martedì 13 agosto 2013

Che si fa stasera?



Probabilmente noi italiani siamo abituati anche troppo bene. L'offerta culturale e di intrattenimento estivo non solo nelle grandi città, ma anche nelle località di provincia e nei piccoli paesini, è abbondante e varia. Dall'alta cultura classica alla spaghettata in piazza con musica, ovunque ci si muova per lo stivale si può più o meno sempre incappare in qualcosa di interessante.

Ovviamente non si può pretendere che in Svezia accada la stessa cosa. Pochi milioni di persone sparse su un territorio considerevolmente vasto, una tradizione se vogliamo meno differenziata, un'indole diversa, forse un po' meno disposta al festeggiamento compulsivo e più alla pianificazione accurata e senza rischi di sorta, condizioni meterologiche diverse, tutto questo e altro ancora può avere il suo impatto.

Comunque qualcosa succede. Specialmente in città, specialmente nelle grandi città, e ovviamente specialmente a Stoccolma.



Da questo punto di vista, questa settimana sarà la più attiva di questa bella estate. Da oggi infatti comincia il Kulturfestival, il festival della cultura cittadino.
Nel pieno centro della città, a Sergelstorg e dintorni, sono stati allestiti vari palcoscenici dove si terranno decine e decine di concerti, esibizioni, spettacoli, mostre e performance di vario tipo. Il programma completo di tutti i dettagli lo trovate qui.  Tra poche ore mi aggregherò anch'io. Ho in mente di farmi un salto alle immancabili bancarelle di libri usati di Drottninggatan e poi di passare la serata al palco GAT (uno spazio verde proprio davanti all'Opera), dove ci sarà un concerto jazz/world music del trombettista sudafricano Hugh Masekela. Masekela ha vissuto a lungo in esilio negli Stati Uniti. Una volta giunto al successo è stato richiamato in patria, durante il periodo dell'apartheid: per convincerlo gli è stato detto che lui era un caso particolare, e che se fosse tornato avrebbe ottenuto lo status legale di "bianco onorario". Inutile dire che Masekela li ha mandati a quel paese.


Subito dopo, nello stesso luogo, ci sarà un giovane chitarrista che mi dicono molto bravo, e probabilmente rimarrò a vedere anche lui.
Ma ci sono tante altre cose che mi interesserebbe vedere. Quattro palchi più varie location, c'e' solo l'imbarazzo della scelta. La caratteristica è che è tutto AGRATIS!!!!

Ecco il trailer ufficiale della manifestazione:




Ma non è finita qui!




Parallelamente al Kulturfestival, un'altra serie di eventi avrà luogo in settimana. Sommarbio (cinema d'estate). Mi sono a lungo chiesto se questa concomitanza delle due kermesse (è da tanto che volevo usare la parola kermesse in una frase di senso compiuto) sia voluta o meno. Fatto sta che da domani a domenica lo Svenska Filminstitutet festeggerà l'inizio della sua stagione associativa, in pratica l'inizio anticipato del festival del cinema), proiettando una serie di film, uno a sera, nel parco di Tantolunden, vicino a Hornstull. Tra i titoli, "Eternal sunshine of a spotless mind" ("Se mi lasci ti cancello") e The Fly ("La mosca"). Anche qui tutto gratis.






Non è finita. Una bella rassegna, da me particolarmente apprezzata, è quella di Parkteatern. Cioè, teatro al parco. A partire da giugno, praticamente ogni sera in vari angoli della città vengono rappresentate pièce teatrali, per adulti e per bambini, balletti classici, contemporanei o etnici, e tenuti concerti o spettacoli di acrobati e clown. Il tutto fino a fine agosto. Il programma degli eventi che si terranno nei prossimi giorni lo trovate qui (mentre qui il pdf completo di tutti gli eventi estivi).




Bene, è giunta l'ora. Io vado. A domani..





lunedì 12 agosto 2013

rådjursfamilj

famiglia di caprioli...

(clicca sulla foto per ingrandirla)

li ho visti per caso, cinque minuti fa. erano davanti a casa, a una decina di metri dal nostro balcone. che meraviglia!

siamo rientrati dalle vacanze, come si sarà capito. e chissà che prima o poi non ci venga anche voglia di pubblicare qualche foto dell'ultimo mese di sole, vento e spensieratezza...




venerdì 9 agosto 2013

Ombre animate.




Una metà dell'intelligenza dell'individuo é data da curiosità e attenzione verso ciò che ci circonda, l'altra metà dallo studio e dal duro lavoro. Ed é per questo che credo di essere mediamente intelligente.

