martedì 10 febbraio 2009

en klump i halsen

un groppo in gola.

un paio di giorni fa, il mio caro amico mario di milano mi ha mandato un sms: è al karolinska che lavora davide? stasera rai tre manda in onda un servizio di "presa diretta" sulla scuola.

il termine di paragone, ancora una volta, è la svezia...

13 commenti:

TopGun ha detto...

ho pensato pure io a voi.
e ribadisco che siete un saaacco fortunati.
se vi è possibile non tornate più in Italia.


buona giornata.
p.s. il clima si è aggiustato secondo i tuoi desideri e le mie imposizioni? lol

Anonimo ha detto...

bellissimo il pellicano ;-)
L

Anonimo ha detto...

Io il servizio l'ho visto proprio stamattina direttamente dal sito.
La sensazione che ho avuto e' proprio questa: un groppo in gola.

B.

Eleonora ha detto...

Non ci credo! ieri notte, un po' perché sono clamorosamente invornita, un po' perché il sito della rai rispondeva alle leggi della fisica quantistica, ho impiegato 40 minuti per trovare questo documentario e ora mi trovo qui il link bello e pronto! Devo passare di qui più spesso.

Il documento lasciava senza parole da molti punti di vista.

Unknown ha detto...

visto che tu sei sicuramente più disincatata di noi sulla svezia, se ti va di dirci che cosa hai pensato del documentario... ci fa molto piacere!
per esempio, non so fino a che punto la realtà della provincia napoletana sia assimilabile a quella di rinkeby. temo che, nonostante il lodevole intendo, il servizio di rai tre fosse un po' troppo patinato a favore della svezia.
eppure le statistiche parlano chiaro. e le immagini anche.
provo sconcerto a pensare che in italia ci siano situazioni simili, più e più volte portate alla ribalta della cronaca, ma sempre uguali. sembra un altro mondo...

Unknown ha detto...

intendevo scrivere "lodevole intenTo"...

Unknown ha detto...

penso ai bambini napoletani. sono senza speranza e neanche sanno di esserlo. non gliene importa niente della scuola, non è certo una loro priorità. anzi, è il primo degli ostacoli a una vita di strada ed espedienti, l'unica che sembrano riuscire a immaginare. colpa delle famiglie, senz'altro. ma non solo.

e poi penso ai bambini nati in svezia da genitori provenienti dai paesi più poveri del mondo o arrivati qui insieme alla famiglia, dopo la fila al migrationverket per l'asilo politico o, più semplicemente, il diritto di residenza. e penso a quella che sembra un'autentica voglia di combinare qualcosa di buono. qui hanno la possibilità di farlo.

possibile che ad alcuni dei nostri bambini questa sia negata?

TopGun ha detto...

possibile.
la situazione nelle fascie e nelle zone disagiate, è forse peggio di quello che hai potuto vedere in questo documentario. purtroppo.

Anonimo ha detto...

Io la situazione delle periferie napoletane la conosco bene, in quanto ci sono cresciuto (anche se per mia fortuna mai a contatto diretto con quel tipo di situazioni). Ti assicuro che é anche peggio di quello che hai visto, assolutamente!

Il documentario l'ho visto anche io, e mi sembra davvero un pochino troppo patinato a favore della Svezia, anche se da un punto di vista di strutture ovvio che la Svezia é avanti anni luce.

Quello di cui io parlo sono i programmi, le cose che alla fine i ragazzi imparano, che in Svezia sono pochissime. Certo, poi chi va all'Universitá impare il suo mestiere, ed in alcuni casi anche bene, ma per il resto non sa quasi niente. Se vedi quello che studiano come letteratura, filosofia, storia, arte, matematica... Tra l'altro non ci sono i voti, non si puó essere bocciati, gli alunni possono decidere da soli cosa studiare e cosa no in molti casi, insomma vivono in una "bolla di vetro colorata" e quando poi arrivano al mondo reale non ci capiscono spesso piú nulla. Considera per esempio che in Svezia non si fanno i compiti per il lunedi, perché il fine settimana (sabato e domenica) devono riposare. Quando parlano di filosofia non studiano la storia della filosofia come in Italia, ma 6 mesi un "problema" di filosofia a piacere. Su alcuni libri di storia per le scuole (detto da mamme, non visto di persona), la storia inizia intorno all'anno 1000, non c'é traccia di quello che c'era prima. Non studiano letteratura in maniera estensa, non studiano storia dell'arte... insomma come cultura generale lascia molto a desiderare. Figurati che a fine liceo i voti arrivano per posta in privato, in modo da non "umiliare" chi non é stato bravo, ma quindi allo stesso tempo non premiando chi é stato bravo.

