E proseguiamo con gli esperimenti culinari, questa volta attingendo a piene mani dalle ricette della tradizione italiana.
Come già presentato nel titolo, li abbiamo chiamati QPQR (Quasi Passatelli Quasi Romagnoli). Non ci azzardiamo a definirli Passatelli Romagnoli, ne deve passare di acqua sotto i ponti prima... Diciamo che siamo arrivati alla versione beta, al prototipo, insomma.
Anche se devo ammettere che il risultato finale non si è rivelato poi male, lo sforzo impiegato per giungere a tale traguardo si è rivelato sproporzionato rispetto alla presunta facilità della ricetta.
Come dice mia mamma, "
Bisogna farci la mano". Ma sono queste poche parole che fanno tutta la differenza.
Forse, però, parto da un assunto errato. Lo sapete tutti cosa sono i passatelli? No? Beh, si tratta di un tipo di pasta per cui non si usa farina, ma che è realizzata a partire da pangrattato e formaggio, con una caratteristica forma a "vermicello". È pasta fatta a mano, fresca, che tradizionalmente viene cotta e servita in brodo.
Oltre che negli ingredienti di base, la particolarità sta nella maniera in cui questi "vermetti" vengono realizzati. Come succede per altri tipi di pasta, si ottengono tramite "spremitura" dell'impasto attraverso una superficie forata. Oggigiorno è frequente produrli tramite robot da cucina o addirittura schiacciando l'impasto con un semplice passapatate, ma la tradizione romagnola si distingue dalle altre versioni dello stesso prodotto per l'utilizzo del "ferro", un apposito e strano strumento che ogni romagnolo che si rispetti (almeno fino alla mia generazione, poi non so) ha sempre visto usare in casa.
Come viene descritto da
giallozafferano,
si tratta di "un disco di metallo leggermente bombato del
diametro di circa 15-20 cm, dotato di fori di circa 4-5 mm di diametro, che
possiede un manubrio con due impugnature laterali".
Eccolo qua:
Questo strumento di tortura è la disperazione di tanti, principalmente perché
a) non sanno come usarlo,
b) gli è stato spiegato o hanno visto come si usa, ma non riescono a farlo loro stessi.
Della categoria a) fanno parte tanti e anche illustri personaggi. Indimenticabili le performance involontariamente esilaranti di Antonella Clerici e della (si suppone) più esperta Anna Moroni a "La prova del cuoco", dove il ferro per i passatelli è stato protagonista per un anno intero, durante il quale "le cuoche" non sono mai riuscite a usarlo. Alla fine è stato necessario lanciare un appello al pubblico da casa. Nella categoria b) sono a tratti finito anch'io due sere fa, quando a momenti di strepitoso successo alternavo attimi di sconforto. Devo dire che operavo su una superficie instabile, avevo un tagliere molto liscio dove la pasta non faceva presa ed era la mia prima volta assoluta, basata sui pur recenti ricordi e le vaghe impressioni che l'angolo del mio occhio aveva subliminalmente catturato mentre, parlando d'altro, mia madre li preparava. Inoltre,
bisogna farci la mano.
Negli ultimi anni è sempre più frequente vederli proposti non in brodo, ma in versioni "asciutte": da quelle più invernali con ad esempio formaggio di fossa o funghi, a quelle estive con verdure, pomodorini, o gamberetti e zucchine. Possono essere anche serviti freddi, a mo' di insalata di pasta.
Noi ci abbiamo provato, come avete già capito, partendo subito a testa bassa,
usando il ferro ("così, duri sulla fascia! cattivi!"), come quasi più nessuno fa. Giusi ha preparato un impasto perfetto, eccezionale per consistenza e sapore. Ha però mollato il colpo alla realizzazione finale, cedendo la resa incondizionata delle armi (beh, "dell'arma"). Sono rimasto a combattere io, impuntandomi testardamente fino a quando non sono riuscito a ottenere qualcosa.
Anche perché altrimenti rimanevamo senza cena.
Non serve a nulla schiacciare l'impasto dall'alto. Bisogna fare scorrere il ferro sul tagliere, schiacciando sì, ma mentre si trascina l'impasto. La forma bombata del ferro fa sì che si possa variare l'angolazione dello stesso mentre si trascina, ottenendo passatelli più lunghi...
Insomma un casino.
E bisogna farci la mano.
Ecco il nostro risultato. Ci sono un po' troppi passatelli venuti così così e parecchi sono un po' corti, ma come prima volta forse forse forse può andare.
Abbiamo deciso di farli asciutti, con un sugo di pomodorini e rucola e mozzarella aggiunte a fine cottura.
RICETTA per due persone:
-3/4 uova
-pangrattato e parmigiano grattugiato (più o meno metà e metà), quanto ce ne va
-un po' di scorza di limone grattugiato
Fine.
Non scherzo, è vero.
La quantità di pane e formaggio non può essere misurata esattamente. Ce ne va cioè quanto "ne prendono" le uova. In altre parole una quantità tale da ottenere un impasto simile per consistenza a quello delle tagliatelle. Partite con un pugno di uno e uno dell'altro, a fontana, metteteci dentro le uova, impastate e poi aggiungete formaggio e grana fino al raggiungimento della consistenza indicata.
Preparate del brodo e versatevi i passatelli, si cuociono velocemente e salgono a galla. Se li volete fare nella versione "pastasciutta", tirateli su con un colino e conditeli col sugo desiderato.
E davvero, scherzi a parte, ci sono venuti proprio buoni, sia come sapore che come consistenza. Lì per lì avevamo pensato però di fare passare un po' di tempo prima di rifarli. Troppa fatica.
Ma ora ci stiamo già ripensando.... La prossima volta verrano ancora meglio... Ohi, bisogna farci la mano. E ce la faremo.
EDIT: la resa sta migliorando, così come l'uso del 'ferro'. Se la pasta non fa presa sul tagliere, basta aggiungere un pochino d'acqua per aumentarne la viscosità e il gioco è fatto.
Vi lascio con questa foto:
Direi che ci stiamo facendo la mano, no? ;)