sabato 29 maggio 2010

Uuuhhhhh... Che domenica!!!

Un post veloce veloce per dare un paio di indicazioni su cosa fare domani.

È un po' tardi, lo so, ma si apprezzi il tentativo: diciamo un "blog di servizio last minute"...Per chi è lì pronto a cogliere l'attimo.

1) Due care amiche ci comunicano che domani si terrà un'edizione speciale del mercato all'aperto di Hornstull strand, lo "Street". La zona è veramente molto carina, sia di giorno che di sera, e il mercato pare sia divertente. Noi, tra una cosa e l'altra, non abbiamo avuto mai tempo di andarci, e probabilmente non ce la faremo neanche domani.
Ecco un link che ne parla (in Inglese). Fermata Hornstull, linea rossa della T.




le foto dello "Street" sono di Anna t, da flickr

2) Sempre per domani, il comune di Solna ha organizzato l'Haga Day, la festa annuale dell'Haga Park, uno dei più grandi parchi cittadini. Ne abbiamo parlato tantissime volte nel blog, visto che è a pochi passi da dove abbiamo abitato per due anni, ed è un luogo di ritrovo classico in Primavera ed Estate. Alla festa di domani ci saranno stand gastronomici, clown, battelli colorati per il lago, animali e attrazioni varie. Il parco è molto grande, una mappa e il programma dei vari eventi si trovano qui (pdf, in Svedese). Per Brunnsviken (il punto di aggregazione principale), bus n.2 fermata Norrtull.



Buon divertimento!!!

D

venerdì 28 maggio 2010

Eurofestival, che tormento.


Non ci posso credere!!! Me lo sono perso!

Dopo tante chiacchiere, ho perso l'inizio di uno degli spettacoli più importanti d'Europa (Italia esclusa).

E' iniziato l'Eurofestival!

Ieri sera ci sono state le prime eliminazioni e sabato ci sarà la finale.

E' già un po' che la cosa era nell'aria... Le maggiori reti televisive svedesi hanno da qualche tempo addirittura programmi del tipo "Aspettando l'Eurofestival", dove mostrano gli altri contendenti nelle competizioni che li hanno visti protagonisti nelle rispettive nazioni, ne commentano punti di forza e debolezze, fanno pronostici. Un po' quello che succede da noi per i mondiali di calcio, ma con ascolti più alti (lo share per le finali si aggira intorno al 50%!!!).

E così, tra un festival azero e una manifestazione greca, si entra nel clima della competizione.
La nuova formula con eliminazione pare uccida un po' lo spettacolo. Ieri sera, subito la mazzata per la Svezia.
La "nostra" rappresentante Anna Bergendahl è stata fatta fuori.
Oggi i giornali nazionali l'hanno massacrata, titolando impietosamente: "This is... over" (dal titolo della sua canzone "This is my life"), "La Svezia si lecca le ferite", "Fiasco svedese", ed enfatizzando il fatto che per la prima volta nella storia la Svezia non arriva in finale! (Magari non ricordandosi che la formula a eliminazione esiste solo dal 2004).
Insomma una serataccia per la diciannovenne di belle speranze, salutata come la grande rivelazione, annunciata protagonista, e baluardo degli amanti della buona musica che la consideravano artefice di un salto di qualità nel livello delle canzoni proposte. (Per quanto sia una ballatina semplice semplice, è qualcosa di molto diverso dal puro pop commerciale tradizionale, il puro "schlager" di cui si è già parlato). Ora in molti si scatenano con il classico "Te l'avevo detto!", maledicendo chi l'ha votata al Melodifestivalen.


La delusione di Anna Bergendahl


Una nazione spaccata in due, quindi. Proprio poco fa è entrata in ufficio a sorpresa la mitica signora Lizbeth, la mia preziosa fonte di notizie speciali, inossidabile, indistruttibile e sorridente anche dopo la brutta caduta di qualche giorno fa.
Ovviamente ha seguito tutto, e lei sta dalla parte della Bergendhal. Pare che la performance sia stata buona e che gli stessi speaker fossero estremamente sorpresi quando venivano annunciati uno a uno i finalisti e il suo nome non compariva.
"Ancora tre posti rimasti, sarà sicuramente la prossima... ancora due... Ma come è possibile?". Quando l'ultimo posto libero è stato accaparrato dagli amati/odiati cugini danesi, i conduttori - e con loro metà nazione - sono rimasti a bocca spalancata.
Grande delusione anche perché gli svedesi avevano il sogno di andare a vincere a casa degli altri cugini (questi un po' più odiati che amati), i norvegesi, detentori del titolo.

