mercoledì 9 settembre 2009

Titolo: Andrej Perboski. Ovvero incauti, sprovveduti principianti alla ricerca del porcino reale.

Sottotitolo: Per la föresta di Tyresta



Collocazione temporale: un discreto weekend di inizio autunno, con ancora nell'aria qualche lieve profumo tardoestivo.
Ambientazione: le foreste nei dintorni della capitale svedese.
Personaggi: "La banda dei cinque", versione ridotta de "I sinistri sei", ben noti al grande pubblico per le loro precedenti avventure.
Altri personaggi: la nervosa cavallerizza svedese, il micologo Franco.
Genere: avventura/thriller demenziale.


Stanchi della monotona vita cittadina e al contempo desiderosi di gustare prelibatezze della natura non apprezzate dagli indigeni, i nostri eroi decidono di passare una domenica diversa dal solito noleggiando una macchina e avventurandosi nella foresta. E' iniziata la stagione dei funghi, e gli stoccolmesi impazziscono per poche briciole di "kantarellen" (i nostri finferli, galletti, galluzzi, gallinacci).

Parentesi: tutte le altre prelibatezze micologiche che condiscono i nostri piatti, i locali non le conoscono. Apprezzano pizza o risotto coi porcini ordinati al ristorante italiano, ma non hanno idea di che cosa siano "i porcini". Verrebbe da pensare che questi e altri pregiati funghi qui non si trovino. Sbagliato. Ci sono, eccome. La varietà dei funghi è più o meno come quella italiana, e le foreste sono enormemente più grandi. Resta perciò un mistero perché negli anni non si sia sviluppata una cultura dei funghi simile alla nostra. Certo, ci sono gruppi micologici, mostre, come da noi, ma rimane assolutamente una cosa di nicchia. Gran parte della popolazione consuma e compra solo kantarellen, e se inciampa in un porcino, gli dà un calcio. Fine parentesi.

Consci delle enormi possibilità che la pressoché assoluta mancanza di concorrenza mette a loro disposizione, il magico gruppo di amici si butta all'avventura, nonostante la loro assoluta e scandalosa incompetenza.
Coraggiosi sì, ma stupidi no. Col fungo non si scherza. Viene definito da subito un piano di azione:

- dopo un breve brainstorming, concordano sul fatto che sommando tutte le loro conoscenze hanno un'idea di massima di come identificare il solo porcino. Sono ben di più i funghi che il palato vorrebbe assaggiare, ma l'inesperienza sovrana ne limita l'accesso. Ergo, si va a porcini, nient'altro. Coraggiosi e ottimisti.

- pare che al limitare della foresta di Tyresta, proprio domenica ci sia una mostra con esperti che si prestano al riconoscimento dei funghi. Questo è il punto nodale per gli ardimentosi. Se non dovessero trovare gli esperti, allora getteranno tutto.

- Marta conosce un posto. Tutti in coro: AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH! Ma alloraaaa!!! Beh? Coraggiosi, ottimisti, ma anche furbi come faine e approfittatori come il cagnolino di Amy quando ti giri e lasci il piatto incustodito. Zzzap!

Partono, lasciandosi dietro il reticente Antonio che adduce motivazioni verosimili di matrice vagamente lavorativa e che purtuttavia conferma da subito la sua presenza a un'eventuale susseguente mangiata di tagliatelle.
Il posto conosciuto da Marta (sul quale volutamente non sono qui rivelati dettagli) è al termine di una lunga stradina sulla quale forse le macchine non possono andare, ma che per pigrizia viene percorsa in macchina. Parcheggiano e si addentrano nel bosco alla rinfusa, senza bastone, un po' in fila indiana e un po' no, camminando su piani rocciosi o in mezzo a pozzanghere melmose, senza avere idea di come si cerchino i funghi.

-Ussssssignoreiddio!!! - esclama Mauro alla vista di un poderoso boleto, dopo pochissimi minuti.

Due degli esemplari raccolti. In questo caso entrambi leccini.


E non solo quello. In ogni angolo funghi di ogni tipo, di sicuro molti dei quali commestibili. In breve tempo la squadra riempie il cestino da bici che si era portata e posa per la foto ricordo, felice del risultato ottenuto, anche se incerta sulla commestibilità del raccolto.
I nostri vengono però interrotti nei festeggiamenti da una signora a cavallo che si avvicina e, con un sorriso gelido, senza nemmeno salutare, rammenta loro caustica che su quella strada le macchine non possono andare. Riporto questo passo per dare un'idea delle differenze tra Italia e Svezia: l'atteggiamento della signora equivale nella scala di comportamenti svedese a un più colorito "che c... ci fate qui con la macchina?" italiano, magari urlato.
I coraggiosi chiedono scusa e se ne vanno.


Foto di gruppo pre-assaggio funghi. Ci piace ricordarli così...


