BUON NATALE
giovedì 25 dicembre 2008
Buon Natale!
BUON NATALE
venerdì 12 dicembre 2008
luciatåg & konserter
domani sarà il giorno che per tradizione è considerato il più breve dell'anno, il giorno di santa lucia.
visto che è sabato, mi piacerebbe riuscire ad andare a uno dei tanti concerti o luciatåg, la processione - non per forza religiosa - di santa lucia, organizzati in città.
ecco un elenco:
sabato 13 dicembre
adolf fredriks kyrka, adolf fredriks kyrkogata, tunnelbana hötorget, 9:30 e 11: recita natalizia dei bambini.
stockholms konserthus, hötorget 8, tunnelbana Hötorget, 15 e 17: santa lucia con gli allievi della scuola di musica adolf fredrik.
nordiska museet, djurgårdsvägen 6-16, djurgården, 15 e 17: concerto di santa lucia della scuola di musica adolf fredrik e quella di stoccoma. 120-150 SEK.
storkyrkan, trångsund 1, tunnelbana gamla stan, 16 e 18: concerto di santa lucia con cori della scuola di musica adolf fredrik e l'orchestra della lilla akademien. 70-275 kr.
engelbrektskyrkan, karlavägen 13, tunnelbana tekniska högskolan, 18: coro di voci bianche e voci miste. 100 SEK adulti, 50 SEK bambini.
maria magdalena kyrka, bellmansgatan 13, tunnelbana slussen, 16 e 19: concerto di natale tradizionale del grande coro maschile di stoccolma (kfum) e katharina frogner kockum. 100 kr.
gustav III kafé, operan, gustav adolfs torg, tunnelbana kungsträdgården, 12, 13:30 e 15: processione di lucia e concerto della scuola di musica di nacka. 130 SEK adulti, 100 SEK bambini.
stockholms stadshus, tunnelbana t-centralen, 17 e 19: cantano gli allievi della adolf fredrik e della scuola di musica di stoccolma. 120-150 SEK.
musikvalvet baggen, svartmansgatan 27, tunnelbana gamla stan, 13 e 15: processione di santa lucia degli allievi della roslagens kulturskola.
oscarskyrkan, narvavägen 6, tunnelbana karlaplan, 16 e 18: concerto di santa lucia. 80-100 SEK.
skansen, djurgården, concerti e processioni tutto il giorno.
kungsträdgården, stora scenen, tunnelbana kungsträdgården, 17:30: qui è dove termina la processione della lucia di svezia. ingresso libero.
matteus kyrka, vanadisvägen 35, tunnelbana odenplan, 14 e 17: coro della chiesa di san matteo e orchestra sinfonica.
berwaldhallen, dag hammarskjölds väg 3, tunnelbana karlaplan, 15. solo musica tradizionale natalizia con l'orchestra sinfonica della radio svedese.
domenica 14 dicembre
storkyrkan, trångsund 1, tunnelbana gamla stan, 16: concerto di santa lucia con cori della scuola di musica adolf fredrik e l'orchestra della lilla akademien. 70-275 kr.
stockholms stadshus, tunnelbana t-centralen, 17: cantano gli allievi della adolf fredrik e della scuola di musica di stoccolma. 120-150 SEK.
adolf fredriks kyrka, adolf fredriks kyrkogata, tunnelbana hötorget, 17 e 19:30: concerto di santa lucia. 80-120 SEK.
matteus kyrka, vanadisvägen 35, tunnelbana odenplan, 15 e 18: concerto di natale e di santa lucia, coro della chiesa di san matteo e orchestra sinfonica.
martedì 9 dicembre 2008
Proprio a Stoccolma, esattamente fra Repubblica Ceca e Spagna
Sicuramente chi vive a Stoccolma li conoscerà già e magari i visitatori preferirebbero posti più "tipici", tuttavia mi sento di segnalare un paio di locali un po' fuori dagli standard della città che a me sono piaciuti. Chissà, magari a qualcuno queste indicazioni potrebbero essere utili.
Il primo è il celeberrimo Soldaten Svejk, un ristorante-pub ceco ispirato ai divertenti romanzi di Jaroslav Hasek. I prezzi sono abbordabili e la cucina è buona. A fianco dei sempreverdi Schnitzel (una cotolettona in formato A4), Gulash e Cevabcici, una serie ben fornita di pietanze a tema, anche vegetariane. Da tenere d'occhio la lavagna dei piatti del giorno, spesso diversi. La selezione di birre è a mio avviso molto buona, ben superiore alla media di Stoccolma.
L'atmosfera è assolutamente informale e ci si trova gente di tutte le età e di ogni tipo.
Il posto è sempre molto affollato e non so se sia possibile prenotare da casa, per cui conviene andare un po' prima e mettere il proprio nome in lista. In ogni caso la fila scorre molto agevolmente.
Il sito web è carino e vale la pena darci un'occhiata. Sc'veik (com'è anche indicato in italiano), in patria è una celebrità, guardate questa foto.
