Ieri, alle ore 19.00, si è compiuto un rito che ci ha resi un pochino più svedesi e al tempo stesso ha fatto sì che ci venissero mostrati nuovi orizzonti olfattivi e gustativi. Visto anche il risultato del sondaggio
lanciato tempo fa (quindi anche un po' colpa vostra) abbiamo deciso di provare il surströmming.
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Mioddio. Diommiomioddio.
Ci era stato spiegato da molti che l'odore era disgustoso, ma che il sapore non era poi male. Qualcuno aveva tenuto a puntualizzare che l'odore era disgustoso e il sapore pure. Ma, a tutt'ora, posso affermare che non avevamo sufficienti indizi per formulare una scelta obiettiva.
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Ieri ci siamo recati a casa di Amy e Sofia e lì (...mannaggg...) si è compiuto il misfatto.
Siamo andati in terrazzo dove Sofia ha aperto la scatoletta.
Più o meno già immaginate cosa sia successo, soprattutto se avete letto
questo post. Avete presente l'odore di cadavere? No?, Ok, vi è mai capitato di andare in ferie e tornare dopo quindici giorni scoprendo che si è
rotto il freezer dove giacevano hamburger ormai marci nell'acqua dello scongelamento? Vi sono per caso venuti conati di vomito?
Appunto.
Noi siamo scappati di corsa mentre Sofia preparava i piatti.
Rullo di tamburi... Apertura della scatoletta...
La scatola ormai aperta. Notare il liquido grigio-marrone
Ma questo ce lo aspettavamo... (più o meno..., alla
putrescina e alla
cadaverina non si fa mai l'abitudine).
Quello che non avevamo bene capito era cosa sarebbe venuto dopo.
Posto che Sofia e Amy avevano predisposto ciotole con cipolle a dadini, pomodori a dadini, patate bollite, burro salato, formaggio da affettare e
tunnbröd, e che eravamo ben preparati ad affrontare il seguito, ognuno si è coraggiosamente preso il suo piatto. Ohi, non ci si stava davanti!!! Impossibile. Dovevi sempre tenerti a distanza e operare lateralmente.
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Io che tento di pulire il pesce. La mia reazione è assolutamente spontanea e non esagerata per la fotografia
In più non avevamo idea che il pesce marcio fosse in realtà ANCORA DA PULIRE. Cioè, viene messo via a marcire nella sua acqua con ancora le interiora dentro. Solo la testa è stata tolta (a questo punto non capisco perché... marcio per marcio). Vi giuro che non sto esagerando. Marcio. Non nel senso di spappolato dalla putrefazione, ovviamente, anzi ancora tosto e lucido. Ma marcio.
A questo punto la prima cosa da fare è aprire il pesce e rimuovere le interiora. Si può immaginare la nuova zaffata di odore che ne viene fuori. Una volta estratte le interiora marce e messe di lato nel piatto (o meglio buttate proprio via, incartate e spostate a debita distanza, se non si è masochisti), si ribalta il pesce aperto sulla pancia e gli si schiaccia la schiena, in maniera da avere una sorta di doppio filetto. Si ribalta nuovamente questa volta sulla schiena il pesce schiacciato e gli si rimuove la lisca. La pelle rimane.
Il tutto sempre con esalazioni di marcescenza costanti.
Poi si fanno dei pezzettini che si mettono sul pane insieme a burro salato, patate, cipolle (consigliate TANTE), ecc., ecc., si mangia e ci si beve su birra o snaps.
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A questo punto se ne
assapora il gusto.
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Cercando di rimanere il più obiettivo possibile, cosa che credo di saper fare, visto che in materia di cibo non ho assolutamente preconcetti, il sapore che vagamente si sente è quello dell'aringa, che tra l'altro a me piace molto. Ma vagamente. Il tutto è sovrastato dal sale. Di per sé questa non è una cattiva cosa, ma non giustifica il perché consumare surströmming invece della semplice aringa.
Quello che in realtà differenzia i due piatti, è il retrogusto, che si fa sentire appena deglutito il boccone, e che corrisponde esattamente all'odore che si era percepito fino a poco prima. Marcio.
Permane a lungo in bocca il sapore della putrefazione.
Deduco (e temo) che sia questo che intriga tanti estimatori, ma ciò va contro ogni mia logica. Quell'odore e quel sapore sono la maniera che la natura ha per dirci: "Non buono! Non mangiare! Vomita!". Mi risulta difficile credere che possa costituire prelibatezza di qualsiasi tipo.
Inoltre non finisce qui. Si può mangiarci su altro, berci vino, amaro, lavarsi i denti dieci volte, il sapore continua a riproporsi per ore, proveniente dal profondo del tuo stomaco (e ci credo, sta cercando di ribellarsi con tutte le sue forze a quello che gli è stato introdotto).
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Nel mio caso, ciò ha causato una notte tormentata, in cui il mio corpo ha portato avanti un'eroica battaglia contro l'invasore, e ne uscito debole vincitore, madido di sudore e stremato.
Nel frattempo, la mia mente ha cercato una fuga nel sogno, a dire il vero uno dei più belli che mi sia trovato a fare da tempo. C'entravano un'originale razza di alieni che aveva sopraffatto numerose civiltà di questo universo e un paio di altri, invadendole dall'interno del loro potente pianeta-astronave.
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Grazie a una serie di miracolose coincidenze nonché all'abilità di un manipolo di coraggiosi, una piccola parte degli oppressi riesce a cavarsela e a trovare rifugio appena sotto la superficie del pianeta-astronave dei cattivi, in una situazione che non permette agli alieni di disfarsene, pena la distruzione del loro stesso pianeta. I superstiti delle varie civiltà organizzano la loro vita quotidiana in questa nuova condizione, in una sorta di simbiosi con gli alieni, maldigerita dagli alieni stessi. E anzi, ad ogni nuova specie che questi invadono e distruggono, riescono a fare in modo che qualcuno si possa rifugiare da loro.
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In più non rinunciano ai tentativi, nel tempo sempre più efficaci, di sconfiggere i loro originari distruttori.
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La svolta avviene quando il grande capo e ispiratore dei ribelli si trova a lottare per la propria vita in seguito a un banale avvelenamento dovuto a intrighi interni alla nuova società appena formatasi. Gli altri al comando realizzano di non possedere la tecnologia medica e scientifica necessaria a salvarlo, e che senza quest'uomo la civiltà ribelle non ha futuro, non hanno scelta che scendere ai patti con gli alieni, legando a doppio filo la loro esistenza con quella dei loro nemici, in un modo che non mi dilungo a descrivere.
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Ovviamente non so come va a finire il tutto perché mi sono svegliato.