Risposta esattaaa!!!! E abbiamo il nuovo campione: Marta! Che è qui in studio con noi!!!
-E' emozionata, felice, ci avrebbe mai creduto? Ci dica, ci dica... E si è aggiudicata il premio! Lo può ritirare cliccando
qui. Lo possono cliccare tutti, tanto sarà sempre solo suo. E' contenta? Non se lo aspettava vero? Ci dica...
- …
-Ma salutiamo la nuova campionessa e parliamo della soluzione...
Si tratta della
RUCOLA, chiamata dai locali
RUCCOLA, con la doppia “C”, ingrediente basilare per garantire l'italianità di un piatto, almeno secondo gli abitanti di Stoccolma...
Va un sacco di moda, fa moltissimo “vera Italia”, è ovunque. Ovunque.
Cumuli boschivi campeggiano sulla pizza, prati all'inglese ne ammantano la pasta, è cucinata in salsa con la carne o con il pesce, emerge fiera da tutti i lati di un panino col nome storpiato di una cittadina di mare dell'Italia del sud, è gettata con nonchalance da un cuoco col sopracciglio alzato ad arricchire di belpaese una carbonara liquida e insapore.
E' la "Ruccola". L'essenza di una cucina.
Intendiamoci, a me la rucola piace, ma qua è veramente infestante. E spesso non c'entra niente col resto del piatto di cui fa parte.
Se ordino una pizza con la rucola, mi aspetto di vedere arrivare una pizza con la rucola.
Se ordino una pizza coi funghi, non mi aspetto di vedere arrivare una pizza con i funghi e la rucola! E pure un sacco, uno strato alto così.
Poi anche in Italia può capitare di trovarla in vari tipi di pizza, che sia vegetariana, con bresaola, o fate voi. Ma anche al pizzaiolo più lunatico che ci sia non verrebbe mai in mente di metterla su una pizza ai frutti di mare!
Per cui ti fregano. Anche perché con la cucina di casa non si sta sempre lì a controllare il menù... Se leggi in italiano: “penne all'arrabbiata”, “pesce alla griglia”, “pizza ai funghi”, ti aspetti più o meno quello che corrisponde ai tuoi punti fermi culturali. E ci caschi. Col tempo diventi guardingo, e esamini attentamente le spiegazioni in svedese sugli ingredienti contenuti nel piatto che ti accingi a ordinare, ma ogni tanto ci ricaschi, te la trovi quando non la volevi. E' una battaglia persa.
E non è che a tutti loro faccia impazzire, sia chiaro. Ho diversi amici e colleghi che la mettono da parte, o ne assaggiano giusto un pochino. Da molti è giustamente considerata un ingrediente forte, troppo, troppo presente nei piatti “italiani”. Ma si rassegnano, è lo scotto da pagare anche se non piace, per gustarsi il resto. Altri, la maggioranza, semplicemente ingollano tutto, la mescolano con i rigatoni, beandosi di gustare una autentica porzione del nostro paese.
Facendo un pochino di autocritica, però, ci accorgiamo che anche da noi è successa la stessa cosa, o quasi. Sicuramente alcuni ricorderanno di un periodo rucola-free, quando anni fa non la si trovava spesso nei menù di ristoranti e pizzerie (va bene, Roma esclusa). Anzi nella mia regione non c'era quasi mai. L'unico controesempio che la mia memoria trova è la piadina stracchino e rucola...
Poi è iniziata anche da noi la moda, e la rucola ha cominciato a comparire un po' dappertutto: ma nel nostro caso è andata ad arricchire una pasta fredda, un'insalata o un carpaccio, a caratterizzare un paio di pizze, al massimo ad accompagnare degli straccetti di carne, non a invadere in maniera virulenta ogni pietanza anche quando non c'entra niente col resto.
Come? Sto esagerando?
Bene l'avete voluto voi. E non dite che non vi avevo avvisato.
Torta italiana con salameRisotto italiano al pomodoro con bacon croccante e rucolaTorta fredda italianaDa brividi, vero? E non è nulla, ve lo assicuro...
E se qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla importanza dell'ubiqua verzura gli sarà sufficiente telefonare allo +46-(0)8-7491990.
Risponderà un apprezzato ristorante italiano della città. Il nome?
Ruccola Bar, ovviamente.