Il secondo posto è di tutt'altro genere. Si chiama Olè Olè ed è un bar con tapas gestito da spagnoli. Il locale è veramente molto piccolo, per cui se si vuole mangiare conviene andarci presto (considerando anche gli orari svedesi, come sapete si cena verso le 18:30), o provare a prenotare. I prezzi sono in linea con gli altri locali dello stesso tipo in città (quindi abbastanza cari per gli standard italiani o spagnoli), ma le tapas sono di qualità molto superiore e le porzioni sono un po' più grandi. Io non ci ho cenato, ma temo che, come negli altri, farci una cena completa sia una faccenda abbastanza costosa.
Qui l'essere fuori dallo standard non è il fatto di servire tapas (come detto ci sono molti altri ristoranti del genere in città), ma l'atmosfera estremamente rilassata che ne fa un posto che vale la pena provare, soprattutto se si è con amici e si vuole far baldoria in allegria, in mezzo a un sano e divertito caos. Il posto è spesso frequentato da spagnoli che ci si ritrovano, in particolare il giovedì sera, in gruppo.
Indirizzi, per chi non ha voglia o tempo di cliccare sui link dei siti:
Soldaten Svejk - Östgötagatan 35 - 08 641 33 66
Olé Olé - Hantverkargatan 30 - 08 652 88 80
sabato 6 dicembre 2008
Bistecche di renna e durian fresco. Schizofrenia geogastronomica,
Qualche giorno fa insieme ad altri amici sono stato invitato a cena a casa di Marie e Yudi, i miei attuale e futuro boss lavorativo, nonché marito e moglie. Lei irlandese, lui indonesiano.
Da tempo vivono in Svezia e, oltre alla cucina natìa che spesso accompagna i loro pasti, sono perfettamente integrati nella gastronomia scandinava. In un prezioso libretto conservano i numeri di telefono di allevatori locali e non, dai quali una volta all'anno si riforniscono di ottimo vitello allevato in un'isoletta dell'arcipelago dai prati bagnati dal mare, di agnello dell'isola di Gotland (nulla a che vedere con l'agnello che siamo abituati ad avere in Italia, nel senso che è proprio una varietà diversa, e completamente diverso ne è anche il sapore), di renna lappone.
Su quest'ultimo punto mi soffermo. L'occasione della cena è stato proprio l'arrivo della renna fresca, "importata" nella zona di Stoccolma da una signora Saami di loro conoscenza.
Io avevo già assaggiato la renna (anche prima di venire in Svezia), in particolare nelle preparazioni destinate alla conservazione a lungo termine, e cioè stagionata (salami e salamini) ed essiccata. Famosa è stata la mia degustazione di pizza alla renna in quel di Lohja. A parte questo increscioso episodio, che fa di me non di certo un uomo migliore, ma sicuramente uno sperimentatore oltranzista, l'impressione che ne ho sempre ricavato è quella di una carne saporita, con ricordi di selvaggina, di struttura non semplice e un po' fibrosa. Il salame poi viene spesso preparato usando aromi che richiamano molto la preparazione della selvaggina, e tendono a distrarre dal sapore originale.
Esiste ed è reperibile in qualsiasi supermercato una sorta di affettato di renna "fresco". Devo dire che questo prodotto, per quanto abbastanza gradevole, rimane abbastanza anonimo e non è utile più di tanto per capire il vero sapore della carne.
Molto spesso, inoltre, è anche possibile acquistare filetto (o altri tagli di carne) di renna surgelato. Mi dicono che non sia male, ma personalmente non l'ho mai provato. A completare la rassegna, segnalo uno dei pochi posti in città dove invece è possibile trovarla fresca e pare di buona qualità: il mercato coperto di hötorget. Qui a dire il vero si trova di tutto, prodotti sempre freschi e di qualità notevole. Purtroppo, come si può immaginare, se ne paga in senso letterale il prezzo.
Ma noi non avevamo di questi problemi, eravamo lì per sbaf... volevo dire per degustare il degustabile in assoluta spensieratezza e con papille atte all'edonismo, soprattutto dopo un'introduttiva e ottima zuppa di patate dolci, ben pepata.
Yudi ha preparato la carne in maniera molto semplice: taglio abbastanza spesso, circa 2cm, padella antiaderente, infinitesimamente unta, calore sostenuto, cottura a scelta del commensale, ma fortemente consigliata non troppo al sangue/cottura media. Un'insalata mista di frutta e verdura come piatto di contorno.
Ero stato avvisato dallo stesso Yudi e l'avvertimento ha trovato pieno riscontro. Ora posso dire di non avere mai provato la renna prima. Veramente molto buona. Per entrare nello specifico, si può rimanere un attimo perplessi al primo boccone, quando un leggero sapore metallico può farsi sentire. Un simile sapore, ma estremamente più forte, lo si sente mangiando il fegato (ma nella renna è solamente appena accennato, e solamente al primo impatto. A me il fegato non piace proprio, la renna sì). Da qui probabilmente il suggerimento di una cottura superiore a quella al sangue.
Poi questa caratteristica sparisce, sovrastata dal reale sapore della carne. Un'ottima combinazione tra la corposità caratteristica di tutta la selvaggina e la dolcezza del manzo, un sapore che continua a proporsi e imporsi un boccone dopo l'altro. La consistenza è leggermente superiore al manzo (di sicuro anche per il livello di cottura), ma non tanto da risultare dura o fibrosa. Comunque una carne che si fa rispettare, sia al palato che nella digestione. Consigliato non esagerare, una bistecca di piccole dimensioni riempie abbondantemente.
