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domenica 4 febbraio 2018

Nursery Rhymes Battle.

La seconda parte della domenica mattina la si passa al Bullar&Bröd, un' ottima panetteria/forno/caffè a Valhallavägen, tra le due uscite della fermata metro di Tekniska Högskolan. L'abbiamo "scoperta" per puro caso, mentre, disperati, stanchi e trafelati, cercavamo un posto dove sistemarci e mangiare qualcosa dopo la prima lezione di danza di Annika.


Un locale enorme, per più della metà adibito a forno, sempre molto affollato nonostante la vastità degli spazi, con qualche tavolino e SENZA wi-fi (di sicuro una scelta precisa). Ottimo tutto: pane di qualità, panini caldi e freddi su ricette gustose e originali (esempio, fetta di pane grigliato, con avocado, cipolle caramellate e altre cosine), pizzettone (fantastico impasto, morbido e leggero, yumm), "bulle" (le paste, brioches, quelle cose lì insomma, buonissime sia nelle versioni tradizionali che nelle creazioni originali).
Scopro or ora che è un posto nuovo nuovo, creato l'anno scorso da Gabriel di Grado, premiato fornaio e vincitore del titolo di miglior panettiere di Svezia nel 2015, e dalla sua compagna. I prezzi sono elevatucci, soprattutto per panini e pietanze calde. Ma che buono!

Insomma, manco a dirlo, il posto è diventato un appuntamento fisso del dopo-danza e anche oggi eravamo lì in situazione di relax massimo.  Sia chiaro, parlo relativamente a quanto di relax ne può permettere una coppia di bimbi di 3.5 e 0.5 anni circa, spesso entrambi in condizione di veglia. Ergo, stando larghi, tra un decimo ed un ventesimo dello svacco medio in assenza di figli.
Ok, per essere precisi diciamo che ce ne stavamo là relativamente tranquilli, usufruendo di una percentuale vicina al 100 del MRPP1F (Massimo Relax Possibile con Più di 1 Figlio).

Annika, all'improvviso, mi chiede di inventare una filastrocca. Bum. Non si scappa. La vuole. Lì, in mezzo alle chiacchiere soft, da domenica mattina, degli altri avventori, e ai profumi delle prelibatezze che escono dal forno. Una impro-filastrocca, originale, ora. Sorride già, gustandosi l'attesa. Filastrocca? La cosa mi sorprende un pochino, perché non è che sia un gioco, un passatempo al quale ricorriamo così spesso, anzi... Ma, al tempo stesso, la cosa non mi sorprende tanto, visto che stiamo parlando di Annika. E poi un paio di giorni fa abbiamo riso mentre giocavamo coi lego e facevamo pronunciare sciocchezze ai pupazzetti. Credo si riferisca a quello. In ogni caso serve una filastrocca. È urgente, me lo richiede. E, conoscendola (e la conosco), ne serve anche una buona. Perlomeno decente.  Non è che basti riciclare due scemenze, magari senza rima o fuori metrica. Vero, potrei sempre dire che sono stanco, o spiegare che non è una cosa immediata, eccetera, non sarebbe un grosso problema cavarsela...
Oppure potrei provare.

Luca dorme beato, infagottato nel suo morbido passeggino. Giusi è in attesa di vedere che succede. Abbiamo finito le nostre pizzette, non c'è tantissimo altro rimasto da fare.
Bene, e filastrocca sia, prima del caffè. Mi concentro.

Nursery Rhymes Battle.

Phase one

"Non si dorme tra le rose!",
-dice a Luca il giardiniere-
"Ma son belle e odorose,
e qui non mi puoi vedere!"

Applausi, sorrisoni. Beh, ho giocato sporco, ho tirato in ballo il fratellino.. Comunque: Phase One completed. Clap, clap. Grazie, grazie! Fiuuu...Sollevo mentalmente una coppa dorata, mentre orgoglioso mi godo il temporaneo riposo.
Perchè sappiamo tutti che ci sarà una Phase Two. E infatti, dalla platea: "Un' altra, un' altra!". Bene, una per uno, giusto. Mi ri-concentro.