Di nuovo la solita e in parte legittima polemica sulle nazioni dell'ex blocco sovietico. Vado a spiegare perché:
Con il televoto in ogni nazione partecipante si determina una classifica nazionale. Alle varie posizioni in graduatoria viene assegnato un punteggio decrescente (come nella Formula Uno). I punti di ogni nazione vengono sommati e si calcola la classifica finale.
Unica limitazione: non si può votare per il rappresentante della nazione da cui si chiama.
Recentemente la competizione ha allargato le proprie frontiere con l'inclusione di molti paesi dell'ex blocco sovietico e balcanico e negli ultimi anni i voti si sono orientati un po' in quell'area lì. Non solo per simpatia verso il vicino, visto che il fattore campanilistico può in alcuni casi sfavorirlo, ma anche per l'altissimo numero di migranti originari della nazione confinante, che mai come in queste occasioni ritrovano sentimenti patriottici.

Essendo tanti i paesi dell'ex-URSS ed ex-Jugoslavia, rimescolatisi nei decenni, non è impossibile che questo accada. Le classifiche degli ultimi anni ne sembrano in effetti un po' influenzate. Quella che potrebbe sembrare un'eccezione, e cioè il vincitore dell'anno scorso, è il giovanissimo violinista Alexander Rybak, che oltre a essere bravissimo è in effetti di padre e madre bielorussi.
C'è anche da dire che lo stesso discorso veniva fatto in passato proprio per i paesi del gruppo nordico, che quindi non dovrebbero lamentarsi...
La Grecia e Cipro sono noti per scambiarsi ogni anno il primo posto delle rispettive classifiche, e la Germania contribuisce sempre abbondantemente al punteggio della Turchia.
La polemica da questo punto di vista è veramente infuocata, tanto che sono stati persino commissionati studi per stabilire la fondatezza della cosa, e che da quest'anno sono state reintrodotte le giurie nazionali a contribuire al voto per il 50%.


Alexander Rybak, nell'esibizione vincente dell'anno scorso

Tutta questa attenzione verso il festival può sembrare esagerata, ma vi assicuro che la competizione è veramente sentita. Poco fa parlavo con una nuova collega, rumena, amante di musica jazz e che snobba e denigra totalmente il festival, eppure, tra una lamentela e l'altra, anche lei mi ha confessato che uno sguardo alla finale lo darà, e che voterà per la sua nazione.

Ecco la lista dei finalisti di Eurovison, Oslo 2010:

Azerbaijan, Armenia, Georgia, Ucraina, Romania, Turchia, Portogallo, Bielorussia, Grecia, Albania, Islanda, Bosnia, Moldavia, Russia, Serbia, Belgio, Israele, Irlanda, Cipro e Danimarca, a cui si aggiungono le BIG FOUR, (le quattro ammesse di diritto in finale, in sostanza perché cacciano i soldi), Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna.

Da tempo ha suscitato interesse e scalpore la sorpresa Azerbaijan, con la cantante Safura. Una diciassettene di quasi 180 cm (senza tacchi), padre pittore e madre pianista, che suona violino, pianoforte e sassofono, e che si esibisce con una canzone in perfetto stile eurofestivaliero, scritta (guardate un po') da tre svedesi. Ha già iniziato la sua corsa verso il successo con una serie di concerti e ospitate TV in giro per l'Europa, e tutti questi investimenti su di lei hanno addirittura fatto parlare di sponsor legati alla mafia russa. Mah...





"Drip Drop" di Safura è una delle canzoni favorite dei bookmaker, insieme a "Satellite", di Lena, Germania, nazione assente da lunghissimo tempo dalla rosa dei favoriti.

Lena, anche lei giovanissima (19 anni) ha al suo attivo qualche ruolo in serie TV tedesche e si è presentata senza nessuna formazione da cantante all'apposito concorso (una sorta di X-Factor), organizzato dalla tv del suo paese per scegliere il rappresentante della Germania all'Eurofestival. Ha avuto in patria un successo senza precedenti, vincendo dischi d'oro e primeggiando in tutte le classifiche.



La sua canzone è diversa da quello che si sente di solito in queste occasioni, ma gode comunque di pronostici favorevoli...Vedremo sabato sera che succederà. Tutta Europa (allargata, Italia esclusa) è in trepidazione!
Mi rendo conto di come tutto questo suoni strano in Italia, ma all'estero non è così. E tutto l'entusiasmo che circonda l'evento mi affascina.