Ovviamente io ho fatto il bis.
Dessert, caffè e poi Yudi ha tirato fuori quello che io considero uno dei frutti più misteriosi del globo. Pressoché sconosciuto alla metà del mondo che ci contiene, è una vera e propria mania, quasi un culto, per l'altra metà.
Sto parlando del durian, un frutto strabiliante. Nessun altro aggettivo si adatta a mio parere così bene a descriverne le caratteristiche, positive ma anche negative.
Probabilmente molti l'avranno già visto. Solo l'aspetto esteriore è incredibile. Un pallone spinoso gialloverde. Poi quando si apre, ci si trova davanti a una struttura che ricorda fortemente quella dell'interno del cuore umano, a valve. Il durian rosso ne ha persino il colore. La polpa è fibrosa e dalla consistenza strana. Ma le cose più incredibili e in netto contrasto tra di loro sono l'odore e il sapore.
Il durian puzza. Ma puzza sul serio. Anche non aperto ha un odore inconfondibile. Figuriamoci l'interno, nei suoi vari stadi di maturazione. Un odore molto simile al metano (o meglio agli additivi che danno il caratteristico odore al gas metano), forse ancora più intenso. Deve essere aperto fuori casa (ricordate il surströmming?). In molti paesi del sudest asiatico ne è proibito il consumo in hotel o luoghi chiusi pubblici.
Se (e dico SE, perché molti occidentali non ce la fanno) si riesce a superare questo forte scoglio e si riesce ad arrivare all'assaggio vero e proprio, il sapore è squisito. Dolce e aromatico, ma non troppo, e molto particolare, non conserva quasi nulla degli aspetti negativi dell'odore. In molti paesi dell'Asia, come dicevo, lo adorano. Le numerose varietà coltivate hanno diverse caratteristiche e sono designate da diverse sigle (D123, D101). Ciascuno ha le sue preferenze, alcune sono considerate più pregiate, altre meno. Ne vengono prodotti gelati, bibite. Insomma un intero mondo là fuori è legato al durian.
Ero già stato avvisato di quanto sia difficile digerirlo e di come le note caratteristiche, questa volta quelle negative, tendano a riproporsi per ore e ore dopo il comsumo.
Ovviamente io ho fatto il bis.
Tuttavia, inaspettatamente, devo dire che il dopo non è stato nemmeno terribile. Un po' di pesantezza e poco più. Di sicuro enormemente meglio della nottata-surströmming, da questo punto di vista. Poi per quello che riguarda il bilancio odore/sapore, non c'è paragone. In questo caso vale la pena sopportare un odore forte per gustare il frutto, nel caso del surströmming...
Tirando le somme, una cena gastronomicamente folle, che non dimenticherò presto e che di certo ha contribuito a fare di me se non un uomo migliore, uno sperimentatore ancora più oltranzista.
E contento.
giovedì 4 dicembre 2008
inköpslista
ecco la lista della spesa dell'immigrata in cerca del made in italy (e poi non ditemi che non contribuisco all'economia del mio paese):
3 gonne; 6 maglioni; magliette varie; 1 giacca verde pisello; 1 paio di stivali caldi ma anche decenti a vedersi;
2 confezioni di biscotti per la colazione (bucaneve e grancereale); 4 salamini (tipo cacciatore, non come quelli simil-toscani di hemköp); 2 salsicce fresche da 3 etti l'una (tipo luganega, per il risotto); formaggio a profusione (parmigiano reggiano e monte veronese di diverse stagionature, asiago, val di fassa); 2 mortadelle (stranamente assenti nel panorama dei supermercati svedesi); 1 pezzettone di speck trentino; 1 confezione di pici del trasimeno (come li faccio?); 3 cespi di radicchio di treviso (anche loro per il risotto); 1 torta sbrisolona mantovana doc; torrone cremonese per gli amici stranieri.
poi sono impazzita del tutto e ho comperato 2 deodoranti al talco (qui non ci sono) e 1 confezione di omino bianco disinfettante per la lavatrice (questa è una trovata da casalinga, lo so, ma visto che qui non trovo niente di simile, perché no? mi sono detta).
dimenticanze eccellenti: panna da cucina (qui introvabile nella giusta consistenza) e puntarelle romane (germogli di una varietà particolare di cicoria da condire con salsa di acciughe), ordinate appositamente all'ortolano - veneto, lui - dove vanno solitamente i miei.
rimedierò la prossima volta!
p.s. dall'italia ho portato anche la nuova e bellissima macchina fotografica, regalo di davide. a presto con nuove foto!
mercoledì 3 dicembre 2008
A touch of Sweden
Al tempo stesso fa un po' ridere come la stampa italiana abbia scoperto la "gallina dalle uova d'oro" e trovi qualche cosa da dire ogni giorno, passando dalla demonizzazione all'esaltazione della cosa.
Comunque era un po' che l'idea mi frullava per la testa, e a beneficio di tutti i lettori e amici ho fatto una piccolissima applicazione, di quelle nello stile: "Manda un regalo". Niente di che, solo qualche immagine postata utilizzando un semplicissimo programmino, ma è l'occasione per condividere quelli che secondo me sono gli aspetti più caratteristici o più buffi, spesso non pubblicizzati, della Svezia.