Phase Two:

Annika spezza la pizza a pezzi,
ma la pizza non ci sta:
"Se mi spezzi in tanti pezzi,
poi mi butti per metà!"

Tripudio. L'abbinamento personaggi reali-storie di vita vissuta ha successo. La folla festante mi porta in trionfo. Phase Two completed.

Ora, sarebbe bello che questa storia avesse un seguito, e avrebbe di certo potuto. Infatti la richiesta di un'altra impro-filastrocca è stata immediata e puntuale. Ma chiunque sia genitore o abbia dimestichezza coi bimbi sa che alcune richieste vanno un po' contenute prima che sia troppo tardi e si venga catturati in una spirale senza fine. E certi svaghi sono un lusso effimero e breve quanto la pipì di una farfalla.
Tutto bene, questo è un grande pubblico, sa capire. È bastato un abbraccio, una battuta divertente e la promessa che ci rifaremo stasera, prima di andare a nanna, quando la battaglia di impro-filastrocche non avrà tregua.


martedì 28 novembre 2017

Punto e a capo.


Disclaimer: nel post seguente utilizzerò il blog per riflessioni personali, che probabilmente a eventuali lettori risulteranno prive di interesse. Nonostante sia il diario introspettivo una delle ragioni di esistere dello strumento blog, non è un approccio che abbiamo qui mai adottato, nè io nè Giusi. Questa eccezione è motivata dalla voglia di fermare nel tempo, più per me stesso che per gli altri, questo preciso momento. Sotto questo punto di vista l'annuncio in rete, teoricamente visibile da chiunque, nello spazio e nel tempo, incluso il futuro me, è il mezzo perfetto. Quella che segue è una piccola introspezione, onesta, sincera, senza veli né imbarazzi. Facile che risulti noiosa o insulsa.


Estate 2017. Proprio quando le cose della vita sembravano avviate verso un felice e per nulla monotono ripetersi, pieno di quotidianità, di lavoro, e di periodici e programmati stimoli in ambito intellettuale e sociale, proprio quando tutto cominciava ad avere un senso, di colpo la botta, lo scossone, il deragliamento. Tutto insieme, a inizio estate 2017.

Quando da ragazzino mi divertivo a coniare "aforismi", saltai fuori in un'occasione con: "Per lunghi momenti non succede nulla, e poi tutto succede nello stesso momento". A parte la grammatica un pochino sacrificata alla musicalità della frase, è azzeccato, ora più che mai.
A inizio estate 2017 è cominciato a piovermi addosso di tutto, da qualunque parte. Quasi tutto quello su cui mi appoggiavo ha iniziato a tremare, a spostarsi, a rivelarmi una parte fino ad allora nascosta che presupponeva un cambio di relazioni, un reset e restart. Un punto e a capo.

Non è mia intenzione riportare la cronaca dettagliata di tutti gli avvenimenti, la mia catarsi l'ho già compiuta (beh, la sto compiendo) e abuserei (qui sì) dello strumento e della pazienza del lettore (incluso il futuro me stesso).

Fatto sta che sono ripartito (beh, sto ripartendo). Non è semplice, per nulla, sono sempre stato abituato a decidere tra opzioni ragionevolmente sensate, tant'é che nelle poche occasioni in cui la decisione era imposta e contrastante i miei desideri ho seriamente sbroccato. Ma eccomi qua. A formare una nuova persona, totalmente diversa. Cercando di incanalarvi dentro, nella sua costituzione, qualcosa di quello che credo di poter fare, che mi diverte fare.