Destinazione Tyresta, foresta e parco Nazionale, di cui abbiamo parlato in un post qualche tempo fa. Bellissima, andateci. Tutte le info e i siti web di riferimento sono nel post già citato.
All'ingresso del parco, nel centro accoglienza, campeggia come sperato la mostra micologica, con relativi esperti a disposizione.
I due più impavidi, Marta e Davide, entrano timorosi con il loro cestino da bici dal contenuto dubbio, pronti a sottomettersi al giudizio dei luminari e speranzosi di non scatenare l'ilarità del convivio.
Mentre con fare giannipinottesco si palleggiano le responsabilità (-Vai avanti tu! -No, io non ci vado -Ma tu parli l'idioma... -E che c'entra, vai tu!) vengono interrotti da una voce che nella lingua natìa afferma:
-Qui si parla italiano, eh?

Il famigerato cestino, poi ulteriormente riempito...

E' il micologo Franco, un simpatico signore piemontese che da 35 anni vive a Stoccolma e che si è sempre occupato di funghi.
Racconta dell'associazione a cui appartiene, Svamp i Stockholm, ed esamina i funghi. Tutti leccini e porcini. Egregio lavoro. Alcuni li butta perché sono vecchi, e amministra consigli su come riconoscerli. Con estremo stupore si scopre che il tanto temuto boletus satanas è assente dalle terre di Svezia (a Gotland però c'è.). Nel frattempo arrivano i rimanenti eroi e si parla un po' di tutto, dell'Italia, della vita all'estero, della partita della nazionale, ecc.
Curiosamente, Nicoletta (minuta ragazza di origine sarda) viene da lui soprannominata la Sardina. Strano.

Ampiamente soddisfatti e appagati, i nostri trascorrono tronfi qualche altra ora per la meravigliosa foresta, buttando un occhio qua e là ogni tanto e rimediando un altro paio di porcini reali, facendosi un panino, e ritornando alla fine da Franco per un saluto e una controllatina finale agli ultimi reperti.

Sommamente stanchi e felici ritornano al fin de la historia a casa e impiegano le briciole di energie residue nel pantagruelico cenone a base di funghi serale, dove ricompare Antonio che, va detto, si dà molto da fare in cucina, e fanno la loro comparsa pure i meravigliosi fiori di zucca e le zucchine dell'orto di Marta... ma questa è un'altra storia.

Domenica 19 Settembre Franco e i suoi saranno ancora lì a dare una mano a chi ha bisogno di consigli. Per raggiungere Tyresta non è necessaria la macchina, ci si arriva anche in autobus. Se servono dritte, scrivete.
Noi ci torneremo di sicuro, questa volta con un cesto più grande.

11 commenti:

  1. Pero' dobbiamo anche riconoscere che 'il posto' e' del 'cardinale'....ma ora e' per l'eternita' salvato sul gps di Mauro!!!! E Davide hai dimenticato di raccontare che noi due alla domanda di Franco: ' ma dove li avete presi' abbiamo risposto vaghi ma vaaaghi: 'Mah.....qui in giro!'
    // Marta

    RispondiElimina
  2. Abbiamo mandato il link del post anche a Franco :-D

    RispondiElimina
  3. eh, sì, ce n'erano di cose da raccontare...mi sono dato una regolata sennò veniva troppo lungo...
    beh, il cardinale non l'ho citato per vedere se diceva qualcosa ;PPP

    RispondiElimina
  4. Ma che bel racconto epico!
    Mi somo piaciuti tantissimo anche i "supporti multimediali" dati dai link :)
    Se mi date il permesso, lo linko come post a reti unificate :)

    RispondiElimina
  5. Davide i tuoi post mi fanno sempre spaccare :-)))
    Ma vi ricordate i funghi del bosco intorno al lago di Lohja? dovrei avere ancora qualche foto. Certo, niente a che vedere con sti mostri ;-)
    cioa
    L

    RispondiElimina
  6. Ciao Lo! Ho parlato dei mitici funghi finlandesi anche durante la passeggiata a Tyresta... :-)

    RispondiElimina
  7. più che la banda dei cinque dovevate chiamarvi i cinque cicloni (come in Kung Fu Panda) o qualcosa del genere, si sa che per i personaggi Marvel l'allitterazione è ancora più importante di un costume ridicolo ;-)
    L

    RispondiElimina
  8. si capisce che non siete "fungaroli"dal fatto che avete detto dove li avete trovati, io avrei detto di averli trovati dalla parte opposta.(i funghi fanno quasi sempre nello stesso posto).Penso che quando capiterò da quelle parti(ed è certo che capiterò)vi obblighero a portarmici. Complimenti per il vs.spirito e per le tante iniziative.

    RispondiElimina
  9. Per quello che ne so (ma io non sono esperto), i porcini sono molto ambiti anche qui in Svezia. Si dovrebbero chiamare Karl Johan.

    RispondiElimina
  10. Io lo conosco come Stensopp.. credo che che "soppar" siano tutti i boleti. Questa cosa mi incuriosiva molto per cui in passato ho spesso chiesto a colleghi e amici svedesi... Gli appassionati di funghi (generalmente quelli che vivono o hanno parenti in campagna) li conoscono e apprezzano ("certo i kantarellen sono tutta un'altra cosa...", mi ha detto un'amica proprio ieri O_O), ma per la mia esperienza, la stragrande maggioranza dei cittadini non molto, tant'è che anche volendoli comperare, nelle bancarelle dei mercati (almeno qui a Stoccolma) non si trovano. E pensare che anche 5 sprovveduti come noi ne hanno fatto un cesto pieno in un paio di ore...

    RispondiElimina