Beh, direi che anche questa volta ho scritto proprio un articolone, e anche questa volta non ne sapevo nulla fino a mezz'ora fa :)
Comunque, se siete arrivati sino a qui, complimenti.

Appuntamento alla finale,

D

venerdì 21 maggio 2010

fotografiska

ieri sera siamo stati a cena da hermans. a parte la veduta panoramica, sempre bellissima, sul centro cittadino, abbiamo potuto ammirare dall'alto l'ingresso dei vip alla prima festa del fotografiska museet, il nuovo spazio museale dedicato alla fotografia contemporanea ricavato all'interno della stora tullhuset, l'ex dogana reale costruita all'inizio del novecento nella zona portuale di stadsgården.

l'edificio, fra l'altro, è k-märkt, vale a dire di interesse culturale (k för kultur) e dunque tutelato dalla legge. 2500 metri quadri per almeno quattro grandi esposizioni e una quindicina di piccole mostre all'anno, oltre a corsi, seminari, conferenze...

si inizia con annie leibovitz e lennart nilsson, joel-peter witkin e vee speers!

oggi, a mezzogiorno, la grande inaugurazione. seguirà poi una settimana di incontri con gli artisti e colloqui. assolutamente da non perdere!
















Permesso? E' Davide che scrive :) Mi intrometto nel post di Giusi per aggiungere due cosine.

L'inaugurazione del museo mi fa molto piacere: crediamo che la mostra della grandissima Annie Leibovitz che inaugura lo spazio espositivo sia assolutamente da non perdere, e ci andremo al più presto.
Qualora il nome non vi dicesse niente, di sicuro avrete visto più di una volta qualcuna delle sue famosissime fotografie. I suoi particolari ritratti di cantanti e attori famosi hanno segnato un pezzo della storia della fotografia contemporanea, apparendo soprattutto sulle copertine di Rolling Stones e Vanity Fair, ma non solo.


Chi non conosce questa foto? John Lennon e Yoko Ono ritratti da Annie Leibovitz, 1980
. Poche ore più tardi, Lennon verrà ucciso.

Idolatrata da tanti, ma anche criticata da qualcuno perché troppo legata al mondo della pubblicità e dell'effimero, e accusata di non usare appieno il proprio talento per scavare a un livello più profondo, rimane una delle più grandi fotografe viventi, e la sua presenza a Stoccolma (pare che ieri fosse all'inaugurazione del museo) ma soprattutto quella delle sue foto, ci elettrizza un po'. Più di 200 foto esposte, alcune per la prima volta. Gli scatti più famosi, ma anche foto private e istantanee.


Altra celeberrima foto della Leibovitz, ritratto di Demi Moore, 1991

Di sicuro in questi giorni ci sarà il pienone, ma la mostra rimarrà in città fino al 21 settembre, per cui il tempo c'è :)

A presto!


Lo stupendo ritratto di Whoopi Goldberg

Le foto di Annie Leibovitz qui riportate sono prese dalla rete, il copyright è dell'autrice o della casa editrice che la rappresenta e possono essere rimosse dietro specifica richiesta.

domenica 16 maggio 2010

äntligen...

finalmente...

ieri un picnic improvvisato con amici, per approfittare del sole caldo sulla pelle.

noi in versione lucertola, fotografati da michele

e, oggi, una temeraria passeggiata fino a un bellissimo bosco poco distante da casa, dove abbiamo portato anche il nostro magi.


temeraria, dicevo, perché era la prima volta che magi prendeva la metro. quattro fermate per arrivare a åkeshov. sul treno magi ha trasalito, traballato, tremato. ma ce l'abbiamo fatta.

l'area riservata ai cani, peccato non sia recintata.
già, perché
ancora dobbiamo lavorare sul "corri libero, ma torna quando te lo dico io"...

un nano-secondo di relax

judarskogen è stata la prima riserva naturale di stoccolma. non il solito parco cittadino, ma un vero e proprio bosco, con fauna selvatica e laghetto naturale. uno spettacolo!

il teppista in riva al lago, in uno dei rarissimi momenti in cui è riuscito a stare fermo

Tenere Magellano è stata una vera faticata. Alla fine tutti e tre, stremati, non cercavamo altro che la strada per tornare a casa. E in mezzo al nulla, all'improvviso, è comparso come chiosa di quel breve viaggio fantastico proprio il personaggio che meno ci aspettavamo di trovare e che più era logico vedere: lo stregatto!

eccolo. lo stregatto di åkeshov!