Il mio quasi-nuovo quasi-me ha un altro lavoro, che assomiglia a quello di prima, ma che non lo è nei suoi aspetti fondamentali. A inizio estate 2017 le saracinesche del posto di lavoro si sono abbassate di colpo, senza preavviso, lasciandomi chiuso fuori, con l'unica opzione di emigrare ancora, cambiando la vita mia e dei miei familiari che proprio ora si era assestata, o rimanere potenzialmente disoccupato, con oltre la bimba di tre anni, un nuovo bimbo, appena arrivato, piccolo piccolo.
Il bimbo, sì. A inizio estate 2017 è nato Luca. Fantastico. Con una grinta da boxeur e una gioia francescana innate. Quando ti nasce un figlio, il cervello ti si riorganizza, crea nuovi percorsi, e per un po' si destabilizza. Figuriamoci se hai appena perso il lavoro.
A inizio estate 2017 ho passato un mese con Annika, la primogenita, spesso da soli, noi due. Un mese faticosissimo, estremamente impegnativo, ma fantastico (specie se visto col senno di poi). La bimba è un fenomeno, un fiume in piena, esige stimoli continui e profondi, si abbevera senza limiti. Per uno come me, patologicamente curioso e interessato, è un invito a nozze. Giornate intere (letteralmente) e consecutive ad analizzare, capire, esaminare. Estenuante.
A inizio estate 2017, a circa sette anni dal suo inizio, si è conclusa la mia avventura nel mondo del teatro. Dopo uno spettacolo faticoso (e che ha messo alla prova la pazienza di chi mi stava intorno, dentro e fuori scena) ma estremamente appagante, mi sono ritrovato inaspettatamente fuori dai giochi. Ora, non posso dire che il teatro fosse la mia vita, purtroppo. Ma quel "purtroppo" dice tutto. Sin da bambino, timido e impacciato, ho sempre sognato di recitare, vivere altre vite, di imparare ad emozionare e facendolo emozionarmi. È una cosa che non si può improvvisare, e va fatta per bene. Cominciare a farlo mi procurava immensa gioia, e non nascondo che il teatro era ben di più che una maniera per staccare. Una bella botta. Figuriamoci se hai appena perso il lavoro e ti è appena nato un figlio.

Beh, il succo si è capito, come detto non riporterò tutto qui. A inizio estate 2017 è successo altro ancora, in genere delusioni, qualcuna, bruciante, riguardante amici, ma la situazione complessiva ce la si può immaginare.
Insomma, per uno cronicamente incapace di decidere e perennemente afflitto dal ripensamento e dal dubbio non è per nulla semplice. Soprattutto se hai 48 anni e da venti sei sotto cure mediche per depressione cronica.
È una variabile importante l'età. Sono sempre stato ossessionato dal trascorrere del tempo, e a quest'età l'ossessione non è nemmeno più un' ossessione, quanto un punto fermo con il quale fare i conti.

Che ho fatto allora? Beh, innanzitutto quello che mi riesce meglio, procurarmene altro, di tempo, E ce l'ho fatta, egregiamente direi. Sono riuscito a conquistarmi 8 mesi prima di decidere se impacchettare tutto, una volta ancora, ed emigrare. Tre sono però già passati senza che nulla sia stato ancora deciso, ma erano necessari per fermarmi, mettere i piedi a terra, fare il punto della situazione e organizzarmi praticamente nelle cose di vita quotidiana. E non è stato per niente semplice e riposante. Anzi.
Ora devo andare avanti, però, ora è il momento di cambiare marcia.

