Come sarà di sicuro già a molti noto, da qualche tempo una pazza notizia dai toni horror/fantascientifici sta facendo furore sui media italiani. No, non si è trovato un metodo per arginare drasticamente la crescente stupidità insita nell'umanità, non esageriamo.
Molto semplicemente lo scienziato italiano Sergio Canavero ha pubblicato un articolo su una rivista internazionale nel quale asserisce di essere in grado di realizzare UN TRAPIANTO DI TESTA NELL'ESSERE UMANO. Sorpresa? Incredulità? Paura? Disgusto? Comequandodoveperché?
Non starò qui a rispiegare nel dettaglio quanto già detto dagli organi di informazione della madrepatria (a partire da “Oggi” che ha riportato per primo la notizia, passando per i vari telegiornali). Anche perchè c'è ben poco da andare nel dettaglio. Come al solito, sia in televisione che su internet, viene detto di tutto ma non si approfondisce mai niente. Questo sia in Italia che all'estero, per inciso. Nulla in più delle solite righe di prammatica e di qualche commento sensazionalistico.
Venuto a conoscenza della cosa, e passato il primo impulso di liquidare il tutto come cialtronesca sparata a scopo pubblicitario, mi sono posto alcune domande, alle quali ho provato a dare una parziale risposta usando tutti i mezzi che il lavorare in una struttura di ricerca scientifica mi consente (durante la pausa pranzo, si capisce).
Primo: chi è questo Canavero? Da dove salta fuori? Sergio Canavero è il direttore del centro di neuromodulazione avanzata dell'ospedale Molinette di Torino (non sono riuscito a trovare un suo curriculum professionale, credo più per disorganizzazione dei siti web che per altro. A quanto sembra ha sempre lavorato alle Molinette). Ha al suo attivo un considerevole numero di pubblicazioni scientifiche nel settore della neurochirurgia, non sono in grado di dire di quale importanza, non essendo né il mio settore, e non avendo tempo e voglia di calcolare l'
impact factor (il principale indice di rilevanza delle riviste scientifiche) delle sue pubblicazioni. Canavero ha lavorato molto anche sui cosiddetti “risvegli” dagli stati di coma, dove pare abbia ottenuto buoni successi, ed è citato in convegni e pubblicazioni delle associazioni che se ne occupano. Non sembra a prima vista un ciarlatano. Ma sembra di sicuro un tipo bizzarro. Parla (e ciò a mio parere é anche apprezzabile) della necessità di scuotere il mondo della ricerca, soprattutto italiana, scrollandole di dosso i vecchi dogmi e combattendone baroni.
Ma questo non basta.
Rimane la possibilità che sia un furbo in cerca di pubblicità. Ad avvalorare questa ipotesi c'é un articolo da lui pubblicato nel lontano 1992 in cui afferma, più o meno con gli stessi toni (anche il titolo dell'articolo è simile), la fattibilità di un trapianto totale di occhi per i ciechi.
Ma ancora non basta, potrebbe comunque essere qualcuno in buona fede che ci crede e ci prova, solamente un po' fuori di testa.
Ho sentito una sua intervista, e un personaggio bizzarro, a dir poco, lo è di sicuro. Trascinato da una foga inusuale, cortesemente ma aspramente sempre polemico ad ogni accenno di critica, sembra convinto di quello che dice.
Ma, ovviamente, questo non basta.
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un curioso fumetto degli anni trenta (autore Fletcher Hanks) in cui una testa volante viene inserita nel corpo di un gigante. |
Secondo: cosa dice di voler e poter fare? Il trapianto di testa, come detto. E cosa vuol dire? Vuole dire tagliare e poi ricollegare un grosso numero di strutture e tessuti dal paziente (cioé la testa) a un donatore (ergo, il corpo). Ossa, muscoli, tendini, vasi sanguigni, tutto.
Considerate le difficoltà anche solo teoriche del proposito, questo non è nemmeno tanto. Perchè Canavero afferma non solo di poter mantenere in vita la testa, ma di poter dare mobilità al corpo e a tutti i suoi organi dopo il trapianto, e in questa maniera poter far fronte ad alcune patologie incurabili dalla scienza medica (ad esempio la distrofia muscolare progressiva, quella del caso di
Piergiorgio Welby, citato - forse ad arte - dallo stesso Canavero). E per potere fare ciò bisogna tagliare e ricollegare nientemeno che il midollo spinale. Quello sì che è complicato, mapersulserio. Impossibile, secondo praticamente tutti. Impossibile fino ad oggi secondo lo stesso scienziato italiano.
Il tempo entro il quale questa procedura andrebbe fatta è estremamente ridotto. Un minuto e mezzo, due al massimo per ricollegare un fittissimo e complesso fascio di neuroni. Per staccare e riattaccare il sistema nervoso centrale. Roba da niente. Tutto in un minuto e mezzo. E passato il tempo massimo, non c'e' più nulla da fare. Nada, stop.
Nell'ambiente medico tutto ciò provoca scetticismo nei bendisposti e causa l'ira di tutti gli altri.
Per chi conosce l'inglese e ha voglia di leggersi l'articolo di Canavero, ecco qui quello che nessuno degli stipendiati giornalisti internazionali vi ha dato. L'articolo di Canavero sul progetto HEAVEN (Head Anostomosis Venture), pubblicato nel numero di Giugno della rivista Surgical Neurology International e scaricabile
gratuitamente e legalmente qui (richiede
acrobat reader).
