sabato 24 aprile 2010
venerdì 23 aprile 2010
Falco 584, ripeto, Falco 584, Arlanda 1500 minuti.
E' in arrivo! Escludendo tardivi e improvvisi sbuffi di vulcano, Magi sarà qui domani. Sì, lo so, il blog sta iniziando a essere un po' monotono ultimamente, ma comprendeteci, siamo eccitatissimi. Finalmente Falco-584 arriverá nella sua nuova casa.
Già, perché quello è il nome che c'è su tutti i suoi documenti: Falco-584.
non credo che per lui faccia molta differenza, e ci è stato detto che con un paio di köttbullar si abituerà immediatamente al suo nuovo nome....
Quindi, ora e per sempre: Magellano.
Già, perché quello è il nome che c'è su tutti i suoi documenti: Falco-584.
non credo che per lui faccia molta differenza, e ci è stato detto che con un paio di köttbullar si abituerà immediatamente al suo nuovo nome....
Quindi, ora e per sempre: Magellano.
giovedì 22 aprile 2010
Contatore 0 - Vulcano 1
Come qualcuno già sa, Magi non è arrivato. Le previsioni si sono avverate.
Tra gli innumerevoli disagi che il blocco dei voli dovuto alle ceneri del vulcano islandese più famoso d'Europa ha causato, c'è stato pure questo.
Sapevamo bene che le probabilità non erano alte, ma alla fine ci eravamo un po' illusi vista la riapertura dell'aeroporto di Arlanda nel giorno previsto per l'arrivo e viste soprattutto le comunicazioni dal Portogallo, dove alla volontaria di Hundrondellen che doveva accompagnare il cucciolone e altri tre amici cani il volo era stato confermato.
Sophie (la volontaria) appresa la notizia ha organizzato il tanto atteso viaggio: martedì mattina, nemmeno troppo di buon ora, si è fatta i suoi duecento chilometri in furgone fino all'aeroporto.
Nel mentre lei scaricava i suoi quattro trasportini con cane dentro, a quasi quattromila chilometri di distanza io stavo entrando alla Statoil di Bromma per ritirare la macchina prenotata a mio nome che avrei utilizzato in nottata per andare in aeroporto. Una Yaris, prezzo giornaliero circa 50 euro, anticipati. Sulla strada per tornare a casa, mi sono fermato a un take-away tailandese dove ho preso delle verdure con salsa di arachidi per Giusi e un curry verde di pollo per me.
I dettagli sono importanti.
Mentre attendevo che il cibo venisse preparato, e mentre a casa Giusi finiva di sistemare tutto, la radio ha annunciato che l'aeroporto di Arlanda avrebbe chiuso alle 8. La notizia era già nell'aria (beh, parlando di aerei e aeroporti...), ma si pensava che i voli in arrivo atterrassero ugualmente: del resto il volo era stato confermato dalla compagnia aerea. La radio ha poi però aggiunto che non sarebbe decollato NE' ATTERRATO nessun volo.
Contemporaneamente, a quasi quattromila chilometri di distanza, Sophie si presentava al gate dove le veniva detto che il volo era, come promesso, confermato. Certo, anzichè atterrare a Stoccolma, sarebbe atterrato a Oslo, ma il volo c'era. Ora non so per certo, ma Sophie deve avere ribattuto che lei non doveva andare a Oslo, ma a Stoccolma. Le è stato risposto che c'era un comodo bus notturno che dall'aeroporto di Oslo sarebbe andato a Stoccolma, immagino incluso nel prezzo.
Sophie, dopo un giorno di preparativi e di viaggio, sola con quattro cani di media taglia in quattro trasportini di grossa dimensione, deve avere per una frazione di secondo considerato come diavolo poteva farcela. Ancora, non so cosa lei abbia risposto all'addetto della compagnia aerea, ma so cosa avrei risposto io.
Sophie ha chiamato giusi e poi lei e i quattro cani sono ripartiti in direzione del canile, con cinque code tra le gambe (quattro reali, una no).