Essere curiosi e attenti porta anche due principali vantaggi: 1) Si ha sempre qualcosa da raccontare in società. 2) Ci si annoia di meno.

Qualche giorno fa durante il volo Malaga-Helsinki i piccoli monitor dell'aeroplano hanno cominciato a trasmettere brevi video animati per intrattenere i passaggeri. Posso dire con relativa certezza che nessuno vi prestava attenzione, essendo i pochi passeggeri svegli tutti chini su (nell'ordine): smart-phones, tablet, riviste, libri. Anche io avevo il mio bel daffare, ma pur palleggiandomi tra disegno, lettura, sollevamento palpebra calante, ascolto musica, ascolto Giusi, ogni tanto un occhiatina al monitor ci scappava. Niente di che. Più che altro i soliti cartoni animati della nuova generazione (post simpsons), forzatamente strani e furbescamente scorretti. 
Ma improvvisamente alcune sagome nere in movimento hanno attratto la mia attenzione. E poco a poco tutte le attività che conducevo sono state costrette a lasciare spazio all'osservazione di uno strano, particolare e fantastico filmato di animazione. Mi sono girato verso Giusi per avvisarla della cosa e ho visto che anche lei ne era già stata assorbita. Praticamente gli unici due su tutto il volo. Fortunatamente siamo riusciti a cogliere qualche parola nei minuscoli titoli di coda che ci ha permesso una volta arrivati a casa di ritrovare il tutto.


Abbiamo scoperto il mondo di Zumbakamera, uno studio spagnolo di produzione di film e videoclip di animazione dall'attività molto interessante. Molto del loro lavoro prende come spunto visivo il teatro delle ombre e su questo innesta un'animazione grafica particolare, surreale e con un forte carattere simbolista, immediatamente decodificabile dallo spettatore. Le storie affrontano tematiche anche forti, sviluppandosi come favole di complessità via via crescente, che scorrono ipnoticamente su un nastro senza fine.
E, simbolismi o meno, i filmati sono godibili e curiosi.
Il film da noi visto è il quarto della serie Bendito Machine, vincitrice di numerosi premi internazionali.
Tutti i film della serie sono gratuitamente visibili sul loro sito.
Bendito Machine IV lo potete anche direttamente guardare qui sotto.

mercoledì 7 agosto 2013

Non perdiamo la testa...



Come sarà di sicuro già a molti noto, da qualche tempo una pazza notizia dai toni horror/fantascientifici sta facendo furore sui media italiani. No, non si è trovato un metodo per arginare drasticamente la crescente stupidità insita nell'umanità, non esageriamo.

Molto semplicemente lo scienziato italiano Sergio Canavero ha pubblicato un articolo su una rivista internazionale nel quale asserisce di essere in grado di realizzare UN TRAPIANTO DI TESTA NELL'ESSERE UMANO. Sorpresa? Incredulità? Paura? Disgusto? Comequandodoveperché?

Non starò qui a rispiegare nel dettaglio quanto già detto dagli organi di informazione della madrepatria (a partire da “Oggi” che ha riportato per primo la notizia, passando per i vari telegiornali). Anche perchè c'è ben poco da andare nel dettaglio. Come al solito, sia in televisione che su internet, viene detto di tutto ma non si approfondisce mai niente. Questo sia in Italia che all'estero, per inciso. Nulla in più delle solite righe di prammatica e di qualche commento sensazionalistico.




Venuto a conoscenza della cosa, e passato il primo impulso di liquidare il tutto come cialtronesca sparata a scopo pubblicitario, mi sono posto alcune domande, alle quali ho provato a dare una parziale risposta usando tutti i mezzi che il lavorare in una struttura di ricerca scientifica mi consente (durante la pausa pranzo, si capisce).

Primo: chi è questo Canavero? Da dove salta fuori?
Sergio Canavero è il direttore del centro di neuromodulazione avanzata dell'ospedale Molinette di Torino (non sono riuscito a trovare un suo curriculum professionale, credo più per disorganizzazione dei siti web che per altro. A quanto sembra ha sempre lavorato alle Molinette). Ha al suo attivo un considerevole numero di pubblicazioni scientifiche nel settore della neurochirurgia, non sono in grado di dire di quale importanza, non essendo né il mio settore, e non avendo tempo e voglia di calcolare l'impact factor (il principale indice di rilevanza delle riviste scientifiche) delle sue pubblicazioni. Canavero ha lavorato molto anche sui cosiddetti “risvegli” dagli stati di coma, dove pare abbia ottenuto buoni successi, ed è citato in convegni e pubblicazioni delle associazioni che se ne occupano. Non sembra a prima vista un ciarlatano. Ma sembra di sicuro un tipo bizzarro. Parla (e ciò a mio parere é anche apprezzabile) della necessità di scuotere il mondo della ricerca, soprattutto italiana, scrollandole di dosso i vecchi dogmi e combattendone baroni.
Ma questo non basta.
Rimane la possibilità che sia un furbo in cerca di pubblicità. Ad avvalorare questa ipotesi c'é un articolo da lui pubblicato nel lontano 1992 in cui afferma, più o meno con gli stessi toni (anche il titolo dell'articolo è simile), la fattibilità di un trapianto totale di occhi per i ciechi.
Ma ancora non basta, potrebbe comunque essere qualcuno in buona fede che ci crede e ci prova, solamente un po' fuori di testa.

