ognissanti e zucche
con il termometro sotto zero abbiamo anche noi commemorato i nostri defunti, ma nel giorno di tutti i santi, come vuole la tradizione luterana svedese.
ieri, primo novembre, siamo stati con mauro e marta in visita allo skogskyrkogården e a dire il vero erano anni che non mi capitava di andare al cimitero in questa occasione. l'ho sempre trovato troppo penoso, soffocante quasi, come la cappa di silenzio che racchiude l'odore nauseabondo dei fiori ammucchiati sulle tombe.
l'atmosfera che abbiamo incontrato qui, nel cimitero del bosco ideato dai giovanissimi asplund e lewerentz ormai quasi cento anni fa e divenuto poi patrimonio del'umanità, era tutt'altro che lugubre. raccolta, sì, nonostante la vastità degli spazi. ma oserei dire anche serena. tersa come il cielo sopra di noi.
sarà merito degli alberi che custodiscono, giorno dopo giorno, anno dopo anno, la memoria di tutte quelle anime occupate ad accudire altre anime. o forse è stata l'aria frizzante a rischiararci i pensieri e a tenere alto lo spirito di una folla di svedesi che, tutti imbacuccati, uscivano ordinatamente dalla metropolitana, passando davanti al chiosco degli hotdog e delle corone di erica e rami d'abete, per poi disperdersi nel bosco, le loro ombre come folletti, in cerca della tomba dei propri cari. sono infatti migliaia le piccole lapidi che punteggiano, l'una quasi stretta all'altra, ettari e ettari di bosco, rischiarati per l'occasione da una marea di fiammelle tremolanti.
anche noi abbiamo acceso il nostro lumino, in quello che mi è parso lo spazio più significativo, aperto e condiviso di tutto il cimitero: una collinetta verde, dalle pendici spoglie, in cima alla quale spicca il minnelund, il boschetto della memoria. una manciata di alberi disposti lungo il perimetro quadrato di un muricciolo che accoglie e raccoglie le preghiere, i ricordi e le candele di tutti.
sceso il buio e il gelo, le note calde e speziate di un buon glögg fumante hanno dato vita all'idea dell'indomani a base di zucca.
e così eccoci, il due novembre, alla fine di una maratona gastronomica che ha il sapore dei filari di pioppi avvolti nella nebbia, il sapore della mia terra: tortelli di zucca, quelli veri, con tanto di mostarda di mele, portata in valigia dai miei a pasqua, e amaretti sbriciolati, quasi introvabili qui, nonostante la globalizzazione (per chi avesse intenzione di farne scorta, vada da daglivs a fridhemsplan).
insomma, una pietanza per le grandi occasioni. ma anche se le mani erano inesperte, con l'aiuto di tutti abbiamo reso onore - credo - a uno dei miei piatti preferiti. infine il nocino di mauro e la torta di zucca preparata da marta hanno degnamente chiuso la serata.
lascio a davide il compito di raccontarvi poi com'è degenerata... :-)
(Davide)...Aggiungo solo qualche elemento di "colore" al post di Giusi che dice già tutto. Allora. Passeggiata nel cimitero per il giorno dei defunti: all'arrivo, nel freddo pungente, appena fuori dall'entrata del cimitero, c'era il classico negozio di fiori, che per l'occasione era stracolmo delle caratteristiche corone fatte di arbusti, simili a quelle che si usa appendere alla porta per Natale. Simili, ma non uguali.
Marta ci ha raccontato un episodio risalente a quando lei era appena arrivata qui e, vedendone esposte in un negozio durante il periodo natalizio, ne ha comprata una. Il suo ex-marito, tornando a casa la sera, si è trovato la corona da morto appesa alla porta. Fortunatamente, se non ricordo male, ha subito capito l'equivoco e si è limitato a chiedere spiegazioni.
Alla luce di tutto questo, ma comunque ammirato dalla pregevolezza delle creazioni arbustive, Mauro ha ventilato l'ipotesi di acquistarne qualcuna da portare in Italia. "Tanto lì che ne sanno?" L'ipotesi è rimasta tale.
