"Varför inte" colpisce ancora, dicevamo. E colpisce bene.
E' stata la volta di "Rumors", la celebre commedia di Neil Simon.
Di nuovo vado a indicarvi un evento che è già concluso, perseguendo in maniera ortodossa l'obiettivo del "blog di servizio del piffero" che ho così tanto a cuore.
Questa volta, però, anche averlo saputo prima non avrebbe fatto nessuna differenza. I posti a disposizione per assistere alla seconda prova del gruppo teatrale italiano a Stoccolma sono andati esauriti in un batter d'occhio.
Il successo de "L'avaro" ha originato un formidabile passaparola. Vista la scorsa esperienza, si era certi che si avrebbe assistito a una rappresentazione ben fatta e divertente, e gli amici hanno chiamato altri amici.
I ragazzi, come al solito, hanno lavorato veramente sodo. A causa della partenza di alcuni suoi componenti, il gruppo è stato notevolmente modificato rispetto alla prova passata. Tra gli altri, mancavano il protagonista e due tra i personaggi principali de "L'avaro". Inoltre cambio in regia, nonché cambi notevoli nella parte tecnica e in generale fuori-scena.
Tutti i nuovi ingressi si sono dimostrati pienamente all'altezza dei predecessori, e i componenti del vecchio gruppo sono ulteriormente migliorati.
I ragazzi si sono districati benissimo tra le raffiche di battute scritte da Neil Simon, muovendosi a proprio agio sulla scena.
In più, se consideriamo che si tratta di un gruppo amatoriale dove quasi tutti hanno alle spalle al massimo l'esperienza unica de "L'avaro" e se consideriamo la diversa complessità di questa rappresentazione (sia in termini di recitazione che nella parte tecnica), allora c'è veramente da sorprendersi.
Tra tutti, un plauso speciale a Simone, il nuovo regista, che a mio parere ha fatto un lavoro egregio.
Le iniziali difficoltà nel trovare un luogo per la rappresentazione si sono alla fine brillantemente risolte con l'utilizzo di una sala adattissima allo scopo, una sorta di scenografia "naturale" già pronta, che ha permesso di sviluppare efficacemente la narrazione su due differenti livelli, utilizzando vari e divertenti espedienti narrativi.
Memorabile la discesa in vestaglia di Boris/Lenny dalla scala nella scena finale, con il pubblico in visibilio.
E comunque tutti bravi. Appena avrò i nomi del cast completo li riporterò in fondo a questo post.
Anche a causa del non altissimo numero di posti a sedere a disposizione, questa volta il gruppo non si è limitato a un'unica rappresentazione e ha protratto l'evento per tre serate. Ma, ancora una volta, il progetto è già concluso, visto che con la fine dell'anno altri componenti se ne andranno.
In ogni caso, sono ugualmente felice perché credo proprio che per come è andata Varför inte non si fermerà qui, e spero di avere l'occasione di poter scrivere presto un'altra entusiastica recensione.
Ormai mi sono calato completamente nella comoda parte del critico teatrale. Sarà per questo ruolo che Boris, come mi ha confidato lui stesso, notandomi tra il pubblico con un'espressione serissima (a quanto dice lui) nella pausa si è rivolto allarmato agli altri: "Oddio, Davide non ride! E' serio!"... O forse sarà perché sono abituati alla mia fragorosa risata...
Di nuovo vado a indicarvi un evento che è già concluso, perseguendo in maniera ortodossa l'obiettivo del "blog di servizio del piffero" che ho così tanto a cuore.
Questa volta, però, anche averlo saputo prima non avrebbe fatto nessuna differenza. I posti a disposizione per assistere alla seconda prova del gruppo teatrale italiano a Stoccolma sono andati esauriti in un batter d'occhio.
Il successo de "L'avaro" ha originato un formidabile passaparola. Vista la scorsa esperienza, si era certi che si avrebbe assistito a una rappresentazione ben fatta e divertente, e gli amici hanno chiamato altri amici.
I ragazzi, come al solito, hanno lavorato veramente sodo. A causa della partenza di alcuni suoi componenti, il gruppo è stato notevolmente modificato rispetto alla prova passata. Tra gli altri, mancavano il protagonista e due tra i personaggi principali de "L'avaro". Inoltre cambio in regia, nonché cambi notevoli nella parte tecnica e in generale fuori-scena.
Tutti i nuovi ingressi si sono dimostrati pienamente all'altezza dei predecessori, e i componenti del vecchio gruppo sono ulteriormente migliorati.
I ragazzi si sono districati benissimo tra le raffiche di battute scritte da Neil Simon, muovendosi a proprio agio sulla scena.
In più, se consideriamo che si tratta di un gruppo amatoriale dove quasi tutti hanno alle spalle al massimo l'esperienza unica de "L'avaro" e se consideriamo la diversa complessità di questa rappresentazione (sia in termini di recitazione che nella parte tecnica), allora c'è veramente da sorprendersi.
Tra tutti, un plauso speciale a Simone, il nuovo regista, che a mio parere ha fatto un lavoro egregio.
Le iniziali difficoltà nel trovare un luogo per la rappresentazione si sono alla fine brillantemente risolte con l'utilizzo di una sala adattissima allo scopo, una sorta di scenografia "naturale" già pronta, che ha permesso di sviluppare efficacemente la narrazione su due differenti livelli, utilizzando vari e divertenti espedienti narrativi.
Memorabile la discesa in vestaglia di Boris/Lenny dalla scala nella scena finale, con il pubblico in visibilio.
E comunque tutti bravi. Appena avrò i nomi del cast completo li riporterò in fondo a questo post.
Anche a causa del non altissimo numero di posti a sedere a disposizione, questa volta il gruppo non si è limitato a un'unica rappresentazione e ha protratto l'evento per tre serate. Ma, ancora una volta, il progetto è già concluso, visto che con la fine dell'anno altri componenti se ne andranno.
In ogni caso, sono ugualmente felice perché credo proprio che per come è andata Varför inte non si fermerà qui, e spero di avere l'occasione di poter scrivere presto un'altra entusiastica recensione.
Ormai mi sono calato completamente nella comoda parte del critico teatrale. Sarà per questo ruolo che Boris, come mi ha confidato lui stesso, notandomi tra il pubblico con un'espressione serissima (a quanto dice lui) nella pausa si è rivolto allarmato agli altri: "Oddio, Davide non ride! E' serio!"... O forse sarà perché sono abituati alla mia fragorosa risata...