Come qualcuno già sa, Magi non è arrivato. Le previsioni si sono avverate.
Tra gli innumerevoli disagi che il blocco dei voli dovuto alle ceneri del vulcano islandese più famoso d'Europa ha causato, c'è stato pure questo.
Sapevamo bene che le probabilità non erano alte, ma alla fine ci eravamo un po' illusi vista la riapertura dell'aeroporto di Arlanda nel giorno previsto per l'arrivo e viste soprattutto le comunicazioni dal Portogallo, dove alla volontaria di Hundrondellen che doveva accompagnare il cucciolone e altri tre amici cani il volo era stato confermato.
Sophie (la volontaria) appresa la notizia ha organizzato il tanto atteso viaggio: martedì mattina, nemmeno troppo di buon ora, si è fatta i suoi duecento chilometri in furgone fino all'aeroporto.
Nel mentre lei scaricava i suoi quattro trasportini con cane dentro, a quasi quattromila chilometri di distanza io stavo entrando alla Statoil di Bromma per ritirare la macchina prenotata a mio nome che avrei utilizzato in nottata per andare in aeroporto. Una Yaris, prezzo giornaliero circa 50 euro, anticipati. Sulla strada per tornare a casa, mi sono fermato a un take-away tailandese dove ho preso delle verdure con salsa di arachidi per Giusi e un curry verde di pollo per me.
I dettagli sono importanti.
Mentre attendevo che il cibo venisse preparato, e mentre a casa Giusi finiva di sistemare tutto, la radio ha annunciato che l'aeroporto di Arlanda avrebbe chiuso alle 8. La notizia era già nell'aria (beh, parlando di aerei e aeroporti...), ma si pensava che i voli in arrivo atterrassero ugualmente: del resto il volo era stato confermato dalla compagnia aerea. La radio ha poi però aggiunto che non sarebbe decollato NE' ATTERRATO nessun volo.
Contemporaneamente, a quasi quattromila chilometri di distanza, Sophie si presentava al gate dove le veniva detto che il volo era, come promesso, confermato. Certo, anzichè atterrare a Stoccolma, sarebbe atterrato a Oslo, ma il volo c'era. Ora non so per certo, ma Sophie deve avere ribattuto che lei non doveva andare a Oslo, ma a Stoccolma. Le è stato risposto che c'era un comodo bus notturno che dall'aeroporto di Oslo sarebbe andato a Stoccolma, immagino incluso nel prezzo.
Sophie, dopo un giorno di preparativi e di viaggio, sola con quattro cani di media taglia in quattro trasportini di grossa dimensione, deve avere per una frazione di secondo considerato come diavolo poteva farcela. Ancora, non so cosa lei abbia risposto all'addetto della compagnia aerea, ma so cosa avrei risposto io.
Sophie ha chiamato giusi e poi lei e i quattro cani sono ripartiti in direzione del canile, con cinque code tra le gambe (quattro reali, una no).
A quasi quattromila chilometri di distanza, Giusi ha immediatamente chiamato me, ancora al ristorante che stavo ritirando il cibo appena preparato. Io sono salito in macchina, ho lasciato la cena a casa e sono ritornato alla stazione di servizio, dove l'addetto mi ha chiesto se avevo dimenticato qualcosa. Gli ho spiegato la situazione, e lui ovviamente ha detto che non si poteva più fare nulla, nada, niente, ciccia. Ho pagato la benzina che avevo consumato, 1 euro e mezzo, e sono tornato a piedi a casa.
Niente Magellano, un chilometro a piedi andare al noleggio, uno per tornare, e praticamente ho noleggiato la macchina per andare al take away.
Ah, il curry era piccantissimo.
Tra gli innumerevoli disagi che il blocco dei voli dovuto alle ceneri del vulcano islandese più famoso d'Europa ha causato, c'è stato pure questo.