L'applicazione si chiama "A touch of Sweden", che mentre scrivo scopro essere il titolo di un film erotico degli anni '70 (O_o !!!). Probabilmente non tutti saranno in grado di cogliere il perché di alcune immagini presentate, dato che hanno un significato chiaro solo per chi vive qui. Ma su richiesta posso spiegare.
Se avete Facebook e volete divertirvi a mandare qualche immagine agli amici, dovreste trovare facilmente l'applicazione. Se non ci riuscite e non siete tra i miei "amici", mandatemi pure la richiesta per diventarlo. Il nome lo sapete (Davide Valentini, sono riconoscibile anche dalla facciozza che appare quando commento), e nel messaggio allegato alla richiesta inserite qualcosa tipo "dal blog", "da siamoastoccolma", cose così, insomma. Così l'invito all'applicazione poi ve lo mando io.
Per ora ho stanziato una 40ina di immagini, ma le inserirò un po' alla volta per problemi relativi all'applicazione.
Beh, tutto qui.
Ciao!
venerdì 28 novembre 2008
bortåt en diplomatisk incident...
in un articolo in inglese di the local, ecco cosa pensa dell'italia cecilia wikström, deputata liberale di uppsala al parlamento svedese, nonché vice presidente della commissione parlamentare sulla cultura.
nel suo messaggio al parlamento si legge: "in molti paesi esprimere il proprio pensiero significa correre un pericolo mortale - e d'istinto si penserà alla russia, dove capita che i giornalisti siano assassinati, o all'egitto, dove i blogger sono condannati a scontare lunghe pene in carcere - ma che vi sia un paese appartenente alla comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione è del tutto inaccettabile".
anna della croce brigante colonna, ambasciatrice italiana in svezia, ha definito calunniose le parole della deputata. ma nonostante wikström abbia confermato di comprendere parte delle critiche rivolte alla formulazione del messaggio, la petizione non è stata cambiata di una virgola.
===
post scriptum: mi permetto di copiare qui la lettera che avevo scritto al forum di beppe severgnini e la risposta del giornalista, ricevuta oggi, 6 dicembre 2008.
Caro Beppe, abito nella civilissima Stoccolma da un anno e mezzo e, nonostante la distanza, cerco di seguire le vicende italiane come meglio posso, fra queste la storia del nostro Roberto Saviano. Forse non tutti sanno che cosa è successo dopo la bella conferenza sulla libertà di espressione che Saviano ha tenuto a Stoccolma insieme a Salman Rushdie su invito dell'Accademia svedese, la stessa che assegna il premio Nobel per la letteratura. Cecilia Wikström, deputata liberale di Uppsala al parlamento svedese, nonché vice presidente della commissione parlamentare sulla cultura, ha presentato una petizione in parlamento in cui invita l'Italia ad assumersi la responsabilità di proteggere coloro che hanno il coraggio di fare uso del diritto inviolabile di esprimersi (vedi articolo in inglese del quotidiano online "The Local": http://www.thelocal.se/15948/20081126/). Nella petizione (che sono andata a cercarmi in lingua originale, http://www.folkpartiet.se/FPTemplates/ListPage____82632.aspx) si legge anche: "In molti paesi esprimere il proprio pensiero significa correre un pericolo mortale - e d'istinto si penserà alla Russia, dove capita che i giornalisti siano assassinati, o all'Egitto, dove i blogger sono condannati a scontare lunghe pene in carcere - ma che vi sia un paese appartenente alla Comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione è del tutto inaccettabile". Anna Della Croce Brigante Colonna, ambasciatrice italiana in Svezia, ha definito calunniosa l'allusione contenuta nel messaggio e ha ritenuto opportuno un incontro con la deputata. Ma nonostante Wikström abbia accolto alcune delle critiche rivolte alla formulazione del testo, la petizione non è stata cambiata di una virgola. Ora, ritengo sia doveroso da parte di tutti tenere sempre altissima la guardia in tema di libertà di parola, ma francamente non sento di essermi lasciata alle spalle un paese fondamentalista. O sono un'ingenua?
Giusi Barbiani, giusi.barbiani@gmail.com
Salve Giusi. Sapevo della venuta di Saviano; me l'avevano anticipato, in ottobre, a Stoccolma (e, per quel che conta, avevo detto: ottima idea). Veniamo alla petizione. La frase "... ma che vi sia un paese appartenente alla Comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione..." è infelice. Saviano ha potuto scrivere quello che ha scritto, e lo Stato - giustamente, ovviamente - lo difende. Mi sembra che in Russia non funzioni così, e la signora Cecilia Wikström dovrebbe saperlo. Perciò la nostra ambasciatrice ha ragione a essere scocciata. Aggiungiamo: esistono problemi di libertà di espressione, in Italia. Penso al controllo militare della politica sui tg Rai, alla proprietà di Mediaset, ai conflitti d'interessi di tutti i giornali (banche, costruttori, industriali etc). Ma sono altre questioni, e con Saviano e la camorra non c'entrano. Ripeto: l'uscita di Ms Wikström è disinformata e inopportuna.