- "Vorresti dirmi per dove debbo andare?"
- "Dipende molto dal luogo dove vuoi andare."
- "Poco m'importa dove... "
- "Allora importa poco sapere per dove devi andare."
- "...purché giunga in qualche parte".
- "Oh, certo vi giungerai! Non hai che da camminare."

domenica 9 maggio 2010

L'immane e impari lotta: l'aspirapolvere di Giusi contro il pelo di Magellano


Pubblico ora una cosa scritta diverso tempo fa, tre o quattro giorni dopo l'arrivo di Magellano a Stoccolma.
A rileggerla adesso sembra siano passati anni. Mamma, quante ne sono successe!!! Risa e pianti, relax e tensioni, gioie, paure e dolori. Tutto in meno di due settimane... Ora siamo più rilassati, e abbiamo pure perso qualche chilo...

L'immane e impari lotta: l'aspirapolvere di Giusi contro il pelo di Magellano, si diceva...

Campo di battaglia, due tappeti neri. Arbitro assolutamente imparziale, io. Sul serio, non me ne importa granché dei peli lasciati in giro da Magellano, che tra l'altro sono una quantità incredibile. Vi garantisco che non mi sorprendo con poco, e ho familiarità pluriennale con un cagnolone dal pelo lungo, una spendida maremmana di nome Nuvola che segna un'alta soglia di benevola sopportazione. E per Giusi questo è ancora più vero, visto che Nuvola è il cane dei suoi da tanti anni...
Ma da questo punto di vista Magellano non ha rivali. Tonnellate, spazzolate intere di pelo bianco/giallo/marroncino che invadono la casa e rendono zebrato il tappeto nero. No, non pensiamo proprio abbia nessun problema. Crediamo invece che non sia mai stato spazzolato molto e, una volta che l'hanno tirato a lucido per il viaggio più importante della sua vita, quello che lo portava via dal canile verso una casa nuova, sotto l'effetto dello sciampo il mantello del piccolo grande Magi si è preso un po' di respiro. Si aggiungano il parziale cambio stagionale del pelo, ecc. ecc. Ma ci pensa Giusi a spazzolarlo, si diverte un sacco. E anche Magino si diverte.

Magellano è un grande. È in gambissima.
È arrivato in un trasportino impilato con altri tre su un carrello spinto faticosamente dalla volontaria di Hundrondellen. In mezzo all'abbaiare generale e all'eccitazione del momento, non si è lasciato scappare il più piccolo guaito. Guardava, con i suoi occhioni scuri, attento.
Magellano è sempre attento. Non riposa mai. Mai. Si fida, ma veglia.
E' uscito dalla sua gabbia, magrissimo, molto più di quanto immaginassimo, e la signora gli ha fatto fare la conoscenza di Giusi. Le polpettine che Giusi si era portata in abbondanza sono durate l'attimo di una distrazione. Il muso dentro il sacchetto e una ventina di köttbullar sono svanite letteralmente in un boccone.
Magi ci ha subito dato fiducia e ci ha seguito al passo sino alla macchina, tremando e sobbalzando a ogni rumore di motore lontano, spaventatissimo e sconvolto, ma senza esitare, abbaiare o protestare. Si è fatto mettere l'imbracatura di sicurezza per il viaggio, sopportando pazientemente i maldestri tentativi di Giusi, durati svariati minuti. Si è accucciato e si è messo a dormire in macchina, ovviamente sempre pronto a risvegliarsi al minimo rumore.
Arrivato a casa, gli si è presentato un mondo completamente diverso. Rumori sconosciuti, odori nuovi, colori diversi. Anche adesso ogni tanto si ferma e annusa l'aria, seguendo tracce invisibili nel cielo, proprio come gli orsi alla ricerca della torta di nonna papera nei cartoni animati di Walt Disney.
Magi ha fatto conoscenza con un sacco di cose nuove. Ad esempio le scale. In marmo, ripide e a chiocciola, in un androne buio, perdippiù. Spaventevolissime. Non credo proprio le avesse mai viste prima. Ha tirato un po', ma poi senza che mi sforzassi più di tanto mi ha seguito, sempre al passo, tremante ma senza esitare.
Per questo io dico che Magellano è coraggioso: perché il vero coraggioso non è chi non ha paura, ma chi pur avendola ce la mette tutta e la supera.
E poi è anche intelligente. Ve l'ho detto quanto è intelligente? Di quell'intelligenza che non si impara a scuola, ma che si acquisisce per strada. Posto di fronte al suo giaciglio morbido, sembrava non capire cosa dovesse farci. In realtà eravamo noi che non capivamo lui. Appena lo abbiamo lasciato un po' solo, ha spostato la coperta di qualche decina di centimetri, giusto perché non fosse appoggiata allo specchio lungo, che dopo averci sbattuto il naso un paio di volte aveva deciso che sì, non era una cosa brutta, ma meglio non dormirci appoggiato contro.
Magellano ha fatto anche conoscenza col cibo nuovo, che gli è stato fornito in maniera abbondante ma senza esagerare. Lui ha divorato tutto fino a essere sazio, ma immagino non satollo da scoppiare, poi ha preso qualche crocchetta rimasta e l'ha nascosta nel camino. Ma nascosta sul serio. Ci siamo messi in un posto dove non ci poteva notare e lo abbiamo visto spostare col muso i portacandele dell'Ikea dalla base del caminetto, posare delicatamente le preziose crocchette all'interno, e riportare i tre portacandele nella posizione originale.