Si puó ribattere che in Italia i ragazzi non sanno niente, vero, ma se vogliono il programma é li, chi vuole puó avere un bagaglio di conoscenze enorme. In piú ci sono i voti, le interrogazioni, insomma é in parte educativo secondo me. Io sono contrario all'educazione impartita dall'alto, ma un giusto mezzo sarebbe meglio

Ad esempio in Svezia negli ultimi anni si sono molto sviluppate le cosidette "friskolor", ovvero scuole superiori dove si promette di "studiare di piú", ed i genitori piú ricchi, mandano tutti i figli li, lasciano le scuole comunali piene di immigrati (almeno questo ho letto sul giornale di Uppsala qualche tempo fa).

Insomma per concludere questa risposta lunghissima. Le scuole in Svezia mi sembra che siano dei posti fantastici, bellissimi ma dove non si impara tanto come contenuti, ma forse piú come stare insieme, fare sport, lingue straniere ed in parte materie scientifiche.

Unknown ha detto...

caspita, gatto, non avevo idea del funzionamento delle scuole in svezia... quella dei voti per posta è addirittura ridicola! ma avevo fiutato bene, allora.
ci vorrebbero scuole svedesi e programmi italiani, forse...
ma io dove lo manderò, mio figlio?

TopGun ha detto...

domandina leggera leggera Giusi...

bhe mi sa che ti tocca insegnargli qualcosa di tua iniziativa.
Sennò non saprei.

Gatto secondo te un genitore Italino di origini che ha un figlio in Svezia, come dovrebbe muoversi?

Eleonora ha detto...

Ammetto di aver visto il documento molto prevenuta e infatti non mi e' piaciuto: dal punto di vista informativo era piuttosto superficiale e trovo di pessimo gusto questa tendenza a spettacolarizzare in stile "reality" le disgrazie della gente (consenziente tra l'altro, e questo forse e' il vero dramma!) con il pretesto di fare del giornalismo credibile (mi riferisco soprattutto all'episodio della preside che va a prendere quel povero ragazzino a casa).
Al di la' di quello, per quanto riguarda i contenuti sono d'accordo su tutto cio' che ha detto gattosolitario pur conoscendo molto meno la realta' svedese e per niente quella napoletana. Come dice Giusi il paragone non era convincente: non capisco lo scopo e l'utilita' di mettere a confronto il meglio del meglio con il peggio del peggio, se non quello di creare "sensazione" fine a se stessa, e "che noi siamo la feccia del mondo" e "che la Sveza e' il paradiso in terra". Ma ripeto, ero molto prevenuta e a un certo punto anche incazzata e mi sono soffermata solo su alcune aspetti del servizio. Dovrei riguardarlo con piu' serenita' per potere dare delle opinioni piu' sensate...

Alex ha detto...

La TV deve sempre avere un minimo di "patina", altrimenti la gente non la guarda.

Io sinceramente l'ho guardato con interesse, anche se è senza dubbio un servizio un po' superficiale e che presenta qualche falla nell'impostazione. Però, a difesa del servizio, dico che è anche nostro compito cercare di cogliere il senso e le informazioni del servizio e rimandare lo stile "reality" al mittente.

E poi, da 20enne, concordo con chi ha detto sopra che i ragazzi italiani non sanno niente, anche se devo puntualizzare. Sono gli ITALIANI che sanno poco o nulla. Uomini e donne, adulti e meno adulti. E poi, se è vero che nelle nostre scuole ci sono più contenuti, è anche vero che il nostro sistema scolastico non insegna l'arte di imparare. La voglia, il metodo, lo spirito, la curiosità. Tante nozioni si accavallano, e nella mente dello studente medio rimane alla fine di tutto solo la "nozione" che immagazzinare informazioni sia completamente inutile. E' il nostro un sistema che insegna agli alunni a disprezzare sia lo studio che chi studia e mostra interesse per la conoscenza, in tutte le sue forme.

In Svezia non so come funziona la loro scuola. So solo che una cultura più razionale e meno religiosa di quella italiana porta a una società in cui si vive bene. So anche che l'apprendimento serio delle lingue porta a degli indubbi benefici.

Concludo il mio post dicendo che si sono prese come esempio queste scuole perchè, come si spiega nel servizio, sono situate in due delle zone più malfamate delle rispettive città.