===
aggiungo che, come mi ha fatto notare una lettrice che mi ha scritto in privato, il link della petizione è scomparso. per questo copio e incollo la petizione in lingua originale che ho trovato su un altro sito d'informazione. ecco il testo:
- Sverige införde grundlagsskyddad yttrandefrihet som ett av de första länderna i världen. Vi har därför ett ansvar att stå upp för denna frihet och visa världen, och i det här fallet särskilt Italien, att yttrandefriheten är en grundläggande mänsklig rättighet som inte får inskränkas. Italien måste nu ta sitt ansvar och skydda de individer som har mod nog att nyttja denna fundamentala frihet.
Det säger Cecilia Wikström, riksdagsledamot (fp) och vice ordförande i riksdagens kulturutskott, som i dag startar ett upprop i Sveriges riksdag till förmån för Saviano.
- I många länder är det förenat med livsfara att uttrycka sin mening, man tänker då instinktivt på Ryssland där journalister mördas och på Egypten där bloggare döms till långa fängelsestraff, men att vi har ett land som tillhör den europeiska gemenskapen och inte kan garantera yttrandefriheten är helt enkelt oacceptabelt, säger Cecilia Wikström.
giovedì 27 novembre 2008
Saviano, Rushdie e l'autogestione
Ieri, approfittando dell'ultima giornata di neveneveneve (stando alle previsioni), sono andato ad assistere alla conferenza di Saviano e Rushdie sulla libertà di parola, organizzata dall'Accademia di Svezia.
L'idea iniziale era quella di postare qui un sunto più o meno critico di quanto detto, ma alla fine sono intervenuti due fattori: 1) non so se sarei stato in grado di riportare/commentare la serata in maniera efficace; 2) non ne ho voglia.
C'è gente con capacità e motivazioni ben superiori alle mie che ha già provveduto. Ad esempio su La Stampa e su Repubblica, quindi non mi dilungo oltre sui contenuti della serata.
(Era addirittura possibile ascoltare la conferenza via internet in streaming sul sito di un canale tivvù svedese che la trasmetteva QUI. Il link è assolutamente inutile, visto che al momento in cui scrivo è già stata trasmessa, per cui si ritorna al concetto a me tanto caro del blog di servizio del piffero).
Come al solito però, non riesco a trattenermi dal parlare del contorno, a partire dai tanto sospirati biglietti, prenotabili gratuitamente via e-mail da lunedì della settimana scorsa, ore 9.00 del mattino.
Metà della Stoccolma "Italiana" aveva puntato la suoneria qualche minuto prima dell'ora fatidica e, televideo alla mano, aveva cliccato su "send" allo scoccare esattissimo dell'ora.
Purtroppo una metà di questa metà non è riuscita ad avere i biglietti, tipo Elena. Il fatto che ad alcuni che avevano scritto più tardi, ADDIRITTURA in serata, fossero stati promessi i biglietti stessi, ha fomentato la ribellione dei turlupinati, che con polemico spirito italico si sono fatti sentire a gran voce, tipo Elena.
Ora, il funzionario italiano, quando viene preso di petto, il più delle volte non spreca nemmeno energia per ribattere, e se proprio è in vena di fare qualcosa si arrabbia pure lui di rimando, mandando violentemente il protestante a quel paese.
Il funzionario svedese invece non è abituato alla lamentela. Rimane spiazzato, si agita, si spaventa leggermente, e cerca di fare il possibile per rimediare all'increscioso (sempre) equivoco.
Morale: Elena ha avuto il biglietto.
Io ho visto il direttore dell'accademia di Svezia che stava in piedi, secondo me le hanno dato il suo.
Un'altra porzione (i più furbi e/o tecnologicamente avanzati) ha programmato outlook in ufficio il giorno prima per mandare l'email automaticamente, lasciando tutti gli altri con un palmo di naso (era una vita che volevo usare l'espressione "lasciare con un palmo di naso" in una frase di senso compiuto.).
I biglietti sono arrivati rapidamente a casa via posta (non commento, ci siamo capiti), in un'autorevole busta bianca con tanto di timbro dell'Accademia di Svezia. Bellissimo.
Infine, la conferenza. Ho incrociato Elena mentre saliva cautamente (come tutti) per le stradine ghiacciate di Gamla Stan.
In coda all'ingresso abbiamo trovato Pamela, e dopo aver passato i controlli di sicurezza (mi viene da ridere) siamo entrati nella dorata sala dell'accademia. Lì ci hanno raggiunto Marta e Mauro(n). Abbiamo aspettato un'ora e mezza.
Miei pensieri salienti durante l'attesa:
"Eh, ma da qui non vediamo niente..."
"E se mettono una bomba?"
"Secondo me quel funzionario lì è vanitoso, è cinque volte che fa avanti e indietro senza motivo".
"Certo che le guardie del corpo italiane si riconoscono subito".
"Quanto manca?"
"Firulì firulà......"
"..."
"Uffa..."
"Devo leggere qualcosa di Rushdie. L'ultimo dicono sia bello".
"..."
"Davvero, ma se mettono una bomba?"
"..."
"Eccoli, eccoli...!"
"No, è di nuovo il tipo vanitoso..."
Alla fine sono entrati e hanno parlato.