Ho un nuovo ufficio, che è il bar alla mattina e la biblioteca di quartiere il pomeriggio, dove lavoro su un piccolo portatile, viaggio una settimana al mese per l'europa, di giacca  e cravatta vestito. Chi l'avrebbe mai detto?
Scrivo. Poco e con fatica, ma scrivo.
L'idea iniziale era di continuare da solo con il teatro, o perlomeno di trovarne un surrogato. I progetti, credo anche abbastanza interessanti, che avevo ideato sono per il momento chiusi nel cassetto. Come detto, è una cosa che va fatta bene, e per vari motivi non sono in grado di farlo, non da solo. Per il futuro vedremo, anche se la decisione è più o meno presa; per ora mi dedico alla scrittura, un mio altro grande amore trascurato e dalle caratteristiche per molti versi opposte.
Ho avuto l'opportunità di congedarmi dal teatro con un ultima piccola cosa, e questo è stato molto importante, anche se un po' triste. Perlomeno sapere che quella è, anche se forse non per sempre e solo in potenza, chissà, l'ultima volta in cui si abbassa il diaframma, si riempiono i polmoni e si entra in scena, ha tolto un bel po' dell'amarezza che avevo in corpo. È stato un congedo conscio, in maniera da eleborare il mio piccolo lutto.
Ora andiamo avanti.
Ho completato e sistemato due racconti, ne sto finendo un terzo, e buttato giù le trame di altri. Onde non invadere questo spazio, se ci riesco partirò con un'idea che ho in mente da tempo, un altro blog dedicato alle storie, vere, che reputo interessanti raccontare (il titolo mi è stato rubato da una serie TV, mannaggia, ne devo trovare un altro).

Insomma, i pezzi, lentamente e faticosamente stanno iniziando a sistemarsi. A fine estate il filo della spada di Damocle si è notevolmente irrobustito, gli esami hanno dato esito negativo, e dopo cinque anni sono da considerarsi clinicamente guarito. Questo ti aiuta a rimettere le cose nella giusta prospettiva. Voglio dire, se sei sopravvissuto al cancro, puoi sopravvivere anche ad altro no? E se si dovesse cambiare paese, si cambierà, amen. Se si dovesse fare tutt'altro lo si farà, bòna lè. Se si dovesse ricominciare daccapo, si ricomincerà.
Punto e a capo.



martedì 26 maggio 2015

Breaking news - Sono arrivati!



La notizia è di quelle clamorose. Da fare sobbalzare sulla sedia.
In tanti anni di vita in Svezia, come tutti gli altri immigrati italiani, mi ero abituato a poter reperire quasi tutto quello che si trova in madrepatria, dover sforzarmi  un po' di più per altre cose (accettando spesso prezzi un po' gonfiati), e, a dire il vero per un ristretto numero di prodotti, a volte dover arrendermi e rinunciare.

Va detto che la disponibilità di prodotti italiani, o comunque che siamo abituati ad avere in Italia, è aumentata enormemente negli ultimi anni.
Al nostro arrivo in Svezia era difficile trovare persino del semplice riso Carnaroli, la pasta era soltanto Barilla, l'unico prodotto di salumeria reperibile era il prosciutto, già affettato, e a prezzi astronomici.

Eh, ora è semplice per voi, avete tutto. Una volta si' che era dura.. Ricordo che a quei tempi per prendere l'acqua si dovevano fare due chilometri a piedi per arrivare alla fonte, con solo un vecchio mulo stanco ad aiutarci. E faceva un freddo, ma un freddo, che i fiordi del Mälaren ghiacciavano e i lupi affamati ci attendevano dietro la svolta del podere, ululando di frustrazione alla vista dei nostri archibugi. Ricordo che...

Va bene, forse sto un po' esagerando... mi sono lasciato prendere la mano, la parte della fonte, dei muli (non parliamo dei poveri lupi), non è del tutto vera. Anzi non lo è per niente.
Tranne i fiordi del Mälaren. Quelli ghiacciano ancora, anche se forse un po' meno frequentemente.
Ora, come detto, si trova quasi tutto. Sono arrivati persino il radicchio e la salsiccia (ma quest'ultima solo d'estate, a seguito dell'ossessione locale per il barbecue).

Solo in alcuni casi sembra proprio che non ci sia speranza, e per avere i tanto agognati prodotti si sia costretti a lasciare un occhio e un rene sul banco del negozio di gastronomia italiana in centro.

Ma oggi su Facebook un italiano che vive a Göteborg ha dato la notizia che tutti attendevamo, senza sperarci fino in fondo. E io ve la riporterò nella stessa maniera: inviando la seguente foto.


