siamo al limite dell'incidente diplomatico!
in un articolo in inglese di the local, ecco cosa pensa dell'italia cecilia wikström, deputata liberale di uppsala al parlamento svedese, nonché vice presidente della commissione parlamentare sulla cultura.
nel suo messaggio al parlamento si legge: "in molti paesi esprimere il proprio pensiero significa correre un pericolo mortale - e d'istinto si penserà alla russia, dove capita che i giornalisti siano assassinati, o all'egitto, dove i blogger sono condannati a scontare lunghe pene in carcere - ma che vi sia un paese appartenente alla comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione è del tutto inaccettabile".
anna della croce brigante colonna, ambasciatrice italiana in svezia, ha definito calunniose le parole della deputata. ma nonostante wikström abbia confermato di comprendere parte delle critiche rivolte alla formulazione del messaggio, la petizione non è stata cambiata di una virgola.
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post scriptum: mi permetto di copiare qui la lettera che avevo scritto al forum di beppe severgnini e la risposta del giornalista, ricevuta oggi, 6 dicembre 2008.
Caro Beppe, abito nella civilissima Stoccolma da un anno e mezzo e, nonostante la distanza, cerco di seguire le vicende italiane come meglio posso, fra queste la storia del nostro Roberto Saviano. Forse non tutti sanno che cosa è successo dopo la bella conferenza sulla libertà di espressione che Saviano ha tenuto a Stoccolma insieme a Salman Rushdie su invito dell'Accademia svedese, la stessa che assegna il premio Nobel per la letteratura. Cecilia Wikström, deputata liberale di Uppsala al parlamento svedese, nonché vice presidente della commissione parlamentare sulla cultura, ha presentato una petizione in parlamento in cui invita l'Italia ad assumersi la responsabilità di proteggere coloro che hanno il coraggio di fare uso del diritto inviolabile di esprimersi (vedi articolo in inglese del quotidiano online "The Local": http://www.thelocal.se/15948/20081126/). Nella petizione (che sono andata a cercarmi in lingua originale, http://www.folkpartiet.se/FPTemplates/ListPage____82632.aspx) si legge anche: "In molti paesi esprimere il proprio pensiero significa correre un pericolo mortale - e d'istinto si penserà alla Russia, dove capita che i giornalisti siano assassinati, o all'Egitto, dove i blogger sono condannati a scontare lunghe pene in carcere - ma che vi sia un paese appartenente alla Comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione è del tutto inaccettabile". Anna Della Croce Brigante Colonna, ambasciatrice italiana in Svezia, ha definito calunniosa l'allusione contenuta nel messaggio e ha ritenuto opportuno un incontro con la deputata. Ma nonostante Wikström abbia accolto alcune delle critiche rivolte alla formulazione del testo, la petizione non è stata cambiata di una virgola. Ora, ritengo sia doveroso da parte di tutti tenere sempre altissima la guardia in tema di libertà di parola, ma francamente non sento di essermi lasciata alle spalle un paese fondamentalista. O sono un'ingenua?
Giusi Barbiani, giusi.barbiani@gmail.com
Salve Giusi. Sapevo della venuta di Saviano; me l'avevano anticipato, in ottobre, a Stoccolma (e, per quel che conta, avevo detto: ottima idea). Veniamo alla petizione. La frase "... ma che vi sia un paese appartenente alla Comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione..." è infelice. Saviano ha potuto scrivere quello che ha scritto, e lo Stato - giustamente, ovviamente - lo difende. Mi sembra che in Russia non funzioni così, e la signora Cecilia Wikström dovrebbe saperlo. Perciò la nostra ambasciatrice ha ragione a essere scocciata. Aggiungiamo: esistono problemi di libertà di espressione, in Italia. Penso al controllo militare della politica sui tg Rai, alla proprietà di Mediaset, ai conflitti d'interessi di tutti i giornali (banche, costruttori, industriali etc). Ma sono altre questioni, e con Saviano e la camorra non c'entrano. Ripeto: l'uscita di Ms Wikström è disinformata e inopportuna.
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aggiungo che, come mi ha fatto notare una lettrice che mi ha scritto in privato, il link della petizione è scomparso. per questo copio e incollo la petizione in lingua originale che ho trovato su un altro sito d'informazione. ecco il testo:
- Sverige införde grundlagsskyddad yttrandefrihet som ett av de första länderna i världen. Vi har därför ett ansvar att stå upp för denna frihet och visa världen, och i det här fallet särskilt Italien, att yttrandefriheten är en grundläggande mänsklig rättighet som inte får inskränkas. Italien måste nu ta sitt ansvar och skydda de individer som har mod nog att nyttja denna fundamentala frihet.
Det säger Cecilia Wikström, riksdagsledamot (fp) och vice ordförande i riksdagens kulturutskott, som i dag startar ett upprop i Sveriges riksdag till förmån för Saviano.