Di fianco al negozio di fiori, a contendersi l'attenzione dei convenuti, il banco della parrocchia che serviva caffè e paste e l'ubiquitario chiosco degli hot dog (o korv, per i pochi al mondo che ancora non lo sapessero). Sacro e profano. O meglio, entrambi profani, uno forse un po' più dell'altro. Devo dire che c'era molta più gente al banco della parrocchia, forse anche perché il caffè costava solo il prezzo di due chiacchiere con i signori che lo servivano. Devo anche sottolineare che il chiosco dei korv conquistava in maniera netta le simpatie dei numerosi cani presenti che, mentre il padrone sorbiva un po' dello scuro liquido caldo, puntavano estremamente interessati l'esercente rivale.
Dell'atmosfera meravigliosa ha già parlato Giusi. Ci siamo stati circa 4 ore. All'interno erano addirittura previsti, oltre ai momenti di raccoglimento e preghiera, anche eventi come concerti di musica classica, jazz e corale. Con lo scendere della sera ci siamo ritrovati avvolti dalla miriade di lucine che costellavano a 360 gradi il bosco attorno a noi.
Intirizziti dal freddo, abbiamo trovato riparo e calore in una piccola struttura allestita in uno dei piazzali di snodo all'interno del complesso. Erano i tipi di hittagraven che dimostravano come, utilizzando il loro servizio online, fosse possibile localizzare la tomba del defunto che si voleva visitare. Al tempo stesso offrivano libretti sulla cura delle sepolture, sulla manutenzione dei fiori e sui vari cimiteri in generale. Mi viene in mente la visita della mamma di Giusi al Verano, quando chiedendo informazioni sulla localizzazione di una tomba si è sentita rispondere che purtroppo stavano ancora aggiornando gli archivi cartacei ed erano indietro all'ottantaquattro.
Verso sera, sono state accese quattro enormi fiaccole al centro del cimitero, di fianco al laghetto ghiacciato.
E noi, stremati dal freddo, ce ne siamo andati da Marta per un po' di glögg caldo e della torta buonissima.
Glögg trovato in rete, non quello di Marta. Lei lo corregge col calvados. Yum.
E a quelli che le contestano piccati di non "sciupare" il calvados mettendolo nel glögg
replica giustamente di farsi gli affari loro.
Il giorno dopo, la cena da noi. Gnam. Buoni. Mi viene una lacrimuccia al pensiero. Giusi, Marta e Mauro sono stati proprio bravi. Da parte mia, io avevo passato la mattinata a setacciare la città in cerca di zucca e amaretti, trovandone come detto a Daglivs, probabilmente il più grande supermercato in città. Le zucche in particolare, che fino al giorno prima infestavano ogni negozio, sembravano essersi volatilizzate. Sono quasi sicuro di essermi aggiudicato l'ultima zucca di Stoccolma.
La sera, dopo cena, in atmosfera per una volta poco internazionale e del tutto nostalgica, siamo tornati con i discorsi e con il pensiero all'Italia, alla nostra giovinezza. Ci siamo fatti una scorpacciata di spot pubblicitari degli anni '70-'80, ripescati su Youtube e dall'archivio di Spot80. "Hai mai provato Hurrà?", il piccolo mugnaio che faceva le crostatine, il golosastro, il galletto vallespluga, il formaggino tigre, ecc. ecc. Siamo impazziti. Che ridere.
E poi lei.
La divina.
Complice un CD da me preparato per Marta, ha fatto la sua apparizione nei nostri cuori.
Raffaella.
Visitando il sito del suo "NUOVO" programma ce la siamo vista apparire ieratica ed eterea, ma pure eterna e alabastrina. L'unica e sottolineo UNICA certezza della vita, di un paese alla deriva.