Magi non sembra sapere a che cosa servano palla, giocattolo che suona e cose di questo tipo. Ci osserva agitarglieli di fronte commentando la nostra eccitazione con uno sguardo a punto interrogativo. Ha reagito solo al finto osso di pelle, che ha sgranocchiato contentissimo per una decina di secondi prima di "scavare" il tappeto peloso e nascondere anche quello per i tempi duri.
Magi, quando allungavi una mano per fargli una carezza sulla testa, dapprima pensava che tu avessi una delle due seguenti intenzioni: dargli una botta in testa, dargli da mangiare. Ora ha capito che la botta in testa da noi non la prenderà mai, ma rimane convinto che la seconda alternativa sia l'unica possibile. In soli tre giorni abbiamo visto però che si sta rapidamente abituando alle carezze.
Ci sorprende continuamente. Ci rispetta e ha assunto un ruolo sottomesso. Ma vigile. Sempre vigile. Non ci facciamo illusioni, sappiamo che dopo i primi giorni cercherà di assumere il comando del branco, ma siamo prontissimi a mantenere il nostro ruolo in maniera ferma e calma. Giusi qualche esperienza ce l'ha, vista l'amicizia con Luna e Nuvola, coinquiline di casa dei suoi da molto tempo. Inoltre, abbiamo passato gli ultimi anni a nutrirci di programmi e libri su come gestire il proprio cane, ma soprattutto abbiamo già avuto a che vedere con viziatissimi cagnolini che abbiamo ospitato più volte, anche per lunghi periodi, ottenendo parziali successi.

L'unica cosa che ci sta dando qualche problema è il fatto che Magi non sembra avere la minima idea che sia possibile fare i propri bisogni fuori casa. Ce lo attendevamo, ma ci siamo un po' demoralizzati quando abbiamo capito che lui considera il "fuori" come posto dove correre e camminare, e il "dentro" come posto dove dormire, mangiare ed espletare. Per cui la trattiene proprio per tutto il tempo che è in giro, la trattiene per ore fino a quando non rientra.
Stamattina però c'è già stato il primo piccolo cambiamento. Ha fatto pipì nel boschetto, gli è stato dato un premio e un sacco di coccole, e lui era felicisssimo perché noi eravamo felici e saltava di gioia!

Domani riproveremo. Ci vuole pazienza, ma non ci scoraggiamo.







lunedì 3 maggio 2010

Skatteverket power. Ultimo giorno per la dichiarazione dei redditi.




L'ufficio delle tasse comanda. Già 3 anni fa, appena arrivato in Svezia, mi sono immediatamente reso conto che la trafila burocratica per trasferirsi e lavorare qui non era particolarmente lunga. Bastava andare al potentissimo ufficio delle tasse, lo Skatteverket, e una volta messi in regola lì, poi pensava a tutto lui... persino al documento di identità, alla residenza al recapito postale e a mooolte altre cose...
Di regola (ci sono sempre le eccezioni) una volta che sei a posto con lo Skatterverket, poi se qualcuno ha bisogno di te (pubblico o privato che sia), ti trova.

