Prima, mentre stavo digerendo, faticosamente e stoicamente, ho guardato fuori dalla finestra. Il cielo era azzurro azzurro e pulito pulito. Bello blù, come diceva mio fratello da piccolino. Ho abbassato lo sguardo per chiacchierare con Giusi per al massimo un paio di minuti, ho guardato di nuovo ed eccolo lì, pieno di cirrocumuli, di cumulonembi, di pallottole di poliuretano espanso arrotolate su se stesse.
Un paio di giorni fa stavo scendendo sfrenato (nel senso che non mi vanno i freni) in bicicletta lungo la discesa di Solnavägen (questa parola verrà editata da Giusi, che ci metterà gli accenti giusti) in direzione del centro commerciale. Mi beavo della folle velocità, dato che l'aria fresca contro il viso compensava gradevolmente il picchiare del sole, caldo ai suoi massimi nazionali. Anche qui l'azzurro del cielo era il colore predominante nel paesaggio. Non una nuvola a pagarla 100 corone. Nello spazio di un batter di ciglia, forse due (diciamo di un batter di ciglia alla mattina appena svegli, vah), ombra, buio e freddo. Un'astronave bianca di materiale nuvolaceo era comparsa credo dal nulla per invadere il pur ampio spazio a me sovrastante. Si muoveva a velocità estremamente elevata, sospinta da un vento professionale: il tempo di osservarla e non c'era più. Sole e caldo come prima.
Ma a quel punto mi ero fatto più guardingo, e non avrei assolutamente lasciato che la natura mi sorprendesse ancora. Per cui, un occhio alla strada e un occhio al cielo (è possibile, ma non provateci), con tutti i sensi all'erta ma senza ovviamente diminuire la velocità, mi sono preparato al successivo arrivo. Sono stato comunque colto di sorpresa dalla forte elettricità che ha cominciato a pervadere l'aria, seguita a ruota da un'armata di veloci e minacciosi carri di cotone scuro guidati, credo, da Odino in persona.
Sarà stata l'elettricità, sarà stata la velocità in continuo aumento, sarà stata l'energia ancestrale proveniente dal dio monocolo, ma una strana e esaltata euforia si è impadronita di me. Avrei potuto essere su qualche bestione ora estinto, roteando un martello da guerra, all'assalto di un bastione solitario e non avrebbe fatto la minima differenza.
Le forze della natura sono al comando. Piegarsi alla loro volontà ed averle come potenti alleati, o contrapporsi scioccamente, da veri eroi, a loro, sfidandole in campo aperto. Un nemico il cui valore nobilita chiunque lo affronti, perfetto per chi brama una fine gloriosa e sicura. La formica che grida orgogliosa e disperata di essere schiacciata, e il suo grido appare come il più flebile dei lamenti. Quella che monta sulle spalle del gigante, che grazie a esso andrà lontano, ma di certo il dove non lo deciderà lei.
Un paio di giorni fa stavo scendendo sfrenato (nel senso che non mi vanno i freni) in bicicletta lungo la discesa di Solnavägen (questa parola verrà editata da Giusi, che ci metterà gli accenti giusti) in direzione del centro commerciale. Mi beavo della folle velocità, dato che l'aria fresca contro il viso compensava gradevolmente il picchiare del sole, caldo ai suoi massimi nazionali. Anche qui l'azzurro del cielo era il colore predominante nel paesaggio. Non una nuvola a pagarla 100 corone. Nello spazio di un batter di ciglia, forse due (diciamo di un batter di ciglia alla mattina appena svegli, vah), ombra, buio e freddo. Un'astronave bianca di materiale nuvolaceo era comparsa credo dal nulla per invadere il pur ampio spazio a me sovrastante. Si muoveva a velocità estremamente elevata, sospinta da un vento professionale: il tempo di osservarla e non c'era più. Sole e caldo come prima.
Ma a quel punto mi ero fatto più guardingo, e non avrei assolutamente lasciato che la natura mi sorprendesse ancora. Per cui, un occhio alla strada e un occhio al cielo (è possibile, ma non provateci), con tutti i sensi all'erta ma senza ovviamente diminuire la velocità, mi sono preparato al successivo arrivo. Sono stato comunque colto di sorpresa dalla forte elettricità che ha cominciato a pervadere l'aria, seguita a ruota da un'armata di veloci e minacciosi carri di cotone scuro guidati, credo, da Odino in persona.
Sarà stata l'elettricità, sarà stata la velocità in continuo aumento, sarà stata l'energia ancestrale proveniente dal dio monocolo, ma una strana e esaltata euforia si è impadronita di me. Avrei potuto essere su qualche bestione ora estinto, roteando un martello da guerra, all'assalto di un bastione solitario e non avrebbe fatto la minima differenza.
Le forze della natura sono al comando. Piegarsi alla loro volontà ed averle come potenti alleati, o contrapporsi scioccamente, da veri eroi, a loro, sfidandole in campo aperto. Un nemico il cui valore nobilita chiunque lo affronti, perfetto per chi brama una fine gloriosa e sicura. La formica che grida orgogliosa e disperata di essere schiacciata, e il suo grido appare come il più flebile dei lamenti. Quella che monta sulle spalle del gigante, che grazie a esso andrà lontano, ma di certo il dove non lo deciderà lei.
Vivendo qui non è difficile capire l'origine delle saghe e di tutta la mitologia nordica. Calza a pennello. Ti viene da pensare che sia così anche altrove, in Italia ad esempio, e che altrove, se si esclude qualche temporale scenografico, sia solo un pò più difficile da sentire.
Per la cronaca, non sono caduto, non ci sono nemmeno andato vicino. Sono arrivato al centro comeciale sano e salvo, e c'erano pure gli avocado scontati. Del resto non avrebbe potuto succedermi niente: c'era Odino che mi proteggeva.
4 commenti:
Leggere i vostri post è sempre un piacere ma qui ti sei superato! A dopo qualche commento-ciacola un po' più approfondito che non la curiosità su nembi e donne volanti ;-)
Già che non ha niente da fare, Odino non potrebbe aiutare un signore che sta cercando di iscriversi e postare qualche commento? ;-) ciao
Ciao Davide!! Leggendoti ho pensato a cosa dev'essere alzarsi tutte le mattine con una natura simile, eccezionale.. l'ho solo assaggiato nei brevi periodi passati in Finlandia.
Ehi Lo.. complimenti per la citazione Eliosa!!
Ohohoh, ci sei, allora Odino ha aiutato anche te! La citazione eliosa era un rigore a porta vuota, Davide ha gradito ;-))) Quello che forse non vi ho ancora scritto (e che potreste tranquillamente fare a meno di sapere) è che si parlava delle divinità scandinave nella mia Anticiclopedia, quindi Odino, Sleipnir, Thor e soci non hanno segreti per me B-). Oddio, non esageriamo, mi ricordo solo questi tre nomi ;-)
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