martedì 14 aprile 2009

Ecco qua...


Ne sono successe di tutti i colori in questo periodo. Giornate buffe, strane ricorrenze, novità.
Purtroppo ci siamo allontanati un po' dal blog e non abbiamo aggiunto nuovi post come invece avremmo voluto e come eravamo soliti fare per descrivere la nostra vita in Svezia.
Ma l'evento principale è di sicuro che siamo andati incontro a un ennesimo cambiamento. In breve, ho terminato il vecchio contratto, quello che per la legge svedese doveva obbligatoriamente essere l'ultimo come Post-Doc e ho iniziato non uno, bensì due nuovi lavori. Nella pratica quello che faccio ora non si distanzia poi molto da quello che facevo prima. Ma sotto altri punti di vista le differenze ci sono, eccome.

Prima di tutto la casa. Giusi in questo momento è in Italia, non solo per le vacanze di Pasqua, ma perché ha letteramente smontato l'appartamento a Bologna, venduto il vendibile, traslocato il traslocabile, dipinto il dipingibile.
Basta.
Nessuna più "connessione" con l'Italia. Ora è diventato solo il posto per andare a trovare parenti e amici che ci vivono.
Noi siamo a Stoccolma.
Può sembrare un cambiamento da poco, ma non lo è. Disfarsi di mobili e soprammobili scelti con cura per durare a lungo termine è stata un'operazione come previsto dolorosa.
Significa anche staccarsi ancora un po' di più dai genitori, dalla famiglia, dagli amici. Un prezzo pagato a cuore non leggero, e con cui diventa più difficile convivere ogni giorno che passa. Ma una scelta obbligata, per poter sopravvivere. Via dal paese che amo, e che ora anche odio per avermi costretto ad abbandonarlo.
Sì, gente. Siamo noi, trentenni, quarantenni. Ci siamo fatti il mazzo per studiare e/o crearci competenze, siamo arrivati alla vita, quella vera, carichi dei nostri sogni, pronti a buttare il cuore oltre l'ostacolo e a fare di tutto per realizzarli. Ma il cuore ci è stato ributtato indietro. Dalla palizzata ci è stato detto che se volevamo potevamo entrare, ma i nostri sogni dovevamo lasciarli fuori.
Siamo noi, con la nostra valigia di cartone lucida lucida, abbonati alle linee low-cost, noi che abbiamo mollato tutto solo per poter alzarci la mattina, guardare dalla finestra e poter respirare.
E il prezzo di quel respiro vale tutto l'oro del mondo, vale le lacrime di rabbia nel non poter vedere crescere la propria nipotina, la frustrazione di non poter fare due risate a tavola col proprio padre ed essere seppellito di cibo dalla propria madre, vale mille altre cose ancora.

È il respiro, lento e triste, di noi nuovi emigranti.


Cena a casa di Mauro, qualche giorno fa


33 commenti:

TopGun ha detto...

Le ultime righe del tuo post mi commuovono molto.
Ti Auguro il meglio per la tua nuova avventura lavorativa.

p.s. se posso permettermi di scherzare un pò,
non ti lagnare troppo però, tu hai Giusi :).
mica una roba da poco quando si mette in campo un progetto di vita come questo.

Mauron ha detto...

novantadue minuti di applausi :)
Scritto sul PC di mio papà, con la stampa del biglietto del treno per l'aeroporto, la boarding card, la bottiglietta di Nocino della mamma e la scorta di libri in italiano, pronti per la valigia disfatta su quel letto che non è più mio...
Ma quanto è bello avere un posto e degli amici a cui tornare! Ci pensi? Ogni viaggio, in entrambe le direzioni, è un viaggio di ritorno :)

Unknown ha detto...

top, non ce l'ho fatta. ho dovuto leggerlo stasera, il post del mio amato compagno di viaggio. così mi sono alzata dal letto e ho riacceso il pc... sebbene la sveglia sia fra quattro ore.
tante le cose che vorrei dire, ma sono poco lucida e molto stanca.
mauro, hai ragione. in fondo i nostri sono sempre viaggi di ritorno. peccato però che i tempi di permanenza non possano essere equamente suddivisi...
un bacio, l'emigrante con il radicchio trevigiano in valigia

Unknown ha detto...

p.s. adoro la foto un po' sgangherata scattata da paula in quella serata tranquilla a casa di mauro... che bella, la nostra casa-famiglia! :-)

TopGun ha detto...

Giusi spero di non essere la causa della tua levataccia notturna.
non pensavo non avessi letto questo post e l'ho collegato a l'altra cosa che hai scritto...

@Mauron:
bello il 92 minuti di applausi. :)

Anonimo ha detto...

E anche da parte mia 92 minuti di applausi ;-) Un abbraccio
L

gattosolitario ha detto...