A quasi quattromila chilometri di distanza, Giusi ha immediatamente chiamato me, ancora al ristorante che stavo ritirando il cibo appena preparato. Io sono salito in macchina, ho lasciato la cena a casa e sono ritornato alla stazione di servizio, dove l'addetto mi ha chiesto se avevo dimenticato qualcosa. Gli ho spiegato la situazione, e lui ovviamente ha detto che non si poteva più fare nulla, nada, niente, ciccia. Ho pagato la benzina che avevo consumato, 1 euro e mezzo, e sono tornato a piedi a casa.
Niente Magellano, un chilometro a piedi andare al noleggio, uno per tornare, e praticamente ho noleggiato la macchina per andare al take away.
Ah, il curry era piccantissimo.
Tra gli innumerevoli disagi che il blocco dei voli dovuto alle ceneri del vulcano islandese più famoso d'Europa ha causato, c'è stato pure questo.
Sapevamo bene che le probabilità non erano alte, ma alla fine ci eravamo un po' illusi vista la riapertura dell'aeroporto di Arlanda nel giorno previsto per l'arrivo e viste soprattutto le comunicazioni dal Portogallo, dove alla volontaria di Hundrondellen che doveva accompagnare il cucciolone e altri tre amici cani il volo era stato confermato.
Sophie (la volontaria) appresa la notizia ha organizzato il tanto atteso viaggio: martedì mattina, nemmeno troppo di buon ora, si è fatta i suoi duecento chilometri in furgone fino all'aeroporto.
Nel mentre lei scaricava i suoi quattro trasportini con cane dentro, a quasi quattromila chilometri di distanza io stavo entrando alla Statoil di Bromma per ritirare la macchina prenotata a mio nome che avrei utilizzato in nottata per andare in aeroporto. Una Yaris, prezzo giornaliero circa 50 euro, anticipati. Sulla strada per tornare a casa, mi sono fermato a un take-away tailandese dove ho preso delle verdure con salsa di arachidi per Giusi e un curry verde di pollo per me.
I dettagli sono importanti.
Mentre attendevo che il cibo venisse preparato, e mentre a casa Giusi finiva di sistemare tutto, la radio ha annunciato che l'aeroporto di Arlanda avrebbe chiuso alle 8. La notizia era già nell'aria (beh, parlando di aerei e aeroporti...), ma si pensava che i voli in arrivo atterrassero ugualmente: del resto il volo era stato confermato dalla compagnia aerea. La radio ha poi però aggiunto che non sarebbe decollato NE' ATTERRATO nessun volo.
Contemporaneamente, a quasi quattromila chilometri di distanza, Sophie si presentava al gate dove le veniva detto che il volo era, come promesso, confermato. Certo, anzichè atterrare a Stoccolma, sarebbe atterrato a Oslo, ma il volo c'era. Ora non so per certo, ma Sophie deve avere ribattuto che lei non doveva andare a Oslo, ma a Stoccolma. Le è stato risposto che c'era un comodo bus notturno che dall'aeroporto di Oslo sarebbe andato a Stoccolma, immagino incluso nel prezzo.
Sophie, dopo un giorno di preparativi e di viaggio, sola con quattro cani di media taglia in quattro trasportini di grossa dimensione, deve avere per una frazione di secondo considerato come diavolo poteva farcela. Ancora, non so cosa lei abbia risposto all'addetto della compagnia aerea, ma so cosa avrei risposto io.
Sophie ha chiamato giusi e poi lei e i quattro cani sono ripartiti in direzione del canile, con cinque code tra le gambe (quattro reali, una no).
A quasi quattromila chilometri di distanza, Giusi ha immediatamente chiamato me, ancora al ristorante che stavo ritirando il cibo appena preparato. Io sono salito in macchina, ho lasciato la cena a casa e sono ritornato alla stazione di servizio, dove l'addetto mi ha chiesto se avevo dimenticato qualcosa. Gli ho spiegato la situazione, e lui ovviamente ha detto che non si poteva più fare nulla, nada, niente, ciccia. Ho pagato la benzina che avevo consumato, 1 euro e mezzo, e sono tornato a piedi a casa.
Niente Magellano, un chilometro a piedi andare al noleggio, uno per tornare, e praticamente ho noleggiato la macchina per andare al take away.
Ah, il curry era piccantissimo.
lunedì 19 aprile 2010
Magellano, dove sei...?
Ci mancava anche la nube di cenere... Il volo di Magellano è a rischio!