Ho sentito una sua intervista, e un personaggio bizzarro, a dir poco, lo è di sicuro. Trascinato da una foga inusuale, cortesemente ma aspramente sempre polemico ad ogni accenno di critica, sembra convinto di quello che dice.

Ma, ovviamente, questo non basta.

un curioso fumetto degli anni trenta (autore Fletcher Hanks) in cui una testa volante viene inserita nel corpo di un gigante.

Secondo: cosa dice di voler e poter fare?
Il trapianto di testa, come detto. E cosa vuol dire? Vuole dire tagliare e poi ricollegare un grosso numero di strutture e tessuti dal paziente (cioé la testa) a un donatore (ergo, il corpo). Ossa, muscoli, tendini, vasi sanguigni, tutto.

Considerate le difficoltà anche solo teoriche del proposito, questo non è nemmeno tanto. Perchè Canavero afferma non solo di poter mantenere in vita la testa, ma di poter dare mobilità al corpo e a tutti i suoi organi dopo il trapianto, e in questa maniera poter far fronte ad alcune patologie incurabili dalla scienza medica (ad esempio la distrofia muscolare progressiva, quella del caso di Piergiorgio Welby, citato - forse ad arte - dallo stesso Canavero). E per potere fare ciò bisogna tagliare e ricollegare nientemeno che il midollo spinale. Quello sì che è complicato, mapersulserio. Impossibile, secondo praticamente tutti. Impossibile fino ad oggi secondo lo stesso scienziato italiano.

Il tempo entro il quale questa procedura andrebbe fatta è estremamente ridotto. Un minuto e mezzo, due al massimo per ricollegare un fittissimo e complesso fascio di neuroni. Per staccare e riattaccare il sistema nervoso centrale. Roba da niente. Tutto in un minuto e mezzo. E passato il tempo massimo, non c'e' più nulla da fare. Nada, stop.
Nell'ambiente medico tutto ciò provoca scetticismo nei bendisposti e causa l'ira di tutti gli altri.

Per chi conosce l'inglese e ha voglia di leggersi l'articolo di Canavero, ecco qui quello che nessuno degli stipendiati giornalisti internazionali vi ha dato. L'articolo di Canavero sul progetto HEAVEN (Head  Anostomosis Venture), pubblicato nel numero di Giugno della rivista Surgical Neurology International e scaricabile gratuitamente e legalmente qui (richiede acrobat reader).

Per gli altri un breve riassunto commentato (da un ignorante come me). Già nel 1970 lo scienziato Robert White è riuscito ad effettuare il trapianto su una scimmia del genere Rhesus Macacus, tenuta in vita per 8 giorni (nota: ne parlò in un racconto anche Oriana Fallaci). Ma non si è nemmeno provato a riconnettere il midollo spinale. La tecnologia non permetteva di affrontare questa fase dell'operazione, che all'epoca venne lasciata come passo successivo. Ma presto é sembrato chiaro come questo non sarebbe stato lontanamente possibile per cui in pochi anni l'intera linea di ricerca è stata abbandonata.

Ora Canavero dice che i fusogeni (sostanze che permettono la riconnessione di membrane cellulari e altro) possono essere efficacemente usate per superare questa difficoltà. Una volta che il midollo spinale viene raffreddato alla giusta temperatura e opportunamente perfettamente tagliato, anche senza venire pilotate, sostiene il medico italiano, tramite i fusogeni le cellule nervose sono in grado di riallinearsi e saldarsi autonomamente. Non tutte, solo un 30% di queste. Ma secondo lui, sono abbastanza per ridare mobilità al corpo. E con il migliorare della tecnologie in futuro questa percentuale è destinata ad aumentare.