Uhm, in questa fase ci siamo giá passati tempo fa, quindi vi capisco eccome. C'é un misto di rabbia, di impotenza e devo dire quasi di gioia in me dopo un poco di tempo. Forse la cosa migliore é pensare di essere una generazione finalmente "europea", anche se sappiamo bene che in Italia il tutto é solo esclusivamente in uscita.

Io alla fine sono arrivato alla conclusione che sono fortunato a non vivere in Italia, a non dover combattere ogni giorno con l'inefficienza, con la corruzione, con la Chiesa etc etc... e soprattutto ad avere il lavoro per cui ho studiato.

L'Italia, come dici, rimane e sará solo il posto dove fare qualche vacanza qui e li quando capita.

SuomItaly ha detto...

Bel post. Credo che simili riflessioni siano più che condivisibili da molti "nuovi emigranti" italiani.
Concordo con gattosolitario quando suggerisce che forse questo potrebbe contribuire a pensare più in chiave europea. Non è facile ma ci si prova.

Tiastrad ha detto...

Ragazzi, mi unisco ai 92 minuti di applausi, e se sono un po' in ritardo magari riesco a farne una cinquantina? :D
Mi sembra una coincidenza non da poco il fatto che a me è accaduto lo stesso destino un mesetto fa, quando con la mia seicento scassata ho fatto Brux-Milano-Brux riempiendo l'auto fino al tetto di cianfrusaglie che raccontano 32 anni di vita. La mia famiglia ha traslocato in un appartamento più piccolo, mio fratello in uno tutto suo. Così, le cose che mi appartenevano ancora, me le sono portate a Bruxelles, e come dicevate voi, c'è una bella differenza adesso. Comunque io ci tengo a sottolineare gli aspetti positivi, e poi è proprio vero: quando te ne vai, hai la fortuna di poter tornare.

Puntino ha detto...

Sto piangendo dinanzi a questo post ... gtazie

Davide ha detto...

E' una bella mattinata di un sabato primaverile. Tra poco usciremo per andare a casa di amici per un barbecue. La nostra vita sociale è decisamente molto più intensa qui che in Italia, dove ci stavamo "spegnendo" tra lavoro, casa e tv. Stiamo bene, questo è fuori discussione. E come dicono gatto e suomi pensare in prospettiva europea è una bella cosa. Ci sono due tipi di italiani all'estero, quelli che si lamentano continuamente che il caffè non è buono, che la pasta al ristorante è scotta, ecc ecc... e quelli che ogni sera che escono provano un tipo di cucina diversa, che hanno amici di tutte le nazionalità. Noi ci sentiamo pienamente in questo secondo gruppo, e io sono un grosso martellatore di coscienze, quando spingo i miei conoscenti più giovani a fare per lo meno l'erasmus. Sono veramente un tormentone con la mia predicozza che viaggiare "apre la mente", e almeno 5 o 6 mamme italiane mi considerano il responsabile delle disgrazie familiari, visto che i rispettivi pargoli poi si sono stabiliti definitivamente all'estero. Ma è vero.
Viaggiate gente, viaggiate. Staccate le radici, tagliate i cordoni e partite. E' indispensabile.
Mettete in conto, però, un pochino di malinconia quando il tempo passa e gli affetti sono lontani...

gattosolitario ha detto...

Si vive molto veloci quando si é fuori, poi secondo me ci si "riadatta" dopo qualche anno. Ma forse poi rimane sempre quel sentirsi un pochino in bilico, che fa tanto stare bene (ma questo lo scopriremo solo vivendo!).

Alex ha detto...

Ciao a tutti. E' la prima volta che scrivo su questo blog.

Prima di tutto mi unisco agli applausi, e poi vi faccio coraggio per la nuova avventura lavorativa.

Puntino ha detto...

@davide

Gli affetti proprio in quanto tale si ritrovano sempre ...e viaggiando se ne creano di nuovi..
lycka till

TopGun ha detto...

Eh eh.
Davide ci dovresti scrivere un post più articolato sul viaggiare che apre la mente.
Ce ne sono di cose da dire in questo senso.

Io per ora ho viaggiato molto meno di quello che avrei voluto, ma anch'io martello tutti quelli che conosco.
viaggiate viaggiate viaggiate.

Poi sul tagliare le radici ho un opinione diversa.
Secondo me le radici devono essere belle profonde, proprio per permetterti di andare in alto stando però sempre ben saldo.

questo mi riporta alla mente il testo di una canzone di Jovanotti, l'albero.Buon fine settimana :)

Anonimo ha detto...

Bravo Davide! Meglio non avresti potuto dirlo!
Io aggiungo solo: un GRAZIE enorme per la 'casa famiglia'

Marta

Kralizek ha detto...

bellissimo post!

aggiungo altri 92 minuti di applausi!

dancerjude ha detto...