Dapprima sembrava certo che sarebbe stato cancellato, poi stamattina l'annuncio della riapertura dell'aeroporto di Arlanda, ora una parziale smentita... Insomma non ci si capisce più niente. Noi sabato siamo stati a comperare cuscinoni, ciotole, cibo, giocattoli e guinzaglio... speriamo bene.
Top Gun nei commenti chiedeva di vedere delle foto del cagnolotto, e mi sono ricordato che avevo in mente di postarle ma, chissà perché, non l'ho fatto. Rimedio subito.
Nell'attesa di farne di nuove, speriamo prestissimo, qui a Stoccolma, ecco le immagini di Magellano in Portogallo.
Dapprima sembrava certo che sarebbe stato cancellato, poi stamattina l'annuncio della riapertura dell'aeroporto di Arlanda, ora una parziale smentita... Insomma non ci si capisce più niente. Noi sabato siamo stati a comperare cuscinoni, ciotole, cibo, giocattoli e guinzaglio... speriamo bene.
Top Gun nei commenti chiedeva di vedere delle foto del cagnolotto, e mi sono ricordato che avevo in mente di postarle ma, chissà perché, non l'ho fatto. Rimedio subito.
Nell'attesa di farne di nuove, speriamo prestissimo, qui a Stoccolma, ecco le immagini di Magellano in Portogallo.
venerdì 16 aprile 2010
Ci siamo quasi...
Il contatore segna quattro giorni, dieci ore e 7 minuti... Tra poco Magellano sarà qui, nube di cenere del vulcano islandese permettendo. Per ora gli aeroporti sono chiusi, ma sembra che le cose miglioreranno a breve. Ringraziamo ancora gli amici di Hundrondellen per il loro lavoro :)
Insieme a loro, volevo salutare Sara Turetta e tutti gli amici di Save the dogs e ringraziarli per l'enorme lavoro che fanno per cercare di contrastare il dramma che sta accadendo in Romania, e che sta purtroppo passando sotto silenzio. Già nelle scorse settimane era apparso sul blog un video introduttivo alla loro attività, con un link al sito. Da oggi trovate nella colonna sinistra del blog, proprio sotto l'archivio dei post, un banner che, con un clic, vi porterà alla pagina italiana del sito.
Bau,
noi
lunedì 12 aprile 2010
Pollice verde su.
Sta arrivando la primavera, anche qui a Stoccolma. I nostri sensi ormai superallenati stanno iniziando a captarne i primi suoni, colori, odori... Certo, ci sono ancora chiazze di ghiaccio sui canali, e non tutti hanno già completamente escluso la possibilità di qualche scherzetto meteo dell'ultimo minuto. Ma qualche piiiicccolo bocciolo sta spuntando, e questo basta in generale per sentirsi meglio :)
I caffè e i ristoranti hanno messo fuori le sedie, e le giovani in gonna corta e i giovani in maglietta vi pranzano contenti, anche se avvolti nelle coperte d'ordinanza che ogni gestore fornisce ai clienti, e rabbrividendo comunque alle folate tardo-invernali.
Del resto da tempo mi sono reso conto che per gli Stoccolmesi (ma immagino anche per gli altri svedesi) l'inizio della primavera non è determinato dalle condizioni atmosferiche generali e dalla temperatura, ma semplicemente da quando non ne possono più dell'inverno. Una volta arrivati alla "maturazione", basta un raggio di sole e si decide che è primavera, anche se fuori, come in questi giorni, ci sono temperature diurne che vanno dai 5 ai 9 gradi (l'altra notte, 1 grado centigrado).
Primavera per lo svedese significa tante cose, tra le quali giardinaggio. Come noto, nei paesi del nord Europa, lo adorano e lo praticano in molti, e la Svezia non rappresenta un'eccezione.
Dall'8 all'11, si è tenuta nel complesso della fiera di Stoccolma la Nordiska Trädgårdar 2010, mostra mercato sul giardino e il giardinaggio, probabilmente la manifestazione del genere più importante di Svezia. Dopo averla persa l'anno scorso, questa volta siamo riusciti ad andarci.