Sapevamo bene che le probabilità non erano alte, ma alla fine ci eravamo un po' illusi vista la riapertura dell'aeroporto di Arlanda nel giorno previsto per l'arrivo e viste soprattutto le comunicazioni dal Portogallo, dove alla volontaria di Hundrondellen che doveva accompagnare il cucciolone e altri tre amici cani il volo era stato confermato.
Sophie (la volontaria) appresa la notizia ha organizzato il tanto atteso viaggio: martedì mattina, nemmeno troppo di buon ora, si è fatta i suoi duecento chilometri in furgone fino all'aeroporto.
Nel mentre lei scaricava i suoi quattro trasportini con cane dentro, a quasi quattromila chilometri di distanza io stavo entrando alla Statoil di Bromma per ritirare la macchina prenotata a mio nome che avrei utilizzato in nottata per andare in aeroporto. Una Yaris, prezzo giornaliero circa 50 euro, anticipati. Sulla strada per tornare a casa, mi sono fermato a un take-away tailandese dove ho preso delle verdure con salsa di arachidi per Giusi e un curry verde di pollo per me.
I dettagli sono importanti.
Mentre attendevo che il cibo venisse preparato, e mentre a casa Giusi finiva di sistemare tutto, la radio ha annunciato che l'aeroporto di Arlanda avrebbe chiuso alle 8. La notizia era già nell'aria (beh, parlando di aerei e aeroporti...), ma si pensava che i voli in arrivo atterrassero ugualmente: del resto il volo era stato confermato dalla compagnia aerea. La radio ha poi però aggiunto che non sarebbe decollato NE' ATTERRATO nessun volo.
Contemporaneamente, a quasi quattromila chilometri di distanza, Sophie si presentava al gate dove le veniva detto che il volo era, come promesso, confermato. Certo, anzichè atterrare a Stoccolma, sarebbe atterrato a Oslo, ma il volo c'era. Ora non so per certo, ma Sophie deve avere ribattuto che lei non doveva andare a Oslo, ma a Stoccolma. Le è stato risposto che c'era un comodo bus notturno che dall'aeroporto di Oslo sarebbe andato a Stoccolma, immagino incluso nel prezzo.
Sophie, dopo un giorno di preparativi e di viaggio, sola con quattro cani di media taglia in quattro trasportini di grossa dimensione, deve avere per una frazione di secondo considerato come diavolo poteva farcela. Ancora, non so cosa lei abbia risposto all'addetto della compagnia aerea, ma so cosa avrei risposto io.
Sophie ha chiamato giusi e poi lei e i quattro cani sono ripartiti in direzione del canile, con cinque code tra le gambe (quattro reali, una no).
A quasi quattromila chilometri di distanza, Giusi ha immediatamente chiamato me, ancora al ristorante che stavo ritirando il cibo appena preparato. Io sono salito in macchina, ho lasciato la cena a casa e sono ritornato alla stazione di servizio, dove l'addetto mi ha chiesto se avevo dimenticato qualcosa. Gli ho spiegato la situazione, e lui ovviamente ha detto che non si poteva più fare nulla, nada, niente, ciccia. Ho pagato la benzina che avevo consumato, 1 euro e mezzo, e sono tornato a piedi a casa.
Niente Magellano, un chilometro a piedi andare al noleggio, uno per tornare, e praticamente ho noleggiato la macchina per andare al take away.
Ah, il curry era piccantissimo.
5 commenti:
sfighe internazionali...mannaggia!
Magellano sarà rimasto male come voi,speriamo che domani e comunque al più presto una nuova telefonata possa farvi recare in areoporto per dare il benvenuto a Magellano.
Che guai questo vulcano! Per me il contrario. Avevo biglietti d'aereo ma ho dovuto andare col treno, un viaggio di 33 ore, e poi sono venuta a sapere che il nostro volo era uno tra i pochi che sono partiti oggi. A parte il viaggio, i soldi del volo persi. Spero che la situazione sia cambiata presto per voi!
No mi dispiace, da che andrá meglio. E poi sarete tutti felici e contenti con il cane :)
anni fa avremmo noleggiato la macchina anche solo per un pancito...
Ciao, m.
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