Per gli altri un breve riassunto commentato (da un ignorante come me). Già nel 1970 lo scienziato
Robert White è riuscito ad effettuare il trapianto su una scimmia del genere Rhesus Macacus, tenuta in vita per 8 giorni (
nota: ne parlò in un racconto anche Oriana Fallaci). Ma non si è nemmeno provato a riconnettere il midollo spinale. La tecnologia non permetteva di affrontare questa fase dell'operazione, che all'epoca venne lasciata come passo successivo. Ma presto é sembrato chiaro come questo non sarebbe stato lontanamente possibile per cui in pochi anni l'intera linea di ricerca è stata abbandonata.
Ora Canavero dice che i fusogeni (sostanze che permettono la riconnessione di membrane cellulari e altro) possono essere efficacemente usate per superare questa difficoltà. Una volta che il midollo spinale viene raffreddato alla giusta temperatura e opportunamente perfettamente tagliato, anche senza venire pilotate, sostiene il medico italiano, tramite i fusogeni le cellule nervose sono in grado di riallinearsi e saldarsi autonomamente. Non tutte, solo un 30% di queste. Ma secondo lui, sono abbastanza per ridare mobilità al corpo. E con il migliorare della tecnologie in futuro questa percentuale è destinata ad aumentare.
Secondo il National Post (non ho trovato questa notizia altrove), lo scienziato afferma che l'intero intervento dovrebbe durare all'incirca 36 ore, coinvolgere vari team che si alternerebbero in sala operatoria, circa 100 chirurghi, e costare all'incirca 128 milioni di dollari.
Terzo: ma che, siamo diventati tutti scemi? Beh, premetto che non ho la minima intenzione di affrontare temi etici di alcun tipo in questo post, le considerazioni di stampo filosofico le lascio agli eventuali lettori: sono benvenute nei commenti. Persino per lo stesso Canavero il problema è essenzialmente etico. Io nel mio piccolo mi limito a riportare il maggior numero possibile di elementi da me reperibili con le risorse e il tempo disponibili, in maniera da aggiungere qualcosina in più alle due righe che si trovano di solito sui siti web.
E spulciando tra le notizie e ascoltando interviste, ho fatto una fondamentale scoperta, che mi ha sorpreso: Canavero non è mica l'unico che lavora su questa cosa... Nel mondo altri 3 gruppi di ricerca sono interessati all'argomento.
Tra questi (e qui sembra veramente di essere in un film o un fumetto di fantascienza), indovinate chi? Pronti?
Ma nientemeno che il classico miliardario russo, che ha fatto partire il
progetto AVATAR, finanziato di tasca sua, che si propone di raggiungere l'immortalità umana in varie fasi, la prima delle quali prevede l'installazione di una testa umana su un corpo robot. Itskov (il miliardario in questione) ha messo al lavoro 30 scienziati e vari laboratori, che hanno fornito una stima massima di 10 anni per raggiungere questo risultato.
Ohi, si dice che uno coi soldi suoi ci fa quello che vuole. Dispiace sempre un po', vedendo quanto esigue siano nel mondo le risorse per la ricerca.
Beh, che altro dire?
Se avete avuto la pazienza, il tempo, la curiosità di leggermi fino a qui, siete ovviamente un po' fuori di testa anche voi, e quindi conto che apprezzerete il seguito di questo post. In realtà (come spesso mi capita) inserisco solo alla fine la molla che mi ha scatenato il tutto.
Tanti anni fa da ragazzo, in una insonne notte di Estate, guardavo nel mio piccolo televisore in bianco e nero lo stupendo e compianto vecchio programma Fuori Orario, su Rai Tre. Tra i film di quella notte venni colpito da qualcosa di assurdo. Una pellicola inaspettata, divertente e macabra al tempo stesso, in tedesco con sottotitoli in italiano. Al momento non ne colsi il titolo, e rimase solo una vaga e piacevole memoria. Anni dopo, grazie a Internet, la indentificai come "Die Nackt und Der Satan", del 1959.
Perché ne parlo? Il titolo internazionale del film è "
The head", e cioè "La testa", e racconta (indovinateunpo') di uno scienziato che scopre la maniera di tenere in vita e trapiantare teste umane. All'epoca mi sembro' una sparata colossale, stupida e geniale al tempo stesso.
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Locandina del film, versione americana |
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Una scena del film. L'operazione sembra andata a buon fine.. |
Che peccato, però. Che peccato, se ci si pensa bene, che le nostre paure e i nostri sogni più terribili siano così banalmente raggiunti e superati dalla realtà... Mi viene un po' di tristezza constatando che é sempre più difficile scovare e condividere pensieri ancora ammantati della buia e romantica aura dell'abisso ignoto. Che tutto venga rovinato dalla fredda e metallica luce inarrestabile del progresso.
Qualche anno fa sono riuscito con grande gioia ed emozione a procurarmi una copia del film sopra citato (ora c'è tutto
qui) e l'ho messo nel cassetto, pregustando il momento in cui l'avrei rivisto. "Non c'e' fretta" mi sono detto.
E invece c'era. Ora me lo hanno rovinato: lì nel cassetto rimarrà, non semplicemente un film caduto nel vasto limbo delle ingenuità umane, ma ben altro. Un monito alla rapida estinzione della paura dell'ignoto, quella che dai tempi in cui l'uomo esorcizzava i propri mostri dipingendoli sulle pareti delle caverne e alla fioca luce delle braci si rintanava tremante al suono dei tuoni lontani, ne ha garantito la sopravvivenza.
Ora la sopravvivenza è garantita dallo stesso progresso che ha sconfitto gran parte di tali paure, ed è per molti versi un bene. Non so perchè, ma temo il giorno in cui non ne rimarrà nemmeno una di paure, e la luce chiara della conoscenza si fonderà totalmente con lo scintillare falso dell'arroganza diventando l'unico faro a guidarci nel futuro.
Per il momento, non perdiamo la testa.