E' stato carino; c'era un po' di tutto: "onesta e concreta" direi. Niente stand mirabolanti e pubblicità estrema, ma una notevole distesa di piantine, bulbi, attrezzi e decorazioni, dislocati in uno spazio ampio e visitabile con comodità. Poche grandi marche e molti piccoli espositori, qualche attrazione (la casa delle orchidee, la stanza d'erba, lo stand dei fiori pericolosi, ecc...). Prezzi abbordabili, che verso l'ora di chiusura si sono trasformati in veri e propri affaroni. Alla fine, un signore che doveva smontare lo stand, ti riempiva borse di carta di piante a caso per venti corone la borsa (credo e spero fosse il proprietario dello stand che lo smontava, e non semplicemente uno che passava di lì che ha trovato uno stand vuoto e ha deciso di farsi un po' di soldi). A noi sono capitati un sacco di giacinti (gettati dentro la borsa in maniera molto brutale, a dire il vero), che ora profumano casa.
E giacinti a parte, ci siamo caricati di diverse piantine, di varie specie e colori, più qualche vaso di vetro e un cestino di vimini.
Non mancavano comunque gli angoli curiosi e gli allestimenti particolari.
Di alcuni di questi, ho scattato alcune foto col cellulare. La qualità è pessima, in parte per l'illuminazione non sufficiente per la minicamera del telefono, ma soprattutto per il tremore che ho da sempre e che mi rende praticamente impossibile non scattare foto mosse col telefonino. Giusto per dare un'idea, eccole qui...
Divano di fiori e foglie
Sempre lo stesso divano. Da qui si possono notare
alcune delle farfalle di seta che lo contornavano.
Uno stand di enormi tinozze di legno, che in campagna usano per il bagno
dopo la sauna, ha trovato una maniera originale di attirare l'attenzione.
Il coccodrillo credo sia finto. Non mi sono fermato molto...
Una tavola addobbata (molto bene) per il pranzo in giardino.
Tavolo e panchine in... erba
In erba anche la poltrona e il tavolino
Piscina con papera da guardia. Si capisce che la papera
è da guardia perché ha gli occhiali neri.
Ah, dimenticavo, c'era anche uno stand dove facevano la vaccinazione contro la TBE (encefalite trasmessa dalle zecche). Io e Giusi abbiamo completato il nostro vaccino, valutate la possibilità di farlo. Maggiori informazioni nel post che avevo scritto QUI.
Infine un piccolo video, girato in un angolino di uno stand dove erano presentati allestimenti per matrimoni.
sabato 3 aprile 2010
Buona Pasqua
Buona Pasqua.
Nei centri commerciali, i colori invernali verde scuro, blu, viola e marrone hanno di botto ceduto il passo al rosa, al pistacchio, ma soprattutto al mare di giallo che annuncia ufficialmente l'arrivo della Pasqua e conseguentemente della primavera. Sia in Svezia che in Italia, il mercato globalizzato ha riempito gli scaffali di conigli di peluche, galline di legno e batuffolosi e brillanti pulcini.
Ma come tutti gli anni, il grande protagonista di questa Pasqua è sempre lui: l'uovo.
L'alimento forse più semplice, completo e perfetto vive in questi giorni il suo periodo di gloria.
La tradizione cristiana innestatasi su quelle precedenti persiana (relativa al Nawruz, di cui si è già parlato) e pagana ne fa uno dei suoi simboli. Nel mio paese natio, dove ora mi trovo, è ancora molto in uso, la mattina di Pasqua, fare tarda colazione con un tipico pane all'uovo e all'anice (pagnotta di Pasqua, prodotta esclusivamente in questo periodo), qualche fettina di salame nostrano (che in Romagna non manca mai) e soprattutto con l'uovo sodo, dipinto il giorno prima e alimento principe. L'uovo DEVE essere benedetto e una volta consumato il guscio non deve essere buttato, ma bruciato.
E poi l'uovo di cioccolato. Beh, questa è tutta un'altra storia, e per quanto in vari siti web venga considerata come una moderna tradizione in tutta l'Europa occidentale, durante i miei numerosi viaggi non mi è mai capitato di vedere questa tradizione così forte come in Italia.
In particolare se ai miei colleghi svedesi si parla di uova di cioccolato loro credono ci si riferisca ai famosi ovetti kinder.