Lei è lì. Ferma, non cambia, spettacolare e luccicante. Sempre.
con il termometro sotto zero abbiamo anche noi commemorato i nostri defunti, ma nel giorno di tutti i santi, come vuole la tradizione luterana svedese.
ieri, primo novembre, siamo stati con mauro e marta in visita allo skogskyrkogården e a dire il vero erano anni che non mi capitava di andare al cimitero in questa occasione. l'ho sempre trovato troppo penoso, soffocante quasi, come la cappa di silenzio che racchiude l'odore nauseabondo dei fiori ammucchiati sulle tombe.
l'atmosfera che abbiamo incontrato qui, nel cimitero del bosco ideato dai giovanissimi asplund e lewerentz ormai quasi cento anni fa e divenuto poi patrimonio del'umanità, era tutt'altro che lugubre. raccolta, sì, nonostante la vastità degli spazi. ma oserei dire anche serena. tersa come il cielo sopra di noi.
sarà merito degli alberi che custodiscono, giorno dopo giorno, anno dopo anno, la memoria di tutte quelle anime occupate ad accudire altre anime. o forse è stata l'aria frizzante a rischiararci i pensieri e a tenere alto lo spirito di una folla di svedesi che, tutti imbacuccati, uscivano ordinatamente dalla metropolitana, passando davanti al chiosco degli hotdog e delle corone di erica e rami d'abete, per poi disperdersi nel bosco, le loro ombre come folletti, in cerca della tomba dei propri cari. sono infatti migliaia le piccole lapidi che punteggiano, l'una quasi stretta all'altra, ettari e ettari di bosco, rischiarati per l'occasione da una marea di fiammelle tremolanti.
anche noi abbiamo acceso il nostro lumino, in quello che mi è parso lo spazio più significativo, aperto e condiviso di tutto il cimitero: una collinetta verde, dalle pendici spoglie, in cima alla quale spicca il minnelund, il boschetto della memoria. una manciata di alberi disposti lungo il perimetro quadrato di un muricciolo che accoglie e raccoglie le preghiere, i ricordi e le candele di tutti.
sceso il buio e il gelo, le note calde e speziate di un buon glögg fumante hanno dato vita all'idea dell'indomani a base di zucca.
e così eccoci, il due novembre, alla fine di una maratona gastronomica che ha il sapore dei filari di pioppi avvolti nella nebbia, il sapore della mia terra: tortelli di zucca, quelli veri, con tanto di mostarda di mele, portata in valigia dai miei a pasqua, e amaretti sbriciolati, quasi introvabili qui, nonostante la globalizzazione (per chi avesse intenzione di farne scorta, vada da daglivs a fridhemsplan).
insomma, una pietanza per le grandi occasioni. ma anche se le mani erano inesperte, con l'aiuto di tutti abbiamo reso onore - credo - a uno dei miei piatti preferiti. infine il nocino di mauro e la torta di zucca preparata da marta hanno degnamente chiuso la serata.
lascio a davide il compito di raccontarvi poi com'è degenerata... :-)
(Davide)...Aggiungo solo qualche elemento di "colore" al post di Giusi che dice già tutto. Allora. Passeggiata nel cimitero per il giorno dei defunti: all'arrivo, nel freddo pungente, appena fuori dall'entrata del cimitero, c'era il classico negozio di fiori, che per l'occasione era stracolmo delle caratteristiche corone fatte di arbusti, simili a quelle che si usa appendere alla porta per Natale. Simili, ma non uguali.
Marta ci ha raccontato un episodio risalente a quando lei era appena arrivata qui e, vedendone esposte in un negozio durante il periodo natalizio, ne ha comprata una. Il suo ex-marito, tornando a casa la sera, si è trovato la corona da morto appesa alla porta. Fortunatamente, se non ricordo male, ha subito capito l'equivoco e si è limitato a chiedere spiegazioni.
Alla luce di tutto questo, ma comunque ammirato dalla pregevolezza delle creazioni arbustive, Mauro ha ventilato l'ipotesi di acquistarne qualcuna da portare in Italia. "Tanto lì che ne sanno?" L'ipotesi è rimasta tale.
Di fianco al negozio di fiori, a contendersi l'attenzione dei convenuti, il banco della parrocchia che serviva caffè e paste e l'ubiquitario chiosco degli hot dog (o korv, per i pochi al mondo che ancora non lo sapessero). Sacro e profano. O meglio, entrambi profani, uno forse un po' più dell'altro. Devo dire che c'era molta più gente al banco della parrocchia, forse anche perché il caffè costava solo il prezzo di due chiacchiere con i signori che lo servivano. Devo anche sottolineare che il chiosco dei korv conquistava in maniera netta le simpatie dei numerosi cani presenti che, mentre il padrone sorbiva un po' dello scuro liquido caldo, puntavano estremamente interessati l'esercente rivale.