Come detto, non parlerò dei contenuti. Gli interventi sono stati abbastanza interessanti. Un po' di disappunto per il fatto che Saviano non parlasse inglese e che l'interprete saltasse dei pezzi e traducesse a tratti sommariamente. A tratti lo stesso Saviano, che pure si era preparato il discorso scritto, era un po' contorto nell'esposizione dei concetti. Comunque bravo, soprattutto considerata la giovane età. Rushdie, come avevo già apprezzato in altre interviste tv da lui rilasciate (ad esempio a Che tempo che fa, che se funziona il link potete vedere QUI) è, contrariamente a quanto l'aspetto fisico possa suggerire, un mattatore, e l'esperienza pluridecennale si fa sentire. Ha preso appunti durante gli interventi del presidente dell'Accademia e di Saviano, e poi ha parlato a braccio, infarcendo l'esposizione di aneddoti buffi e battute.
Una seconda parte della conferenza si è tenuta in forma di domande e risposte, tutti insieme seduti a un tavolo. A mio parere lì sono state dette le cose più significative, da entrambi. Mi ha soprattutto interessato un'opinione di Rushdie sulla restrizione nella libertà di parola nel mondo occidentale, laddove dietro supposto rispetto per tutti i gruppi sociali e di pensiero, ogni opinione divergente è marchiata come politicamente non corretta o, peggio, offensiva nei riguardi del tal o tal altro gruppo e perciò censurata. Ma mi accorgo che sto parlando dei contenuti. AH! Non volevo. Smetto subito.
Poi la conferenza è finita, il tipo vanitoso ha portato dei fiori agli oratori e noi ce ne siamo andati, non prima di aver preso la copia in Svedese di Gomorra, distribuita gratuitamente all'uscita, e aver salutato Vanessa, Mariagrazia e Simone, incontrati alla fine.
E' seguito un meritato ristoro in un pub di Söder, dove ci hanno raggiunto altri esuli italiani, tra cui una futura emigrante, Flavia, venuta a trovarci con le sue salCiccie.
Mancava solo Giusi, in Italia, che ha però seguito la conferenza in streaming (quando era ancora possibile farlo).
Già, perché per questa settimana sono in AUTOGESTIONE, per usare le parole di Lorenzo, uno dei fedelissimi del Blog.
In realtà ho vissuto in appartamento da solo da quando avevo 19 anni, per cui me la cavo discretamente bene con la cucina. Ecco, magari non altrettanto bene con le pulizie di casa, non essendo l'ordine una delle mie priorità.
Come diceva Luca, un mio amico e compagno di stanza a Bologna per tanti anni, le cose di Davide sono come il kipple, di Dickiana memoria. Un indefinito insieme di oggetti ed effetti che lentamente, silenziosamente, un po' alla volta, strabordano invadendo lo spazio vitale. Entropia domestica.
Ora sto migliorando. Sto cercando di resistere. Avviso pubblicamente Giusi che la casa non è ancora "esplosa", nonostante ci sia andata vicino più volte. Ho pure innaffiato le piante. Incredibile, nevvero?
Comunque ieri mi sono detto: "Se sono in autogestione, voglio che sia una vera autogestione. Voglio sperimentare, per una volta almeno, la sensazione di non avere alternative alla mera sopravvivenza". E sono partito proprio dal cibo. Che ci vuole, basta entrare in un supermercato, andare agli scaffali frequentati unicamente dai locali, e MAI da italiani, e il gioco è fatto.
Voilà! Ravioli alla bolognese.
lunedì 24 novembre 2008
Che bella cosa na jurnata 'e sole
domenica 23 novembre 2008
öppet hus i riksdagen
siamo un po' in ritardo per dare un'informazione di servizio, ma ieri il parlamento del regno di svezia ha aperto i battenti al pubblico. succede una volta ogni due anni e non ci siamo lasciati sfuggire l'occasione per cercare di capire qualcosa di più sul funzionamento del paese che ci sta ospitando, o meglio, che è ormai casa nostra.
per esempio, se è noto che il parlamento svedese, composto da 349 membri, è unicamerale, forse non tutti sanno che i parlamentari non siedono per schieramento politico, come in italia e in quasi tutte le altre nazioni, ma per collegio elettorale e pare che questo avvenga solo in un altro paese al mondo, la vicina norvegia. qualcuno ha chiesto alla nostra guida se non capita mai che gli onorevoli si azzuffino. la risposta è stata laconica: no, gli svedesi litigano di rado, quasi a dire che gli svedesi non fanno queste cose. e in effetti, a guardare le sedute che vengono riprese quasi tutti i giorni in tv, non c'è mai nessuno che alzi la voce e questo non toglie nulla - e chissà, magari aggiunge qualcosa - alla passione con cui la gente pare seguire le vicende parlamentari. fra l'altro l'affluenza di pubblico mi è sembrata altissima: svedesi ovunque, pronti a fare domande ai rappresentati di ciascuno dei sette partiti rappresentati. ma anche tanti stranieri, forse qualche turista. a rispondere al pubblico, in svedese e in inglese, c'erano anche rappresentanti della commissione finanze e del ministero della salute, nonché esperti in ambito UE.
folkpartiet liberalerna, kristdemokraterna, vänsterpartiet, miljöpartiet de gröna
sabato 22 novembre 2008
vinter i hela landet
nel blocco L del wenner gren abitano russi, un altro italiano, scozzesi, cinesi, giapponesi, tedeschi, spagnoli e indiani. un bel pot-pourri. probabilmente tutti conoscono bene la neve (sugli indiani ho qualche dubbio, ma magari vengono dal nord del paese, chissà). comunque sia l'entusiasmo è incontenibile, anche se ormai siamo alla terza nevicata dell'anno. questa però è la più seria di tutte, finora...