Oggi ci sono tornato per chiedere un chiarimento, un piccolo puntiglio a dire il vero, sulla dichiarazione dei redditi che mi è arrivata precompilata a casa. Un totale di TRE FACCIATE, bollettino incluso. Essendo lavoratore dipendente e non detraendo nulla (le spese per i medicinali, ad esempio, qui non si detraggono in dichiarazione, ma si riceve uno sconto direttamente in farmacia, in base all'ammontare globale speso fino a quel momento dell'anno) ,quanto da loro stampato era esatto.



In questo caso, la maniera più semplice per inoltrare la dichiarazione, come già riportato da numerosi blogger nei giorni passati, era quella dell'sms.

Partendo dal fatto che lo Skattaverket ha già tutto quello che gli serve, che ti ha calcolato e stampato sul modulo personale, l'unica cosa che devi fare se ti sta bene il loro calcolo è dare la conferma. E lo puoi fare in 3 modi. In un'apposita pagina internet, chiamandoli al telefono o, appunto, mandando un sms. In tutti e tre i casi devi comunicare il tuo "codice fiscale" e il codice che ti hanno stampato sulla dichiarazione. Basta. Non richiede più di 30 secondi, e funziona per il 70-80% delle persone che conosco.

Se invece hai delle sostanziali variazioni rispetto a quanto da loro previsto e vuoi fare una dichiarazione personalizzata, puoi farlo su internet o usando i moduli cartacei, che vanno poi spediti o portati nei loro uffici.

Oggi era l'ultimo giorno utile e a me non tornavano un paio di cose, per cui ho deciso di passare a chiedere. Avrei potuto anche telefonare, ma ho immaginato linee intasate e confusione e il rischio di non concludere nulla, per cui ho preferito non rischiare e non l'ho fatto, dirigendomi direttamente sul posto. Scelta sbagliata, perché a quanto pare si erano attrezzati per l'occasione. Un'amica si è trovata in coda telefonica al centottantacinquesimo posto. Un operatore le ha risposto 7 minuti dopo.

Ma non è andata male neppure a me.
Sono arrivato al principale ufficio di Stoccolma nel primo pomeriggio, rassegnato a una lunga attesa. C'era la TV che faceva interviste davanti all'ingresso per l'eccezionalità dell'evento. A lato, due chioschi (semivuoti) di bibite e panini con tavolini e sedie, e subito fuori dalla porta, una grande urna di cartone con due addetti che raccoglievano le dichiarazioni di chi le aveva compilate manualmente e doveva solo consegnarle, che così non stava nemmeno a entrare.

Dentro, due brevi code col numerino da prendere per le solite attività di rilascio documenti o altro, e poi l'allestimento speciale da ultimo giorno utile per la dichiarazione dei redditi.
In totale un numero di impiegati che quasi superava quello dei clienti. Molti dei problemi venivano risolti al banco informazioni/modulistica, dove un esercito di addetti gestiva e indicava che fare alla maggior parte dei bisognosi. Laddove questo servizio non risultava sufficiente, in un'area del grande ufficio ben delimitata venivano accolti quelli che necessitavano di un'assistenza più robusta. Appena entrati, si veniva praticamente abbordati da uno degli impiegati che gironzolava in cerca di qualcuno da aiutare e che ti chiedeva in che cosa poteva esserti utile. Un po' come quando si entra in un negozio di scarpe alla moda dove la commessa ha la percentuale sul venduto. In caso di necessità c'erano vari tavolini e poltroncine su cui l'impiegato ti faceva sedere per aiutarti a compilare i moduli.
Se il tuo era veramente un caso disperato, allora sì, dovevi fare la coda. Al momento in cui sono arrivato io, primo pomeriggio, la fila era di non più di una decina di persone, da smaltirsi in parecchi sportelli.
Io mi sono un po' impuntato su una piccolezza e sono arrivato alla fase 2, quella delle commesse del negozio di scarpe. Un totale di non più di 5 minuti.
Insomma ho fatto prima di quanto avrei impiegato in un giorno normale per chiedere un documento qualsiasi.
Per l'occasione l'ufficio rimane aperto fino alle 21.00 di stasera.
E, per la precisione, sulle mie tasse avevano ragione loro, e mi hanno pure spiegato perchè.

A presto,
D


sabato 1 maggio 2010

Urca...

Un saluto a tutti gli amici lettori...
Non ci stiamo di nuovo dimenticando del blog, è solo che Magellano richiede tutte le nostre energie, anche più di quelle che abbiamo, e per ogni problema che si va risolvendo sembra crearsene sempre un altro. E' dura, urca se è dura...

Buona festa di Valpurga a tutti,

noi.