruggono, riescono a fare in modo che qualcuno si possa rifugiare da loro.


In più non rinunciano ai tentativi, nel tempo sempre più efficaci, di sconfiggere i loro originari distruttori.



La svolta avviene quando il grande capo e ispiratore dei ribelli si trova a lottare per la propria vita in seguito a un banale avvelenamento dovuto a intrighi interni alla nuova società appena formatasi. Gli altri al comando realizzano di non possedere la tecnologia medica e scientifica necessaria a salvarlo, e che senza quest'uomo la civiltà ribelle non ha futuro, non hanno scelta che scendere ai patti con gli alieni, legando a doppio filo la loro esistenza con quella dei loro nemici, in un modo che non mi dilungo a descrivere.



Ovviamente non so come va a finire il tutto perché mi sono svegliato.


giovedì 11 settembre 2008

kräftskiva




Crayfish party.

Anche se il titolo è in svedese, questa volta il post non è di Giusi, ma mio (Davide). Le rubo lo stile in questa particolare occasione, per raccontare del fantastico crayfish party da noi appena provato.

L'anno scorso l'avevamo saltato ed eravamo rimasti con la curiosità... un piccolo pezzo di Svezia che ancora ci mancava.
Ieri sera la nostra amica Barbara ha organizzato per gli amici del gruppo di lavoro un crayfish party in piena regola, perfetto nei minimi dettagli.
Ma andiamo con ordine, e partiamo da dove di solito si parte... dall'inizio.

Che cos'è il crayfish. Astice? Gambero? Astice d'acqua dolce? Gambero d'acqua dolce? Non mi inoltro nella traduzione del termine perché so che i crostacei, assieme alle bacche, sono una delle sfide che più esaltano i nostri amici traduttori. Però metto una foto.


E' un'antica tradizione svedese (POI esportata anche in Finlandia) organizzare cene a base di crayfish alla fine dell'Estate, da metà Agosto a metà Settembre, più o meno.


Questo deriva dal fatto che in seguito alla pesca indiscriminata e alla diffusione di un parassita nocivo, la popolazione di crayfish è stata decimata, e solo minime quantità ne sono sopravvissute. Da lungo tempo la pesca del crayfish svedese è proibita al di fuori dei mesi citati.
Il crayfish rischia ancora l'estinzione, oggi più che mai, e quello che appare sulle tavole degli svedesi non è quasi mai crayfish autoctono, ma in generale statunitense o cinese, che si trova quindi tutto l'anno. Nonostante questo, l'usanza di cibarsene in questo particolare periodo è rimasta.

Il party va organizzato secondo precise caratteristiche e prevede:


del crayfish. Tanto crayfish. La ricetta tradizionale prevede la cottura tramite bollitura con aneto (usatissimo qui in Svezia). Il nostro era stato preparato da una signora che conosce Barbara secondo una vecchia ricetta. Buonissimo.
Coltellini per aprire il crayfish e pinze per schiacciare le chele.
Cappellini di carta con su disegnato il crayfish (1, 2, 3, 4, 5). Noi ne avevamo di bellissimi.
Knäckebröd, il tipico pane croccante ai cereali. Quello a nostra disposizione era prodotto artigianalmente e molto buono.
Burro salato da spalmarci sopra.
Västerbotten ost, saporito formaggio del nord della Svezia.
Snaps, tanto snaps. Tutti di sicuro sanno cos'è lo snaps (chi non lo sa a quest'ora avrà già cliccato sul link), e il nostro era stato preparato da Barbara secondo una ricetta particolare, che mi ha detto e che ora non mi ricordo più, ma mooolto buono.

Noi avevamo tutto, di prima qualità, Barbara aveva curato come ho detto ogni dettaglio.
Da bravi italiani, abbiamo allegato anche del Prosecco di Valdobbiadene nonché, a fine pasto, sorbetto al limone e all'hallon.

Che bontà.


Si mangia con le mani, e la prima cosa che si fa appena lo si è aperto è succhiare rumorosamente il sughino all'interno, poi si svuota tutto lo svuotabile. Si alterna il tutto con uno snaps e con un po' di pane, burro e formaggio ogni tanto; si canta, si fa confusione, e si torna a casa sotto la pioggia dimenticandosi l'ombrello. Ok, quest'ultima parte non è obbligatoria, ma solo quello che è successo a me, ma il resto sì, compresa la cosa del succhiare rumorosamente.

E' stata una bellissima serata, e devo dire che da oggi mi sento un pochino più svedese.