e dato che la temperatura degli ultimi tempi si è mantenuta sotto lo zero anche durante il giorno, ormai si può dire che è ufficialmente inverno. siamo un po' in anticipo rispetto alla media degli ultimi cinquant'anni, in base alla quale, per esempio, l'inverno a kiruna inizia il 10 ottobre e il 6 di dicembre arriva anche a stoccolma, ma chissà che il tempo non intenda rimediare al ritardo dell'anno scorso!
ecco qualche foto scattata dopo la colazione, nei dintorni di casa. fra l'altro, uscire ci è stato utile per cominciare a valutare che cosa portarci al parco nazionale di abisko, dopo natale... (temperatura media di questi giorni: -13°C).
il wenner gren che spicca fra gli alberi
mercoledì 19 novembre 2008
det fria ordet och det laglösa våldet
ecco di cosa parleranno roberto saviano e salman rushdie all'accademia di svezia, il 25 novembre 2008, alle 19:00.
p.s. del 21 novembre: purtroppo i biglietti sono finiti!
traduzione della didascalia della foto: l'accademia svedese è un'istituto indipendente di cultura fondato nel 1786 da gustavo iii allo scopo di promuovere la cultura e la letteratura svedesi. dal 1901, l'accademia assegna anche il premio nobel per la letteratura.
martedì 18 novembre 2008
beppe
giovedì 13 novembre 2008
låt julen blomma!
ma ben venga, data la mia passione per piante e fiori. e che il natale sbocci! non aspettavano altro, gli svedesi già stanchi del buio che prestano tanta cura ai dettagli, che tanto amano decorare le proprie case, non solo a natale. e attenzione, non userei il verbo "addobbare", che con il suo doppio carico di d e b fa pensare anche a un carico extra di fronzoli vari, no... in svezia, le case tuttalpiù si adornano!
mercoledì 12 novembre 2008
lönesamtal
visto che in svezia questo è il periodo in cui gli impiegati di ogni settore e i rispettivi datori di lavoro si incontrano vis-à-vis per ridiscutere dello stipendio, ecco un filmato sul funzionamento dei sindacati svedesi.
illuminante.
... e per fortuna le cose di solito non vanno come nella vignetta!
martedì 11 novembre 2008
vinters sjukdomar
ecco la mia preferita, il classico medicinale forte contro i dolori e la febbre, delicato con lo stomaco:
questa, invece, è di sicuro la più trash (da non perdere anche solo per la chicca in italiano):
chi vincerà la battaglia in farmacia?
domenica 2 novembre 2008
allhelgonahelg och pumpor
con il termometro sotto zero abbiamo anche noi commemorato i nostri defunti, ma nel giorno di tutti i santi, come vuole la tradizione luterana svedese.
ieri, primo novembre, siamo stati con mauro e marta in visita allo skogskyrkogården e a dire il vero erano anni che non mi capitava di andare al cimitero in questa occasione. l'ho sempre trovato troppo penoso, soffocante quasi, come la cappa di silenzio che racchiude l'odore nauseabondo dei fiori ammucchiati sulle tombe.
l'atmosfera che abbiamo incontrato qui, nel cimitero del bosco ideato dai giovanissimi asplund e lewerentz ormai quasi cento anni fa e divenuto poi patrimonio del'umanità, era tutt'altro che lugubre. raccolta, sì, nonostante la vastità degli spazi. ma oserei dire anche serena. tersa come il cielo sopra di noi.
sarà merito degli alberi che custodiscono, giorno dopo giorno, anno dopo anno, la memoria di tutte quelle anime occupate ad accudire altre anime. o forse è stata l'aria frizzante a rischiararci i pensieri e a tenere alto lo spirito di una folla di svedesi che, tutti imbacuccati, uscivano ordinatamente dalla metropolitana, passando davanti al chiosco degli hotdog e delle corone di erica e rami d'abete, per poi disperdersi nel bosco, le loro ombre come folletti, in cerca della tomba dei propri cari. sono infatti migliaia le piccole lapidi che punteggiano, l'una quasi stretta all'altra, ettari e ettari di bosco, rischiarati per l'occasione da una marea di fiammelle tremolanti.
anche noi abbiamo acceso il nostro lumino, in quello che mi è parso lo spazio più significativo, aperto e condiviso di tutto il cimitero: una collinetta verde, dalle pendici spoglie, in cima alla quale spicca il minnelund, il boschetto della memoria. una manciata di alberi disposti lungo il perimetro quadrato di un muricciolo che accoglie e raccoglie le preghiere, i ricordi e le candele di tutti.
sceso il buio e il gelo, le note calde e speziate di un buon glögg fumante hanno dato vita all'idea dell'indomani a base di zucca.
e così eccoci, il due novembre, alla fine di una maratona gastronomica che ha il sapore dei filari di pioppi avvolti nella nebbia, il sapore della mia terra: tortelli di zucca, quelli veri, con tanto di mostarda di mele, portata in valigia dai miei a pasqua, e amaretti sbriciolati, quasi introvabili qui, nonostante la globalizzazione (per chi avesse intenzione di farne scorta, vada da daglivs a fridhemsplan).