Dell'atmosfera meravigliosa ha già parlato Giusi. Ci siamo stati circa 4 ore. All'interno erano addirittura previsti, oltre ai momenti di raccoglimento e preghiera, anche eventi come concerti di musica classica, jazz e corale. Con lo scendere della sera ci siamo ritrovati avvolti dalla miriade di lucine che costellavano a 360 gradi il bosco attorno a noi.
Intirizziti dal freddo, abbiamo trovato riparo e calore in una piccola struttura allestita in uno dei piazzali di snodo all'interno del complesso. Erano i tipi di hittagraven che dimostravano come, utilizzando il loro servizio online, fosse possibile localizzare la tomba del defunto che si voleva visitare. Al tempo stesso offrivano libretti sulla cura delle sepolture, sulla manutenzione dei fiori e sui vari cimiteri in generale. Mi viene in mente la visita della mamma di Giusi al Verano, quando chiedendo informazioni sulla localizzazione di una tomba si è sentita rispondere che purtroppo stavano ancora aggiornando gli archivi cartacei ed erano indietro all'ottantaquattro.
Verso sera, sono state accese quattro enormi fiaccole al centro del cimitero, di fianco al laghetto ghiacciato.
E noi, stremati dal freddo, ce ne siamo andati da Marta per un po' di glögg caldo e della torta buonissima.
Glögg trovato in rete, non quello di Marta. Lei lo corregge col calvados. Yum.
E a quelli che le contestano piccati di non "sciupare" il calvados mettendolo nel glögg
replica giustamente di farsi gli affari loro.
Il giorno dopo, la cena da noi. Gnam. Buoni. Mi viene una lacrimuccia al pensiero. Giusi, Marta e Mauro sono stati proprio bravi. Da parte mia, io avevo passato la mattinata a setacciare la città in cerca di zucca e amaretti, trovandone come detto a Daglivs, probabilmente il più grande supermercato in città. Le zucche in particolare, che fino al giorno prima infestavano ogni negozio, sembravano essersi volatilizzate. Sono quasi sicuro di essermi aggiudicato l'ultima zucca di Stoccolma.
La sera, dopo cena, in atmosfera per una volta poco internazionale e del tutto nostalgica, siamo tornati con i discorsi e con il pensiero all'Italia, alla nostra giovinezza. Ci siamo fatti una scorpacciata di spot pubblicitari degli anni '70-'80, ripescati su Youtube e dall'archivio di Spot80. "Hai mai provato Hurrà?", il piccolo mugnaio che faceva le crostatine, il golosastro, il galletto vallespluga, il formaggino tigre, ecc. ecc. Siamo impazziti. Che ridere.
E poi lei.
La divina.
Complice un CD da me preparato per Marta, ha fatto la sua apparizione nei nostri cuori.
Raffaella.
Visitando il sito del suo "NUOVO" programma ce la siamo vista apparire ieratica ed eterea, ma pure eterna e alabastrina. L'unica e sottolineo UNICA certezza della vita, di un paese alla deriva.
Lei è lì. Ferma, non cambia, spettacolare e luccicante. Sempre.
5 commenti:
buooooni i tortelli di zucca! quest'anno non abbiamo avuto ancora il tempo di farli, ma non si sa mai... :o)
ed è meravigliosa l'idea di un cimitero tra gli alberi: trasmettono serenità, compostezza, forza. vita che dura, al contrario del marmo. grazie di averne parlato!
Davide racconta, sono curioso di sapere quanto in basso siete caduti :-))))
L
Davide dovresti scrivere più spesso, la parte sulla Carrà mi ha fatto sbragare :-))))) A proposito di nostalgia televisiva, vi ricordate quando la prendevano in giro al drive in? :-))))
L
E come no ! Gianfranco d'Angelo con la parrucca ! Che ridere...
Ma sei andato sul sito linkato del programma ? La presentazione e' spettacolare..
Come come??? Siete andati al skogskyrkogården e non avete nemmeno citato che lì c'è Greta Garbo??? Non ci voglio credere :'(
Fossi stata io mi sarei accampata di fianco a lei e ci sarei stata per dei giorni interi.
Posta un commento