Secondo il National Post (non ho trovato questa notizia altrove), lo scienziato afferma che l'intero intervento dovrebbe durare all'incirca 36 ore, coinvolgere vari team che si alternerebbero in sala operatoria, circa 100 chirurghi, e costare all'incirca 128 milioni di dollari.




Terzo: ma che, siamo diventati tutti scemi? Beh, premetto che non ho la minima intenzione di affrontare temi etici di alcun tipo in questo post, le considerazioni di stampo filosofico le lascio agli eventuali lettori: sono benvenute nei commenti. Persino per lo stesso Canavero il problema è essenzialmente etico. Io nel mio piccolo mi limito a riportare il maggior numero possibile di elementi da me reperibili con le risorse e il tempo disponibili, in maniera da aggiungere qualcosina in più alle due righe che si trovano di solito sui siti web.
E spulciando tra le notizie e ascoltando interviste, ho fatto una fondamentale scoperta, che mi ha sorpreso: Canavero non è mica l'unico che lavora su questa cosa... Nel mondo altri 3 gruppi di ricerca sono interessati all'argomento.
Tra questi (e qui sembra veramente di essere in un film o un fumetto di fantascienza), indovinate chi? Pronti?
Ma nientemeno che il classico miliardario russo, che ha fatto partire il progetto AVATAR, finanziato di tasca sua, che si propone di raggiungere l'immortalità umana in varie fasi, la prima delle quali prevede l'installazione di una testa umana su un corpo robot. Itskov (il miliardario in questione) ha messo al lavoro 30 scienziati e vari laboratori, che hanno fornito una stima massima di 10 anni per raggiungere questo risultato.
Ohi, si dice che uno coi soldi suoi  ci fa quello che vuole. Dispiace sempre un po', vedendo quanto esigue siano nel mondo le risorse per la ricerca.




Beh, che altro dire?

Se avete avuto la pazienza, il tempo, la curiosità di leggermi fino a qui, siete ovviamente un po' fuori di testa anche voi, e quindi conto che apprezzerete il seguito di questo post. In realtà (come spesso mi capita) inserisco solo alla fine la molla che mi ha scatenato il tutto.

Tanti anni fa da ragazzo, in una insonne notte di Estate, guardavo nel mio piccolo televisore in bianco e nero lo stupendo e compianto vecchio programma Fuori Orario, su Rai Tre. Tra i film di quella notte venni colpito da qualcosa di assurdo. Una pellicola inaspettata, divertente e macabra al tempo stesso, in tedesco con sottotitoli in italiano. Al momento non ne colsi il titolo, e rimase solo una vaga e piacevole memoria. Anni dopo, grazie a Internet, la indentificai come "Die Nackt und Der Satan", del 1959.

Perché ne parlo? Il titolo internazionale del film è "The head", e cioè "La testa", e racconta (indovinateunpo') di uno scienziato che scopre la maniera di tenere in vita e trapiantare teste umane. All'epoca mi sembro' una sparata colossale, stupida e geniale al tempo stesso.
Locandina del film, versione americana


Una scena del film. L'operazione sembra andata a buon fine.
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Che peccato, però. Che peccato, se ci si pensa bene, che le nostre paure e i nostri sogni più terribili siano così banalmente raggiunti e superati dalla realtà... Mi viene un po' di tristezza constatando che é sempre più difficile scovare e condividere pensieri ancora ammantati della buia e romantica aura dell'abisso ignoto. Che tutto venga rovinato dalla fredda e metallica luce inarrestabile del progresso.

Qualche anno fa sono riuscito con grande gioia ed emozione a procurarmi una copia del film sopra citato (ora c'è tutto qui) e l'ho messo nel cassetto, pregustando il momento in cui l'avrei rivisto. "Non c'e' fretta" mi sono detto.

E invece c'era. Ora me lo hanno rovinato: lì nel cassetto rimarrà, non semplicemente un film caduto nel vasto limbo delle ingenuità umane, ma ben altro. Un monito alla rapida estinzione della paura dell'ignoto, quella che dai tempi in cui l'uomo esorcizzava i propri mostri dipingendoli sulle pareti delle caverne e alla fioca luce delle braci si rintanava tremante al suono dei tuoni lontani, ne ha garantito la sopravvivenza.


Ora la sopravvivenza è garantita dallo stesso progresso che ha sconfitto gran parte di tali paure, ed è per molti versi un bene. Non so perchè, ma temo il giorno in cui non ne rimarrà nemmeno una di paure, e la luce chiara della conoscenza si fonderà totalmente con lo scintillare falso dell'arroganza diventando l'unico faro a guidarci nel futuro.

Per il momento, non perdiamo la testa.