In un supermercato della catena ica hanno fatto la loro comparsa I BISCOTTI DEL MULINO BIANCO.
Chi non vive in Svezia non può avere idea di quale svolta epocale siamo testimoni.
L'avvistamento è stato immediatamente confermato da un abitante di Malmö. Siamo in ansiosa e trepidante attesa di verifiche per Stoccolma e dintorni. Ma le notizie sembrano promettenti. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi della cosa e sulle ripercussioni che l'avvenimento avrà sulla comunità italiana locale. Già gli animi appaiono sovraeccitati, e la tensione è palpabile.

Ultima notizia: avvistamento anche nel quartiere di Bromma, al supermercato City Gross. E' un trionfo, un'invasione. Speriamo non si tratti solo di una promozione limitata nel tempo.
I pacchetti sembrano quelli piccoli, forse stanno sondando il mercato.

Dovremo darci tutti da fare, sacrificarci, e acquistarne il più possibile per rendere il fenomeno permanente...

E chi più ne ha più ne inzuppi!


PS: L'eccitazione era tale che sul momento non avevo fatto caso allo scaffale che compare sulla destra della foto, e che testimonia che sono disponibili anche i Ringo! Ma che succede???



ATTENZIONE!!!!
Guardate qui!

lunedì 1 settembre 2014

Complemese

Ed eccoci di nuovo. Pare che il blog sia ormai esclusivamente dedicato alla piccola fagiola... ehm, scusate, Annika.

Sì, perché oggi è il suo complemese. Il 1 agosto alle ore 1.40, infatti, la fajita (ops, Annika) veniva alla luce.
Oggi per me è stato il primo giorno di lavoro dopo la prima "pausa paternità", ma Giusi, Magellano e Annika (cioè la fagioz) hanno festeggiato facendo una passeggiata tutti e tre insieme. Un plauso a Giusi, che è riuscita a districarsi benissimo tra ingombranti carrozzine, cani entusiasti e bimbe dal sonno leggero. Un plauso a Magello che, a quanto mi è stato detto, ha fatto il bravo (più o meno). Un plauso a fag... Annika che se l'è dormita tutta.

E a me non è restato che guardare le foto. Queste foto...




sabato 2 agosto 2014

Se prima...


Ed eccoci qua.
Se prima eravamo in due a ballare l'hully-gully, adesso siamo in tre a ballare l'hully-gully.

Benvenuta Annika!

Annika - 0 anni, 0 mesi, 1 giorno

PS: Tre a ballare, più un cane che trotta intorno.

domenica 8 giugno 2014

Vecka 35

35a settimana. Finalmente riusciamo a farci una foto tutti insieme! :-)

(clicca sulla foto per ingrandirla)

venerdì 14 febbraio 2014

And the winner is...



Bene, siamo arrivati alla fine del nostro serissimo sondaggio.
Non volevamo che il sesso del nascituro fosse determinato dal caso, e così abbiamo chiesto ai nostri amici.
Squillino le trombe, rullino i tamburi... con il risultato di 29 voti a 24, riassunti nel seguente grafico a torta (mmh, Giusi stasera facciamo una torta?)...



Il vincitore è...


LEI!

Tra l'altro, questo risultato concorda con quelli dei test medici già da noi effettuati. Ma questo è un dettaglio.

Grazie a tutti.

D




lunedì 3 febbraio 2014

Sorpresa



Ecco qua, questo è il nostro annuncio ufficiale al mondo. Lo facciamo con Barbapapà e Barbamamma.

Baci,

Giusi e Davide

martedì 13 agosto 2013

Che si fa stasera?



Probabilmente noi italiani siamo abituati anche troppo bene. L'offerta culturale e di intrattenimento estivo non solo nelle grandi città, ma anche nelle località di provincia e nei piccoli paesini, è abbondante e varia. Dall'alta cultura classica alla spaghettata in piazza con musica, ovunque ci si muova per lo stivale si può più o meno sempre incappare in qualcosa di interessante.