insomma, una pietanza per le grandi occasioni. ma anche se le mani erano inesperte, con l'aiuto di tutti abbiamo reso onore - credo - a uno dei miei piatti preferiti. infine il nocino di mauro e la torta di zucca preparata da marta hanno degnamente chiuso la serata.
lascio a davide il compito di raccontarvi poi com'è degenerata... :-)
(Davide)...Aggiungo solo qualche elemento di "colore" al post di Giusi che dice già tutto. Allora. Passeggiata nel cimitero per il giorno dei defunti: all'arrivo, nel freddo pungente, appena fuori dall'entrata del cimitero, c'era il classico negozio di fiori, che per l'occasione era stracolmo delle caratteristiche corone fatte di arbusti, simili a quelle che si usa appendere alla porta per Natale. Simili, ma non uguali.
Marta ci ha raccontato un episodio risalente a quando lei era appena arrivata qui e, vedendone esposte in un negozio durante il periodo natalizio, ne ha comprata una. Il suo ex-marito, tornando a casa la sera, si è trovato la corona da morto appesa alla porta. Fortunatamente, se non ricordo male, ha subito capito l'equivoco e si è limitato a chiedere spiegazioni.
Alla luce di tutto questo, ma comunque ammirato dalla pregevolezza delle creazioni arbustive, Mauro ha ventilato l'ipotesi di acquistarne qualcuna da portare in Italia. "Tanto lì che ne sanno?" L'ipotesi è rimasta tale.
Di fianco al negozio di fiori, a contendersi l'attenzione dei convenuti, il banco della parrocchia che serviva caffè e paste e l'ubiquitario chiosco degli hot dog (o korv, per i pochi al mondo che ancora non lo sapessero). Sacro e profano. O meglio, entrambi profani, uno forse un po' più dell'altro. Devo dire che c'era molta più gente al banco della parrocchia, forse anche perché il caffè costava solo il prezzo di due chiacchiere con i signori che lo servivano. Devo anche sottolineare che il chiosco dei korv conquistava in maniera netta le simpatie dei numerosi cani presenti che, mentre il padrone sorbiva un po' dello scuro liquido caldo, puntavano estremamente interessati l'esercente rivale.
Dell'atmosfera meravigliosa ha già parlato Giusi. Ci siamo stati circa 4 ore. All'interno erano addirittura previsti, oltre ai momenti di raccoglimento e preghiera, anche eventi come concerti di musica classica, jazz e corale. Con lo scendere della sera ci siamo ritrovati avvolti dalla miriade di lucine che costellavano a 360 gradi il bosco attorno a noi.
Intirizziti dal freddo, abbiamo trovato riparo e calore in una piccola struttura allestita in uno dei piazzali di snodo all'interno del complesso. Erano i tipi di hittagraven che dimostravano come, utilizzando il loro servizio online, fosse possibile localizzare la tomba del defunto che si voleva visitare. Al tempo stesso offrivano libretti sulla cura delle sepolture, sulla manutenzione dei fiori e sui vari cimiteri in generale. Mi viene in mente la visita della mamma di Giusi al Verano, quando chiedendo informazioni sulla localizzazione di una tomba si è sentita rispondere che purtroppo stavano ancora aggiornando gli archivi cartacei ed erano indietro all'ottantaquattro.
Verso sera, sono state accese quattro enormi fiaccole al centro del cimitero, di fianco al laghetto ghiacciato.
E noi, stremati dal freddo, ce ne siamo andati da Marta per un po' di glögg caldo e della torta buonissima.
Glögg trovato in rete, non quello di Marta. Lei lo corregge col calvados. Yum.
E a quelli che le contestano piccati di non "sciupare" il calvados mettendolo nel glögg
replica giustamente di farsi gli affari loro.
Il giorno dopo, la cena da noi. Gnam. Buoni. Mi viene una lacrimuccia al pensiero. Giusi, Marta e Mauro sono stati proprio bravi. Da parte mia, io avevo passato la mattinata a setacciare la città in cerca di zucca e amaretti, trovandone come detto a Daglivs, probabilmente il più grande supermercato in città. Le zucche in particolare, che fino al giorno prima infestavano ogni negozio, sembravano essersi volatilizzate. Sono quasi sicuro di essermi aggiudicato l'ultima zucca di Stoccolma.
La sera, dopo cena, in atmosfera per una volta poco internazionale e del tutto nostalgica, siamo tornati con i discorsi e con il pensiero all'Italia, alla nostra giovinezza. Ci siamo fatti una scorpacciata di spot pubblicitari degli anni '70-'80, ripescati su Youtube e dall'archivio di Spot80. "Hai mai provato Hurrà?", il piccolo mugnaio che faceva le crostatine, il golosastro, il galletto vallespluga, il formaggino tigre, ecc. ecc. Siamo impazziti. Che ridere.
E poi lei.
La divina.
Complice un CD da me preparato per Marta, ha fatto la sua apparizione nei nostri cuori.
Raffaella.
Visitando il sito del suo "NUOVO" programma ce la siamo vista apparire ieratica ed eterea, ma pure eterna e alabastrina. L'unica e sottolineo UNICA certezza della vita, di un paese alla deriva.
Lei è lì. Ferma, non cambia, spettacolare e luccicante. Sempre.