- I många länder är det förenat med livsfara att uttrycka sin mening, man tänker då instinktivt på Ryssland där journalister mördas och på Egypten där bloggare döms till långa fängelsestraff, men att vi har ett land som tillhör den europeiska gemenskapen och inte kan garantera yttrandefriheten är helt enkelt oacceptabelt, säger Cecilia Wikström.
in un articolo in inglese di the local, ecco cosa pensa dell'italia cecilia wikström, deputata liberale di uppsala al parlamento svedese, nonché vice presidente della commissione parlamentare sulla cultura.
nel suo messaggio al parlamento si legge: "in molti paesi esprimere il proprio pensiero significa correre un pericolo mortale - e d'istinto si penserà alla russia, dove capita che i giornalisti siano assassinati, o all'egitto, dove i blogger sono condannati a scontare lunghe pene in carcere - ma che vi sia un paese appartenente alla comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione è del tutto inaccettabile".
anna della croce brigante colonna, ambasciatrice italiana in svezia, ha definito calunniose le parole della deputata. ma nonostante wikström abbia confermato di comprendere parte delle critiche rivolte alla formulazione del messaggio, la petizione non è stata cambiata di una virgola.
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post scriptum: mi permetto di copiare qui la lettera che avevo scritto al forum di beppe severgnini e la risposta del giornalista, ricevuta oggi, 6 dicembre 2008.
Caro Beppe, abito nella civilissima Stoccolma da un anno e mezzo e, nonostante la distanza, cerco di seguire le vicende italiane come meglio posso, fra queste la storia del nostro Roberto Saviano. Forse non tutti sanno che cosa è successo dopo la bella conferenza sulla libertà di espressione che Saviano ha tenuto a Stoccolma insieme a Salman Rushdie su invito dell'Accademia svedese, la stessa che assegna il premio Nobel per la letteratura. Cecilia Wikström, deputata liberale di Uppsala al parlamento svedese, nonché vice presidente della commissione parlamentare sulla cultura, ha presentato una petizione in parlamento in cui invita l'Italia ad assumersi la responsabilità di proteggere coloro che hanno il coraggio di fare uso del diritto inviolabile di esprimersi (vedi articolo in inglese del quotidiano online "The Local": http://www.thelocal.se/15948/20081126/). Nella petizione (che sono andata a cercarmi in lingua originale, http://www.folkpartiet.se/FPTemplates/ListPage____82632.aspx) si legge anche: "In molti paesi esprimere il proprio pensiero significa correre un pericolo mortale - e d'istinto si penserà alla Russia, dove capita che i giornalisti siano assassinati, o all'Egitto, dove i blogger sono condannati a scontare lunghe pene in carcere - ma che vi sia un paese appartenente alla Comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione è del tutto inaccettabile". Anna Della Croce Brigante Colonna, ambasciatrice italiana in Svezia, ha definito calunniosa l'allusione contenuta nel messaggio e ha ritenuto opportuno un incontro con la deputata. Ma nonostante Wikström abbia accolto alcune delle critiche rivolte alla formulazione del testo, la petizione non è stata cambiata di una virgola. Ora, ritengo sia doveroso da parte di tutti tenere sempre altissima la guardia in tema di libertà di parola, ma francamente non sento di essermi lasciata alle spalle un paese fondamentalista. O sono un'ingenua?
Giusi Barbiani, giusi.barbiani@gmail.com
Salve Giusi. Sapevo della venuta di Saviano; me l'avevano anticipato, in ottobre, a Stoccolma (e, per quel che conta, avevo detto: ottima idea). Veniamo alla petizione. La frase "... ma che vi sia un paese appartenente alla Comunità europea non in grado di garantire la libertà di espressione..." è infelice. Saviano ha potuto scrivere quello che ha scritto, e lo Stato - giustamente, ovviamente - lo difende. Mi sembra che in Russia non funzioni così, e la signora Cecilia Wikström dovrebbe saperlo. Perciò la nostra ambasciatrice ha ragione a essere scocciata. Aggiungiamo: esistono problemi di libertà di espressione, in Italia. Penso al controllo militare della politica sui tg Rai, alla proprietà di Mediaset, ai conflitti d'interessi di tutti i giornali (banche, costruttori, industriali etc). Ma sono altre questioni, e con Saviano e la camorra non c'entrano. Ripeto: l'uscita di Ms Wikström è disinformata e inopportuna.
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aggiungo che, come mi ha fatto notare una lettrice che mi ha scritto in privato, il link della petizione è scomparso. per questo copio e incollo la petizione in lingua originale che ho trovato su un altro sito d'informazione. ecco il testo:
- Sverige införde grundlagsskyddad yttrandefrihet som ett av de första länderna i världen. Vi har därför ett ansvar att stå upp för denna frihet och visa världen, och i det här fallet särskilt Italien, att yttrandefriheten är en grundläggande mänsklig rättighet som inte får inskränkas. Italien måste nu ta sitt ansvar och skydda de individer som har mod nog att nyttja denna fundamentala frihet.
Det säger Cecilia Wikström, riksdagsledamot (fp) och vice ordförande i riksdagens kulturutskott, som i dag startar ett upprop i Sveriges riksdag till förmån för Saviano.
- I många länder är det förenat med livsfara att uttrycka sin mening, man tänker då instinktivt på Ryssland där journalister mördas och på Egypten där bloggare döms till långa fängelsestraff, men att vi har ett land som tillhör den europeiska gemenskapen och inte kan garantera yttrandefriheten är helt enkelt oacceptabelt, säger Cecilia Wikström.