Ovviamente non si può pretendere che in Svezia accada la stessa cosa. Pochi milioni di persone sparse su un territorio considerevolmente vasto, una tradizione se vogliamo meno differenziata, un'indole diversa, forse un po' meno disposta al festeggiamento compulsivo e più alla pianificazione accurata e senza rischi di sorta, condizioni meterologiche diverse, tutto questo e altro ancora può avere il suo impatto.

Comunque qualcosa succede. Specialmente in città, specialmente nelle grandi città, e ovviamente specialmente a Stoccolma.



Da questo punto di vista, questa settimana sarà la più attiva di questa bella estate. Da oggi infatti comincia il Kulturfestival, il festival della cultura cittadino.
Nel pieno centro della città, a Sergelstorg e dintorni, sono stati allestiti vari palcoscenici dove si terranno decine e decine di concerti, esibizioni, spettacoli, mostre e performance di vario tipo. Il programma completo di tutti i dettagli lo trovate qui.  Tra poche ore mi aggregherò anch'io. Ho in mente di farmi un salto alle immancabili bancarelle di libri usati di Drottninggatan e poi di passare la serata al palco GAT (uno spazio verde proprio davanti all'Opera), dove ci sarà un concerto jazz/world music del trombettista sudafricano Hugh Masekela. Masekela ha vissuto a lungo in esilio negli Stati Uniti. Una volta giunto al successo è stato richiamato in patria, durante il periodo dell'apartheid: per convincerlo gli è stato detto che lui era un caso particolare, e che se fosse tornato avrebbe ottenuto lo status legale di "bianco onorario". Inutile dire che Masekela li ha mandati a quel paese.


Subito dopo, nello stesso luogo, ci sarà un giovane chitarrista che mi dicono molto bravo, e probabilmente rimarrò a vedere anche lui.
Ma ci sono tante altre cose che mi interesserebbe vedere. Quattro palchi più varie location, c'e' solo l'imbarazzo della scelta. La caratteristica è che è tutto AGRATIS!!!!

Ecco il trailer ufficiale della manifestazione:




Ma non è finita qui!




Parallelamente al Kulturfestival, un'altra serie di eventi avrà luogo in settimana. Sommarbio (cinema d'estate). Mi sono a lungo chiesto se questa concomitanza delle due kermesse (è da tanto che volevo usare la parola kermesse in una frase di senso compiuto) sia voluta o meno. Fatto sta che da domani a domenica lo Svenska Filminstitutet festeggerà l'inizio della sua stagione associativa, in pratica l'inizio anticipato del festival del cinema), proiettando una serie di film, uno a sera, nel parco di Tantolunden, vicino a Hornstull. Tra i titoli, "Eternal sunshine of a spotless mind" ("Se mi lasci ti cancello") e The Fly ("La mosca"). Anche qui tutto gratis.






Non è finita. Una bella rassegna, da me particolarmente apprezzata, è quella di Parkteatern. Cioè, teatro al parco. A partire da giugno, praticamente ogni sera in vari angoli della città vengono rappresentate pièce teatrali, per adulti e per bambini, balletti classici, contemporanei o etnici, e tenuti concerti o spettacoli di acrobati e clown. Il tutto fino a fine agosto. Il programma degli eventi che si terranno nei prossimi giorni lo trovate qui (mentre qui il pdf completo di tutti gli eventi estivi).