In terribile ritardo causa millemila post arretrati da leggere... mi accodo agli applausi, 92 minuti non li reggo ma un applauso lunghissimo di sicuro ci sta tutto!
Io sono ancora in Italia e non so se riuscirò mai a spostarmi da qui, ma l'ammirazione per chi ha avuto il coraggio e la determinazione per lasciare gli affetti per vivere una vita serena tra gente civile è notevole, per cui non posso fare altro che farvi i miei complimenti e ringraziarvi per la testimonianza...

Silvia ha detto...

Il vostro pensiero rispecchia il nostro... vi facciamo un grosso "in bocca al lupo" e ci uniamo al gruppo di coloro che cercano di pensare "in prospettiva europea", in barba a chi gufa sui nostri progetti all'estero !
Ciao da Montegrotto Terme (PD) - Norrköping

orma ha detto...

Io sono convinta che il proprio paese è quello che ti permette di crescere, purtroppo l'Italia non è così. E' bello essere riusciti ad andare altrove.
In bocca al lupo, ora che tutto è un po' più definitivo, con un pizzico di invidia, quella che riconosce i meriti.

Unknown ha detto...

Ciao!
Mi chiamo Annachiara e sono di Bologna, mi sono trasferita a Stoccolma quasi 2 anni fa e mi chiedo: nella foto che hai messo vedo Antonio Di Gennaro?
Ciao!

Unknown ha detto...

Annachiara, siamo di Bologna anche noi (o almeno lo siamo stati per qualche anno, Davide più di me) e siamo qui da due anni. Praticamente ci siamo trasferiti a Stoccolma insieme! Che strani gli incroci della vita...
Ebbene sì, nella foto c'è anche il nostro Antonio! Ora sono curiosa...

Mauron ha detto...

carramba che sorpresa! AnnaChiara, non è che per caso tua madre si chiama Alessandra?

Unknown ha detto...

Sisi mia mamma è Alessandra! Anche io leggo il tuo blog Mauro :-)
Studio biomedicina al Karolinska Institutet ed ho avuto Antonio come assistente di laboratorio durante un corso di biochimica!

Anonimo ha detto...

Minchia che bel post: tutto vero come è vero che mi è scesa una lacrima leggendolo

Mauron ha detto...

Annachiara, è davvero una carrambata! Perchè non ci incontriamo una delle sere che usciamo con Antonio? Fatti sentire per e-mail! :)

Anonimo ha detto...

ti capisco ma non troppo,infatti se ci pensi bene la tua emigrazione forzata ha anche parecchi vantaggi:i genitori lontani sono solo un vantaggio perchè non ci sarà più la mamma a dirti:mangia,tagliati i capelli,metti ordine a questo casino,quando ti deciderai a darmi un nipotino?,cercati un lavoro in italia!.ed il babbo che sa tutto lui,parla sempre di politica,i giovani non hanno più morale e capiscono poco,lui è sempre gagliardo.quindi come vedi nella bilancia della vita queste cose vanno nel piatto dei vantaggi.

PuroLino.it ha detto...

Beh, io sono sicuramente in ritardo per unrimi agli applausi. Ma vi faccio comunque i miei complimenti per il grande coraggio e l'evidente voglia di vivere...
Un Abbraccio

Davide ha detto...

Grazie anche a te Purolino, mi emoziona ancora leggere i tanti commenti che questo post ha scatenato, da parte degli amici che sentiamo quotidianamente, e ancora di più da parte di quelli che non ci conoscono di persona, ma solo attraverso il blog. Evidentemente questo è un argomento sentito da molti, che siano già partiti, o che sognino solamente di farlo (FATELO, gente FATELO. Se lo desiderate PARTITE! Sembra difficilissimo, ma non lo è. Ma fatelo con coscienza, informatevi prima, parlate con gente che in quel posti ci vive già. Se avete un lavoro che volete portare avanti, organizzate colloqui,stabilite contatti, fate un viaggettino di prova...Se potete, non buttatevi totalmente allo sbaraglio).

Una piccola precisazione. Scommetto il mio stipendio di questo mese, che l'anonimo "controcorrente" che ha scritto il penultimo post, quello del 3 giugno, non è altro che quel burlone di mio padre, di recente connesso a internet... Come si fa a non avere nostalgia di casa? :)

TopGun ha detto...

Mitico il tuo Papà se è l'anonimo. :D

se scrivete una volta ogni tanto ma poi tirate fuori questi post quì, allora vi fa bene assentarvi :)


Puntino hai sentito? FALLO!

TopGun ha detto...

Davide ho citato questo tuo post, in questa discussione, nata sulla lettera pubblicata su Repubblica, del direttore della luiss Paolo Celli.

PaoloIT86 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
PaoloIT86 ha detto...

Post fantastico e attuale anche anni dopo. E devo anche ringraziare tutte queste esperienze che ho letto se ho fatto quello che ho fatto.
Paolo från Stockholm