L'uovo, meglio ancora se uovone, con la carta argentata, plastificata e frusciante, nello scontro eterno "fondente" contro "al latte", con dentro la sua sorpresa (che sia il giochino di plastica, che sia il regalo "grandi firme" o quello artigianalmente inserito dal premuroso partner la notte prima) è sconosciuto in terra nordica.
Quello che invece si trova ovunque e si regala è un uovo di cartone. Se ne possono trovare di tutte le dimensioni, colori e fantasie, e sono ovunque. Sono apribili e vengono regalati pieni di dolcetti vari: confetti colorati, caramelle gommose (che per il ruolo che rivestono nella società svedese meriterebbero un post a parte), micro-ovettini di cioccolato (quelli sì, ci sono).
Insomma, l'uovo di cartone coi dolcetti è immancabile.
In realtà le tradizioni pasquali non sono limitate all'uovo. Si potrebbe parlare ad esempio delle piume colorate da spargere in giro o da attaccare in cima a un ramo e mettere in un vaso in casa, o in giardino, o di altro ancora, magari lo farò in futuro.
Per questa volta ho deciso di non adeguarmi all'uso svedese, e ho già sullo scaffale pronto per domattina un bell'uovo Bauli dimensione medio-grande che mi aspetta, tutto per me. Cioccolato al latte, quest'anno. ;)
Auguri,
D
Nei centri commerciali, i colori invernali verde scuro, blu, viola e marrone hanno di botto ceduto il passo al rosa, al pistacchio, ma soprattutto al mare di giallo che annuncia ufficialmente l'arrivo della Pasqua e conseguentemente della primavera. Sia in Svezia che in Italia, il mercato globalizzato ha riempito gli scaffali di conigli di peluche, galline di legno e batuffolosi e brillanti pulcini.
Ma come tutti gli anni, il grande protagonista di questa Pasqua è sempre lui: l'uovo.
L'alimento forse più semplice, completo e perfetto vive in questi giorni il suo periodo di gloria.
La tradizione cristiana innestatasi su quelle precedenti persiana (relativa al Nawruz, di cui si è già parlato) e pagana ne fa uno dei suoi simboli. Nel mio paese natio, dove ora mi trovo, è ancora molto in uso, la mattina di Pasqua, fare tarda colazione con un tipico pane all'uovo e all'anice (pagnotta di Pasqua, prodotta esclusivamente in questo periodo), qualche fettina di salame nostrano (che in Romagna non manca mai) e soprattutto con l'uovo sodo, dipinto il giorno prima e alimento principe. L'uovo DEVE essere benedetto e una volta consumato il guscio non deve essere buttato, ma bruciato.
E poi l'uovo di cioccolato. Beh, questa è tutta un'altra storia, e per quanto in vari siti web venga considerata come una moderna tradizione in tutta l'Europa occidentale, durante i miei numerosi viaggi non mi è mai capitato di vedere questa tradizione così forte come in Italia.
In particolare se ai miei colleghi svedesi si parla di uova di cioccolato loro credono ci si riferisca ai famosi ovetti kinder.
L'uovo, meglio ancora se uovone, con la carta argentata, plastificata e frusciante, nello scontro eterno "fondente" contro "al latte", con dentro la sua sorpresa (che sia il giochino di plastica, che sia il regalo "grandi firme" o quello artigianalmente inserito dal premuroso partner la notte prima) è sconosciuto in terra nordica.
Quello che invece si trova ovunque e si regala è un uovo di cartone. Se ne possono trovare di tutte le dimensioni, colori e fantasie, e sono ovunque. Sono apribili e vengono regalati pieni di dolcetti vari: confetti colorati, caramelle gommose (che per il ruolo che rivestono nella società svedese meriterebbero un post a parte), micro-ovettini di cioccolato (quelli sì, ci sono).
Insomma, l'uovo di cartone coi dolcetti è immancabile.
In realtà le tradizioni pasquali non sono limitate all'uovo. Si potrebbe parlare ad esempio delle piume colorate da spargere in giro o da attaccare in cima a un ramo e mettere in un vaso in casa, o in giardino, o di altro ancora, magari lo farò in futuro.
Per questa volta ho deciso di non adeguarmi all'uso svedese, e ho già sullo scaffale pronto per domattina un bell'uovo Bauli dimensione medio-grande che mi aspetta, tutto per me. Cioccolato al latte, quest'anno. ;)
Auguri,
D