Bene, è giunta l'ora. Io vado. A domani..





martedì 2 luglio 2013

vild glädje och ro

euforia e relax
 
ormai magi si è abituato a seguirci un po' ovunque: passeggiate in centro, picnic sull'erba, weekend in trasferta da amici e via discorrendo. perfettamente a suo agio in metropolitana, autobus, treno, macchina... non gli importa come si va, l'importante è andare, muoversi, viaggiare. salvo poi scocciarsi e iniziare a tirare come un cavallo non appena arriva il momento di fermarsi un po' e godersela.

vabbe', non si può avere tutto, no? non subito, almeno. quando arrivò in svezia, tre anni fa, non sapeva neppure mettersi a sedere, non all'aperto. nei posti nuovi, poi, lo vedevi sempre sulle spine, in uno stato d'ansia perenne. insomma, chi non conosce magi dall'inizio non lo sa, ma i passi in avanti ci sono stati, eccome!

sabato scorso faceva caldo e abbiamo deciso di portarlo a nuotare. ma non in un angolo di lago qualunque, fra scogli puntuti e scivolosi, insieme alle papere, no! volevamo andare in spiaggia!

visto che d'estate le spiagge accessibili ai cani sono davvero poche, ecco una cartina utile.

noi per ora abbiamo provato quella di sätra, a sud-ovest della città. tre quarti d'ora di strada, due autobus e almeno tre chilometri a piedi: non sono i caraibi, ma n'è valsa la pena!

(clicca sulle foto per ingrandirle)




p.s. si noti che l'euforia di magi non è completa se in acqua non ci siamo anche noi!

venerdì 14 giugno 2013

bara en annan promenad i skogen...

un'altra passeggiata nel bosco...

a me e a magi piace davvero tanto questo piccolo polmone verde che abbiamo vicino a casa, solbergaskogen.

 
querce, noccioli e pini, felci, muschi e funghi. acquitrini popolati da anfibi vari. un'infinità di uccelli che cinguettano. e nel fitto della vegetazione si trovano anche tumuli e cerchi di pietre di epoca vichinga.

ci andiamo quasi tutti i giorni, come ormai si sarà capito. è il nostro momento di relax. ma difficilmente riesco a fare fotografie.

purtroppo magi non brilla per pazienza e l'idea di avere una compagna di passeggiata armata di macchina fotografica che ogni tanto si ferma a impostare apertura del diaframma, tempi di esposizione, ecc. non gli è molto gradita... anche se poi gli basta fare la capretta di montagna sulle rocce che affiorano un po' ovunque o tuffarsi nei microscopici stagni che costellano la macchia perché tutto passi in men che non si dica.


purtroppo una porzione del bosco è minacciata dalla costruzione di alcune palazzine. il progetto sarebbe già stato approvato, anche se non ho trovato indicazioni su quando inizierebbero i lavori. già immagino i boati delle esplosioni per scavare nella roccia...

certo il verde intorno non manca. ma speriamo che i comitati pro bosco abbiano la meglio su questa foga edilizia che sembra avere contagiato anche stoccolma!





giovedì 30 maggio 2013

vår ruset



avevo già parlato della corsa di primavera quattro anni fa.

ecco, no, non ho partecipato nemmeno questa volta. però ci sono andata per incoraggiare due amiche, maria letizia e valentina, che invece si sono messe in gioco. e mi è piaciuto molto, sottofondo musicale a parte...

non sono sportiva, non lo sono mai stata, anche grazie a tutti gli insegnanti - di nuoto, ginnastica, tennis, pallavolo, karate, hockey su prato, eccetera; non si può dire che non ci abbia provato! - che ho avuto durante l'infanzia e l'adolescenza e che invece di insegnare la propria disciplina pensavano solo a urlare... solo i maestri di equitazione, danza e yoga facevano eccezione.

insomma, lo sport non mi piace granché, però a volte mi emoziona. e molto.

come in questa occasione. 

mi sono messa in un angolo del percorso a scattare fotografie e quello che mi è passato davanti è un fiume di donne di ogni età e condizione fisica, un continuum di passi e respiri che si accavallavano nel silenzio, un vento di aria calda di corpi. qualche sorriso. infinite smorfie di fatica.


non so quanto durerà, ma mi è venuta una gran voglia di correre...

e magari alla prossima vår ruset mi vesto da banana anch'io!